- Gemelli, ore 22:31 di ieri sabato: diverse trasfusioni di sangue.
- Gemelli, ore 7:50 di oggi domenica. Dietro la piastrinopenia e l’anemia c’è uno stato di sepsi secondaria all’infezione respiratoria. C’è una scarsa reattività di difesa da infezione respiratoria; difficile uscirne.
Il
giustamente ricordato - sempre con affetto e ammirazione - Joaquín
Navarro-Valls, più di una volta, con ironia e sagacia, ripeteva: "Il Papa
è gravemente malato però dopo morto". Voleva dire molte cose, alcune
secolari, che girano attorno alla figura e alla persona del Pontefice. Tra
queste, forse la più accattivante per la stampa e per una certa fascia
dell'opinione pubblica, è stata sempre la salute del Vescovo di Roma. Si
racconta, e lo ha ripetuto Francesco nella sua recente Autobiografia, che nei
Conclavi il binomio 'vecchiaia e condizioni di salute' è fondamentale per
essere scartato o eletto Papa.
Vecchiaia e malattia
Non poche volte questo binomio è stato uno strumento ambiguo
usato dai cardinali kingmaker per aprire o chiudere percorsi da papabili. Non a
caso il cardinale Giuseppe Siri (1906 – 1989), quando diceva che i “Papi si
fanno nel Conclave”, pensava anche al ''chiacchiericcio clinico'' nella
Cappella Sistina (sulle le condizioni di salute dei papabili in corsa tra i più
convincenti).
Queste condizioni di salute di un futuro Papa sono
ugualmente importanti, seppure possa sembrare cinico, in prospettiva di un
papato breve o lungo. E’ noto che quest'ultimo piace poco perché i conclavisti
temono il pontificato-regime.
Persino per i servizi di intelligence
degli Stati le condizioni di salute del Papa sono una questione di massima
importanza, seppure il fattore religioso della figura sia irrilevante. Il
Pontefice è sovente un anello basilare nelle visioni geopolitiche e
geostrategiche dei grandi Paesi. Forse oggi come oggi questa rilevanza è
inferiore al passato, ma gli attuali squilibri mondiali possono dare una
maggiore importanza tattica al ruolo del Papa e della Santa Sede. Bergoglio e la sua salute
Le malattie
di un Pontefice e la sua morte sono un passaggio dirimente per un miliardo e
400 milioni di cattolici, e non solo. Gli ultimi giorni di vita degli ultimi
Papi, da Pio XII a Papa Benedetto XVI, sono eventi ancora vivi nei ricordi di
miliardi di persone, anche non cristiane.
Nel caso di Francesco, la questione della sua salute emerse
da subito come un qualcosa da monitorare costantemente. Si diceva: è una
persona piuttosto sana anche se la sua storia clinica non è rassicurante, in
particolare quella polmonare (asportazione di una parte superiore dei tre lobi
del polmone destro). Poi si elencavano altri momenti critici della salute del
cardinale Bergoglio: polmonite e colecistectomia, per esempio. Lo stesso Papa
Francesco, nei suoi numerosissimi ricordi biografici, ha sempre ricordato tutti
questi eventi. Lo fa anche nella sua recente corposa Autobiografia, “Spera”
(gennaio 2025).
Due volte salvato da morte sicura
In
diverse occasioni ha reso omaggio di gratitudine alla suora Cornelia
Caraglio che per iniziativa propria, nel 1957, quando
Bergoglio aveva 21 anni, raddoppiò il dosaggio di antibiotici prescritto e così
lo salvò dalla morte sicura alla quale lo stava portando una polmonite
fulminante. Nel caso della colecistectomia (1980) va ricordato che Papa
Francesco, che aveva allora 44 anni, fu operato di emergenza dal chirurgo Juan Carlos Parodi che qualche giorno
fa, alla Radio argentina “Mitre”, ha detto che l’odierna situazione del Papa,
“è una questione molto, molto seria”. Ricordando il suo intervento per tirare
fuori dalla morte vicina il paziente affetto da cancrena alla cistifellea e
peritonite, il medico ha dichiarato: “L’operai quando era moribondo”. Poi ha
precisato a Radio "Mitre": “Quella che ha ora è un’infezione
batterica di tipo ospedaliero, con un tasso di mortalità molto alto. Quando è
multi batterica, bronchiale e persistente, l’infezione è molto grave. Il Papa
ha una tosse persistente e deve essere già in sepsi. Bergoglio è un uomo
forte”, ma “è
sovrappeso, non fa attività fisica, segue diete a suo
piacimento”, ha concluso il dr. Parodi. (Video del Programma radiofonico)
Anni fa, in un post per "Il
Sismografo", per spiegare la situazione sanitaria contrastante del Papa di
Roma, abbiamo enfatizzato più di una volta, ripreso poi da altri, la frase
sulla ''cagionevole salute di ferro'' di Papa Francesco. Con il passare degli
anni, però, come naturale, la parte cagionevole ha preso il sopravvento sulla
resistenza e la forza.
Si sa, Papa Bergoglio è il secondo
Pontefice più longevo nella storia della Chiesa (oggi 88 anni) dopo Papa Leone
XIII (93 anni), ma al tempo stesso è uno fra i più deboli e malaticci. Le sue
condizioni di salute sono state sempre un affare riservatissimo.
Papa Bergoglio e i suoi medici personali
In
Argentina, non c’è stato quasi mai un particolare interesse della stampa per la
salute di Bergoglio, materia molto riservata tra coloro che qualche dettaglio
autorevole conoscevano. Il futuro Papa non aveva un medico di fiducia e non si
faceva controlli clinici periodici. Aveva un suo agopunturista che visitava in
modo carsico, in particolare durante la stagione invernale e che lui stesso
chiamava il “momento delle torture cinesi”. Era un cinese trapiantato a Buenos
Aires di nome Liu Ming che assisteva il porporato dal 2005. Dopo l’elezione
papale nel 2013, Liu visitò Papa Bergoglio in Vaticano, e poi, qualche volta, i
due scambiarono brevi lettere o biglietti di saluto.
Già allora
Bergoglio aveva un rapporto difficile, a volte teso e a volte ruvido, con i
professionisti chiamati a tenere sotto controllo la sua salute. Con loro non
era disponibile, come si è visto anche in questi anni in Vaticano. Cortese ma
sempre freddo e poco collaborativo. Sembrerebbe che Francesco percepisca questo
rapporto professionale come un limite alla sua privacy. Il giorno
in cui venne eletto Papa Bergoglio, il medico del Papa, l'archiatra come si
diceva una volta, era il dr. Patrizio Polisca, specialista in cardiologia,
anestesia e rianimazione e professore di cardiochirurgia all'Università Tor
Vergata di Roma e Direttore dei Servizi sanitari vaticani (FAS). Era stato
nominato il 15 giugno 2009, succedendo il dr. Renato Buzzonetti, storico medico
personale di Papa Wojtyla, successore dell’archiatra di Paolo VI, il prof.
Fontana. Polisca concluse questo suo servizio il 28 luglio 2015 senza dover
lasciare la sua residenza in Vaticano, e ciò rese possibile, come voleva l’ormai
Papa emerito Benedetto XVI, di continuare ad averlo come suo medico personale.
Così è stato fino al decesso di Papa Ratzinger, il 31 dicembre 2022. Ma il
prof. Polisca non è mai stato medico di Francesco.
In teoria,
il dr. Polisca, dal 2013 al 2015, è stato solo Direttore del FAS e non gli fu
mai chiesto di lasciare la carica di archiatra. La carica è decaduta nei fatti
poiché il nuovo Papa non si avvalse dei servizi di questo sanitario. Di fatto
Papa Bergoglio rimase a lungo, per sua decisione, senza medico, con rapporti
sporadici con specialisti utili per il momento. Quindi, nessuna scheda clinica
personale, nessun materiale autorevole utile in caso di emergenza, nessuna
storia clinica precisa e dettagliata, studiata con calma e approfondita con la
medicina preventiva.
L'8 agosto
2015, Papa Francesco nominò come suo medico personale il dr. Fabrizio Soccorsi,
primario emerito di Epatologia dell’ospedale San Camillo di Roma e consulente
della Direzione sanità ed igiene del governatorato dello Stato della Città del
Vaticano. Il dr. Soccorsi, che prese formalmente il posto di Patrizio Polisca,
morì il 9 gennaio 2021, per complicanze legate al Covid-19, quando era già
ricoverato al “Gemelli” per un tumore. Francesco prese parte ai suoi funerali,
cosa mai avvenuta in passato.
L'ultimo medico personale è stato il prestigioso prof. Roberto Bernabei,
docente di Medicina Interna e geriatria dell’Università Cattolica e direttore
del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento del Policlinico Universitario
Agostino Gemelli IRCCS, nominato da Papa Francesco il 24 febbraio 2021. La data
del ritiro, rinuncia e/o allentamento del prof. Bernabei non è conosciuta. Non
si sa fino a quando precisamente è rimasto nell'incarico.
Il mistero sul prof. Bernabei
Poi,
incrociando dati, si può pensare che il dr. Bernabei sia stato medico del
Pontefice almeno per poco più di un anno, fino a marzo/aprile 2022. Il 4 agosto
2022 arrivò la notizia, allora impensabile, della nomina dell'infermiere del
FAS, Massimiliano Strappetti (oggi 56 anni) come Assistente Sanitario Personale
del Santo Padre, titolo inedito in duemila anni di storia. Da tempo
l’infermiere Strappetti era una persona vicina al Papa in ogni impegno. Fu lui
a convincere Francesco a operarsi al colon nel 2021. Il Papa disse di lui: ''Mi
ha salvato la vita''.
Il comportamento di Francesco
nell’ambito del rapporto con un suo medico personale è stato sempre piuttosto
singolare. Nel caso di questo Papa, ma anche di altri Papi, esiste una raccolta
di racconti di scontri tra il Pontefice e il suo medico personale. Bergoglio,
da sempre, ha avuto un atteggiamento di massima riservatezza, apertamente
diffidente, nei confronti di ogni cosa che potesse obbligarlo a cedere
informazioni personali, che per lui, già da giovane, erano tutte cose
riservatissime. In Vaticano, arrivando a Santa Marta, alle richieste sul come
organizzare un servizio medico-sanitario personale, le sue risposte furono
sempre confuse e riluttanti e tutto veniva rinviato da un mese all’altro. E’
accaduto così, per esempio, nei suoi 4 ricoveri a Roma, due dei quali per
eseguire interventi chirurgici piuttosto impegnativi e rischiosi.
La quasi totalità dei comunicati sulla
sua salute, con poche eccezioni, sono testi giornalistici e non portano benché
il minimo marchio clinico o medico. In questi documenti, le diagnosi, analisi,
accertamenti e altre affermazioni cliniche sono definizioni riferite dal team medico al Sostituto della
Segreteria di Stato, ecclesiastico che segue direttamente e personalmente
questo tipo di situazione.
(1)
Il difficile rapporto di Francesco con i medici “personali” non è nuovo: Il 14
febbraio scorso, quando il Papa arrivò al Gemelli, non aveva un medico
personale di fiducia da tre anni e questa assenza è stata insidiosa nel
percorso tardivo del ricovero e nelle inadeguatezze delle terapie cortisoniche.
DIARIO CLINICO DEL PAPA (Comunicati della
Sala stampa, non del Policlinico “Gemelli”)
Venerdì 14 febbraio - ricovero per accertamenti
In serata (18.30 circa) è stato diffuso
il primo Comunicato stampa (non medico) sulle prime ore del ricovero di
Francesco. Ecco il testo del Comunicato
N° 1: "Il Santo Padre a seguito
dell'acuirsi della bronchite di questi giorni ha effettuato gli accertamenti
specialistici ed ha iniziato la terapia farmacologica ospedaliera. I primi
esami effettuati dimostrano una infezione delle vie respiratorie. Le condizioni
cliniche sono discrete; presenta lieve alterazione febbrile."
Sabato 15 febbraio – tamponare la situazione d’emergenza
La prima notte al policlinico Gemelli è passata senza
problemi di sorta. «Papa Francesco ha trascorso una notte serena e ha dormito
bene», ha fatto sapere a mezzogiorno il portavoce vaticano, Matteo Bruni,
sabato 15 pomeriggio. «Questa mattina ha fatto colazione e ha letto alcuni
quotidiani. Proseguono gli accertamenti e le terapie».
Più tardi,
alle 18,20 circa, la Sala stampa vaticana ha diffuso il Comunicato N° 2.
“Papa Francesco ha riposato tutta la notte. Non ha presentato episodi febbrili. Gli
accertamenti eseguiti nel corso della giornata confermano l'infezione delle vie
respiratorie. La terapia è stata leggermente modificata in base agli ulteriori
riscontri microbiologici. Gli esami di laboratorio odierni riscontrano il
miglioramento di alcuni valori. Nel corso della mattina ha ricevuto la Santa
Eucarestia, quindi ha alternato il riposo alla preghiera ed alla lettura. Per
facilitare la ripresa, lo staff medico ha prescritto riposo assoluto; pertanto
nella giornata di domani, domenica 16 febbraio, il Santo Padre non guiderà la
preghiera dell'Angelus, ciononostante ha inteso inviare il testo per la
relativa pubblicazione. Papa Francesco è stato aggiornato dei tanti messaggi di
vicinanza e affetto ricevuti ed esprime la sua gratitudine, chiedendo nel
contempo di continuare a pregare per lui.”
Domenica
16 febbraio – in applicazione una terapia d’ingresso In occasione del Giubileo degli Artisti
e del Mondo della Cultura, il cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto
del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, al termine della Messa celebrata
nella Basilica Vaticana ha letto il testo preparato dal Santo Padre Francesco
per l’Angelus della VI Domenica del Tempo Ordinario. Ecco alcune delle parole
finali di Francesco: "Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la
vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei
ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per la loro
premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la
preghiera! E ora affidiamoci a Maria, la “Piena di grazia”, perché ci aiuti ad
essere come Lei cantori e artefici della bellezza che salva il mondo." (Testo completo)
Alle ore 17.41 circa, la Sala stampa ha diffuso il Comunicato N° 3 che dice: “Papa
Francesco ha riposato bene durante la notte. Le condizioni cliniche sono
stazionarie e prosegue l'iter diagnostico terapeutico prescritto dallo staff
medico. Questa mattina ha ricevuto l’Eucarestia ed ha seguito la Santa Messa
in televisione. Il pomeriggio ha alternato la lettura al
riposo.”
Lunedì
17 febbraio – la situazione si complica parecchio Lunedì 17 febbraio scorso, la Sala
stampa della Santa Sede, verso le ore 13, ha pubblicato il Comunicato N° 4 per informare la stampa.
"Tutti gli accertamenti effettuati sino ad oggi sono
indicativi di un quadro clinico complesso che richiederà una degenza
ospedaliera adeguata. A seguito del perdurare della degenza ospedaliera del
Santo Padre, l'udienza generale di mercoledì prossimo, 19 febbraio, è
annullata''.
Subito sono state aggiunte queste righe
più precise e meno criptiche: "I risultati degli accertamenti effettuati
nei giorni scorsi e nella giornata odierna hanno dimostrato una infezione
polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica
della terapia."
Il contenuto principale da decifrare sta in questo passaggio: "Quadro clinico complesso che richiederà una
degenza ospedaliera adeguata".
In altre
parole: la malattia peggiora ed è sempre delicatissima, difficile da combattere
e quindi il paziente non può lasciare l'ambiente ospedaliero relativamente
presto. E perché si è venuta a creare questa situazione difficilissima da far
regredire?
Perché il
paziente è parecchio anziano, presenta comorbidità e il suo sistema immunitario
è quasi esaurito nelle sue possibilità di garantire buone e tempestive difese.
La somministrazione combinata di cortisone e antibiotici, fino a pochi giorni
fa, ha creato un ulteriore scompenso nel necessario equilibrio tra diversi
microrganismi che fuori dal controllo adeguato finiscono per impiantare una
situazione polimicrobica difficilissima da gestire (virus, batteri e funghi e
altro) anche a causa delle nuove compromissioni patogene che di norma
sopravvengono.
Sempre
lunedì 17, pomeriggio inoltrato, la Sala stampa vaticana ha fatto circolare
questa frase: "Il Santo Padre continua ad essere apiretico e sta
proseguendo la terapia prescritta. Le condizioni cliniche sono stazionarie”.
Professor Massimo
Andreoni. "Il perdurare del quadro clinico ed il probabile utilizzo di
terapie con cortisone, che ha l'effetto di ridurre parzialmente le difese
immunitarie essendo un immunosoppressore, ha reso probabilmente più semplice la
comparsa di sovrainfezioni batteriche e/o fungine che necessitano ora un
aggiustamento della terapia rivolta ai nuovi germi identificati": lo ha
dichiarato il professor Massimo Andreoni, emerito di malattie infettive
all'Università di Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società
italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), che all'Ansa ha commentato
lo stato di salute del Papa e le possibili terapie che in questo momento gli
vengono somministrate. Nel caso del Papa, le sovra infezioni rappresentano una
"complicanza di una iniziale infezione delle basse vie respiratorie: come
spesso accade, quando una simile infezione perdura nel tempo può complicarsi
appunto con la comparsa di sovra infezioni".
Martedì 18 febbraio – Francesco ha una polmonite bilaterale
Alle ore 11 circa di martedì 18
febbraio, la Sala stampa ha comunicato ai giornalisti quanto segue: "A
motivo delle condizioni di salute del Santo Padre, l'Udienza Giubilare di
sabato 22 febbraio è annullata. Per la celebrazione della Santa Messa in
occasione del Giubileo dei Diaconi, in programma per domenica 23 febbraio, alle
ore 9.00, nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha delegato S.E. Mons.
Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, Sezione per
le Questioni Fondamentali dell'Evangelizzazione nel Mondo."
Alle 19.30 il Vaticano ha diffuso il Comunicato N° 5 il cui contenuto,
inclusi alcuni dettagli clinici, si sono rivelati subito molto preoccupanti.
Ecco il testo della Sala stampa: “Gli esami di laboratorio, la radiografia del
torace e le condizioni cliniche del Santo Padre continuano a presentare un quadro
complesso.
L'infezione polimicrobica, insorta su
un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, e che ha richiesto
l'utilizzo di terapia cortisonica antibiotica, rende il trattamento terapeutico
più complesso.
La tac torace di controllo alla quale
il Santo Padre è stato sottoposto questo pomeriggio, prescritta dall'equipe
sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico “A.
Gemelli", ha dimostrato l'insorgenza di una polmonite bilaterale che ha
richiesto un'ulteriore terapia farmacologica.
Ciononostante Papa Francesco è di umore buono.
Questa mattina ha ricevuto l’eucarestia
e, nel corso della giornata, ha alternato il riposo alla preghiera e alla
lettura di testi. Ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e
chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui. “
Mercoledì 19 febbraio
In mattinata, le solite fonti anonime
ma autorevoli e ben informate (tramite messaggini via WhatsApp) hanno
comunicato che la notte del Santo Padre era andata piuttosto bene, serena e
senza novità e che si era anche messo seduto sulla poltrona per un po’ di
tempo. Poi, si è fatto sapere: “Il cuore
regge bene”.
La
Premier Meloni in visita al Gemelli: “È vigile e reattivo”
(Testo dell’Ansa) La Presidente del
Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto visita a Papa Francesco nel Policlinico
“Gemelli” dove è ricoverato e gli ha portato gli auguri di una pronta
guarigione a nome del Governo e dell’intera Nazione. “Sono molto contenta di
averlo trovato vigile e reattivo – ha detto la Presidente Meloni - Abbiamo
scherzato come sempre. Non ha perso il suo proverbiale senso
dell’umorismo”.
Più tardi, nel Comunicato N° 6 delle ore 19 circa, si legge: "Le condizioni
cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie. Gli esami del sangue,
valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare
degli indici infiammatori. Dopo aver fatto colazione ha letto alcuni quotidiani
quindi si è dedicato alle attività lavorative con i suoi più stretti
collaboratori. Prima di pranzo ha ricevuto l'Eucaristia. Nel pomeriggio ha
ricevuto in visita il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la quale si
è trattenuto in forma privata per 20 minuti."
Giovedì 20 febbraio – lieve miglioramento
L'indiscrezione del mattino di Matteo
Bruni è stata laconica: "La notte è trascorsa serena. Il Papa si è alzato
e ha fatto colazione in poltrona”.
L'indiscrezione del mattino di Matteo Bruni è stata laconica:
"La notte è trascorsa serena. Il Papa si è alzato e ha fatto colazione in
poltrona”. Il Comunicato N° 7, delle
17.30 dice: “Le condizioni cliniche del Santo Padre sono in lieve
miglioramento. È apiretico ed i parametri emodinamici continuano ad essere
stabili. Questa mattina ha ricevuto l’Eucaristia e successivamente si è
dedicato alle attività lavorative. “
Venerdì 21 febbraio -
Oggi mattina, le abituale
voci non ufficiali ma autorevoli fatte circolare sula Papa hanno detto che la
notte è andata bene e che Francesco si è alzato e ha fatto colazione.
Forse se vuole parlare sulle voce
riguardo ipotetiche modifiche delle norme di un Conclave?
Venerdì 21 febbraio pomeriggio il Vaticano pubblicò, cosa
che accade raramente una severa smentita alla Tv italiana. Dice: "In
merito alle notizie diffuse da Rai News 24 oggi pomeriggio alle ore 16.11, la
Sala Stampa della Santa Sede smentisce che ci sia stato un incontro ieri [20
febbraio] tra il Santo Padre e i Cardinali Gianfranco Ghirlanda e Pietro
Parolin.”
Conferenza stampa dei medici del Papa
Oggi non è stato pubblicato nessun comunicato. Hanno
parlato principalmente il chirurgo Sergio Alfieri (Gemelli) e il dr. Luigi
Carbone. (Sanità vaticana)
“Lui sa di essere in
pericolo e ha chiesto di dirlo”
I rispettivi capi dei
team medici del Gemelli e della Sanità sanitaria, Sergio Alfieri e Luigi
Carbone, alle diverse domande hanno dato risposte esaustive e non frettolose.
Ecco una sintesi di frasi pronunciate dai clinici sulle condizioni di salute di
Papa Francesco:
- non è alettato
- è presente assolutamente
- certo, è debole
- la nostra è una volontà di
comunicare con chiarezza con la stampa (non abbiamo esagerato)
- la terapia di Santa Marta
era ottima
- qui da noi vive una fase
diversa, acuta
- ma il paziente è
immunodepresso e ha 88 anni (avete mai visto un governante di 88 anni?)
- è in pericolo? E' un uomo
e non solo: è il Papa. La sua testa è
quella di un sessantenne. Ha capito bene che la degenza sarà lunga.
- ora dobbiamo aspettare il
decorso, tutto è lento, e lungo da comprendere.
. noi dobbiamo lavorare per
arginare le infezioni.
- Sono in pochissimi a
vedere il Papa. C'è severità.
- ci sono miglioramenti
negli esami. Queste sono malattie complicate. Lui non è fuori pericolo. E' un
paziente fragile sul bilancio d'oro. Noi vogliamo essere prudenti. Non possiamo
dare tutti i giorni notizie al dettaglio. Non sempre le abbiamo noi stessi. Le
cose di laboratorio sono lente.
- sull'Angelus non diamo
consigli. Possiamo tutto al più dire se può affasciarsi o meglio di no.
- lo stesso si può dire per
Santa Marta. Decide lui. Noi diciamo che ora non sarebbe consigliabile anche
perché si metterebbe a lavorare come un matto.
- dobbiamo fare controlli
ogni 12 ore. Il paziente è delicato.
- ora lui deve superare
questa fase che viviamo. Sul futuro, non sappiamo. La sua tempra ci dice che
lui non è uno che molla.
Parentesi:
Dottori Alfieri e Carbone
riassumono le risposte in inglese).
Ripresa della conversazione
in italiano
- risponde alle terapie, le
quali non sono state cambiate (rispetto a Santa Marta). Sono state potenziate
secondo l'evoluzione del quadro clinico.
- è aiutato con l'ossigeno
quando necessario
- sta con il respiro
spontaneo, non esterno o meccanico
- (la giornalista Franca
Giansoldati in una domanda articolata chiede sul perché non sono state
divulgate fotografie della degenza di Francesco)
- il prof. Alfieri risponde:
se porto mia mamma, 99 anni, in ospedale sarà in vestaglia allora non metterei
in giro delle sue fotografie. Per il Papa vale lo stesso. Ecco il perché non ci
sono foto
- a Santa Marta lo
seguiranno l'infermiere Massimiliano Strappetti e il dr. Luigi Carbone.
- tornerà a casa quando
finirà la parte acuta o più acuta. Quella cronica resterà per sempre.
Altrimenti non si parlerebbe di malattie croniche.
- il bollettino che parla di
polmonite era per chiarire meglio.
- lui sa di essere in
pericolo e ha chiesto di dirlo.
- il futuro è rischioso.
Adesso le infezioni sono solo nei polmoni. Ma se girano e vanno ad attaccare
altri organi, allora sì che questo diventa il rischio alto.
Uno sguardo medico preciso e comprensibile sulle malattie del Papa (Michele
Bocci per “La Repubblica”). La complessità gigantesca delle terapie
farmacologiche.
Il dr. Massimo Andreoni è il direttore
scientifico della Società italiana di malattie infettive e professore emerito
di Tor Vergata.
▂
Nel bollettino N° 5 si parla di un
quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, cosa significa?
«Significa che l’infezione che si trova a livello dei
bronchi si è instaurata in una situazione di patologia polmonare cronica,
caratterizzata appunto da bronchiectasie, cioè dilatazione dei condotti
dell’apparato respiratorio ma anche di asma. Questo, invece, dà uno spasmo
bronchiale, che provoca un’insufficienza respiratoria, visto che non fa
arrivare bene l’ossigeno ai polmoni».
▂ Si tratta di problemi cronici diffusi?
«Sì, sono discretamente frequenti nella popolazione più
anziana. Del resto, i problemi polmonari insieme a quelli cardiaci sono i più
comuni tra le persone che hanno superato una certa età».
▂ Perché
il trattamento è complesso?
«Perché l’infezione è dovuta a germi diversi e la
contemporanea componente asmatica richiede il trattamento con il cortisone, che
da un lato riduce i sintomi di quella patologia ma dall’altro comporta una
riduzione delle difese dell’organismo, proprio nel momento in cui c’è bisogno
di combattere i batteri».
▂ Gli
antibiotici sono efficaci in questi casi? La terapia è pesante?
«La terapia prevede l’uso di diversi antibiotici
contemporaneamente proprio per controllare l’infezione dovuta a germi diversi.
Questo ovviamente determina un quadro di maggiore tossicità farmacologica che
comunque nella maggior parte dei casi è molto ben tollerata».
▂ I medici del Gemelli hanno cambiato di
nuovo la terapia, cosa vuol dire?
«Probabilmente ci sono nuovi esami microbiologici che
dimostrano una maggiore attività, quindi superiore efficacia, di antibiotici
fino ad ora non utilizzati».