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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

sabato 25 dicembre 2010

Intervista a mons. Guido Marini

«Con il Papa nel mistero dell’Incarnazione»

Parla Marini, maestro delle celebrazioni pontificie
GIANNI CARDINALE

I
l tempo di Natale è ricco di momenti liturgici particolarmente significativi, celebrati da Benedetto XVI in maniera particolarmente solenne. Ne parliamo con monsignor Guido Marini, Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. «Le celebrazioni liturgiche del tempo di Natale – ci dice –, a cominciare dalla Messa della Notte, conducono i fedeli alla contemplazione del mistero dell’Incarnazione. La Chiesa rimane ancora una volta incantata dalla bellezza del mistero di Dio che si rivela come 'Dio con noi', grande e sorprendente nell’amore, il Salvatore. Se c’è una nota tipica della celebrazione eucaristica della Notte, pertanto, questa è lo stupore. E, di conseguenza, della gratitudine in cui sovrabbonda la gioia».

- Ci sono state delle 'novità' introdotte da Benedetto XVI?
Non particolarmente. Vale la pena, forse, ricordare che anche quest’anno la Kalenda, ovvero l’annuncio solenne del Natale, per qualche tempo collocata all’interno della Messa, è cantata al termine della veglia di preghiera. Allo stesso modo, l’omaggio floreale dei bambini al Bambino Gesù, una volta collocato al canto del «Gloria», è ora previsto al termine della Celebrazione eucaristica, quando il Santo Padre si ferma davanti al presepio.

- Il giorno di Natale il Papa imparte la benedizione «Urbi et Orbi». Si tratta di un gesto liturgico?

Si tratta di una benedizione particolarmente solenne, alla quale è legata anche l’Indulgenza plenaria. È un atto natalizio molto suggestivo, anche perché il Santo Padre si rivolge al mondo intero e a tutti i popoli, come è suggerito dalle moltissime lingue nelle quali è formulato l’augurio natalizio.

- Il 31 dicembre Benedetto XVI guida il tradizionale «Te Deum». Qual è il significato di questa celebrazione?

Ricordo anzitutto che il canto del «Te Deum» è collocato al termine della celebrazione dei Vespri. Alla conclusione di un anno, la Chiesa si rivolge al Signore, prostrandosi in adorazione davanti al Santissimo Sacramento esposto e innalza il suo rendimento di grazie. In tal modo la Chiesa riconosce, nell’anno che è passato, la presenza e l’opera del Dio provvidente e buono. Allo stesso tempo la Chiesa avverte l’esigenza di invocare la misericordia di Dio per i peccati dei suoi figli che, con umile e rinnovata speranza, guardano all’anno che verrà. Dando voce a questi movimenti del cuore, così termina il canto del «Te Deum»: «Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno».

- Il 1° gennaio si celebra la Giornata mondiale della pace. Qual è il senso liturgico di quello
che viene laicamente definito il Capodanno?

Anzitutto non si deve dimenticare che il primo giorno dell’anno, liturgicamente, è la solennità della Santissima Madre di Dio. Lo ricordava bene il venerabile Paolo VI [venerabile? ci risulta che Paolo VI sia 'solo' un 'servo di Dio', il titolo di venerabile spettando a coloro per cui sia stata riconociuta con decreto papale della eroicità delle virtù] nel Messaggio della prima Giornata mondiale della pace. Il senso liturgico del «Capodanno» è quello di ritrovare in Cristo, il principe della pace, la vera sorgente della pace nei cuori, tra i popoli e le nazioni. E Maria, che è la Madre del Signore, la invochiamo perché ci ottenga per l’anno che verrà, con la sua materna e potente intercessione, il dono della pace.

- Il 6 gennaio è la solennità dell’Epifania. Qual è il significato autentico di questa festa?

L’Epifania è il giorno nel quale la Chiesa celebra la «manifestazione» del Signore ai Magi dell’Oriente. Quegli antichi saggi, nei quali troviamo rappresentate tutte le genti di ogni nazione e di ogni epoca, riconoscono nel Bambino di Betlemme il Signore, il Re che salva con la sua Passione. In questo senso il 6 gennaio è il giorno in cui la Chiesa vive con particolare intensità la sua dimensione cattolica, universale. Gesù Cristo è l’unico e vero Salvatore del mondo. Ogni uomo ha bisogno di Lui per trovare se stesso ed essere salvo. E i suoi discepoli avvertono con nuova intensità la forza del mandato, che li vuole impegnati nell’annuncio del Vangelo fino ai confini della terra. Mi pare interessante anche ricordare che, in questa solennità, la liturgia prevede il cosiddetto «Annunzio della Pasqua». In tal modo appare chiaro che la manifestazione ai Magi è il primo atto di una sequenza di epifaniemanifestazioni, che sono il tessuto dell’intera esistenza terrena di Cristo.

- Infine la domenica 9 gennaio, festa del Battesimo del Signore, il Papa celebra nella Cappella Sistina. Anche quest’anno la celebrazione sarà «versus altarem» [versus altarem (sic!)? Perché, la Messa faccia al popolo non è anch'essa verso l'altare?]?

Anche quest’anno il Santo Padre, amministrando il Battesimo a 22 bambini, celebrerà rivolto al Crocifisso, la parte della Liturgia Eucaristica. Non deve destare alcuna meraviglia che, per non alterare la bellezza e l’armonia architettonica di una cappella come la Sistina, si celebri all’altare antico, come d’altronde è previsto dalla vigente normativa liturgica. D’altra parte è ormai stato ampiamente chiarito, anche in forma ufficiale, che la celebrazione della Messa, teologicamente e spiritualmente parlando, è sempre rivolta al Signore, anche quando, come è entrato nell’uso, si parla di celebrazione «verso il popolo», a motivo della posizione abituale del celebrante rispetto all’assemblea. È questa la ragione per la quale il Santo Padre, anche quando celebra la Messa rivolto verso i fedeli, ha sull’altare davanti a sé il Crocifisso, segno che orienta al Signore celebrante e assemblea.

-Una curiosità. Benedetto XVI indossa spesso vesti liturgiche particolarmente solenni e impegnative. Con quale criterio vengono scelte?

A dire il vero la curiosità sarebbe se il Santo Padre, e analogamente qualunque altro celebrante, dovesse indossare vesti liturgiche sciatte e banali [sublime risposta, nella sua disarmante ovvietà. Ma la domanda è più che legittima: il passato, prima dell'arrivo dell'intervistato, purtroppo ci ha abituato a molte sgradite 'curiosità']. Nella liturgia tutto deve dare forma a quella bellezza semplice e nobile che è capace di richiamare la bellezza del mistero di Dio. Vale la pena ricordare quanto il Santo Padre ebbe a dire durante il suo viaggio apostolico in Francia, nella Cattedrale di Notre Dame: «La bellezza dei riti non sarà certamente mai abbastanza ricercata, abbastanza curata, abbastanza elaborata, poiché nulla è troppo bello per Dio, che è la Bellezza infinita».

Fonte: Avvenire 24 dicembre 2010, via Papa Ratzinger blog

36 commenti:

  1. A proposito del "venerabile" per Paolo VI, vorrei sottolineare che il titolo di "venerabile" si attribuisce anche ai gran maestri delle logge massoniche, esempio il venerabile Licio Gelli gran maestro della loggia massonica P2..... Anche Bugnini essendo ascritto alla massoneria merita il titolo di "venerabile"......

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  2. A parte gli scherzi, religiosamente parlando Paolo VI non può ancora chiamarsi "venerabile", ma si può chiamare "servo di Dio" (forse!)....

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  3. ooooooohhhh... finalmente anche la redazione comincia a criticare la (presunta) competenza di Guido Marini! Non per niente viene anche lui da Bertone... la pianta va sanata in radice!

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  4. In ogni caso, la casula indossata dal Papa alla Messa di Mezzanotte mi è parsa piuttosto sempliciotta. L'anno scorso, se non ricordo male, era stata utilizzata una bellissima pianeta gemmata, nel 2097 Benedetto XVI aveva addirittura indossato un bellissimo manto sorretto da due cardinali-diaconi durante la processione iniziale e finale. Col passar del tempo, mi pare che anche mons. Guido stia dando forfait...

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  5. Redazione di Messainlatino.it25 dicembre 2010 alle ore 16:47

    Scusa, dove vedi nel post le critiche alla competenza di Guido Marini? A parte la correzione su venerabile/servo di Dio, che è del tutto marginale e scusabile e non incide sulle competenze liturgiche.
    Enrico

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  6. quella sul "versus altarem" mi sembrava una critica, anche se sottile. Però se mi dici che il tono dei commenti è diverso da come l'ho inteso, allora io non posso contraddirti, e ammetto di aver equivocato.

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  7. <span>quella sul "versus altarem" mi sembrava una critica, anche se sottile. Però se mi dici che il tono dei commenti è diverso da come l'ho inteso, allora io non posso contraddirti, e ammetto di aver equivocato. E mi scuso anche. Però a questo punto mi interessa davvero un tuo parere sulla copetenza e sul buon gusto di mons. Guido. Davvero! (senza peli sulla lingua)
    </span>

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  8. Ricambiando gli Auguri di Buon Natale di Nostro Signore alla Redazione e a tutti, a riguardo dell'intervista, segnalo anche questa del 20 dicembre sempre di mons. Guido Marini:
    http://monsguidomarini.blogspot.com/2010/12/il-significato-dellavvento-intervista.html 

    e segnale questa domanda e risposta:


    <span>E quali le particolarità delle liturgie pontificie?</span>
    <span></span>
    Se pure in un contesto peculiare, quale quello dovuto alla presenza del Santo Padre, le liturgie pontificie non possono che presentare le caratteristiche tipiche di questo tempo dell’anno. Con una nota in più: quello della esemplarità. Perché non è mai da dimenticare che le celebrazioni presiedute dal Papa sono chiamate a essere punto di riferimento per l’intera Chiesa. E’ il Papa il Sommo Pontefice, il grande liturgo nella Chiesa, colui che, anche attraverso la celebrazione, esercita un vero e proprio magistero liturgico a cui tutti devono rivolgersi.

    ;)

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  9. Meglio che non te lo dica io un parere sulla competenza di uno che ha come preoccupazione principale quella di rimuovere il triregno dallo stemma di un piviale... Ma perché non li distruggono anche nella Basilica di S. Pietro e ci piazzano una mitra, magari altezza 5 cm alla Piero Marini?
    Che delusione... una delusione che non ha fine.

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  10. C'è stato ben poco di esemplare in quello che abbiamo visto ieri. Strombazzate, scoregge e urla a tutto spiano. Mitre ornate ai concelebranti.
    Organista molto discutibile. Tempi male studiati. Complimenti, era difficile fare così male.

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  11. non è stato Mons. Maestro a usare il termine "versus altarem", ma l'intervistatore.

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  12. accuso la troppa fretta con cui ho letto l'articolo e mi scuso.

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  13. aggiungo  che è abitudine di avvenire di parlare di celebrazione versus altarem... col che si capisce molto bene quanta competenza abbia quella redazione in materia liturgica...

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  14. E poi quel terrificante Alleluia naif che da trent'anni sentiamo gracchiare e schitarrare in tutte le parrocchie e in tutte le messe dell'anno liturgico...! Patetico!

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  15. Innanzitutto Buon Natale a tutti. Io ho seguito la celebrezione  in televisione, Sono rimasto sconcertato, quando ho visto l'agitarsi inquietato e inquietante del Maestro della Sistina all'inizio.. un Tu es Petrus infinito, il Santo Padre che aveva già raggiunto il suo posto, perchè messo lì non me la sento di chiamarlo nè cattedra nè trono,  ha dovuto aspettare che la Sistina intonasse anche l'introito prima di dare inizio alla Santa Messa. per non parlare dei vari interventi musicali di solisti e coro, tra cui segnalo il "tenore" che ha scambiato una Celebrazione Papale con L'Arena di Verona.. ma che c'entra quel modo di cantare con una Messa, con la polifonia, con ilraccoglimento che il tutto dovrebbebispirare nei fedeli? sembrava la sagra dell'urlo e dell'ululato. Inquadrature ai concelebranti spazientiti che rivolgono sguardi allibiti ai cantori o , peggio, che guardano continuamente l'orologio.. ma.. il tempo che si passa all'altare in comunine col Signore noncredo un sacerdote, ancorchè Vescovo o Cardinale, dovrebbe mai quantificarlo... ora.. io da ignorante in materia quale sono, rimango comunque sconcerato e molto molto deluso.... grazi eper l'attenzione e ancora Auguri...Alessandro da CAgliari

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  16. Nobis quoque peccatoribus26 dicembre 2010 alle ore 11:40

    Provate a immaginare il Santo Padre che entra benedicente in basilica il triregno sul capo e assiso sulla sedia gestatoria, per una S. Messa solenne secondo il Rito di S. Pio V accompagnato dal proprio in gregoriano e dalle musiche che i piu' grandi geni dell'umanita' hanno dedicato alla celebrazione della gloria dell'Onnipotente.

    In un brano assai poco citato del recente libro-intervista, Benedetto XVI dice:"Nella Germania cattolica, vi e' un gruppo piuttosto ampio di persone che per cosi' dire stanno in vedetta in attesa di un'occasione per attaccare il Papa. Questo e' un fatto".

    Questo e' un fatto. Ma gli attacchi ai Papi hanno fatto sempre parte della storia della Chiesa. L'importante e' l'efficace reazione o prevenzione.

    FdS

    FdS 

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  17. Ma si può definire gesto liturgico la banale consuetudine dell'omaggio floreale, ma si può credere che si possa sperare in qualcosa di serio da queste riforme ridicole e completamente aliturgiche. La messa di mezzanotte è stata la solita delusione: i ministri impalati a sentire il Kyrie ed il Gloria, i cerimonieri al posto dei cardinali diaconi assistenti, che mancavano, l'assenza di rito,il silenzio dopol'omelia, perchè nella nuova mentalità per ricreare un momento di silenzio nella messa si è scelta una pausa post omiletica.L'incensazione disordinata e rovinata dal protagonismo del cerimoniere che deve essere discoto e deve permenttere ai diaconi di affiancare il papa e di tenergli i lembi della casula, sempre la stessa, in modo da ridare dignità e bellezza al rito dell'incensazione che si dovrebbe spostare durante il canto del Kyrie.I chierici del libro e della bugia, ora trasformata in microfono, perchè non potrebbero nuovamnte indossare i piviali? Il crocifero dovrebbe essere parato di dalmatica, i diaconi potrebbero assumere dietro al papa la tradizionale romana formazione a ''treno'', in colonna cioè. All'altare si dovrebbe salire e lo si dovrebbe baciare dopo aver chiesto perdono, dopo l' ''atto penitenziale'', ci sono troppi errori logici, in queste cerimonie. Vorrei tornare al Kyrie: i ministri, Papa compreso, impalati, inpiedi, si potrebbe razionalizzare i tempi e sfruttare il tempo del canto dei , spero nove , Kyrie incensado l'altare. Al Gloria, in parte polifonico, perchè non si siede e si resta impalati come dei processati  su di un palco. Il Papa si è inginocchiato all''Incarnatus'', bene, ma era rivolto verso l'assemblea perchè il '' trono'' è ,una sedia da udienze ,  situato verso la navata centrale e non rivolto al Signore. Proporrei di far sedere il Pontefice in navata almeno sarebbe orientato al Crocefisso, all'altare, in mezzo alla gente semplice al popolo di Dio, come era nei primissimi tempi. Non da ultimo perchè Marini nuovo, invece di pensare alle facezie non prende coscienza del rito antico e lo adegua al nuovo. Le messe papali sono esteticamente brutte, il prete assistente cardinale, anche se abolito, potrebbe tornare anche lui, e mile altre cose di rito, rito che manca oggi alla nostra ars celebrandi.Spero che Marini, il quale noi tutti rispettiamo e consideriamo, possa leggere queste umili proposte di un giovane fedele, non dimenticheremo mai, Monsignore le grandi cose che lei ha fatte, ma c'è ancora molto , troppo da fare, un laboratorio che non si esaurisce certo alla bellissima innovazione-restaurazione del servizio di candelieri e croce sulla mensa.

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  18. Alcune osservazioni:
    1. E' veramente sbalorditivo come la messa papale venga trattata alla stregua di uno spettacolo di balletto ("ars celebrandi!") con commenti degni più che di fedeli, di coreografi, scenegiaitori, costumisti e forse perfino truccatori. 
    2. Nella liturgia delle grandi basiliche perfino il più  accanito avversario del Concilio è costretto a celebrare davanti al popolo. Del resto questo è il modo originario. Voltare le spalle ai fedeli avrebbe significato pregare rivolti non verso Dio, ma verso la cattedra episcopale situata al centro dell'abside. Quando è invalso  l'uso delle celebrazioni private, quando la messa è diventata (anche) un elemento di devozione personale, specialmente nei monasteri in cui la presenza della plebs Dei non era più necessaria l'orientamento del celebrante è mutato. In ogni modo questo avveniva nelle cappelle laterali, non all'altar maggiore che, come si può  vedere a Sant' Antimo, è sempre all'incrocio delle navate con il transetto ed è rivolto verso l'ingresso della Chiesa
    3. Il crocifisso (non la croce) collocato sulla mensa dell'altare è  un fatto relativamente recente.In molte chiese romaniche lo si può invece vedere messo in alto, pependicolare alla mensa
    3. Infine possibile che su di un sito che sia chiama "messa in latino" nessuno si sia accorto che 'altare' è neutro e che quindi 'versus altarem' è un errore da matita blu?

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  19. CONTINUATE A MANGIARVI I GOMITI!!!AAHAHAHAHAHAH!!!

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  20. almeno a noi quelli son rimasti...

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  21. L'anno scorso il Papa ha indossato una casula. La pianeta l'ha indossata all'Epifania e a Pasqua 2010, oltre altre celebrazioni ( Mercoledì delle ceneri, venerdì santo..) Il manto l'ha indossato al Te Deum e mai alla Messa di Natale!!

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  22. forse è questo che intendevo dire nel mio commneto?? TI RISPONDO SOLO UNA COSA: il concilio lateranense IV ha più peso del vaticano II... se capisci cosa intendo dire sulla celebrazione "con le spalle ai fedeli"...

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  23. Ricordo perfettamente che, la notte di Natale del 2007, Benedetto XVI fece ingresso in Basilica indossando un solenne piviale bianco sostenuto da due cardinali diaconi e la cosa, ovviamente, si ripetè per il corteo di uscita. Se lei non lo ricorda, ricerchi le immagini di quel Natale su internet e si ricrederà. Ricordo di essere stato molto colpito e anche sorpreso e commosso dalla solennità di quei paramenti, anche perchè uscivamo dal lungo e oscuro regno di Piero Marini. Per quanto riguarda, invece, la pianeta gemmata bianca, effettivamente l'ha indossata nell'ultima Pasqua e forse mai a Natale, ha ragione lei. Vero è, tuttavia, che nelle prime benedizioni urbi et orbi dell'apoca di mons. Guido (2007 e 2008) Benedetto XVI appariva dal loggione di S. Pietro in piviale e mitria estremamente solenni (gli stessi indossati normalmente al Te Deum di fine anno) e, personalmente, mi piaceva molto di più con quei parati rispetto alla semplice mozzetta con cui benedice abitualmente i fedeli da un paio d'anni a questa parte. Per le benedizioni solenni, onestamente parlando, il piviale e la mitria mi sembrano più adatti rispetto alla mozzatta.

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  24. "del resto questo è il modo originario"  questa è un pia illusione dei liturgisti ereticheggianti ampiamente smentita dagli studi recenti.....

    Nelle basiliche romane non si celebravaq davanti al popolo, ma ad orientem, solo che l'oriente non si trovava dalla parte dell'abside, ma alle porte della basilica e anche i fedeli si volgevano verso oriente......

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  25. Ma hai bevuto? Manco vin a Nadal, sai nini?

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  26. Ovviamente mi riferisco a sancta simplicitas.

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  27. Nobis quoque peccatoribus27 dicembre 2010 alle ore 01:22

    Son lieto che Bue muto abbia parlato.

    In questa materia anche i paramenti hanno la loro importanza, liturgica.

    S. Pietro e S. Giovanni in laterano, solo per nominare le due principali, hanno l'abside rivolta ad occidente e pertanto l'altar maggiore e' rivolto ad oriente, secondo la Tradizione.

    FdS

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  28. l'unico appunto che facco a Monsignore è quello di NON ribellarsi a Palombella un ROVINA LITURGIA, IGNORANTE , PRESUNTUOSO E CAFONE!!!

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  29. Ma guardi che "ars celebrandi" è un espressione magisteriale, e non ha nulla a che fare con la coreografia!!!

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  30. Cara Sancta Simplicitas,

                            La puntualità delle sue osservazioni è esemplare, però:

    1) "Ars celebrandi" è un termine magisteriale utilizzato dallon stesso Pontefice e non ha nulla che richiami la coreografia;

    2)  Non si critica la posizione del pontefice celebrante sugli altari basilicari, bensì la collocazione della catterdra che, da quarant'anni a questa parte non ha mai trovato un suo posto...l'unico luogo idoneo al collocamento di essa è dietro l'altar maggiore faccia al crocifisso, anche per evitare l'imbarazzante stacchetto delle guardie in completo nero che al termine dell'incensazione irrompono sull'altare a deporre poltrone e sgabelli.

    3)  Non entri con incompetenza nella discussione relativa al posizionamento antico dell'altare, giacchè su tale questione esiste già un ampia letteratura che sfata ciò lei sostiene (cfr. U. Lang, Rivolti al Signore)

    4) La croce sull'altare un fatto recente?!?....

    5) L'errore di latino probabilmente è sfuggito alla Redazione in quanto già presente nell'originale. Se poi fosse una svista di Mons. Marini, farlo notare è cosa volgarissima.

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  31. Ma se invece di insultare (una amico) e di affermare categoricamente (bue muto) provaste a portare qualche argomento?  Quanto al celebrare versus orientem c'entra poco: rimane il fatto che si celebrava avendo il popolo davanti e non dietro. Se poi vi piace di più la disposizione medievale e soprattutto barocca e tridentina, padronissimi. Non sono di quelli che scomunicano chi la pensa diversamente

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  32. Mi sa che circa il Natale 2007 si ricorda male...

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  33. "Altarem"non esiste!! Il sostantivo e' neutro!!!Chi non sa,taccia!!

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  34. mi permetto di dire una cosa...
    io sono uno di quelli che da molta importanza al rito e alla sua preparazione, ammetto anche di essere molto affezionato alla messa di Pio V (infatti penso fortemente di celebrare la mia prima messa con questo rito), mi vien però da ribattere a "Ospite" (anche se andrò contro ai miei principi): ormai il Concilio Vaticano II è stato fatto da circa 50 anni... non possiamo pensare che nelle messe più improtanti il Papa utilizzi un rito che, purtroppo, da molti è considerato un rito morto e vecchio, perchè Egli essendo il rappresentate maggiore della chiesa deve integrare in se tutte le idee e quindi per non creare  "scandali" (dico scandali perchè gli ignoranti e i modernisti si scandalizzerebbero vedendo il papa in sede gestatoria e celebrare VO). Accettiamo quindi tutto ciò che prevede il rito di Paolo VI, anche se non lo condividiamo.

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  35. Direi che ti confondi e anche tanto, con il Te Deum del 2007. il Papa non ha mai indossato il manto alla messa di natale

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