"Finalmente" un'iniziativa concreta per i nostri fratelli perseguitati soprattutto in Iraq, in Siria ed in Nigeria : la Partita Interreligiosa della Pace, l’1 settembre 2014, allo stadio Olimpico di Roma .
Voluta da Papa Francesco, il quale ha invitato anche Maradona.
Chi avrà il coraggio di parteciparvi mentre dal vicino Iraq e dalla vicina Siria si sentono le urla degli innocenti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle massacrati in odio a Cristo ed alla Fede ?
Ma dove siamo?
Da Mosul (AsiaNews) Mons. Emil Shimoun Nona, arcivescovo caldeo di Mosul, nel nord dell'Iraq ha detto : - "Siamo sicuri che la Chiesa di tutto il mondo prega per l'Iraq , ma l'Occidente e i suoi governi sembrano aver "dimenticato" il dramma che vive la sua popolazione; come se ormai "fosse normale sentire tutti i giorni di morti, attentati, violenze. Non se ne parla più ma noi speriamo che si torni l'attenzione [sul dramma irakeno], che sentano il nostro bisogno di pace e serenità: questo, più di tutto, è ciò che vogliamo".
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Gianfranco Morra su Italia Oggi ha saggiamente scritto:
"È giusto che la religione cristiana eviti i pericoli del fanatismo religioso.Senza, tuttavia, che ciò implichi un indebolimento delle sue certezze, come appare in alcune espressioni dell'attuale pontificato: «Dio non è cattolico»; la Chiesa «è un ospedale da campo, non vuole convertire nessuno»; la morale non è condanna, ma misericordia («non esistono valori non negoziabili; ma chi sono io, per giudicare?»). Col pericolo che l'ecumenismo divenga rispetto di tutte le religioni, meno della propria..."
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Difatti la stampa ha comunicato i " frutti " della propaganda sincretista, presente purtroppo anche in campo cattolico: " Una famiglia italiana si è convertita all’Islam pochi giorni dopo il Ramadan. La famiglia, composta da 5 persone ha annunciato la sua conversione all’Islam dopo aver ascoltato Il Corano ed aver partecipato ad alcuni riti in una moschea limitrofa dove abita nella Provincia di Segrate".
- Il card. Giacomo Biffi era stato più sintetico, ma non meno realistico della scrittrice Oriana Fallaci:
«I cattolici col dialogo ad ogni costo preparano la propria estinzione.
L'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana» - .
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L'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana» - .
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Alla vigilia della Festa del Martire Francescano San Massimiliano Maria Kolbe vogliamo ricordare un altro Sacerdote che non ha esitato a spargere con coraggiosa determinazione il suo sangue innocente per Cristo e per la Chiesa : Padre Ragheed Ganni 35enne Sacerdote Caldeo Iracheno trucidato il 3 giugno del 2007 insieme a tre Suddiaconi nei pressi della chiesa dello Spirito Santo a Mosul, nell’Iraq settentrionale:
Sono state queste le ultime parole pronunciate in questa vita da padre Ragheed Ganni.
Ebbe il coraggio di dirle di fronte all’uomo armato e mascherato che gli puntava contro un’arma automatica e che, insieme ad altri, aveva bloccato i due veicoli su cui il gruppo viaggiava e dopo averlo fatto scendere gli aveva urlato: «Ti avevo ordinato di chiudere la tua chiesa! Perché non lo hai fatto? Perché sei ancora qui?».
Alla risposta lo spinse a terra, e gli scaricò addosso 15 colpi del suo fucile mitragliatore.
Poco dopo toccava la stessa sorte ai tre Suddiaconi che lo accompagnavano.
Dopo l'Ordinazione Sacerdotale a Roma, il Martire di Cristo disse: " «da questo momento, sono morto a me stesso»
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Nel decennio seguito a quella guerra più di mille cristiani sono stati uccisi in attacchi mirati e motivati dalla loro appartenenza religiosa.
Eppure la morte di padre Ganni continua a essere considerata in modo speciale, non solo perché si è trattato del primo sacerdote cattolico ucciso, ma per il suo carattere di offerta sacrificale, di martirio annunciato.
Dal momento del suo ritorno in Iraq da Roma, dove aveva studiato per sette anni all’Angelicum fra il 1996 e il 2003 ed era stato ordinato prete nel 2001, fino alla fine dei suoi giorni la vita del sacerdote nativo di Mosul sarebbe stata una via Crucis al rallentatore, un crescendo di minacce, attentati e incidenti che annunciavano l’approssimarsi del dramma finale.
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...ricorre il settimo anniversario del martirio di quello che fu il primo prete cattolico ucciso in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein (prima di lui era stato rapito e poi ucciso, sempre a Mosul, il sacerdote siro ortodosso Paul Iskandar).
Come ha dichiarato recentemente ad AsiaNews l’arcivescovo di Mosul Amel Nona, successore di quel Paulos Faraj Rahho di cui padre Ganni era segretario e che fu rapito e fatto morire di stenti otto mesi dopo l’assassinio del sacerdote, l’Occidente ha dimenticato il dramma dell’Iraq, compreso quello della sua comunità cristiana, che prima della guerra angloamericana del 2003 contava circa 800 mila unità e oggi è ridotta a non più di 250 mila.
Nel decennio seguito a quella guerra più di mille cristiani sono stati uccisi in attacchi mirati e motivati dalla loro appartenenza religiosa.
Eppure la morte di padre Ganni continua a essere considerata in modo speciale, non solo perché si è trattato del primo sacerdote cattolico ucciso, ma per il suo carattere di offerta sacrificale, di martirio annunciato.
«L’Iraq è il mio posto»
Come ha potuto padre Ragheed resistere tutto quel tempo, sentendo la morte avvicinarsi passo a passo?
Anzitutto, la dedizione convinta alla vocazione.
Un amico musulmano, il professore Adnam Mokrani, racconta di avergli sentito dire, subito dopo l’ordinazione a Roma, «da questo momento, sono morto a me stesso».
Subito dopo l’ordinazione gli era stato proposto di diventare parroco in Irlanda, paese che conosceva bene per aver alloggiato al Pontificio Collegio irlandese durante i suoi sette anni romani e per aver trascorso i mesi estivi in Irlanda, presso il santuario di Lough Derg.
Ma lui aveva rifiutato perché voleva tornare nel già allora tormentato Iraq: «Quello è il posto cui appartengo, quello è il mio posto».
Quindi c’era il completo affidamento a Dio.
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Immagine : Il Martirio di San Porcario Abate e Compagni (12 Agosto 739 circa ) per mano dei Mussulmani. M.R.: “Nello stesso giorno i santi Martiri Porcário, Abate del monastero Lerinése, e cinquecento Monaci suoi Compagni, i quali per la fede cattolica, uccisi dai barbari, furono coronati col martirio.”
Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς
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