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domenica 26 dicembre 2010

Avviati alla beatificazione i genitori del fondatore dei Francescani dell'Immacolata.



Uno degli eredi dei coniugi Manelli, Stefano Maria, fondò nel 1990 l'ordine dei Francescani dell'Immacolata, che in pochi anni è giunto a comprendere almeno mille tra frati e suore. Un altro, Pio, ha avuto a sua volta nove figli, di cui sette entrati anch'essi nell'ordine religioso. "Oggi la famiglia conta in tutto duecento persone: una discendenza grandiosa"

CITTA' DEL VATICANO - Nonostante in casa entrasse solo lo stipendio di lui, ebbero in tutto 21 figli: un esempio di "fiducia" e di "accettazione" cristiana che la Chiesa, con la causa di beatificazione della coppia, indica anche alle famiglie di oggi. Le vite di "sposi e genitori esemplari" di Settimio Manelli (1886-1978) e Licia Gualandris (1907-2004), approdano al processo per l'elevazione all'onore degli altari. Domani alle 12.00, infatti, nell'Aula della Conciliazione del Vicariato di Roma, si aprirà ufficialmente la causa con la costituzione del Tribunale diocesano e col giuramento dei membri e del postulatore, padre Massimiliano Pio M. Maffei, e della vice postulatrice, madre M. Grazia Palma.

La particolarità e la "fecondità" della discendenza dei Manelli sta anche nel fatto che uno dei 21 figli, Stefano Maria, fondò nel 1990 l'ordine dei Francescani dell'Immacolata, che in pochi anni è giunto a comprendere almeno mille tra frati e suore, mentre un altro, Pio, ha avuto a sua volta nove figli, di cui sette entrati anch'essi nell'ordine religioso. "Oggi, tra figli ancora in vita, nipoti e pronipoti, la famiglia conta in tutto duecento persone: una discendenza grandiosa", dice padre Stefano Maria alla vigilia della cerimonia in Vicariato.

Settimio Manelli, originario di Teramo, insegnante e preside nelle scuole medie, e Licia Gualandris, nata a Nembro (Bergamo), si sposarono nel 1926 e vissero a Roma. Entrambi, fin dal 1924, conobbero da vicino Padre Pio, di cui divennero figli spirituali (e che definì Settimio "un cristiano tutto d'un pezzo") e fecero professione di terziari francescani. Pur in tempi segnati dalla guerra e da condizioni economiche disagiate non esitarono ad accettare i 21 figli come veri "doni di Dio". "Ricordo un episodio di quando avevo 10 anni - racconta padre Stefano Maria -. Papà entrò in casa e mamma gli disse timidamente, quasi sottovoce: 'sai che sono di nuovo incinta?': E lui: 'vedi? C'è un'altra fiamma che Dio ha acceso'". "Il loro esempio - prosegue - era di accettare la vita, non rifiutarla mai. E anche questo derivava dalla grande scuola di Padre Pio, con una condotta fedelissima al Vangelo". Il religioso ricorda che un giorno il santo di Pietrelcina, dinanzi a una platea di docenti, indicò Settimio Manelli come un uomo che "osserva e vive il Vangelo alla lettera", cioè la sua "norma vera e concreta".
Le cose non furono facili, durante la guerra non arrivava neanche lo stipendio da professore e si andava avanti "con l'aiuto dei negozianti, che facevano credito". Ma quello che aiutava a mandare avanti "l'impresa" - così la chiama padre Stefano - di una famiglia così numerosa "era l'assistenza di Dio, l'aiuto della Provvidenza". "Papà e mamma - aggiunge - ci invitavano sempre ad avere fiducia nella Provvidenza, ne attendevano l'arrivo in casa come se fosse una persona".

Sta di fatto che dei 13 figli rimasti, "otto si sono laureati, e comunque tutti si sono sistemati". Un messaggio "per la vita e per la famiglia", quello dei Manelli, di fronte ai nuclei "disastrati" di oggi. Anche la "fiducia", però, secondo padre Stefano, "si coltiva, in particolare con la preghiera". "Papà - racconta - faceva la comunione tutte le mattine, andando a messa presto prima di correre a scuola".

L'arrivo alla causa di beatificazione, poi, tempo fa ritenuto difficile, "è stato guidato dall'alto". "Oggi sono i nostri padrini - dice dei genitori padre Stefano pensando al suo ordine Francescano dell'Immacolata - Una volta beati saranno i nostri protettori".


12 commenti:

  1. Un fondatore di una famiglia religiosa che pone come patroni di essa i propri genitori carnali ???????

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  2. Beh, avere per candidato santo un collega, è imbarazzante . . .

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  3. Mai sentito parlare di un tal San Giovanni Bosco e di sua mamma Margherita? Per consigli su come organizzare il Paradiso, S.Pietro la riceverà in persona perché finora, senza il suo consiglio non ha proprio saputo come fare ...

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  4. Grandi personaggi, grandissima Fede. Da imitare in tutto e per tutto.
    Deo gratias

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  5. Andreas, mai sentito parlare di agiografia??? Santa Monica e Sant'Agostino, Benedetto e la gemella Scolastica ed altri casi più o meno noti come, ad esempio, Sant'Alferio Pappacarbone ed il nipote  San Pietro Pappacarbone. Avremo Molti Manelli santi, bene, ma mai credo che un figlio carnale possa fare l'atto di superbia di porre come patroni del proprio istituto i suoi genitori naturali,  sa  di vanagloria  e credo sia  poco francescano.

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  6. Francescano dell'Immacolata27 dicembre 2010 alle ore 11:25

    Critiche inutili. Molti di noi frati hanno conosciuto personalmente almeno la mamma Licia, apprezzandone le virtù cristiane e percependo l'affetto soprannaturale che portava per ciascuno. Riconosciamo in questi coniugi degli speciali intercessori in tutta spontaneità. Bisognerebbe chiedere loro di essere più semplici e umili e meno polemici e superbi.

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  7. Francescano dell'Immacolata27 dicembre 2010 alle ore 12:10

    <span>Critiche inutili. Molti di noi frati hanno conosciuto personalmente almeno la mamma Licia, apprezzandone le virtù cristiane e percependo l'affetto soprannaturale che portava per ciascuno. Riconosciamo in questi coniugi degli speciali intercessori in tutta spontaneità. Bisognerebbe chiedere loro di intercedere affinché i blogghisti polemici e superbi diventino più umili e meno fatui.</span>

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  8. Ei suoi nonni? Un figlio non può indicare i propri genitori come santi e patroni, c'è la Chiesa che decide, almeno spero. Molta gente in passato ha vissuto santamente, forse anche i suoi nonni o i miei,o i vostri stessi genitori defunti? Allora che fare? se si è padre Manelli si può aprire un processo, appunto dico, apra un processo pure per i suoi nonni e magarianche per i miei. Siamo alla parodia della santità. Occorrerebbe solo tanta santa umiltà.

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  9. scempiaggini infatti, e fraintendimenti delle parole di padre Stefano. Poi se li faranno beati non vedo nessun problema perchè diventino patroni del vostro ordine. Ovviamente poi non capiscono questi commentatori maligni che se non ci fossero stati i Manelli non ci sarebbe stato nemmeno l'ordine. benvenga quindi che se saranno proclamati beati ne diventino i patroni: non solo non è sbagliato,anzi, è cosa molto sensata e opportuna.

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  10. ma che stai scrivendo?
    "se si è padre Manelli si può aprire un processo, appunto dico, apra un processo pure per i suoi nonni e magari anche per i miei. Siamo alla parodia della santità."...
    per quello che scrivi oserei dire, e senza offesa, che nel tuo caso siamo alla parodia dell'inteligenza.

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  11. Dio cosce bene i suoi figli uno per uno

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