Una raccolta di articoli scritti da Gianfranco Amato nell’arco di un anno (2009-2010) per alcune testate giornalistiche, come "Avvenire”, “Il Sussidiario.net”, “l’Occidentale”, “l’Opinione delle Libertà”. Il criterio utilizzato nella redazione degli articoli è quello di un giudizio che scaturisce dalla valutazione di un preciso fatto di cronaca, con uno sguardo particolarmente rivolto a ciò che sta accadendo in Gran Bretagna, possibile futuro paradigma dei rischi che corriamo. I temi toccati – che spaziano dalla bioetica alla libertà religiosa – non sono mai affrontati nell’ottica di un’astrazione intellettuale, ma vengono analizzati partendo sempre dall’osservazione di un episodio realmente accaduto, dalla concretezza dell’ordinario vissuto quotidiano. Questo metodo della narrazione cronachistica rende ancora più immediatamente percettibili i pericoli che sta correndo la società contemporanea nel suo disperato tentativo di esiliare Dio. Il titolo scelto per il libro, Un anno alla finestra, nasce proprio dal desiderio di osservare la realtà con uno sguardo umano libero e intelligente, ovvero cristiano. L’arco temporale preso in considerazione è di dodici mesi esatti: dal marzo 2009 al marzo 2010, e la lettura sequenziale degli articoli riesce a mostrare un’impressionante vision d’ensemble dei mutamenti antropologici in atto nella società contemporanea. Un solo anno è più che sufficiente per rendere efficacemente l’idea di quello che sta accadendo attorno a noi, e per offrirci la fotografia impietosa di una civiltà che sta per smarrire il senso della sua stessa esistenza.
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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<p><span><span>Mi si è avvicinata da dietro, appena uscito dal portone. Sembrava andasse a zonzo, per i fatti suoi, a trovare chissacchì. Nera come la pece, sui trent’anni, il volto butterato e il corpo sgraziato di chi lo spreme fin dall’infanzia in lavori degradanti o troppo faticosi. Troppo brutta per fare la prostituta e troppo inadeguata per lavorare, ad ore, in qualche linda casa italiana. Me l’immagino con una scopa in mano, magari a pulire il bagno di qualche stazione di servizio, o a raccogliere pomodori per quattro soldi nelle nostre campagne. A dormire in una topaia.</span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span>Con gli occhi fissi su un foulard che va piegando mentre cammina, e con la voce bassa di chi non sa se vuol farsi sentire mi chiede qualcosa per mangiare ed io, col solito fastidio che ti da l’incontro con chi sta molto peggio, frugo nella scarsella e dal mucchietto di monete estraggo due Euro, e glieli do. </span></span>
</p><p><span><span>Il suo convinto “Dio la benedica”, anch’esso sussurrato per non farlo sentire ad altri, mi colpisce nell’anima e mi strappa un “grazie” imbarazzato. E, improvvisa, monta la sensazione di avere fatto un affare troppo vantaggioso, strappando quella benedizione per un prezzo ridicolo, e mi pervade una sottile ma profonda pace che mi inumidisce gli occhi. </span></span>
</p><p><span><span>E ancora più imbarazzo. La voglia di fermarmi ed aggiungere un “rinforzino” a quell’elemosina. La voglia di aggiungere un sorriso o un “come va?” all’indifferenza con la quale ho sganciato la moneta.</span></span>
</p><p><span><span>Troppo tardi. Il momento è passato. Mi ricalo nella mia parte, ma sto meglio. </span></span>
</p><p><span><span>Qualche minuto dopo, in Piazza della Signoria, un suonatore polacco di chitarra classica regala un concerto di grande qualità per poche monete da buttare nella custodia dello strumento. Note struggenti per premiare la disattenzione dello struscio turistico.</span></span>
</p><p><span><span>Perle ai porci.</span></span></p>
...questa grande notizia,
RispondiEliminariportata dal blog unafides:
verso una definizione infallibile del Papa Benedetto XVI?
<span><span>Il sito<span> </span>catolicidad<span> </span>riporta alcuni aggiornamenti sulle riunioni di dialogo volute dal Papa tra la FSSPX e Roma e nello stesso tempo si chiede se si stia andando verso una definizione infallibile del Papa Benedetto XVI. Certo a questo punto della confusione che si è generata in questi ultimi decenni si sente come improrogabile una parola di tal rango magisteriale: «il Papa, anche "seorsim", è sempre in grado - per dirla con S. Bonaventura - di "reparare universa" perfino nel caso che "omnia destructa fuissent"» (Mons. Brunero Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II, Un discorso da fare, Supplica al Santo Padre). Anche il vaticanista<span> </span>Sandro Magister<span> </span>si addentra dettagliatamente nell'analisi di una tale ipotesi: Che dire? se son rose, fioriranno. Certo è che la Chiesa ha sete di chiarezza e di pace, e solo il Papa ce le può dare. Preghiamo dunque per il Papa!Nel frattempo riproponiamo (e sottoscriviamo) la supplica di Mons. Gherardini:(segue <span><span><span>Supplica al Santo Padre)</span></span></span></span></span>
su
RispondiEliminahttp://catolicidad-catolicidad.blogspot.com/
si riferisce una "disillusione" tra i membri della FSSPX, a causa della carenza di
PRECISIONE TEOLOGICA delle discussioni orali:
<span>".....se refiere a que Mons. de Galarreta, "al evaluar estas discusiones, él distingue entre el simple hecho de que se estén llevando a cabo y su contenido. Por lo que respecta a su contenido, dice que el equipo de la FSSPX está desilusionado con <span>las discusiones orales</span> porque, de acuerdo a lo que me comentó otro miembro del equipo, "Ellas<span> carecen de precisión teológica. </span>Dos líneas de pensamiento que no pueden encontrarse producen<span> no un diálogo sino dos monólogos</span>. Sin embargo, los Romanos son amables con nosotros, y así es que las reuniones se parecen menos al vinagre que a la mayonesa. Decimos lo que pensamos<span>. No nos estamos dejando guiar por ilusiones".</span> </span>
<span>Pero el Obispo sí comenta que el producto escrito de las discusiones del antes y del después de las reuniones constituirá un expediente valioso para la <span>demarcación de la Verdad Católica".</span></span>
--------------------
Vedremo se il Papa si farà concretamente segno di unificazione definitiva della Chiesa frammentata e agitata da venti multidirezionali, liberandola dalla precarietà dottrinale e liturgica permanente da 45 anni, e ridonando a tutti i fedeli smarriti la sicura e incontestabile
<span><span>"demarcación de la Verdad Católica".</span></span>