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venerdì 22 marzo 2024

La Settimana Santa in San Pietro, negli memorie di Carlo Goldoni

Tra qualche giorno inizia la Settimana Santa. 
proponiamo un testo di Goldoni che scrisse sui riti del Triduo Sacro in San Pietro, alla presenza del Papa Clemente XIII. 
Qui per leggerlo completo, in un nostro precedente post. 
Roberto
 

Nel 1759 Carlo Goldoni – due anni prima del definitivo trasferimento a Parigi – si fermò per diversi mesi a Roma, dove ebbe la possibilità di intrattenersi con molti famosi personaggi e col Pontefice stesso, Clemente XIII. Ce lo racconta lui stesso nei capitoli 37-39 delle sue godibilissime Memorie (apparse in prima edizione in lingua francese nel 1787, poi per sua propria cura tradotte in italiano). Anche lui – come, più tardi, Mozart e Goethe – fu edificato e
impressionato dai riti della Settimana Santa nella basilica di San Pietro, e particolarmente dal Miserere di Gregorio Allegri: « Tutti i piaceri da me goduti fino a quel tempo a Roma erano nulla in confronto a quelli che provai nella settimana santa; in tali giorni consacrati del tutto alla divozione, si conosce la maestà del pontefice e la grandezza della religione. Nulla di più magnifico e imponente che la celebrazione di una messa pontificale nella basilica del Vaticano: il papa vi figura da sovrano, con tal pompa e apparato che conciliano la devozione e la meraviglia. Tutti i cardinali, principi della Chiesa e presuntivi eredi del trono, vi assistono; il tempio è immenso, immenso il corteggio. Anche la cerimonia della Lavanda non mi sembrò meno grandiosa, poiché si vede dovunque lavar piedi ai poveri, i quali rappresentano gli apostoli; ma quella tiara a tre corone, quei berretti rossi, e quella gran gerarchia di vescovi e patriarchi riempie di stupore e colpisce l’immaginazione. Un altro spettacolo religioso da me parimente ammirato in quella chiesa, mi sembrò piacevole non meno che degno di ammirazione: il Miserere del venerdì santo. Entrate in San Pietro, e tale è la distanza che corre dalla porta all’altar maggiore, che non vi lascia scorgere se vi sia gente o no; e quando siete a portata di vedere e sentire, vedete soltanto una numerosissima assemblea di musici in tonaca e collare, e vi par di sentire tutti gli strumenti possibili, mentre non ve n’è neppur uno. Io non sono della professione, né posso spiegare per conseguenza questa varietà, questa gradazione di voci in uno stesso accordo che produce tale illusione. Tutti i compositori bensì debbono conoscere questo capolavoro della loro arte.» 


[Il testo di tutte le commedie di Goldoni, e anche quello delle Memorie (in italiano), è disponibile in rete, gratuitamente, nel sito liberliber.]

5 commenti:

  1. Assurdo tutto quello sfarzo. E tutto per scimmiottare le cerimonie laiche delle corti reali. Che senso aveva? Meno male che ad un certo punto si è dato un taglio.

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  2. Poi venne il Concilio Vaticano II ed fu la fine del sacro e del bello!!!

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    1. Se "il sacro" sono le processioni e le musiche...perché qui di quello di parla.

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    2. Anonimo27 marzo 2024 alle ore 09:45
      Certo, sono sacre anche quelle! Ed erano proprio quelle (processioni, canti, e liturgia" a mediare la sacralità del rito, dei gesti, delle celebrazioni).

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    3. 12.47, punti di vista. Per me lo sfarzo eccessivo non media, ma blocca.

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