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domenica 23 febbraio 2025

Badilla. Diario clinico del Papa e NUOVE notizie di OGGI

Grazie a Luis Badilla per questo completo riassunto, a ieri, della situazione sanitaria del S. Padre.
Aggiungiamo da nostre, molto attendibili, fonti dirette del Gemelli, queste notizie di stanotte e stamattina:
  •  Gemelli, ore 22:31 di ieri sabato: diverse trasfusioni di sangue.
  • Gemelli,  ore 7:50 di oggi domenicaDietro la piastrinopenia e l’anemia c’è uno stato di sepsi secondaria all’infezione respiratoria. C’è una scarsa reattività di difesa da infezione respiratoria; difficile uscirne.
In fondo al post due screenshot indicativi della situazione, di Padre Spadaro (QUI) e Padre Martin (QUI, da notare che Martin ha scelto, bizzarramente, una foto con il Papa E IL CARD: GRECH, chissà perchè...), molto intimi del Papa.
Infine, ieri e a Bergamo per la consacrazione episcopale di Mons. Bravi celebrava il Card. Parolin, che voleva soffermarsi a Bergamo e a Sotto il Monte fino a oggi in serata, ma è partito con una certa urgenza stamattina presto.
Luigi C.

22-2-25

Diario clinico di Papa Francesco

          Il giustamente ricordato - sempre con affetto e ammirazione - Joaquín Navarro-Valls, più di una volta, con ironia e sagacia, ripeteva: "Il Papa è gravemente malato però dopo morto". Voleva dire molte cose, alcune secolari, che girano attorno alla figura e alla persona del Pontefice. Tra queste, forse la più accattivante per la stampa e per una certa fascia dell'opinione pubblica, è stata sempre la salute del Vescovo di Roma. Si racconta, e lo ha ripetuto Francesco nella sua recente Autobiografia, che nei Conclavi il binomio 'vecchiaia e condizioni di salute' è fondamentale per essere scartato o eletto Papa. 

Vecchiaia e malattia

Non poche volte questo binomio è stato uno strumento ambiguo usato dai cardinali kingmaker per aprire o chiudere percorsi da papabili. Non a caso il cardinale Giuseppe Siri (1906 – 1989), quando diceva che i “Papi si fanno nel Conclave”, pensava anche al ''chiacchiericcio clinico'' nella Cappella Sistina (sulle le condizioni di salute dei papabili in corsa tra i più convincenti). 

Queste condizioni di salute di un futuro Papa sono ugualmente importanti, seppure possa sembrare cinico, in prospettiva di un papato breve o lungo. E’ noto che quest'ultimo piace poco perché i conclavisti temono il pontificato-regime.

Persino per i servizi di intelligence degli Stati le condizioni di salute del Papa sono una questione di massima importanza, seppure il fattore religioso della figura sia irrilevante. Il Pontefice è sovente un anello basilare nelle visioni geopolitiche e geostrategiche dei grandi Paesi. Forse oggi come oggi questa rilevanza è inferiore al passato, ma gli attuali squilibri mondiali possono dare una maggiore importanza tattica al ruolo del Papa e della Santa Sede. Bergoglio e la sua salute

          Le malattie di un Pontefice e la sua morte sono un passaggio dirimente per un miliardo e 400 milioni di cattolici, e non solo. Gli ultimi giorni di vita degli ultimi Papi, da Pio XII a Papa Benedetto XVI, sono eventi ancora vivi nei ricordi di miliardi di persone, anche non cristiane.

Nel caso di Francesco, la questione della sua salute emerse da subito come un qualcosa da monitorare costantemente. Si diceva: è una persona piuttosto sana anche se la sua storia clinica non è rassicurante, in particolare quella polmonare (asportazione di una parte superiore dei tre lobi del polmone destro). Poi si elencavano altri momenti critici della salute del cardinale Bergoglio: polmonite e colecistectomia, per esempio. Lo stesso Papa Francesco, nei suoi numerosissimi ricordi biografici, ha sempre ricordato tutti questi eventi. Lo fa anche nella sua recente corposa Autobiografia, “Spera” (gennaio 2025).

Due volte salvato da morte sicura

           In diverse occasioni ha reso omaggio di gratitudine alla suora Cornelia

Caraglio che per iniziativa propria, nel 1957, quando Bergoglio aveva 21 anni, raddoppiò il dosaggio di antibiotici prescritto e così lo salvò dalla morte sicura alla quale lo stava portando una polmonite fulminante. Nel caso della colecistectomia (1980) va ricordato che Papa Francesco, che aveva allora 44 anni, fu operato di emergenza dal chirurgo Juan Carlos Parodi che qualche giorno fa, alla Radio argentina “Mitre”, ha detto che l’odierna situazione del Papa, “è una questione molto, molto seria”. Ricordando il suo intervento per tirare fuori dalla morte vicina il paziente affetto da cancrena alla cistifellea e peritonite, il medico ha dichiarato: “L’operai quando era moribondo”. Poi ha precisato a Radio "Mitre": “Quella che ha ora è un’infezione batterica di tipo ospedaliero, con un tasso di mortalità molto alto. Quando è multi batterica, bronchiale e persistente, l’infezione è molto grave. Il Papa ha una tosse persistente e deve essere già in sepsi. Bergoglio è un uomo forte”, ma “è

sovrappeso, non fa attività fisica, segue diete a suo piacimento”, ha concluso il dr. Parodi. (Video del Programma radiofonico)

Anni fa, in un post per "Il Sismografo", per spiegare la situazione sanitaria contrastante del Papa di Roma, abbiamo enfatizzato più di una volta, ripreso poi da altri, la frase sulla ''cagionevole salute di ferro'' di Papa Francesco. Con il passare degli anni, però, come naturale, la parte cagionevole ha preso il sopravvento sulla resistenza e la forza.

Si sa, Papa Bergoglio è il secondo Pontefice più longevo nella storia della Chiesa (oggi 88 anni) dopo Papa Leone XIII (93 anni), ma al tempo stesso è uno fra i più deboli e malaticci. Le sue condizioni di salute sono state sempre un affare riservatissimo.

Papa Bergoglio e i suoi medici personali

          In Argentina, non c’è stato quasi mai un particolare interesse della stampa per la salute di Bergoglio, materia molto riservata tra coloro che qualche dettaglio autorevole conoscevano. Il futuro Papa non aveva un medico di fiducia e non si faceva controlli clinici periodici. Aveva un suo agopunturista che visitava in modo carsico, in particolare durante la stagione invernale e che lui stesso chiamava il “momento delle torture cinesi”. Era un cinese trapiantato a Buenos Aires di nome Liu Ming che assisteva il porporato dal 2005. Dopo l’elezione papale nel 2013, Liu visitò Papa Bergoglio in Vaticano, e poi, qualche volta, i due scambiarono brevi lettere o biglietti di saluto. 

          Già allora Bergoglio aveva un rapporto difficile, a volte teso e a volte ruvido, con i professionisti chiamati a tenere sotto controllo la sua salute. Con loro non era disponibile, come si è visto anche in questi anni in Vaticano. Cortese ma sempre freddo e poco collaborativo. Sembrerebbe che Francesco percepisca questo rapporto professionale come un limite alla sua privacy.            Il giorno in cui venne eletto Papa Bergoglio, il medico del Papa, l'archiatra come si diceva una volta, era il dr. Patrizio Polisca, specialista in cardiologia, anestesia e rianimazione e professore di cardiochirurgia all'Università Tor Vergata di Roma e Direttore dei Servizi sanitari vaticani (FAS). Era stato nominato il 15 giugno 2009, succedendo il dr. Renato Buzzonetti, storico medico personale di Papa Wojtyla, successore dell’archiatra di Paolo VI, il prof. Fontana. Polisca concluse questo suo servizio il 28 luglio 2015 senza dover lasciare la sua residenza in Vaticano, e ciò rese possibile, come voleva l’ormai Papa emerito Benedetto XVI, di continuare ad averlo come suo medico personale. Così è stato fino al decesso di Papa Ratzinger, il 31 dicembre 2022. Ma il prof. Polisca non è mai stato medico di Francesco.

          In teoria, il dr. Polisca, dal 2013 al 2015, è stato solo Direttore del FAS e non gli fu mai chiesto di lasciare la carica di archiatra. La carica è decaduta nei fatti poiché il nuovo Papa non si avvalse dei servizi di questo sanitario. Di fatto Papa Bergoglio rimase a lungo, per sua decisione, senza medico, con rapporti sporadici con specialisti utili per il momento. Quindi, nessuna scheda clinica personale, nessun materiale autorevole utile in caso di emergenza, nessuna storia clinica precisa e dettagliata, studiata con calma e approfondita con la medicina preventiva.

          L'8 agosto 2015, Papa Francesco nominò come suo medico personale il dr. Fabrizio Soccorsi, primario emerito di Epatologia dell’ospedale San Camillo di Roma e consulente della Direzione sanità ed igiene del governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Il dr. Soccorsi, che prese formalmente il posto di Patrizio Polisca, morì il 9 gennaio 2021, per complicanze legate al Covid-19, quando era già ricoverato al “Gemelli” per un tumore. Francesco prese parte ai suoi funerali, cosa mai avvenuta in passato.           L'ultimo medico personale è stato il prestigioso prof. Roberto Bernabei, docente di Medicina Interna e geriatria dell’Università Cattolica e direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, nominato da Papa Francesco il 24 febbraio 2021. La data del ritiro, rinuncia e/o allentamento del prof. Bernabei non è conosciuta. Non si sa fino a quando precisamente è rimasto nell'incarico.

Il mistero sul prof. Bernabei

          Poi, incrociando dati, si può pensare che il dr. Bernabei sia stato medico del Pontefice almeno per poco più di un anno, fino a marzo/aprile 2022. Il 4 agosto 2022 arrivò la notizia, allora impensabile, della nomina dell'infermiere del FAS, Massimiliano Strappetti (oggi 56 anni) come Assistente Sanitario Personale del Santo Padre, titolo inedito in duemila anni di storia. Da tempo l’infermiere Strappetti era una persona vicina al Papa in ogni impegno. Fu lui a convincere Francesco a operarsi al colon nel 2021. Il Papa disse di lui: ''Mi ha salvato la vita''.

Il comportamento di Francesco nell’ambito del rapporto con un suo medico personale è stato sempre piuttosto singolare. Nel caso di questo Papa, ma anche di altri Papi, esiste una raccolta di racconti di scontri tra il Pontefice e il suo medico personale. Bergoglio, da sempre, ha avuto un atteggiamento di massima riservatezza, apertamente diffidente, nei confronti di ogni cosa che potesse obbligarlo a cedere informazioni personali, che per lui, già da giovane, erano tutte cose riservatissime. In Vaticano, arrivando a Santa Marta, alle richieste sul come organizzare un servizio medico-sanitario personale, le sue risposte furono sempre confuse e riluttanti e tutto veniva rinviato da un mese all’altro. E’ accaduto così, per esempio, nei suoi 4 ricoveri a Roma, due dei quali per eseguire interventi chirurgici piuttosto impegnativi e rischiosi. 

La quasi totalità dei comunicati sulla sua salute, con poche eccezioni, sono testi giornalistici e non portano benché il minimo marchio clinico o medico. In questi documenti, le diagnosi, analisi, accertamenti e altre affermazioni cliniche sono definizioni riferite dal team medico al Sostituto della Segreteria di Stato, ecclesiastico che segue direttamente e personalmente questo tipo di situazione.

(1) Il difficile rapporto di Francesco con i medici “personali” non è nuovo: Il 14 febbraio scorso, quando il Papa arrivò al Gemelli, non aveva un medico personale di fiducia da tre anni e questa assenza è stata insidiosa nel percorso tardivo del ricovero e nelle inadeguatezze delle terapie cortisoniche.

 

DIARIO CLINICO DEL PAPA (Comunicati della Sala stampa, non del Policlinico “Gemelli”)

 

Venerdì 14 febbraio - ricovero per accertamenti

 In serata (18.30 circa) è stato diffuso il primo Comunicato stampa (non medico) sulle prime ore del ricovero di Francesco. Ecco il testo del Comunicato N° 1: "Il Santo Padre a seguito dell'acuirsi della bronchite di questi giorni ha effettuato gli accertamenti specialistici ed ha iniziato la terapia farmacologica ospedaliera. I primi esami effettuati dimostrano una infezione delle vie respiratorie. Le condizioni cliniche sono discrete; presenta lieve alterazione febbrile."

Sabato 15 febbraio – tamponare la situazione d’emergenza

La prima notte al policlinico Gemelli è passata senza problemi di sorta. «Papa Francesco ha trascorso una notte serena e ha dormito bene», ha fatto sapere a mezzogiorno il portavoce vaticano, Matteo Bruni, sabato 15 pomeriggio. «Questa mattina ha fatto colazione e ha letto alcuni quotidiani. Proseguono gli accertamenti e le terapie».

          Più tardi, alle 18,20 circa, la Sala stampa vaticana ha diffuso il Comunicato N° 2. 

“Papa Francesco ha riposato tutta la notte.  Non ha presentato episodi febbrili. Gli accertamenti eseguiti nel corso della giornata confermano l'infezione delle vie respiratorie. La terapia è stata leggermente modificata in base agli ulteriori riscontri microbiologici. Gli esami di laboratorio odierni riscontrano il miglioramento di alcuni valori. Nel corso della mattina ha ricevuto la Santa Eucarestia, quindi ha alternato il riposo alla preghiera ed alla lettura. Per facilitare la ripresa, lo staff medico ha prescritto riposo assoluto; pertanto nella giornata di domani, domenica 16 febbraio, il Santo Padre non guiderà la preghiera dell'Angelus, ciononostante ha inteso inviare il testo per la relativa pubblicazione. Papa Francesco è stato aggiornato dei tanti messaggi di vicinanza e affetto ricevuti ed esprime la sua gratitudine, chiedendo nel contempo di continuare a pregare per lui.”

Domenica 16 febbraio – in applicazione una terapia d’ingresso  In occasione del Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, il cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, al termine della Messa celebrata nella Basilica Vaticana ha letto il testo preparato dal Santo Padre Francesco per l’Angelus della VI Domenica del Tempo Ordinario. Ecco alcune delle parole finali di Francesco: "Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera! E ora affidiamoci a Maria, la “Piena di grazia”, perché ci aiuti ad essere come Lei cantori e artefici della bellezza che salva il mondo." (Testo completo)

Alle ore 17.41 circa, la Sala stampa ha diffuso il Comunicato N° 3 che dice: “Papa Francesco ha riposato bene durante la notte. Le condizioni cliniche sono stazionarie e prosegue l'iter diagnostico terapeutico prescritto dallo staff medico. Questa mattina ha ricevuto l’Eucarestia ed ha seguito la Santa Messa

in televisione. Il pomeriggio ha alternato la lettura al riposo.”

Lunedì 17 febbraio – la situazione si complica parecchio           Lunedì 17 febbraio scorso, la Sala stampa della Santa Sede, verso le ore 13, ha pubblicato il Comunicato N° 4 per informare la stampa.

"Tutti gli accertamenti effettuati sino ad oggi sono indicativi di un quadro clinico complesso che richiederà una degenza ospedaliera adeguata. A seguito del perdurare della degenza ospedaliera del Santo Padre, l'udienza generale di mercoledì prossimo, 19 febbraio, è annullata''.

Subito sono state aggiunte queste righe più precise e meno criptiche: "I risultati degli accertamenti effettuati nei giorni scorsi e nella giornata odierna hanno dimostrato una infezione polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica della terapia."

          Il contenuto principale da decifrare sta in questo passaggio: "Quadro clinico complesso che richiederà una degenza ospedaliera adeguata". 

          In altre parole: la malattia peggiora ed è sempre delicatissima, difficile da combattere e quindi il paziente non può lasciare l'ambiente ospedaliero relativamente presto. E perché si è venuta a creare questa situazione difficilissima da far regredire?

          Perché il paziente è parecchio anziano, presenta comorbidità e il suo sistema immunitario è quasi esaurito nelle sue possibilità di garantire buone e tempestive difese. La somministrazione combinata di cortisone e antibiotici, fino a pochi giorni fa, ha creato un ulteriore scompenso nel necessario equilibrio tra diversi microrganismi che fuori dal controllo adeguato finiscono per impiantare una situazione polimicrobica difficilissima da gestire (virus, batteri e funghi e altro) anche a causa delle nuove compromissioni patogene che di norma sopravvengono.

          Sempre lunedì 17, pomeriggio inoltrato, la Sala stampa vaticana ha fatto circolare questa frase: "Il Santo Padre continua ad essere apiretico e sta proseguendo la terapia prescritta. Le condizioni cliniche sono stazionarie”.

Professor Massimo Andreoni. "Il perdurare del quadro clinico ed il probabile utilizzo di terapie con cortisone, che ha l'effetto di ridurre parzialmente le difese immunitarie essendo un immunosoppressore, ha reso probabilmente più semplice la comparsa di sovrainfezioni batteriche e/o fungine che necessitano ora un aggiustamento della terapia rivolta ai nuovi germi identificati": lo ha dichiarato il professor Massimo Andreoni, emerito di malattie infettive all'Università di Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), che all'Ansa ha commentato lo stato di salute del Papa e le possibili terapie che in questo momento gli vengono somministrate. Nel caso del Papa, le sovra infezioni rappresentano una "complicanza di una iniziale infezione delle basse vie respiratorie: come spesso accade, quando una simile infezione perdura nel tempo può complicarsi appunto con la comparsa di sovra infezioni".

Martedì 18 febbraio – Francesco ha una polmonite bilaterale

Alle ore 11 circa di martedì 18 febbraio, la Sala stampa ha comunicato ai giornalisti quanto segue: "A motivo delle condizioni di salute del Santo Padre, l'Udienza Giubilare di sabato 22 febbraio è annullata. Per la celebrazione della Santa Messa in occasione del Giubileo dei Diaconi, in programma per domenica 23 febbraio, alle ore 9.00, nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha delegato S.E. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, Sezione per le Questioni Fondamentali dell'Evangelizzazione nel Mondo."

Alle 19.30 il Vaticano ha diffuso il Comunicato N° 5 il cui contenuto, inclusi alcuni dettagli clinici, si sono rivelati subito molto preoccupanti. Ecco il testo della Sala stampa: “Gli esami di laboratorio, la radiografia del torace e le condizioni cliniche del Santo Padre continuano a presentare un quadro complesso.

L'infezione polimicrobica, insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, e che ha richiesto l'utilizzo di terapia cortisonica antibiotica, rende il trattamento terapeutico più complesso.

La tac torace di controllo alla quale il Santo Padre è stato sottoposto questo pomeriggio, prescritta dall'equipe sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico “A. Gemelli", ha dimostrato l'insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un'ulteriore terapia farmacologica.

Ciononostante Papa Francesco è di umore buono.

Questa mattina ha ricevuto l’eucarestia e, nel corso della giornata, ha alternato il riposo alla preghiera e alla lettura di testi. Ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui. “

Mercoledì 19 febbraio

In mattinata, le solite fonti anonime ma autorevoli e ben informate (tramite messaggini via WhatsApp) hanno comunicato che la notte del Santo Padre era andata piuttosto bene, serena e senza novità e che si era anche messo seduto sulla poltrona per un po’ di tempo.  Poi, si è fatto sapere: “Il cuore regge bene”. 

La Premier Meloni in visita al Gemelli: “È vigile e reattivo”

(Testo dell’Ansa) La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto visita a Papa Francesco nel Policlinico “Gemelli” dove è ricoverato e gli ha portato gli auguri di una pronta guarigione a nome del Governo e dell’intera Nazione. “Sono molto contenta di averlo trovato vigile e reattivo – ha detto la Presidente Meloni - Abbiamo scherzato come sempre. Non ha perso il suo proverbiale senso dell’umorismo”. 

Più tardi, nel Comunicato N° 6 delle ore 19 circa, si legge: "Le condizioni cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie. Gli esami del sangue, valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori. Dopo aver fatto colazione ha letto alcuni quotidiani quindi si è dedicato alle attività lavorative con i suoi più stretti collaboratori. Prima di pranzo ha ricevuto l'Eucaristia. Nel pomeriggio ha ricevuto in visita il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la quale si è trattenuto in forma privata per 20 minuti."

Giovedì 20 febbraio – lieve miglioramento

L'indiscrezione del mattino di Matteo Bruni è stata laconica: "La notte è trascorsa serena. Il Papa si è alzato e ha fatto colazione in poltrona”.

 L'indiscrezione del mattino di Matteo Bruni è stata laconica: "La notte è trascorsa serena. Il Papa si è alzato e ha fatto colazione in poltrona”. Il Comunicato N° 7, delle 17.30 dice: “Le condizioni cliniche del Santo Padre sono in lieve miglioramento. È apiretico ed i parametri emodinamici continuano ad essere stabili. Questa mattina ha ricevuto l’Eucaristia e successivamente si è dedicato alle attività lavorative. “

Venerdì 21 febbraio -

          Oggi mattina, le abituale voci non ufficiali ma autorevoli fatte circolare sula Papa hanno detto che la notte è andata bene e che Francesco si è alzato e ha fatto colazione.

Forse se vuole parlare sulle voce riguardo ipotetiche modifiche delle norme di un Conclave?

          Venerdì 21 febbraio pomeriggio il Vaticano pubblicò, cosa che accade raramente una severa smentita alla Tv italiana. Dice: "In merito alle notizie diffuse da Rai News 24 oggi pomeriggio alle ore 16.11, la Sala Stampa della Santa Sede smentisce che ci sia stato un incontro ieri [20 febbraio] tra il Santo Padre e i Cardinali Gianfranco Ghirlanda e Pietro Parolin.”


Conferenza stampa dei medici del Papa

          Oggi non è stato pubblicato nessun comunicato. Hanno parlato principalmente il chirurgo Sergio Alfieri (Gemelli) e il dr. Luigi Carbone. (Sanità vaticana)

“Lui sa di essere in pericolo e ha chiesto di dirlo”

I rispettivi capi dei team medici del Gemelli e della Sanità sanitaria, Sergio Alfieri e Luigi Carbone, alle diverse domande hanno dato risposte esaustive e non frettolose. Ecco una sintesi di frasi pronunciate dai clinici sulle condizioni di salute di Papa Francesco:

- non è alettato

- è presente assolutamente

- certo, è debole

- la nostra è una volontà di comunicare con chiarezza con la stampa (non abbiamo esagerato)

- la terapia di Santa Marta era ottima

- qui da noi vive una fase diversa, acuta

- ma il paziente è immunodepresso e ha 88 anni (avete mai visto un governante di 88 anni?)

- è in pericolo? E' un uomo e non solo: è  il Papa. La sua testa è quella di un sessantenne. Ha capito bene che la degenza sarà lunga.

- ora dobbiamo aspettare il decorso, tutto è lento, e lungo da comprendere.

. noi dobbiamo lavorare per arginare le infezioni.

- Sono in pochissimi a vedere il Papa. C'è severità.

- ci sono miglioramenti negli esami. Queste sono malattie complicate. Lui non è fuori pericolo. E' un paziente fragile sul bilancio d'oro. Noi vogliamo essere prudenti. Non possiamo dare tutti i giorni notizie al dettaglio. Non sempre le abbiamo noi stessi. Le cose di laboratorio sono lente.

- sull'Angelus non diamo consigli. Possiamo tutto al più dire se può affasciarsi o meglio di no.

- lo stesso si può dire per Santa Marta. Decide lui. Noi diciamo che ora non sarebbe consigliabile anche perché si metterebbe a lavorare come un matto.

- dobbiamo fare controlli ogni 12 ore. Il paziente è delicato.

- ora lui deve superare questa fase che viviamo. Sul futuro, non sappiamo. La sua tempra ci dice che lui non è uno che molla.

Parentesi:

Dottori Alfieri e Carbone riassumono le risposte in inglese).

Ripresa della conversazione in italiano

- risponde alle terapie, le quali non sono state cambiate (rispetto a Santa Marta). Sono state potenziate secondo l'evoluzione del quadro clinico.

- è aiutato con l'ossigeno quando necessario

- sta con il respiro spontaneo, non esterno o meccanico

- (la giornalista Franca Giansoldati in una domanda articolata chiede sul perché non sono state divulgate fotografie della degenza di Francesco)

- il prof. Alfieri risponde: se porto mia mamma, 99 anni, in ospedale sarà in vestaglia allora non metterei in giro delle sue fotografie. Per il Papa vale lo stesso. Ecco il perché non ci sono foto

- a Santa Marta lo seguiranno l'infermiere Massimiliano Strappetti e il dr. Luigi Carbone.

- tornerà a casa quando finirà la parte acuta o più acuta. Quella cronica resterà per sempre. Altrimenti non si parlerebbe di malattie croniche.

- il bollettino che parla di polmonite era per chiarire meglio.

- lui sa di essere in pericolo e ha chiesto di dirlo.

- il futuro è rischioso. Adesso le infezioni sono solo nei polmoni. Ma se girano e vanno ad attaccare altri organi, allora sì che questo diventa il rischio alto.

 

Uno sguardo medico preciso e comprensibile sulle malattie del Papa (Michele Bocci per “La Repubblica”). La complessità gigantesca delle terapie farmacologiche.

Il dr. Massimo Andreoni è il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e professore emerito di Tor Vergata.

Nel bollettino N° 5 si parla di un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, cosa significa?

«Significa che l’infezione che si trova a livello dei bronchi si è instaurata in una situazione di patologia polmonare cronica, caratterizzata appunto da bronchiectasie, cioè dilatazione dei condotti dell’apparato respiratorio ma anche di asma. Questo, invece, dà uno spasmo bronchiale, che provoca un’insufficienza respiratoria, visto che non fa arrivare bene l’ossigeno ai polmoni».

Si tratta di problemi cronici diffusi?

«Sì, sono discretamente frequenti nella popolazione più anziana. Del resto, i problemi polmonari insieme a quelli cardiaci sono i più comuni tra le persone che hanno superato una certa età».

Perché il trattamento è complesso?

«Perché l’infezione è dovuta a germi diversi e la contemporanea componente asmatica richiede il trattamento con il cortisone, che da un lato riduce i sintomi di quella patologia ma dall’altro comporta una riduzione delle difese dell’organismo, proprio nel momento in cui c’è bisogno di combattere i batteri».

Gli antibiotici sono efficaci in questi casi? La terapia è pesante?

«La terapia prevede l’uso di diversi antibiotici contemporaneamente proprio per controllare l’infezione dovuta a germi diversi. Questo ovviamente determina un quadro di maggiore tossicità farmacologica che comunque nella maggior parte dei casi è molto ben tollerata».

I medici del Gemelli hanno cambiato di nuovo la terapia, cosa vuol dire?

«Probabilmente ci sono nuovi esami microbiologici che dimostrano una maggiore attività, quindi superiore efficacia, di antibiotici fino ad ora non utilizzati».