«Quella mostra infanga la Resistenza». Così la scuola elementare di Rio Saliceto (Reggio Emilia) ha dovuto sospendere le visite programmate alla mostra sul Beato Rolando Rivi esposta in questi giorni nei locali della parrocchia del comune della Bassa reggiana. Coincidenze: la scuola primaria di Rio è intitolata ad Anna Frank, una delle più cristalline martiri della furia omicida nazista.
E forse il simbolo dell'innocenza perduta della Seconda Guerra Mondiale. E Rolando Rivi è con Anna Frank un simbolo della violenza delle ideologie e dei totalitarismi del '900. Ma ci sono simboli e simboli. Al neo beato, ucciso dai partigiani comunisti sul finire della guerra e beatificato da Papa Francesco perché martire in odio alla fede, per farsi accettare dal mainstream culturale, deve servire più tempo.
Lo dimostra il fatto che nessuno si aspettava che la mostra voluta dal parroco don Carlo Castellini per celebrare la beatificazione di Rivi, suscitasse tanto scandalo. Sotto accusa il pannello «domani un prete di meno», nel quale la mostra raggiunge il suo clou con la narrazione, ad usum infante, dell'uccisione da parte dei partigiani comunisti.
La cosa non è piaciuta ad alcuni genitori che hanno visionato la mostra e l'hanno ritenuta non adatta all'educazione del propri figli. «Infanga la Resistenza e i partigiani». Così hanno così chiesto al parroco di togliere il pannello incriminato. Don Castellini ha opposto un netto rifiuto: la mostra è così, se non piace pazienza, ma non si può cambiare. La scuola però aveva già richiesto l'autorizzazione dei genitori a partecipare alla visita.
Una visita che si sarebbe dovuta svolgere anche in questi giorni all'interno dell'ora di religione, a scanso di equivoci e dunque filtrando già non tutta la popolazione scolastica, ma solo chi ha optato per l'insegnamento della religione cattolica.
Niente da fare: la protesta dei genitori, esternata alle maestre ha raggiunto il suo apice con l'interessamento della preside, che ha deciso di fermare tutto per poter visionare in prima persona i pannelli della mostra inaugurata al Meeting di Rimini da un'idea del biografo di Rolando Rivi, il giornalista e scrittore Emilio Bonicelli.
Delusi gli altri genitori che ora si sono sentiti discriminati e avevano accettato di buon grado l'idea di far vedere ai loro figli la storia per immagini del martirio di Rolando Rivi. La preside ha visionato la mostra è alla fine ha emesso il suo giudizio. Paradossale. «La visita alla mostra viene annullata per ragioni didattiche per l'impossibilità di contestualizzare dal punto di vista storico e didattico la mostra».
La dirigente al telefono con La Nuova Bussola Quotidiana ha anche aggiunto che «a studiare quel periodo storico le scuole elementari non arrivano». Paradossale e a tratti grottesco dato che la scuola è dedicata ad Anna Frank e che nelle scuole elementari la Seconda Guerra Mondiale è studiata ampiamente.
Ma evidentemente la paura di uscire dal seminato del politicamente corretto ha preso il sopravvento e gli strepiti di pochi genitori, alcuni dei quali eletti democraticamente nelle file del Pd locale, hanno avuto la meglio su una maggioranza silenziosa di genitori che ora si sentono presi in giro dalla scuola.
Resta il fatto che quella frase "domani un prete in meno" fa parte della storia ormai, essendo parte integrante della vicenda non solo storica di Rivi, ma anche giudiziaria, su cui una sentenza della Cassazione della Repubblica italiana ha messo la parola fine 50 anni fa attribuendo la sua uccisione ad opera di partigiani comunisti in odio alla fede.
La beatificazione e il culto sarebbero arrivati molto dopo. Così come le recenti richieste di perdono espresse dal presidente dei partigiani reggiani Giacomo Notari. Ma nell'Emilia rossa evidentemente certi aggiornamenti non sono ancora arrivati.
La vicenda mostra chiaramente come la scuola pubblica italiana stia rinunciando anche alla propria storia e al fondo alla propria identità
E cosa ci si poteva aspettare? Chi tocca la "resistenza", pur solo sfiorandola, diventa infangatore della memoria di eroi della libertà, che tali non erano ma comunisti feroci assassini, autori di stragi e di atroci vendette che tante vite d'ogni età, anche giovanissime, e senza colpe, falcidiarono. "Resistenza" queste stragi? Opera di bande cresciute nell'odio alimentato dallo stalinismo. La vera "resistenza" è altra. Particolarnente esecrabile la strage dei sacerdoti.
RispondiEliminaLa preside è una donnetta senza spina dorsale che si piega al potere politico, quello che portò in parlamento Moranino. I ragazzi potran visitar la mostra coi loro genitori o coi parroci, sempre che abbian la stoffa del confratello don Castellini. Così capiranno come e perché muore un giovane come loro, ma chiamato al sacerdozio. La pacificazione che nell'immediato dopoguerra fu invocata da più parti per far rifiorire l'Italia distrutta nell'Emilia rossa è carta straccia: l'odio continua e testimonia la presenza ininterrotta di un DNA morale immodificato e immodificabile.
E' vero questa gente se osi dissentire, seppure minimamente sulla resistenza o il c.d. risorgimento(non certo per il regno di Napoli)ti mangiano vivo!!
EliminaHa ragione Pastorelli , la vera " resistenza " era altra e si trovava dalle parti di Brescia.
EliminaCari amici basta spostare la mostra dalla scuola alla chiesa. Non dobbiamo scandalizzrci del preside ma dell fatto che la PONTIFICIA UNIVERSITA' LATERANENSE ha concesso un premio per l'impegno e la coerenza(sic!) a Giorgio Napolitano il comunista che plaudì all'intervento dei carri armati sovietici in Ungheria nel '56 ,che ne approvò i crimini e i misfatti. Che ha percorso tutti i gradini sporchi della politica avallando tutte le leggi e i comportamenti amorali del Berluska. Che si è rifiutato di salvare la vita di Eluana. Non basta un concerto offerto a Benedetto per dimenticare le oscure ombre che gravano sulla sua figura.
RispondiEliminaQuella mostra infanga la resistenza? In Emilia Romagna hanno fatto tante di quelle barbarie , in quel periodo , che prima o poi bisognera' coprire il tutto con una bella coltre di ...silenzio.Che il Beato Rolando Rivi faccia luce in quelle teste che dopo tanti anni ancora odiano a volte senza neanche sapere perche'.Clermont
RispondiEliminaIl problema pratico si può risolvere, certo, con lo spostamento della mostra. Resta il problema morale, ch'è il più grave ed è questa gravità che dev'esser con forza denunciata e combattuta.
RispondiEliminaBisogna proporre per il Preside della Pontificia Facoltà Lareranense la gran medaglia di Lenin.
RispondiEliminaOT
RispondiEliminaieri sera, al ritorno dal mio oratorio e relativi impegni, ho postato delle osservazioni, per me importanti, tra i commenti al post sulla Messa alla Misericordia di Torino. Sino ad ora non li vedo. Il thread è sempre sotto approvazione, mentre i commenti appaiono sugli altri. Non capisco il motivo.
Anche a me dispiace ammettere che dei partigiani abbiano fatto cose orribili mentre avrebbero dovuto essere a liberare la patria, però alcuni l'hanno fatto. I partigiani comunisti l'hanno fatto molto, ma alcuni anche di altre idee politiche ( incredibile ma vero, esistevano anche partigiani democristiani, liberali e monarchici... nessuno lo ricorda sembra :(
RispondiEliminaCosì come hanno fatto azioni scellerate gli alleati ( sia prima che dopo l'armistizio ) e ovviamente i nazifascisti.
Ma è ovvio, era una guerra. La mostra sul Beato Rivi non è stata fatta per dire " I comunisti uccidevano i bambini ( e forse lo fanno ancora )" ma per dire " La croce di Cristo ha trionfato anche tra le più grandi miserie umane per mezzo di Rolando Rivi che perdonò i suoi aguzzini ".
è una cosa ben diversa.
"Anche a me dispiace ammettere che dei partigiani abbiano fatto cose orribili mentre avrebbero dovuto essere a liberare la patria, però alcuni l'hanno fatto."
EliminaAhhh che bello !!! E dimmi un po' , come ti senti oggi da " liberato " ma magari disoccupato e schiavo dell' Europa e delle banche ?
Mi sento contento di essere disoccupato in un paese dove posso andare dove voglio e dire quello con al massimo qualche insulto se offendo il senso comune citando il Vangelo, e non in paese dove il Papa è visto come un male necessario dallo stato ed un instrumentum regni.
EliminaE contento di poter votare chi mi governi e non dover obbedire a degli invasori stranieri.
Sempre che se ne sia accorto...
EliminaBravoooo!!!
EliminaContento e cojonato , come si dice a Roma...
L'Italia repubblicana è un paese fondato sulla Resistenza. Vediamo i bei risultati. Ho detto tutto.
EliminaInfatti sonno tuti massoni i poltici del ltalia che vengono dai partiti della sinistra comunista.
Eliminaesistevano anche partigiani democristiani, liberali e monarchici... nessuno lo ricorda sembra :(
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Ce n'eran tanti, cattolici e laici. Si sa bene, chi non lo sa o è molto giovane o non vuole dirlo.
bella roba.....
EliminaChe ci fossero democristiani e i quattro gatti liberali era risaputo ma monarchici poi...son stati loro che hanno intronizzato il criminale Mussolini nel 1922. Per ventidue anni son stati complici di tutti i suoi crimini da Corfù alla Libia, all'Etiopia , alla devastazione dell'Italia ', alle guerre scellerate contro la Francia e la Grecia .L'Italia bombardata devastata e distrutta con un milione di morti, senza considerare le infami Leggi razziali.Il Savoia e la sua famiglia son stati complici dei carnefici!
RispondiEliminaLa resistenza è una cretinata e la sua celebrazione una stupidata. I partigiani non hanno liberato nulla e nessuno. A liberarci sono stati gli americani. I partigiani spuntavano come funghi solo quando gli americani erano a pochi chilometri ed i tedeschi erano in ritirata. Il più luminoso episodio della resistenza fu il vigliacco attentato di via Rasella a Roma e si è visto quali furono le conseguenze per i civili mentre i valorosi resistenti restarono ben nascosti.
RispondiEliminaBen detto e proprio così..ma quali partigiani!!! Se non c'erano americani c'è cosa sarebbe successo?
EliminaAnonimo23 novembre 2013 09:25
RispondiEliminaCari amici basta spostare la mostra dalla scuola alla chiesa
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Questo commento impreciso ha causato l'imprecisione d'un mio commento postato poco dopo, perché pensavo d'aver capito male il post,. che ho riletto. In realtà non c'è da spostar la mostra dalla scuola alla chiesa: la mostra è già nei locali della parrocchia. La scuola ha, invece, annullato la visita in porogramma alla mostra. Il giudizio su questo comportamento resta sempre del tutto negativo.
Cosa c'entrino tutte le sparate senza un minimo di seria meditazione fondata sullo studio d'un periodo tragico della nostra storia, non so. Pensavo che il Blog s'intitolasse MESSA IN LATINO.
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