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lunedì 14 maggio 2012

Una marcia per la vita straordinaria

di Federico Catani
La seconda Marcia Nazionale per la Vita che si è svolta la mattina di domenica 13 maggio a Roma è stata un successo che ha superato ogni più rosea aspettativa.
Quindicimila persone, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno percorso il centro della capitale, dal Colosseo a Castel Sant’Angelo, difendendo il diritto alla vita e proclamando il loro no senza se e senza ma alla legge 194, che dal 1978 ha legalizzato l’aborto nel nostro Paese.
La giornata è iniziata molto presto. Alle prime luci dell’alba fervono gli ultimi preparativi da parte degli organizzatori nei pressi del Colosseo. Subito viene appeso vicino alla fermata della metropolitana un grande striscione con la scritta “Marcia Nazionale per la Vita 2012”, mentre un gruppo di volontari provenienti da Avellino, nella notte, ha posizionato lungo tutto il percorso che sarà attraversato dal popolo pro-life centinaia di palloncini con tanto di logo ufficiale della Marcia. Gli stessi volontari hanno pure contribuito a gonfiare due enormi mongolfiere, che segnano il punto di partenza e quello di arrivo della grande mobilitazione di piazza e i gazebo utili per distribuire materiale di vario genere ai partecipanti e per sistemare tutto l’occorrente tecnico per il migliore svolgimento dell’evento.
Un evento che già di primo mattino si preannuncia epocale. Il cielo è sereno e la bella e calda giornata trasmette un clima di gioia e di combattività. Nonostante la cultura di morte e l’ingiusta legislazione che permette l’omicidio dei nascituri e nonostante le forze del male congiurino contro la vita e sembrino essere invincibili, c’è anche in Italia un popolo che non si arrende alla legge 194 e a tutte quelle norme che vogliono facilitare la soppressione degli innocenti nel grembo pure attraverso prodotti chimici.
Verso le 8 iniziano ad arrivare i primi pullman. Senza grandi risorse economiche, privi di grandi sostegni, spinti solo dalla ferma volontà di non mancare ad un appuntamento storico per testimoniare con la propria presenza il sì deciso alla vita e il secco no all’aborto, centinaia e centinaia di persone si sono organizzate in molte città italiane per partire alla volta di Roma.
Il Nord Italia è sicuramente la zona più rappresentata del Paese, seguita dal Centro e poi dal Sud. Tuttavia, oltre alla cospicua presenza siciliana, si è registrata la partecipazione di ben undici pullman solo dal Beneventano, una provincia che si aggiudica così il primato quanto a numero di presenze alla Marcia, grazie al generoso impegno dell’ingegner Carlo Principe.
Ad accogliere i primi arrivati sotto il Colosseo, imponente edificio simbolo di Roma e ancor più del martirio di tanti cristiani in epoca romana, sottofondi musicali e la lettura di alcuni passaggi di discorsi antiabortisti da parte di due giovani ragazze della Comunità Nuovi Orizzonti: si va dal beato Giovanni Paolo II alla beata Madre Teresa di Calcutta ad altri insigni esponenti del mondo cattolico e laico.
È il momento del ritrovo, in cui gente da tutta Italia, magari in contatto tramite facebook o twitter può incontrarsi di persona e condividere la stessa esperienza e la stessa battaglia fianco a fianco.
Verso le 8,30 iniziano i primi interventi, pronunciati dal palchetto posto di fronte al Colosseo. I primi a prendere la parola sono i rappresentanti delle delegazioni straniere, già abituati, a differenza degli italiani, a marciare in difesa della vita: vi sono pro-life degli Stati Uniti, del Belgio, della Francia, della Spagna, della Polonia e della Germania. Tutti incoraggiano l’iniziativa, si complimentano con gli organizzatori e mostrano la gioia di poter partecipare a un evento simile anche in Italia e a Roma, il centro della Cristianità mondiale.
Di particolare rilievo l’intervento del dottor Xavier Dor, pioniere della battaglia per la vita in Francia e presidente dell’Associazione “Sos Tout-Petits”, che sottolinea l’importanza del ruolo paterno di fronte alla scelta della donna.
Parla anche, in rappresentanza del sindaco di Roma Gianni Alemanno, arrivato poco dopo, l’onorevole Lavinia Mennuni, delegata alle Pari opportunità, che ha ribadito la bontà della scelta di Roma Capitale di patrocinare la Marcia. Nonostante qualche inevitabile polemica degli alfieri di una stucchevole e anacronistica “laicità dello Stato”, Alemanno con tanto di fascia tricolore giunge a corteo appena partito e sfila sino a Piazza Venezia.
La testimonianza più struggente e più significativa è senza dubbio quella di Gianna Emanuela Molla, la figlia di Santa Gianna Beretta Molla, canonizzata nel 2004 da Giovanni Paolo II, per aver preferito morire, con grande rassegnazione e coraggio cristiano, piuttosto che abortire la figlia che portava in grembo. Una figlia che ora non cessa di viaggiare ovunque per far conoscere la santità di sua madre, grazie alla quale è venuta alla luce, e testimoniare quanto la vita sia bella anche nei momenti più bui.
Alle 9,30 il corteo parte. Chi temeva una marcia nera, fatta di integralisti beceri e violenti, insensibili e crudeli ha, come al solito, sbagliato di grosso.
Ad aprire il grande corteo un grande striscione con su scritto “Marcia per la Vita”, sorretto da giovani donne, tra cui alcuni gruppi scout. Subito dietro un trenino bianco con tanti bambini e pieno di palloncini: un modo per coinvolgere e far divertire i più piccoli, fortunati perché qualcuno li ha fatti nascere anziché sopprimerli.
Accanto al trenino, dove i fanciulli si alternano, le famiglie con tanti passeggini ed altri figli tenuti per mano. Famiglie normali, comuni, che lavorano e vivono inserite nella società come tutti, ma che, pur sopportando sacrifici, non si piegherebbero mai alle logiche dell’eugenetica e dell’egoismo femminista.
Famiglie che vanno insieme a Messa la domenica e che giocano con i propri figli, famiglie del Nord, del Centro, del Sud e di Roma, famiglie italiane e straniere. La Marcia per la Vita è anche la festa della famiglia, l’unica esistente, quella fondata sul matrimonio di un uomo e una donna.
Dietro alla parte più gioiosa e colorata del corteo i malati dell’Unitalsi e dell’Ordine di Malta, insieme ai medici, farmacisti e infermieri che sfilano in camice.
Poi i gruppi e le associazioni culturali, laiche e cattoliche, con i loro cartelli, i loro simboli, le loro bandiere.
I gruppi che hanno aderito alla Marcia, dal “Timone” al Comitato Verità e Vita, dalla Fondazione Lepanto a Militia Christi, da “Voglio vivere” a tanti Centri di aiuto alla vita (Cav), fino al “Popolo della Vita”, che ha contribuito con i suoi volontari ad un impeccabile servizio d’ordine, sono circa centocinquanta ed è impossibile elencarli tutti.
Questa parte del corteo è la più combattiva. Tra gli slogan scritti che campeggiano sui cartelli “Ogni aborto è un bambino morto”, “La vita inizia dal concepimento”, “Abortire la 194”, “Basta con i genocidi silenziosi”, “+ nascite -aborti”, “194: già 5 milioni di morti”. Non si ha paura di andare a muso duro contro una legge dello Stato. Una legge che, stando al Magistero della Chiesa, non può nemmeno essere considerata tale.
Dalla gente che marcia partono spontaneamente degli slogan a difesa della vita, senza timore di andare controcorrente. Le realtà sono tante, a testimonianza di un mondo pro-life forse poco conosciuto, ma non per questo meno determinato e operante.

A chiudere la lunga scia di persone, gli ordini e gli istituti religiosi, che procedono pregando. Tra le presenze, spicca il cardinale Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, che ha percorso l’intero tragitto, dal Colosseo a Castel sant’Angelo.
Le adesioni sono state davvero tante, segno che la Chiesa non ha mai cessato di ricordare, secondo le parole del Concilio Vaticano II, che l’aborto è un “abominevole delitto”.
Importante la presenza del folto gruppo di religiosi e religiose dell’Istituto del Verbo Incarnato, di esponenti dei Legionari di Cristo e del Regnum Christi, del Movimento laicale orionino, con il superiore generale della congregazione don Flavio Peloso, dell’Ordine di Malta con il suo assistente spirituale mons. Azelio Manzetti, di mons. Ignacio Barreiro, direttore dell’ufficio italiano di Human Life International, della Fraternità San Pio X, guidata dal superiore del distretto italiano don Pierpaolo Petrucci, di don Riccardo Petroni, assistente spirituale del gruppo Familia Christi. Non ci sono solo cattolici, però. La Marcia per la Vita è volutamente laica, interconfessionale e apartitica. Tutti gli uomini di buona volontà possono prendervi parte, senza alcuna distinzione, purché ovviamente condividano la difesa del valore non negoziabile della vita. E infatti a partire dal Colosseo ci sono alcuni esponenti della comunità evangelica italiana, alcuni buddisti e persino degli atei. E poi politici di ogni schieramento, come Maurizio Gasparri, Stefano De Lillo, Sandro Oliveri e Paola Binetti, raccolti attorno al gruppo interparlamentare “Per il valore della vita”, Olimpia Tarzia, con una delegazione del “Movimento PER” e Magdi Cristiano Allam, con una delegazione di “Io amo l’Italia”.
Alle 11,30, un corteo pacifico e ordinato arriva a Castel Sant’Angelo, senza raccogliere le provocazioni di alcune femministe. Dopo aver percorso Piazza Venezia, Largo di Torre Argentina, Corso Vittorio Emanuele e lo stupendo Ponte Sant’Angelo, la Marcia si conclude di fronte al Vaticano, cuore pulsante della Cristianità.
A prendere la parola è il professor Francesco Agnoli, presidente del Mevd, che insieme a Virginia Coda Nunziante, dell’Associazione Famiglia Domani, è stato il promotore della Marcia Nazionale per la Vita. Dinnanzi a 15mila persone, tanti sono coloro che non si sono tirati indietro di fronte alla chiamata alla mobilitazione pro-life, Agnoli ha dato appuntamento al prossimo anno, domenica 12 maggio.
Da oggi anche l’Italia ha un appuntamento a cui il mondo pro-life non può mancare.
Al termine della Marcia, chi vuole va alla Santa Messa del cardinale Angelo Comastri in San Pietro. Alcuni preferiscono il rito tridentino e si spostano a Santa Maria Annunziata in Borgo per la Messa di padre Serafino Lanzetta FI. I più mattinieri sono già stati ai SS. Giovanni e Paolo per la Messa di padre Alessandro Apollonio FI.
La Marcia è stata effettivamente un evento che ha visto unite, tra i tanti gruppi che hanno partecipato, tutte le correnti del variegato mondo cattolico italiano: anche questo è stato un segnale storico. Del resto, questo lo si è capito già durante l’adorazione eucaristica del 12 maggio, dalle 21 alle 22,30, in S. Maria Maggiore, dove si è pregato, guidati dal card. Burke, in riparazione del crimine dell’aborto, con tanti canti della tradizione popolare, sia italiani che latini.
La Marcia è stata dedicata pure a Chen Ghuancheng, dissidente cinese contrario alla politica del figlio unico del regime comunista, come anche il convegno tenutosi nel pomeriggio del 12 maggio presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum (Chi salva una vita salva il mondo intero) è stato un grande successo, con l’intervento di medici e bioeticisti fedeli al giuramento ippocratico e strenui difensori della vita.
(Federico Catani)

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