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lunedì 11 novembre 2024

Vaticano, continua la guerra della Messa in latino: dopo l'espulsione del vescovo Strickland anche il rito vietato nella diocesi

Grazie a Franca Giansoldati per la notizia di questa ennesima persecuzione verso i fedeli di sensibilità tradizionale, dopo aver rimosso il bravo Vescovo Strickland..
QUI Diane Montagna. QUI Rorate Caeli. QUI Taylor Marshall. QUI Facebook  Contra Traditionis Custodes.
"Le messe diocesane in latino a Tyler, Malakoff, Texarkana, Gilmer e Nacogdoches termineranno il 30 novembre 2024. Nessun altro sacerdote della diocesi avrà facoltà per la messa in latino tranne quelli di San Giuseppe Lavoratore".
A fianco e sotto la Comunicazione della Diocesi di Tyler.
Luigi C.

Franca Giansoldati, Il Messaggero, 10-11-24

La scure del Vaticano sulle celebrazioni in latino, bandite da Papa Francesco con il Motu Proprio Traditionis Custodes tre anni fa, si è definitivamente abbattuta in questi giorni sulla diocesi texana del primo vescovo americano rimosso perché considerato troppo conservatore e ribelle, visto che si rifiutava di procedere alla sostanziale cancellazione delle messe in latino nella sua diocesi nonostante questi riti fossero sempre pieni di fedeli. Licenziato monsignor Strickland la diocesi di Tyler era stata commissariata, e ora il Vaticano per il tramite dell'amministratore apostolico, ha comunicato che a partire dal 30 novembre non saranno più ammesse, per nessuna ragione le messe in latino secondo il messale del 1962. Solo in una sola parrocchia locale saranno tollerate, ma per il resto non saranno vietate. E solo l'ultimo caso - assai emblematico non solo per gli Stati Uniti - di una guerra sotterranea che va avanti da un pezzo e finora ha creato solo parecchi problemi poiché invece di unire la Chiesa la sta ulteriormente polarizzando.

LA VICENDA

Il giovane vescovo texano Joseph Strickland, per esempio, era stato improvvisamente silurato senza avere nemmeno avuto la possibilità di difendersi e senza nemmeno un documento in mano che gli spiegasse nel dettaglio quello che gli veniva contestato da Roma. Il nunzio apostolico negli Usa, il cardinale Pierre, si sarebbe limitato a dirgli che poteva leggere le motivazioni ma non poteva di certo copiarle o fotografarle. In ogni caso Strickland è stato accusato di aver minato gli insegnamenti centrali della Chiesa, anche su questioni come l'aborto e il matrimonio omosessuale, visto che era apertamente contrario e sosteneva i movimenti pro life.

Sono sempre di più i fedeli che in diverse parti del mondo evidenziano che nonostante la predicazione di una Chiesa misericordiosa, la linea del Vaticano contro i seguaci della messa in latino è diventata sempre più dura ed evidente. E certamente, a tre anni dalla promulgazione del motu proprio Traditionis Custodes, che ha imposto severe restrizioni, non solo la controversia sull'uso della vecchia messa latina è più forte che mai, ma si sono ampliate le distanze tra i fedeli, generando altro scontento e facendo letteralmente a pugni con il più ampio concetto di sinodalità e di fraternità emerso come parte fondante nell'ultimo Sinodo.

Se quel motu proprio aveva lo scopo di portare un po' di pace alle guerre liturgiche che si trascinavano dai tempi del Concilio e che con Benedetto XVI avevano trovato un punto di svolta, mediante un percorso capace di ricucire vari settori, oggi la situazione è lacerata.

PAOLO VI

L'ascesa della popolarità della messa latina tradizionale era stata causata, almeno in parte, da un forte senso di insoddisfazione per la messa di San Paolo VI (o Novus Ordo) tra un'ampia sezione trasversale di cattolici che frequentano regolarmente la messa. La mossa suggerita a Francesco da diversi suoi collaboratori di sopprimere la messa latina alla fine ha solo peggiorato le cose alimentando sfiducia e disaffezione. Diversi vescovi affermano che non è mai una mossa pastorale saggia cercare di sopprimere attraverso l'autorità le espressioni spontanee di fede.

La popolarità della messa latina tradizionale può essere legata direttamente alla sua enfasi sulla trascendenza e la verticalità soprannaturale. Al bisogno di identità, di spiritualità profonda, di ricercare Dio anche nella liturgia. Caratteristiche che ovviamente dovrebbero essere presenti in ogni messa, ma in molte parrocchie sono carenti.