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giovedì 12 maggio 2011

Il modo di scambiare il segno di pace nella S. Messa

di Juan José Silvestre*


ROMA, mercoledì, 4 maggio 2011 (ZENIT.org).- «Quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi. Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere sia per noi stessi… sia per gli altri… Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio» (Giustino di Nablus, Apologia I, 65; 67, cit. in CCC, n. 1345). Queste parole di san Giustino, scritte attorno al 155, presentano per la prima volta il segno di pace durante la Santa Messa.


Un primo aspetto che richiama l’attenzione, nel leggere quest’antichissima testimonianza, è il momento in cui tale gesto ha luogo all’interno della celebrazione: a conclusione della Liturgia della Parola e prima della presentazione dei doni. Un secondo punto che possiamo evidenziare è il modo in cui esso è realizzato: «Ci salutiamo l’un l’altro con un bacio». Questa espressione ci collega subito con diversi brani del Nuovo Testamento, in cui si parla del salutarsi a vicenda con il bacio santo, il bacio d’amore (cf. tra gli altri: Rm 16,16; 1Cor 16,20; 2Ts 5,26; 1Pt 5,14). In effetti, per vari secoli il modo di scambiare la pace è stato l’oscolo, il bacio. Esso veniva scambiato tra fedeli dello stesso sesso, esclusi – secondo l’avvertenza della Tradizione Apostolica – i catecumeni. In questo modo veniva dunque svolto lo scambio della pace tra i fedeli nella Chiesa antica. Più tardi, la pace partirà dal celebrante e si trasmetterà secondo l’ordine gerarchico (così pare attestato già nell’Ordo Romanus I). Nel secolo IX; il celebrante bacia l’altare, come segno della pace comunicata da Cristo, e la trasmette al diacono; da questi passa al suddiacono e di seguito se la scambiano anche alcuni membri del clero. In certe occasioni, alcuni fedeli baciavano il «portapace», di cui parleremo più avanti.


Non è chiaro neppure per gli studiosi in che momento il bacio fu sostituito dall’abbraccio, ma sembra certo che in tutte le liturgie, occidentali e orientali, si nota un processo di stilizzazione del gesto in sé. Per quanto riguarda la liturgia latina, il bacio sulla bocca – attestato in innumerevoli documenti fino al Pontificale di Patrizio Piccolomini († 1496) e Giovanni Burcardo († 1506) – si alterna con il bacio sulla spalla, che si incontra a volte nel secolo X e nel Pontificale di Durando, di fine secolo XIII. Nell’ultimo decennio del secolo XV, si introduce anche il bacio sulla guancia. Un ultimo anello di questo processo di stilizzazione del gesto di pace si incontra nel secolo XIV, nel quale alcuni messali, per esempio quello di Bayeux, menzionano la prescrizione di dare la pace mediante uno strumento apposito, l’«osculatorio». Questo strumento di trasmissione della pace era a volte una patena, altre un evangeliario, ma più di frequente una «tabula pacis».


È nel Messale di san Pio V, e in particolare nel Ritus servandus in celebratione Missae (X, 3 [1962]), che si trova l’istituzionalizzazione dell’«osculatorio»: «... se sta per dare la pace, [il sacerdote] bacia l’altare nel mezzo e lo strumento della pace che gli ha dato il ministro che sta inginocchiato alla sua destra, ossia al lato dell’Epistola, e dice: “La pace sia con te”. Il ministro risponde: “E con il tuo spirito”. Se non ci fosse chi riceve con lo strumento in questo modo la pace dal celebrante, la pace non si dà …». Per quanto attiene alla Messa solenne, i ministri – dice il Messale del 1570 – accostano mutuamente la guancia sinistra, senza toccarsi, abbracciandosi a una certa distanza. Come precisava concretamente la Sacra Congregazione dei Riti, questo abbraccio consiste nel fatto che «il diacono pone le sue braccia sotto le braccia del celebrante» (SRC 2915, 7, Tuden., 23 Maggio 1846, t. 2, p. 337).


Nella editio typica tertia del Messale Romano (2008), viene lasciato libero il modo di scambiarsi la pace e si delega alle Conferenze Episcopali la facoltà di stabilire «il modo di compiere questo gesto di pace secondo l’indole e le usanze dei popoli» (IGMR n. 82, cf. n. 390). Però si ricorda che conviene «che ciascuno dia la pace soltanto a chi gli sta più vicino, in modo sobrio » (IGMR, n. 82). Il celebrante può dare la pace ai ministri, rimanendo in presbiterio. Lo stesso farà nel caso in cui voglia dare la pace ad alcuni dei fedeli (cf. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Redemptionis Sacramentum, n. 72).
Benedetto XVI ricorda come «non tolga nulla all’alto valore del gesto la sobrietà necessaria a mantenere un clima adatto alla celebrazione, per esempio facendo in modo di limitare lo scambio della pace a chi sta più vicino» (Sacramentum Caritatis, n. 49). Questa precisazione risulta molto opportuna, perché bisogna ricordare che la pace cristiana ha la sua fonte in Dio per mezzo di Gesù Cristo (cf. Gv 14,27; 16,33; Rm 1,7; Ef 2,14; Fil 4,7; Col 3,15, ecc.). Il termine pace va inteso come compendio di ogni bene, dono messianico per eccellenza e frutto dello Spirito Santo.
È certo che il gesto di pace possiede anche una chiara dimensione orizzontale, che notavamo già in san Giustino; però sin da tempi molto antichi si trova in esso una forte dimensione verticale. Non è una semplice pace umana già conquistata, o che può essere raggiunta mediante l’amicizia o la solidarietà. Si tratta invece della pace di Cristo risorto – di Lui che è la nostra pace – comunicata attraverso il suo Spirito, artefice della pace dei cuori di ognuno dei fedeli nella Chiesa. In realtà, non ci può essere pace che non abbia la sua origine nella Trinità. «L’assemblea liturgica riceve la propria unità dalla “comunione dello Spirito Santo” che riunisce i figli di Dio nell’unico Corpo di Cristo. Essa supera le affinità umane, razziali, culturali e sociali» (CCC, n. 1097).


Sarebbe auspicabile che si tornasse di nuovo alle intuizioni di alcuni protagonisti del movimento liturgico: recuperare il gesto di pace tra i fedeli, il quale non procede però se non da Dio stesso, come simboleggiano il bacio dell’altare e l’ordine gerarchico nella sua trasmissione. Così Pius Parsch ricordava: «Il bacio di pace è soprattutto un sublime simbolo della comunione dei fedeli tra di loro e con Cristo. Giacché il bacio di pace proviene dall’altare, che rappresenta Cristo, è Cristo pertanto che bacia coloro che partecipano al Santo Sacrificio; e questo bacio si trasmette da uno all’altro facendo di tutti i fedeli un’unità intima che incorpora Cristo» (Sigamos la Santa Misa, L. Gili, Barcelona 1954, p. 128). E Romano Guardini insisteva sulla necessità della trasmissione «per ordinem» del rito della pace, come si prescriveva nel Messale del 1570, poiché ciò permette di sottolineare che nella liturgia la verticalità si sovrappone all’orizzontalità: ciò che ci mantiene uniti agli altri è la presenza di Dio» (Cf. R. Guardini, El espíritu de la liturgia, Cuadernos Phase 100, Barcelona 1999, p. 34).


[Traduzione dallo spagnolo di don Mauro Gagliardi; ]
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* Don Juan José Silvestre è Professore di Liturgia presso la Pontificia Università della Santa Croce e Consultore della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, nonché dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

24 commenti:

  1. ho assistito alla S. Messa (NO) nella Comunità cristiana di lingua ebraica a Gerusalemme (il cui splendido Ordo Missae è stato redatto dal Custode di Terra Santa, mons. Pizzaballa e dall'Istituto Biblico).
    Il segno della pace è scambiato in maniera bellissima. 
    Il celebrante scambia la pace con uno dei partecipanti delle rispetive prime file. Da essi, il 'segno' procede gradualmente nei confronti del vicino, che apre le mani e accoglie mentre chi dona la pace lo fa appoggiando le sue mani sui palmi che gli vengono offerti con questa parole: chi dona la pace dice "Shalom", chi la riceve risponde "ha Maschiach= il Messia). E così via, finché la Pace è passata dall'uno all'altro dei fedeli...
    Bellissima questa tangibile consapevolezza che la Pace è la Persona del Signore!

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  2. Chiedo venia per l'OT, siamo nel mese di Maggio e passa così in fretta!!
    Meditando alcune pagine dedicate alla vera Devozione a Maria, leggevo questo breve che giro a voi perchè mi sembra contenga anche una profezia sulla SPARIZIONE di questa devozione ALLA STATUA DELLA VERGINE....in molte parrocchie soprattutto MODERNE e di certo Cammino che vieta l'uso di altre immagini di Maria se non quall creata dalla sua immaginazione....

    Si cerca la Santa Vergine

    "Dei preti, dei fedeli si sorprendono di non vedere una statua della Vergine Maria in certe chiese, poco numerose, d'altronde. Questa assenza non favorisce la devozione verso la Madre di Dio e Madre degli uomini.
    Così, io mi permetto di insistere affinché, in ogni luogo di culto, sia offerta alla pietà del buon popolo di Dio, una statua della Santa Vergine, secondo una antica tradizione della Chiesa latina. È noto che la Chiesa ortodossa venera l'immagine della Vergine Maria e che persino alcuni fratelli protestanti la onorano nei loro templi. Io desidero che, in tutte le chiese, sia degnamente onorata la statua della Vergine Santa, con dei fiori, soprattutto nei mesi di maggio e di ottobre. Dio ci offre sempre Gesù attraverso Maria: pregarla ci avvicina a suo Figlio."
    A. Renard, Cardinale di Lione
    Revue du Rosaire, oct.nov. 1968

    Ave o Maria!

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  3. Caterina, senza ampliare troppo l'OT, vorrei chiederti qualcosa circa il fatto che gli Ortodossi non credono al dogma dell'Immacolata Concezione. Mi ha colpito questa scoperta fatta su internet, attraverso un discorso di un certo prete ortodosso, svolto in contrasto (anche fortemente polemico) con le verità dottrinali della Chiesa Cattolica romana e vorrei sapere quanto c'è di vero.

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  4. io ti rispondo a lume di naso Memory. Essendo la proclamazione del dogma abbastanza recente e non accettando gli ortodossi l'infallibilità papale, è come fare 2+2

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  5. Più prosaicamente, gli Ortodossi nella stragrande maggioranza credono nell'Immacolata ma non credono nella necessità della definizione fattane tramite dogma. Cmq il 98% degli ortodossi italiani sono apostati dal Cattolicesimo, prendi sempre un poco con le molle i loro discorsi. Se poi il Pope cui ti riferisci è il Vescovo Silvano di Luni, una specie di apologeta virtuale, siamo di fronte ad un ex prete Cattolico...

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  6. Volendo essere ancora più precisi. Gli ortodossi orientali non hanno il nostro dogma dell'Immacolata, ma hanno la dottrina per cui Maria, dopo la sua nascita, ricevette il dono sublime di non peccare mai, sempre per il fatto di essere la madre del Signore. Quindi le modalità sono diverse, ma il risultato è lo stesso: Maria per i cristiani d'oriente è la Panaghìa, la'Tutta pura', incapace di peccare.

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  7. Volendo essere ancora più precisi: gli ortodossi orientali non hanno il nostro dogma dell'Immacolata Concezione, ma hanno la dottrina per cui Maria, sempre per il fatto di essere la madre del Signore, ricevette dopo la nascita il sublime dono divino di non peccare mai. Quindi le modalità sono diverse, ma il risultato è lo stesso: anche per i cristiani d'oriente Maria è la Panaghìa, la Tutta Pura, incapace di peccare.

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  8. Panaghia vuol dire TuttaSanta, non tutta pura.
    Fermo restando che la tua spiegazione è mancante della spiegazione riguardo il peccato originale. De facto l'assimilano comunque come priva del suddetto.

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  9. almeno in questo i neocatecumenali non sbagliano

    lo scambio della pace, alla fine della liturgia della parola, avviene infatti con il celebrante che scambia la pace con uno dei ministri e in seguito con il bacio / abbraccio tra i partecipenti alla essa

    le parole usate sono "la pace sia con te" e la risposta "e con il tuo spirito"

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  10. Ed è quello che intendevo dire pure io. Anche se in modo diverso, pure per gli ortodossi orientali Maria è immune dal peccato.

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  11. :-D cara memory, leggo che ti sono giunte sagge risposte ... meglio ancora ha risposto Roneflu più sotto.... e occorre fare attenzione ai così detti predicatori ORTODOSSI di oggi specialmente, molti sono separati anche fra loro, qui ognuno predica spesso per conto proprio....

    effettivamente gli Ortodossi hanno sempre creduto nella "Tuttasanta" nel qual titolo è racchiusa la fede nella sua Verginità....
    per loro il problema è che la Chiesa, facendo DOGMI, avrebbe forzatamente VINCOLATO ciò che per loro è avvolto nel mistero, ossia la verginità prima, durante e dopo il parto ;)  inoltre la proclamazione sopraggiunta dopo, nell'800, non avrebbe fatto altro - secondo loro - che alimentare I DUBBI perchè per loro Maria essendo "la Tuttasanta" non necessitava di altre spiegazioni....

    Idem per l'ASSUNTA, essi credono che Maria sia stata RAPITA IN CIELO, parlando di DORMIZIONE essi non hanno mai fatto "memoria di Maria morta".... ma l'averne fatto un DOGMA li ha messi in crisi....

    C'è da dire che il Culto alla Vergine Maria è stato lungamente PRESERVATO PROPRIO DALLA CHIESA GRECA fin dai primi secoli, prima ancora che dalla Chiesa Latina... ;)
    Ammirabile l'Inno Akatistos....seppur riedito in diverse edizioni, ha il suo ceppo assai antico che risale ai primi secoli...
    sono loro le molte Antifone che si usano nelle Messe dette "di Maria" e che conserviamo, grazie a Dio, nella Liturgia seppur moltissime Diocesi non le dicono più perchè sono diventate FACOLTATIVE...

    Direi che ci sarebbe da aprire un bel thread per approfondire l'argomento assai interessante...

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  12. :-D vabbè, allora ditelo!!! mi tocca fare l'avvocato del diavolo ora!
    non sbagliano i neocat, e non sbagliano le orge acrobatiche parrocchiali di quanti anche nel RnS si sbracciacano per scambiarsi il segno di pace.... non sbaglia nessuno se è questo che lei intende per segno di pace, ma l'articolo lo spiega bene...
    tra i fedeli NON dovrebbe esserci alcuna parola, ma solo IL GESTO PACATO verso chi ci è accanto, è la PACE CHE DEFLUISCE E FLUISCE TRA I FEDELI partendo dall'Altare, NON le parole....quelle vengono dette UNA VOLTA dal Diacono, SONO I GESTI CHE DEVONO PARLARE subito dopo...
    non certo lo sbracciamento al quale siamo arrivati oggi.....

    Una domenica alle Messa delle 10, ho visto gente scambiava il segno della pace con gente amica, di combriccola...ma se non ci si conosceva fra di loro, HO VISTO RITIRARE LA MANO....e sentire dire: "scusi cercavo l'altra persona"....
    idem fanno i neocat che NON VANNO ALLA MESSA PARROCCHIALE, non frequentano la Messa in comunità estranee alla loro....che razza di pace può mai essere questa?
    NON E' LA PACE insegnata da Cristo e trasmessa dalla Tradizione.... ma è un convenevole FRA AMICI....
    E' bello invece DARE QUESTA PACE a chi, al mio fianco per la Messa, non conosco....ma che è lì perchè sta condividendo con me la medesima fede....e non perchè sta facendo un incontro comunitario della sua sola comunità, con la SUA MESSA, I SUOI GESTI, I SUOI RITI, LA SUA LITURGIA, I SUOI CATECHISTI, LE SUE CANZONI, LA SUA MADONNA....

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  13. La gestualita' di scambiarsi la pace in presbiterio "accostano mutuamente la guancia sinistra, senza toccarsi, abbracciandosi a una certa distanza" e' molto bella e al tempo stesso sobria... purtroppo la creativita' dei modernisti ha trasformato questo momento del Novus Ordo Missae in uno squallido ed ipocrita teatrino...

    Se poi penso a quando ero nei carismatici (ahime'... errori di gioventu', ma ero ignorante... grazie Pietro Siffi per avermi fatto conoscere la FSSPX!!!) ricordo scene al limite del melodrammatico: abbracci con pianti, strepiti, gente che saltellava allegramente e con sorrisi smisurati abbracciavano e baciavano chiunque, ecc. ecc.

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  14. Interessante dibattito sulle posizioni di cattolici e ortodossi sotto una foto che ritrae l'abbraccio fra Papa Benedetto e il Patriarca di Costantinopoli!!!

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  15. Uno che tenta di essere cristiano12 maggio 2011 alle ore 21:23

    Secondo quale liturgia ufficialmente riconosciuta (V.O. - N.O. romano o ambrosiano; rito greco cattolico; maronita; mozarabico; liturgia caldea; ...) la pace si scambia dopo la liturgia della Parola?

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  16. Uno che tenta di essere cristiano12 maggio 2011 alle ore 21:29

    Gent. ospite, s<span>econdo quale liturgia ufficialmente riconosciuta (N.O. - V.O. romano o ambrosiano; rito greco cattolico; maronita; mozarabico; liturgia caldea; ...) la pace si scambia dopo la liturgia della Parola? Vorrei capire poichè non conosco nessun messale che dia indicazione dello scambio di pace in quel momento. </span>

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  17. Uno che ama la chiesa d'oriente12 maggio 2011 alle ore 21:51

    Da quello che ho capito io, gli ortodossi considerano Maria, Immacolata, ovvero senza macchia di peccato originale. Quello che differenzia il loro crederla Immacolata e il nostro dogma sta nel modo come si giunge a questo. Il problema dell'essere Immacolata non è un problema Mariologico, bensì Cristologico.
    Ovvero, i padri della chiesa si ponevano il problema se il figlio di Dio si sarebbe incarnato in una donna infetta dal peccato originale. Nel primo millennio il problema venne risolto così: Maria come tutte le creature nasce con il peccato originale, ma questo peccato le fu tolto (quindi resa IMMACOLATA) nel momento in cui disse "SI" a Gabriele, un'istante prima che Gesù si incarnasse in lei. Questo credono tuttora gli ortodossi. Qui in occidente il problema continuò a dibattersi fino a quando nel XIV secolo il francescano scozzese Giovanni Duns Scoto (detto il Dottor Sottile) escogitò una nuova dottrina, ovvero che Maria in previsione dei meriti che Gesù avrebbe acquistato sulla Croce, essa fu preservata dal peccato originale sin dal primo istante in cui ella fu concepita nel grembo di Sant'Anna. Questa nuova dottrina, l'otto dicembre 1854 da Pio IX fu fatta dogma, benchè questo dogma lacerò la chiesa, in quanto esso fu voluto e sostenuto dagli episcopati dell'area ispanica (spagna, italia meridionale, america latina), al contrario fu molto osteggiato dagli episcopati dell'area franco-germanica. A chiudere queste lacerazioni all'interno della chiesa furono le apparizioni di Lourdes in cui Maria si presentò a Bernardette come IMMACOLATA CONCEZIONE. Ovviamente gli ortodossi restano fermi alla dottrina del primo millennio e quindi non accettano il dogma dell'Immacolato concepimento, ma dal momento in cui lei concepi Gesù la considerano IMMACOLATA. Prova di questo è il fatto che quando l'8 dicembre (ovvero 9 mesi prima della nascita di Maria) noi festeggiamo L'Immacolata concezione, loro festeggiano semplicemente la festa della concezione di Maria. A parte queste sottigliezze teologiche gli ortodossi hanno una grandissima venerazione per Maria, forse addirittura più di noi. Ad esempio, nessun ortodosso osa chiamare Maria per nome come facciamo noi, perchè questo da loro è ritenuto troppo confidenziale, e nessun essere umano è degno di prendersi questa confidenza con la Madre di Dio. Infatt loro in genere la chiamano TEOTOKOS(Madre di Dio) oppure PANAGHIA(Tuttasanta), ma mai in modo confidenziale come facciamo noi. Scusatemi per la lungaggine, ma spero di essere stato chiaro

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  18. A me personalmente disturba un po' questo scambio della pace fatto oggi nelle liturgie "ordinarie". Mi toglie concentrazione, mi disturba, mi distrae.
    Qualche domenica fa la vicina di banco, raffreddatissima, dopo aver starnutito varie volte sulle sue mani (mi pareva di vedere le nuvole di germi che si spandevano tra le sue dita), mi porge candidamente la manina impestata per regalarmi il suo "segno di pace": che fare ? Non avevo i guanti e nemmeno salvettine detegenti ... mi sono buttato in ginocchio in attesa del sospirato Agnus Dei con relativa figuraccia. Disgraziatamente il tanto atteso stacco dell'Agnus tardava causa delle numerose persone che gironzolavano tra i banchi e tra le file di banche per scambiarsi non solo segni di pace, ma evidentemente anche auguri, saluti, ricette, ... Finalmente dopo qualche interminabile minuto parte l'agognato Agnus salvatore.
    Poi la stessa signora alla Comunione va dal sacerdote, stende le sua manine "pure" per prendere la Particola perchè altrimenti se presa in bocca avrebbe potuto contaminarsi con chissà quali batteri ...
    Naturalmente alla fine della funzione mi sembrava di avere addosso gli sguardi di tutti, pardon, dell'assemblea: mah !

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  19. La proclamazione del dogma avrebbe lacerato l'episcopato?

    Veramente come faceva notare Tornielli, nella sua biografia su Pio IX , questi un paio di anni prima aveva fatto trasmettere a tutti i vescovi Cattolici la richiesta di un parere riguardo tale dogma e circa il 99%  aveva dato risposta entusiasta (alla faccia del Papa "antidemocratico" ) in quanto tradizione vivissima in moltissime diocesi e ragionamento Teologico ben precedente allo Scoto.

    A occhio e croce, più che il tuo amore per la chiesa d'oriente (che non discuto) , ti consiglio di stare attento alle letture degli ortodossi in Italia (ci sta anche il sito di un vescovo ortodosso ricchione militante da ghei praid, se volete ve lo posto) che in non pochi casi, partendo da una posizione antiCattolica, gettano via bambino, acqua sporca, buon senso e conoscenze storiche.

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  20. Nella foto e' accostata la guancia destra, non la sinistra

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  21. Uno che ama la chiesa d'oriente12 maggio 2011 alle ore 22:43

    Non averne a male, ma il fatto che la dottrina dell'Immacolata Concezione non ebbe strada facile nella chiesa è storia, come è storia che l'entusiasmo era dei vescovi ispanici (che vollero fortermente il dogma) , mentre lo stesso entusiasmo non ci fu tra i vescovi dell'area franco-germanica. Ovvio che quando Pio IX promulgò il dogma fu accettato da tutti i vescovi, ma i mugugni continuarono. Furono le apparizioni di Lourdes a zittire coloro che mugugnavano, perchè fu la stessa Vergine che volle confermare il dogma rivelandosi a una fanciulla ignorante (che nulla poteva sapere di queste cose) come IMMACOLATA CONCEZIONE. Ma il fatto che la dottrina dell'Immacolata Concezione non ebbe strada facile è confermata dal fatto ad esempio, che i siciliani (ed io sono Siciliano) per ben tre volte dal XVI secolo fino al XIX secolo professarono il giuramento detto "del sangue". Il giuramento del sangue consisteva nell'adunanza di tutto il popolo e il clero in tutte le città della Siclila, in queste adunanze si giurava solennemente che il popolo siciliano, avrebbe sempre proclamato l'Immacolato concepimento di Maria anche a costo del martirio e chiesevano ai sommi pontefici di dogmatizzare questo. Se nella chiesa non ci fossero state lacerazioni circa l'Immacolata Concezione ci sarebbe stato bisogno di questi giuramenti?

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  22. importanti considerazioni sulla urgenza di stabilire una pace mondiale, alle condizioni e  nei modi che Dio solo può esigere e realizzare perchè la pace sia VERA, non coi modi umani (-->   si vis pacem para bellum:  dai tempi dei romani sono sempre gli stessi....), sono riportate sul blog unafides33, a proposito della conferenza su Fatima e la sua attualità, che si conclude oggi a Roma:
    <span>"La nostra civiltà si trova sull’orlo dell’abisso, e la Beata Vergine Maria è la nostra unica speranza per evitare un periodo d’oscurità che si preannuncia ogni giorno più vicino.La Madonna di Fatima ci ha assicurato solennemente che <span>quando questa Consacrazione sarà compiuta nel modo appropriato, la Russia sarà convertita alla Fede Cattolica ed un periodo di pace verrà concesso a tutto il mondo.</span> Nessun’altra soluzione può funzionare.Oggigiorno assistiamo a guerre incessanti e ad un’immoralità ormai senza più freni, e le uniche soluzioni che vengono proposte per la pace nel mondo sono praticamente inutili.I Progetti umani per ottenere la pace non portano alcun risultatoPer quanto riguarda la guerra in Afghanistan, che sta causando sempre più vittime tra soldati e civili, il Generale David Petraeus, comandante delle Forze americane in Afghanistan, ha offerto ben poche speranze di pace....." "....Si tratta di ottenere la Pace per mezzo di una guerra eterna. è una proposta disperata e inaccettabile. Malgrado le sue buone intenzioni, Petraeus è costretto ad ammettere che pur con tutta la sua potenza militare, gli Stati Uniti non sono in grado di portare la pace nel mondo."http://unafides33.blogspot.com/------------------------il modo peggiore per ottenere la pace sarebbe infine l'irenismo ecumenista, quell'illusione di una pace da invocare e ottenere "unificando" i diversi  modi ci credere, tacendo il Nome di Gesù, Unico e vero Principe della pace: quella propensione ecumenista della Chiesa post-CV2 a favorire -in nome della libertà religiosa e del <span>rispetto dei diversi</span>- l' indifferentismo religioso, tendenza avviata ufficialmente da Assisi1 e che sarà confermata con Assisi3; iniziative pacifiste-mondialiste che, come  ricorda l'art. citato, possono solo scatenare l'ira del Signore, non certo ricevere da Lui il dono sospirato della pace mondiale.</span>

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  23. Caterina: centrato in pieno!

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  24. Sono il Vescovo di Luni Silvano tirato in ballo a proposito dell'Immacolata Concezione e che non sono l'altro vescovo ortodosso citato con uno spregiativo aggettivo che non risponde certo alla cristiana carità che non deve essere la virtù di cui chi lo ha scritto è maggiormente dotato.
    Tornando all'argomento voglio precisare che la dottrina ortodossa su Maria non è mai stata dogmatizzata tranne che nel Concilio di Efeso dove - per affermare la reale incarnazione dell'Unico Figlio di Dio negata dall'eresiarca Nestorio si affermò la cosiddetta "comunicatio idiomatum" ovverosia che l'Unità del Cristo vero Theantropo e l'impossibilità conseguente di separare in lui l'Uomo dal Dio le proprietà della natura umana possono essere attribuite a lui così come quelle della natura umana (eccetto il peccato) "scambinado" teologicamente le proprietà umane e quelle divine: ad esempio è vero che Maria è Theotokos ossia Deipara ed ha veramente partorito Dio ma non la Divinità, e che Dio (ma non la Divinità) è morto in Croce. Quanto al Dogma di Pio IX l'Ortodossia non lo può accettare non per un problema Cristologico-Mariologico ma a causa della diversa dottrina del Peccato originale che per l'Ortodossia non si trasmette "quanto alla colpa" ma quanto alle "conseguenze della colpa". Per la Dormizione noi crediamo che la Tuttasanta Deipara sia morta ma, avendo ella dato la Carne al Figlio e Verbo di Dio sia come lui risorta e glorificata. Si leggano le Omelie del Damasceno che riporta un'antica Storia Gerosolominata il cui originale è, disgraziatamente, perduto.

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