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mercoledì 11 aprile 2012

Il Papa non vuole la Messa Neocatecumenale. Ordina al "Sant'Uffizio" di esaminarne a fondo l'ortodossia e la prassi liturgica

Lo scorso 20gennaio 2012 il Ponticio Consiglio per i Laici (E NON IL DICASTERO DEL CULTO DIVINO, che ha dato un previo assenso,- ben diverso da approvazione esplicita e diretta-) ha approvato solo i dodici "rituali" -non liturgici- dei rispettivi 12 "passaggi" del neocatecumeno durante i 10 anni previsti per il suo cammino di catechesi (si veda qui e qui)
E proprio a seguito del lavoro che a tratti è stato condotto all'insaputa del Papa per la stesura di un decreto da fargli firmare nel gennaio 2012, decreto di approvazione della liturgia
tout court del Cammino Neocatecumenale, questa volta il Dicastero del Culto Divino è stato davvero interpellato esplicitamente. E dal Papa in persona (e per di più con chirografo papale, cioè con una lettera scritta a mano dal Pontefice, da cui si desume la sua somma cura e preoccupazione). Compito dell'ex Sant'Uffizio sarà quello delicato ma urgente di studiare, di viscerare, di esaminare, di controllare, e caso mai di condannare e di riformare la liturgia della "Messa" celebrata il sabato sera nelle comunità neocatecumenali (si veda qui per un esame critico sulla liturgia del Cammino)
Come volevasi dimostrare, e per smentire i profeti di sventura che non avevano risparmiato feroci attacchi al Papa con accuse di "tradimento", di attentato alla Tradizione, di doppiogiochismo, di connivenza con Kiko o di impotenza nei confronti del Card. Rylko, il Papa è sempre vigile e severo e comunque prudente.
Benedetto XVI si muove quando i tempi sono maturi (e i tempi della Chiesa non sono i nostri tempi e non sempre li possiamo capire) e soprattutto senza decisioni plateali, ma sempre con saggia severità, motivata e ferma decisione.
Fiducia nel Santo Padre e nella Congregazione.
Speriamo che entrambi, ispirai dallo Spirito Santo e ad utilità dell'Unità della Santa Chiesa, possano portare nell'ortodossia (son fermezza e senza più ambiguità!) la prassi liturgica del Cammino creata - unico caso tra i "riti" della Chiesa Latina - a tavolino da un laico e da una ex suora.
Il lavoro sarà duro e vedrà un sacco di avversioni. E non mancheranno i disobbedienti, lo sappiamo, e si vedono già, ma l'importante è iniziare e perseverare con l'aiuto di Dio. E con le nostre preghiere.

Sottolineature e evideziazioni in rosso nostre.

Roberto



Quella strana Messa che il papa non vuole.
di Sandro Magister, dal suo blog Chiesa del 11.04.2012

È la messa secondo il rito del Cammino neocatecumenale. Benedetto XVI ha ordinato alla congregazione per la dottrina della fede di esaminarlo a fondo. La sua condanna pare segnata

ROMA, 11 aprile 2012 – Con una lettera autografa al cardinale William J. Levada, Benedetto XVI ha ordinato alla congregazione per la dottrina della fede di accertare se le messe dei neocatecumenali sono o no conformi alla dottrina e alla prassi liturgica della Chiesa cattolica.
Un "problema", questo, che il papa giudica "di grande urgenza" per tutta la Chiesa.
Benedetto XVI è da tempo in allarme per le modalità particolari con cui le comunità del Cammino neocatecumenale celebrano le loro messe, il sabato sera, in locali separati.
A far crescere in lui l'allarme è stata anche la trama ordita alle sue spalle in curia lo scorso inverno.
Era accaduto che il Pontificio Consiglio per i Laici presieduto dal cardinale Stanislaw Rylko aveva predisposto il testo di un decreto di approvazione globale di tutte le celebrazioni liturgiche ed extraliturgiche del Cammino neocatecumenale, da rendersi pubblico il 20 gennaio in occasione di un previsto incontro del papa con il Cammino.
Il decreto era stato redatto su indicazione della Congregazione per il Culto Divino, presieduta dal cardinale Antonio Cañizares Llovera. I fondatori e leader del Cammino, Francisco "Kiko" Argüello e Carmen Hernández, ne furono informati e anticiparono festanti ai loro seguaci l'imminente approvazione.
Il tutto all'insaputa del papa.
Benedetto XVI venne a conoscenza del testo del decreto pochi giorni prima dell'incontro del 20 gennaio
.
Lo trovò sconclusionato e sbagliato. Ordinò che fosse cancellato e riscritto secondo le sue indicazioni.
Infatti, il 20 gennaio, il decreto che fu promulgato
si limitò ad approvare le cerimonie extraliturgiche che scandiscono le tappe catechistiche del Cammino.
Il papa, nel suo discorso, mise in chiaro che solo queste erano convalidate.
Mentre a proposito della Messa impartì ai neocatecumenali una vera e propria lezione – quasi un ultimatum – su come celebrarla in piena fedeltà alle norme liturgiche e in effettiva comunione con la Chiesa.
In quegli stessi giorni Benedetto XVI ricevette in udienza il nuovo arcivescovo di Berlino, Rainer Maria Woelki, uomo di sua fiducia, che di lì a poco avrebbe fatto cardinale. Woelki gli parlò tra l'altro proprio delle difficoltà che i neocatecumenali creavano nella sua diocesi, con le loro messe separate del sabato sera, officiate da una trentina di sacerdoti appartenenti al Cammino.
Il papa chiese a Woelki di fargli avere un appunto scritto sulla materia. Il 31 gennaio Woelki gli inviò una lettera con informazioni più dettagliate.
Pochi giorni dopo, l'11 febbraio, il papa inoltrò copia di questa lettera alla Congregazione per la Dottrina della Fede, assieme alla sua richiesta di esaminare al più presto la questione, che "concerne non soltanto l'arcidiocesi di Berlino".
La commissione d'esame presieduta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede si sarebbe dovuta avvalere, secondo le indicazioni del papa, della collaborazione di altri due dicasteri vaticani: la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e il Oontificio Consiglio per i Laici.
E così è stato. Il 26 marzo, nel Palazzo del Sant'Uffizio, sotto la presidenza del segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, gesuita, si sono riuniti per un primo esame della questione i segretari degli altri due dicasteri – per il Culto Divino l'arcivescovo Augustine J. Di Noia, domenicano, e per i Laici il vescovo Josef Clemens – e quattro esperti da loro designati. Un quinto esperto, assente, dom Cassiano Folsom, priore del monastero di San Benedetto a Norcia, inviò per iscritto il suo parere.
I giudizi espressi sono stati tutti critici delle messe dei neocatecumenali. Molto severo è risultato anche quello che la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede aveva chiesto, prima della riunione, al teologo e neocardinale Karl J. Becker, gesuita, professore emerito alla Pontificia Università Gregoriana e consultore del dicastero.
Il dossier predisposto per la riunione dalla congregazione per la dottrina della fede comprendeva la lettera del papa dell'11 febbraio, la lettera del cardinale Woelki al papa nell'originale tedesco e in versione inglese, il parere del cardinale Becker e una traccia per la discussione nella quale si metteva esplicitamente in dubbio la conformità alla dottrina e alla prassi liturgica della Chiesa cattolica dell'art. 13 § 2 dello statuto dei neocatecumenali, quello con cui essi giustificano le loro messe separate del sabato sera.
In realtà, il pericolo temuto da Benedetto XVI e da molti vescovi – come risulta dalle numerose denunce pervenute in Vaticano [si veda
qui la ferma condanna dei vescovi Giapponesi, qui e qui per le decisioni di sospendere e corregere il Cammino N.C. da parte del Vescovo nelle Filippine, n.d.r.] – è che le modalità particolari con cui le comunità neocatecumenali di tutto il mondo celebrano le loro messe introducano di fatto nella liturgia latina un nuovo "rito" artificialmente composto dai fondatori del Cammino, estraneo alla tradizione liturgica, carico di ambiguità dottrinali e fattore di divisione nella comunità dei fedeli.
Alla commissione da lui voluta, il papa ha affidato il compito di accertare la fondatezza di questi timori. In vista di decisioni conseguenti.
I giudizi elaborati dalla commissione saranno esaminati in una prossima riunione plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, un mercoledì – una "feria quarta" – della seconda metà di aprile.

9 commenti:

  1. Quello liturgico non e' l'unico aspetto problematico del cammino perché vi sono moltissimi aspetti pastorali altrettanto gravi come la direzione spirituale affidata ai catechisti, l'esame o meglio il terzo grado sulla vita privata e sui peccati personali effettuato durante gli scrutini,il controllo capillare ed ossessivo dei comportamenti degli aderenti,l'autonomia eccessiva dei laici catechisti dalla gerarchia ecclesiale e tanto tanto altro

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  2. mi sembrate gli inquisitore del medioevo...invece di pensare a risolvere i problemi di pedofilia e di corruzione nella vs casta..pensate di più alle vostre pecorelle smarrite....pa e bene

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  3. io per caso ho assistito ad una loro messa, dico per caso perchè quando ho chiesto il perchè fosse il sabato sera tardi,nessuno di loro mi disse che erano catecumenali.quando ho capito che qualcosa non andava e ho chiesto se fossero una comunità particolare, nessuno di loro mi ha detto che erano catecumenali,sviavano la domanda, mi dicevano che c'erano diverse comunità presenti.
    durante la celebrazione mi sono detta che se il credo non fosse stato recitato come quello cattolico cristiano voluto da Dio, potevo essere certa che non era una comunità veramente cristiana ma una specie di setta(mi resi conto che erano tutti molto automatici con gestualità finte,e sembravano dei membri settari che si conoscono bene, troppo forse)..
    comunque il credo che recitano nella loro messa è diverso, è una vesione sintetica tagliata parziale..ho detto tutto. tralaltro mi hanno invitato a partecipare alle loro"catechesi" 2 volte, vedendomi nuova, e mi hanno detto che il loro rito è pienamente approvato dal Papa e che quella era una chiesa cattolica cristiana perciò se avevo qualche timore o dubbio non dovevo preoccuparmi.
    vorrei dire che io mi posso allontanare appena capisco che c'è qualcosa che non va ma i loro figli, molti ancora bambini erano lì e hanno partecipato alla messa come loro..
    solo il sacerdote mi ha fatto una buona impressione

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  4. cara lau,

    nella sua ignoranza lei non ha riconosciuto che il credo recitato nella liturgia e' il Simbolo degli Apostoli, e non il credo di Nicea , che viene recitato in chiesa durante il tempo quaresimale.

    Da wikipedia :

    "...È tuttora in uso nella liturgia della Messa, in cui si alterna col "Simbolo Niceno-Costantinopolitano"; in particolare, può essere adottato durante la Quaresima ed il tempo di Pasqua, nonché in tutte le occasioni nelle quali la liturgia richiama il battesimo (Loco symboli nicæno-constantinopolitani, præsertim tempore Quadragesimæ et tempore paschali, adhiberi potest symbolum baptismale Ecclesiæ Romanæ sic dictum Apostolorum.) Nell'editio typica tertia del Missale Romanum (2002), il primo verso è stato cambiato in Credo in unum Deum... "

    stia bene

    vincenzo sinopoli- firenze

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  5. Nei giorni scorsi, Muller ha invitato a presentarsi alla CDF Canizares e Rylko. Ha imposto loro di firmare il decreto che ingiungeva al CNC di non celebrare più l'eucarestia con le concessioni fino ad allora date, e quindi niente interventi, niente pace prima della consacrazione, particole e non più pagnotte, etc., invitando il cammino a partecipare alle eucarestie domenicali. Successivamente Muller ha mandato alla firma di Papa Francesco il documento. Il Pontefice ha chiesto consiglio agli otto cardinali che ha nominato recentemente. Ha deciso di archiviare la pratica.
    Perché? Perché il Papa non motiva questa sua scelta nei confronti di una realtà chiaramente eretica? Sono triste, amareggiato, e senza parole.

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  6. Non credo sia una fonte attendibile l'anonimo che ha riportato quella voce su Messainlatino.

    Probabilmente si tratta di una di quelle voci composte per metà di verità e metà di speranzosa speculazione (che poi, passando di bocca in bocca, finisce per essere presa per verità).

    Il primo motivo per non credervi è che la soluzione al problema degli strafalcioni liturgici dei neocatecumenali andrebbe sottoposta anzitutto a Benedetto XVI (che ben conosce tutti gli aspetti della questione), piuttosto che agli otto "saggi".

    Un altro motivo è che il parere degli otto "saggi" non è affatto vincolante e nemmeno autoritativo, tant'è vero che i loro lavori cominceranno a ottobre. Nel caso degli strafalcioni neocat, il chiedere discretamente un parere "da ignorare" servirebbe solo ad agitare le già infide acque.

    Realisticamente si può pensare che Francesco, salito al soglio da soli due mesi, voglia dare ancora un'ultima possibilità ai kikos (per paterna misericordia o per prudente calcolo), anche perché qualsiasi cosa il Papa comanderà, i neocatecumenali ubbidiranno solo a Kiko, per cui dal punto di vista di Francesco il chiedere esplicita ubbidienza all'autorità pontificia può essere visto più come l'extrema ratio (con rischio di scisma e danni spirituali per le anime dei semplici) che la normale prassi.

    Sappiamo tutti che i "Potenti Appoggi" del Cammino stanno scatenando pressioni inaudite contro il Papa e contro la gerarchia cattolica. Il Cammino è rimasto immutato nonostante le «decisioni» di Benedetto XVI e nonostante lo Statuto Neocatecumenale che le ha pienamente accolte (cfr. articolo 13, comma 3, nota 49).

    Infine ricordiamo che Benedetto XVI, salito al soglio ad aprile 2005, tentò con le buone fino a novembre 2005 prima di convocare il Tripode neocat ai piedi di Pilato per comunicare loro di «seguire il Messale Romano senza aggiunte né omissioni».

    Tripode che definì «catastrofe! siamo persi! qui finisce tutto!» le decisioni del Papa. E che nelle tenebre e «all'insaputa del Papa» compie le sue manovrine.

    Tripode che a dicembre scorso ha fatto pregare il rosario d'urgenza lasciando maldestramente trapelare il terrore per gli imminenti provvedimenti (provvedimenti fermati solo dall'abdicazione di Benedetto XVI).

    Il Cammino è un gigante coi piedi d'argilla: molto probabilmente non verrà sconfitto dall'autorità del Papa, ma solo dal proprio stesso "peso". L'accanimento diabolico con cui perpetrano i loro strafalcioni liturgici è un innegabile indice di una fede inquinata e devastata, che non può che produrre iniquità e ipocrisia.

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  7. Nel 1994, per 9 mesi ne feci parte......poi la fuga....Deo Gratias

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  8. Sono moglie e mamma, mio marito frequenta assiduamente il cammino, per il cammino farebbe qualsiasi cosa, destina cifre consistenti al movimento, io non so che cosa significa andare a mangiare una pizza, a vedere un film o una vacanza, perchè non c'è tempo, ma per seguire tutti gli incontri durante la settimana, il sabato e le convivenze fuori casa della durata di due giorni e mezzo, che si avvicendano abbastanza di frequente e che mi comunica all 'ultimo momento, ci mette tutto il tempo.
    Siamo quasi a Natale, ebbene c'è convivenza dal venerdì sera alla domenica pomeriggio, io sono a casa non ho ancora adornato la casa, ne mi sento di farlo, e questo che il Signore vuole da me..
    Mi sento offesa, trascurata, umiliata, come è possibile che il papa non capisca che esistano anche queste situazioni ,perchè non impedisce questi oltraggi, le persone che entrano in questo cammino, oltre che ad
    essere alleggeriti, usano comportamenti con la propria famiglia se non frequentano allucinanti, quante volte ho pensato di dividermi, di farla finita,
    ma non ce la faccio a fare nulla di tutto ciò per ora almeno.
    Convinta a partecipare a Milano circa due anni fa andai all'incontro del
    papa con le famiglie, successivamente partecipai all'incontro con Kiko Arguello per conto mio un assatanato, la cosa che mi ha più schifato, sentirlo urlare per convincere la gente a sborsare cifre considerevoli perchè l'affitto della fiera andava pagato, se ricordo bene chiedeva centinaia di migliaia di euro,
    D Kiko e Carmen si sa veramente tutto, o sono degli impostori, che accumulano per se cifre da capogiro.
    Mio marito è sempre stato una persona di carattere fragile nel senso che lui si fa colpa per tutti i suoi comportamenti (trascurando naturalmente l' atteggiamento che tiene con me, da padrone), pertanto il lavaggio del cervello che gli hanno fatto funziona benissimo, io non posso permettermi di chiedergli nulla del suo operato, una donna come può continuare a vivere così non lo so.
    Capisco che questo periodo sotto tuttli gli aspetti è uno schifo, in tutte le cose ci vorrebbe un limite, tutte le esagerazioni non vanno bene, questi comportamenti sono frustrazioni.
    Grazie

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    1. Cara Signora,
      quello che lei con la sua accorata testimonianza ci ha scritto, è una triste conferma di quanto sappiamo, e contro cui abbiamo sempre lottato.
      Non demorda! Si rivolga ad un prete, se necessario al Vescovo, e caso mai ad un avvocato. deve fare sentire la sua voce e il suo disagio per questa vita familiare che suo marito le "impone".
      Se ha necessità, ci scriva una mail in privato. Cercheremo di aiutarla.
      Coraggio e abbia fede nel Signore che sta per venire: Egli ci libera!

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