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domenica 11 novembre 2012

Anno della Fede : una proposta per la diffusione della Liturgia antiquior “nello spirito della missionarietà" e della "nuova evangelizzazione".

Da Chiesa e post concilio

Quello che era stato prefigurato aveva un che di machiavellico e non partiva dalla 'base', da una base responsabile che si fosse scelta anche le guide capaci di metterci la faccia e il cuore.

Non mi convince il discorso dell'esclusivo scambio di aiuti pratici, mi sa tanto di 'palliativo' e non tiene conto di quel che è più importante: promuovere, far conoscere. Questo lo si può fare solo creando eventi, incontri, non necessariamente di grande profilo. Non serve mobilitare le folle, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno. Dobbiamo, però, intraprendere quanto è più efficace col massimo equilibrio e determinazione.

Si può pensare intanto ad un evento a livello nazionale: Convegno, o altro, dedicato specificamente alla Liturgia antiquior, ma soprattutto alla sua dottrina oltre che alla sua diffusione, nello spirito di quella missionarietà che, se siamo inseriti nella "nuova evangelizzazione", non può esserci estranea. 
Però questo sarà realisticamente da prendere in considerazione tra un anno magari in concomitanza col VI anniversario del Summorum; ma occorre già cominciare a pensarci. 
Alla fine basterebbe interpellare Padre Vincenzo Nuara, perché organizzi per il 2013 (tra l'altro in Giovani e Tradizione ha degli ottimi collaudati collaboratori e noi lo affiancheremmo come possiamo lasciandolo stabilire a lui) il solito Convegno Summorum Pontificum che quest'anno purtroppo è saltato non so se per suoi impegni o per ragioni di spesa. 
È sempre opportuno partire dalle risorse già presenti cercando di incrementarle piuttosto che crearne di nuove che potrebbe essere velleitario.

Almeno, insieme alla grancassa mediatica ed al peana laudatorio conciliarista, si alzerà anche qualche voce amica capace di rigenerare e nutrire le nostra anima e le nostre attese!

E potrebbe essere questo l'evento cui partecipare in massa cominciando a parlarne con dovizia di particolari - prima durante e dopo per "spezzare il pane" dei contenuti anche agli assenti - intanto sui nostri blog, ma interpellando la stampa amica (non è molta, ma potrebbe bastare per una diffusione più allargata e per nulla banale).

Anzi, potremmo preparare noi le informazioni ufficiali ed esatte per i Vaticanisti, in modo che non diano le solite versioni distorte ed ideologizzate, sperando che essi siano disponibili e non del tutto refrattari alle nostre proposte.

L'orizzonte internazionale, potrebbe essere allargato a partire dai blog amici che già ci seguono... 
Del resto ci sono anche altre piattaforme, come Catholica, che potrebbero essere validi partner di diffusione oltralpe, ad esempio. 
E magari fare da moltiplicatore promuovendo, intanto, eventi paralleli in Francia.

Accantonato per il momento l'evento nazionale, nell'immediato bisognerebbe iniziare ognuno nel proprio contesto, ad organizzare incontri formativo informativi sulla nostra Santa Messa preferibilmente a livello diocesano, ove possibile, scegliendo uno o più relatori. Ove non possibile, partire dalla propria Chiesa o sede, facendo inviti anche al di fuori del proprio gruppo per parlare del Rito Antiquior e della sua dottrina, dal cuore dall'esperienza e dalle proprie conoscenze - interpellando un sacerdote o altri relatori disponibili al'interno o al di fuori dei gruppi e penso che alcuni già lo stiano facendo -  per far conoscere a molti o pochi che siano (intanto è importante iniziare) il nostro tesoro, che è per noi, ma non nostro e quindi per noi, cioè in questo caso attraverso di noi, deve essere testimoniato e trasmesso ad altri: è l'unico tipo di "tradizione vivente" che mi convince.

D'altronde, come già detto, il richiamo anche alla "nuova evangelizzazione" cosa significa se non questo? 
Anzi - senza alcuna etichetta, perché siamo cattolici-e-basta -, dovremmo sentirci spinti e impegnati a far conoscere la dottrina, perché non c'è Liturgia senza la dottrina e la teologia (e anche l'anagogia) che la sottende!

Del resto, se facciamo un discorso realistico equilibrato e disinteressato, ma motivato quanto basta, difficilmente corriamo il rischio di prendere cantonate e, soprattutto le creiamo concretamente le sinergie di cui non facciamo che parlare ma che stentano a realizzarsi. Possiamo farlo individuando nei vari gruppi sacerdoti o anche laici impegnati disposti a spendersi anche al di fuori del proprio gruppo. 
E che siano davvero nel Signore, queste sinergie, non in una etichetta o in una bandiera da sventolare come specchio per le allodole... 
E per il momento siamo soli, perché la FSSPX sembra tuttora e non sappiamo per quanto inesorabilmente "al palo" mentre la situazione è gravida di incognite.

Il tutto ovviamente senza badare ai risultati  - che comunque non ci appartengono e non dipendono da noi, ché siamo servi inutili - e senza grancasse di visibilità tranne la giusta informazione allargata per richiamare persone desiderose di ascoltare e conoscere.

A chi realisticamente non si trova nella situazione di promuovere incontri che favoriscano la conoscenza e la diffusione della nostra Santa Messa e soprattutto di ciò che essa è davvero, non resta che la preghiera e l'offerta della passio che tutti viviamo in questo senso nella nostra Chiesa...

Del resto ho già scritto da tempo anche all'ED, che permettere la Messa senza promuoverla è come non averla permessa, anche se ha una sua intrinseca vis diffusiva. Ma non basta. 
La stessa Universae non è stata risolutiva ed efficace come ci si attendeva. 
E dunque la promuoviamo noi la nostra Messa Tradizionale... l'enorme iato generazionale che si è creato, va colmato. E, se non lo facciamo noi, chi lo fa?

Per quanto mi riguarda sto organizzando, d'intesa col mio sacerdote, Don Giuseppe Vallauri, un incontro durante l'Avvento. 
Stiamo scegliendo il luogo ed ho già pronto un testo-base da distribuire. Il resto, affidiamolo al Signore, qualche strada ci si aprirà...

Tornando al Pellegrinaggio Summorum che ha mosso la nostra ulteriore riflessione, mi pare che l'evento intendesse fare un'azione capace di smuovere certi poteri e, se l'intento era questo, dobbiamo ammettere che la motivazione 'politica' è prevalsa su quella spirituale: è per questo che mi è venuto in mente il termine machiavellico...

Però, per effetto dell'eterogeneità dei fini, quanto è accaduto se da un lato ha portato allo scoperto la cruda chiusa gelida realtà delle potenti ramazze curiali, dall'altro ha mostrato che il fenomeno ha una portata molto superiore a qualunque aspettativa e che il cuore dei fedeli  - di molti fedeli consapevoli e per nulla tiepidi sparsi in tutto il mondo - batte per l'antico Rito e per ciò che è e che rappresenta.

E di certo non si tratta di nostalgie da tollerare, né tanto meno da ghettizzare, come biecamente tentano di fare, ma di esigenze concrete di ordine spirituale, che disattendere sarebbe non tanto riprovevole, quanto un vero e proprio peccato di omissione
Forse è proprio questo che bisogna cominciare a dire forte e chiaro!

Infatti, tutte le proposte, mie o di altri, che partono dalla base e che con impegno e buona volontà molti attiveranno, per opportune ed efficaci che possano essere, non bastano! Quella che urge e che non c'è è una pastorale ecclesiale dedicata specificamente all'Antico Rito, che non è riesumato, ma ha pieno diritto di cittadinanza. 

E dunque occorre un vescovo che se ne occupi specificamente, non per altro, ma perché la maggioranza dei vescovi lo avversano. 
Perché non potrebbe essere Mons. Athanasius Schneider? L'autore di Dominus est
C'è persino un vescovo per il Cortile dei Gentili e proprio noi dobbiamo rimaner fuori persino dal cortile?
Maria Guarini