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giovedì 8 luglio 2010

Ancora sulla musica liturgica postconciliare

Un cortese lettore, che firma con arguto pseudonimo, ci manda queste osservazioni in merito al post apparso alcuni giorni fa circa il 'progresso' musicale dovuto alla riforma liturgica.


Scrivo da Bari e dall’alto dei miei 85 anni posso permettermi di commentare a braccio quanto ho letto nel post che un ameno lettore vi ha inviato, quale florilegio del magistero liturgico-musicale dell’Istituto diocesano di Musica Sacra della mia città.
L'Estensore del documento in oggetto, cui solo il concedere il beneficio della buona fede potrebbe evitare le pene canoniche – trattandosi di un chierico-, non considera che la politica "culturale" e cultuale espressa dall'Ufficio Liturgico Nazionale, di cui egli è stato magna pars, negli ultimi 25 anni ha portato allo stato di degrado generale della musica sacra e liturgica ovunque, cosa che è riflesso dello sviamento cui è stata sottoposta la Liturgia in tutto il suo complesso, a causa di interpretazioni dissennate dei documenti conciliari ed in spregio più assoluto al Magistero della Chiesa.
Non pretendo dilungarmi in una disamina giudiziaria del caso, per cui procederò per saltum.
Sorvolo sui commenti teologici espressi dall’Autore, poiché io (al pari suo) non sono teologo, ma gradirei che si sottoponessero le affermazioni in dicta materia al parere di un teologo cattolico.
Sulla bontà dei testi sottostanti le composizioni musicali per uso liturgico, dal punto di vista poetico e dottrinario, ci sarebbe da fare un discorso lungo, articolato e complesso, ma mi limito a dare un solo vivo suggerimento, e cioè abbandonare velleitarismi poetici tanto in voga, in un momento storico in cui una cavalcante iperproduzione quantitativa ha fatto deprimere la qualità a livelli ridicoli (tutti scrivono poesia, tutti scrivono musica, la più sperduta parrocchia li stampa, le foreste amazzoniche periscono!).
Basterebbe scegliere i testi liturgici, ancor meglio in latino, per la garanzia assoluta di non sconfinare in vellicanti territori eterodossi - oggi così sfacciatamente percorsi anche dalle più sprovvedute “animatrici” musicali - e credo che, alla fine, parecchi autori viventi (e non) ne uscirebbero con le ossa rotte, e quindi non solo gli scrittori ormai "defunti da un pezzo" (tanto per parafrasare Totò) delle c.d. sdolcinate nenie anni '30-'40.
Tutto sommato quelle melodie (“romanze” dice l’Autore) le cantavano quasi tutti, a volte in maniera semplice e pittoresca, mentre gli attuali c.d. "canti assembleari" - e principalmente quelli venuti nell'ultimo trentennio, perchè parte della produzione a cavallo degli anni 1965/75 ancora "miracolosamente" conservava a volte una dignità sua propria - sono perlopiù appannaggio di gruppi giovanili o giovanilistici all'uopo istruiti (forse il termine è troppo pretenzioso, ma i benevoli lettori lo concedano), cui qualche fedele più volenteroso tenta di accodarsi.
Sorvolo pianamente su affermazioni "canto adatto ad ogni tempo dell'anno liturgico", che si commentano da sole.
Sulla questione del livello musicale delle composizioni, le riserve restano profonde e motivate e, senza scomodare l'autorità del mai dimenticato M° Bartolucci, anche i meno avveduti possono accorgersi chiaramente che il repertorio in uso - con alcune rare eccezioni - è composto di scopiazzature evidenti della musica leggera di quart’ordine, quasi sempre attardate su moduli di un ventennio precedente (evidentemente gli archeologismi tanto deprecati da Pio XII sono consueti nella vasta messe degli scrittori e compositori odierni).
Sul punto invito ad ascoltare il repertorio del ben noto progetto "Frammenti di luce" - adeguatamente foraggiato da CEI, ULN, varie diocesi, ordini e congregazioni religiose, oltre all’Esercito della Salvezza, l’INAM, l’Inadel, l’ENPAS e forse anche l’ONMI - con corsi rivolti ai soliti operatori liturgici: ricalco di atmosfere musicali disneyane di fine anni '90 (La bella e la bestia, Aladin etc etc), senza che si possa ascoltare qualche frammento di ... gregoriano o di musica organistica.
Dai corsi Co.Perlim pare risulti pure esonerato un gregorianista di valore, quale è p. Gennaro Becchimanzi ofm: evidentemente i 31 brani gregoriani (dico 31, in essi considerati per capita il Kyrie, il Gloria, il Sanctus, il Benedictus, l'Agnus Dei della Missa de Angelis.....) riportati, bontà loro, nel recente Repertorio Nazionale, sono sufficienti.
Gli allievi ne vengono fuori (titolati), ma senza una idea precisa della Liturgia romano-cattolica, del Magistero (con la M) musicale della Chiesa, della Storia della musica e del canto liturgico, e con una formazione tuttalpiù funzionalistica e basta.
Senza i fondamentali essi continueranno, per altri 30 anni ancora, a ritenere che si possa cantare tutto durante la Messa, purchè canti l’Assemblea, che l’organo deve stare nella navata, vicino all’assemblea, che la Liturgia può essere adattata a tutte le necessità dell’Assemblea (o meglio del prete di turno) e così via: insomma tutto quell’armamentario di becero “conciliarismo liturgico-musicale” che ci è stato ammannito negli ultimi 40 anni.
Prima di tale epoca, almeno, si considerava la Liturgia qualcosa di meno manomissibile a piacimento del parroco, né tantomeno dell’organista, e neppure della sedicente maestra di coro sine titulo che – invasata da sacro furore panico (novella Ildegarda?) – domenicalmente si sbraccia in presbiterio (con un colorato camice che farebbe sganasciare la più ridanciana congregazione battista della Louisiana) per coinvolgere assonnati fedeli, in canti che di liturgico hanno ben poco.
Vengo al discorso locale, sebbene fin qui tanto materiale veniva tratto da illuminanti “fioretti” musicali delle diocesi meridionali.
Nella città di Bari - ove hanno operato nel corso del XX sec. figure benemerite nel campo della musica sacra - nella Diocesi e in tutte le circoscrizioni ecclesiastiche pugliesi la situazione è alquanto triste; pietatis causa non tocco il tasto dei magnificati gruppi parrocchiali, giovanili, cori di anziani et similia sparsi un pò ovunque, quasi sempre affidati all'improvvisazione più totale (musicale, liturgica, culturale e pastorale), sebbene ci siano realtà dignitose in alcuni luoghi (perlopiù delegate al volontarismo di qualche direttore considerato alquanto "stravagante" ed amico di qualche arciprete-residuato bellico, o di qualche organista, quasi sempre filo-luterano suo malgrado ed in virtù degli studi di Conservatorio).
Rammento che la cattedrale metropolitana del capoluogo è priva di schola cantorum e pure di un coro che stabilmente svolga il servizio liturgico (ma oggidì questo non suscita in alcuno né scandalo, né il menomo sentimento di compassione); la Pont. Basilica di S. Nicola - chiesa di dignità e venerazione sovranazionale - ha un coro che potrebbe dignitosamente servire in una parrocchia di campagna, e non più.
Le parrocchie si barcamenano come possono, qualche rettoria tenta l’irrealizzabile: ma su questi ultimi casi, da un punto di vista logistico-strutturale non posso interloquire, restando in piedi il problema delle scelte di repertorio, su cui, sia permessa una parola.
A mò di esempio si consulti il nutrito elenco di canti liturgici (sic!) della parrocchia barese di S. Cecilia (poveretta...).
Vi è accolto dell'inverosimile: da Jesus what a wonderful child di Mariah Carey (!), all'ormai cattolicamente acclimatato “Oh happy day”, fino a "Tengo fame" di Castellacci-Paulicelli-Belardinelli, ........ e perché non "Ho famiglia" di M. Cencelli, "Ridotto in questo stato dal cognato" di Bellavista-Arbore- De Crescenzo-Mazza..... pardon!
Se neppure in casa propria si riesce a dare qualche indicazione di verità, allora perbacco! non si pontifichi, pubblicando e pubblicando e ripubblicando e facendo acquistare a parrocchie, case religiose, istituti, diocesi, luoghi pii, mense vescovili, fabbricerie, romitaggi e cenobi!
L'Autore dello scritto è anche il sostenitore dei corsi già sopra menzionati per animatore liturgico (essendo notorio che la Liturgia è in fase terminale e si necessita, da diversi anni, l'assistenza di tali figure professionali [quasi sempre volontaristicamente gratuite]) che negli ultimi tempi, altresì in forme specialistiche (!) - con la fattiva collaborazione di qualche illuminato Conservatorio della Repubblica - vengono impartiti anche "on line", evitando con brevi e comodi sussidi via internet, di buttare il sangue (sit venia verbo) per qualche anno a fare la GAVETTA in una qualche cantoria di parrocchia o di cattedrale, parallelamente agli studi curricolari di conservatorio, fra organo, canti per i fedeli, repertorio gregoriano, un pò di sana polifonia antica, moderna e contemporanea, i salti mortali per insegnare al diacono permanente di turno un dignitoso Exultet e non una insulsa lagna che viene diffusa tramite telefonini ed i-pod (meraviglie della tecnica al posto delle mirabilia Domini), i tentativi per far intonare le parti sue proprie (Messale di papa Paolo VI) al sacerdote o al presule di ogni ordine e grado, dignità e rito – sempre più ostinatamente a digiuno di latino e di gregoriano.
Tutto perchè la koinè liturgico-musicale cattolica vada incontro a tali "magnifiche sorti e progressive" per essere ……… venduta trans Tiberim.
Il diritto romano rivive per mano di questi illuminati epigoni del XXI sec.
Oppure trans Rhenum?
Evidentemente Parisi.... val bene una Messa! ......... non certo gregoriana.

L'occasione è grata per confermarVi i sensi della nostra più alta stima e considerazione.

+Eleuterio Favella, arciv. tit. di Sinossi

25 commenti:

  1. Ecc.mi Ordinariil collegii canonicorum subpressatensiium8 luglio 2010 alle ore 12:48

    che bello!!!

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  2. Commento che sottoscrivo: nel contenuto trasuda competenza vissuta e nella forma, senza scadere nello scomposto (virtù che -cristianamente- invidio), arriva a significativi sarcasmi (cfr.novella Ildegarda). Parole sante.

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  3. Maestro di Cappella affranto8 luglio 2010 alle ore 12:52

    Parisi è una brava persona....in buona fede....
    sono delinquenti coloro che continuano a confermarlo nell'incarico!!!!!
    E ora pure ....Alceste Catella al vertice della Comm Episcopale per la Liturgia.
    In Italia di stupidaggini da post concilio mal digerito ne avremo ancora per anni!

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  4. Maestro di Cappella affranto8 luglio 2010 alle ore 12:52

    Parisi è una brava persona....in buona fede....
    sono delinquenti coloro che continuano a confermarlo nell'incarico!!!!!
    E ora pure ....Alceste Catella al vertice della Comm Episcopale per la Liturgia.
    In Italia di stupidaggini da post concilio mal digerito ne avremo ancora per anni!

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  5. Devo complimentarmi col redattore dell'articolo e, nel contempo, segnalarlo al gruppo di Canto Gregoriano che ci allieta durante la Santa Messa Tridentina nella Basilica di Santa Croce in Cagliari. Questo gruppo, i cui componenti hanno un'età media di circa vent'anni, utilizza il "liber usualis " e non certo quelle pubblicazioni di parisiana memoria sulle quali l'aria fritta la fa da padrone.

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  6. Sei grande, arcivescovo Eleuterio! Ti possiamo clonare?

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  7. qualche anno fa alla Prima Comunione di un nipote, il sacerdote nell'omelia parlò di Martin Luter King e il canto durante la Comunione era la versione italiana del film Disney IL RE LEONE.

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  8. La Messa a Santa Croce è sempre alle 11.30?

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  9. ...anch'io temo che si sia perso lo stampo di consimili eccellentissimi Pastori, degni in tutto e per tutto di tal nome !
    *DONT_KNOW*

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  10.  Gent. mo Giovanni, nella mia parrocchia il viceparroco - gran sostenitore di Parisi - disse: " c'era un uomo di grande fede, questi era Martin Lutero...."

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  11. Viva l'arcivescovo Eleuterio Favella !

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  12. <span>l'arguto pseudonimo che l'Arcivescovo ha scelto per firmare questo dotto e sagace commento è un programma realizzato, infatti vuol significare:  
    "Parlerò liberamente !"  
    ...evviva la Verità che rende liberi !  
    :) </span>

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  13. Come minimo cardinale (!) Eleuterio Favella!
    Da organista e gregorianista sottoscrivo il commento.
    m° Mattia Rossi

    P.S. Al "Maestro di Cappella affranto", a mo' di curiosità, conosce Alceste Catella? Io sono di Casale Monferrato e...  mala tempora currunt...

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  14. Tralasciando una brutta esperienza durante delle cresime in parrocchia mia, in cui facevo servizio (casula minimale; celebrazione sciatta; omelia sociologica lunga e pallosa, che non ha MAI parlato dello Spirito Santo o di Gesù; musica abominevole...la celebrazione, che doveva essere tenuta da un abate, peraltro sulla nostra lunghezza d'onda filotradizionale, su mandato del Vescovo, era stata all'ultimo delegata all'arciprete della Cattedrale, un relitto modernista, per intenderci), mi chiedo...ma che caspita c'entravano Martin Luther King e la musica del Re Leone in una Messa di Prima Comunione?
    Io amo molto sia Martin Luther King che il meraviglioso film Disney, ma non li metterei certo nella Messa, e in una Messa speciale come quella, poi!!

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  15. No alle 11,00. Non mancare!

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  16. Sono, purtroppo per me, poco tollerante, forse un pochino fazioso e facile all'invettiva (ma, come dicono i postconciliari l'inferno è vuoto e Dio, affinchè rimanga tale, perdonerà anche me) e di Martin Luther (già il nome...)King mi interessa assai poco. Non è un martire dell'odio razziale ma, sembra, vittima di un tale da lui abbondantemente cornificato.
    La Chiesa cattolica sta facendo drasticamente pulizia e, non per guardare in casa altrui, ma facciano altrettanto gli altri e non ci rifilino modelli dalla vita privata non proprio cristallina! 

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  17. Amici piemontesi, perchè infierire, non vi basta il aver partorito il famigerato "Nella casa del Padre" ?

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  18. Martin Luther King fa molto, come uso dire io, "obamita": afro, messianico, protestante, pacifista (nelle intenzioni, poi nei fatti vediamo...), un must per il terzomondista liberale della domenica... Anzi, dello shabbat! :-P

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  19. Senza dubbio Martin Lutero aveva una grande fede. Il problema è che però non era una fede sana!

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  20. riflettendo sulle ridicole e ridicolizzanti canzoncine che sentivo quando andavo alla messa conciliare, ho constatato che nei loro testi, se ci si fa caso, non viene mai pronunciato il Santissimo nome di  GESU' CRISTO. Più massoniche di così si muore 

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  21. Arciconfraternita Romana dei Vinattieri in S. Beone8 luglio 2010 alle ore 19:56

    sono pienamente d'accordo con mons Favella: CHE BELLOO!!

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  22. Caro Primo, "Nella Casa del Popolo" vorrà dire...

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  23. uno che la sa lunga9 luglio 2010 alle ore 00:29

    sulla buona fede di Don Parisi avrei molto da dire

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  24. Caro Mons. Favella,

    sei prorio coraggioso.
    Riprenderò ad ascoltare ogni Sabato le tue omelie.

    Fedelmente

    Cip cip

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  25. <p><span><span>Ma non avevamo risolto il problema? Sembrava tutto tacesse, tutto si fosse risolto invece, sotto le ceneri<span>  </span>scoppiettavano i carboncini! Chi<span>  </span>avrebbe mai detto che il Palomba sarebbe uscito come un baffuto ratto dai tombini dei sacri palazzi?!! Si dice che sponsorizzi gli elicotteri da guerra, che il logo dell’Alena “35 LiGHTNING II”<span>  </span>abbia sostituito alla grande L’Angiolotto di Melozzo da Forlì, e con la scusa del “Rosaio col papa”, intanto, fa pubblicità ai mercanti di morte, con lauti introiti …OHhhh quando Prosperina - la mia cara amica del piano di sotto-<span>  </span>me l’ha spifferato per poco non mi prende un accidente! Per tutti gli dei dell’Olimpo!</span></span>
    </p><p><span><span>La Sacra musica, sacrificata come un ariete al dio Marte! Povera musica sacra che simile al vello d’oro giace ai piedi di un drago perennemente insonne. Eleuterio Favella, novello Giasone, noi con lei temerari Argonauti difenderemo --purché la morte ci trovi “ancora in vita”--- il coro della Sistina da un simil pestilenziale fiato che la minaccia</span><span><span></span></span></span>
    </p><p><span><span>.</span></span><span><span>MEDEA</span></span><span></span>
    </p>

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