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mercoledì 7 giugno 2017

Card. Sarah: «Diabolico chi ha attaccato BXVI: demolisce la Chiesa. Giovanni Paolo II non si è mai seduto al cospetto del Ss.mo Sacramento»


A chi si riferisce il card. Sarah quando si scandalizza di chi sta seduto davanti al SS. Sacramento o attacca direttamente o indirettamente Benedetto XVI?
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«Prego devotamente», ha detto Sarah nell'avvio del suo discorso, «per coloro che hanno il tempo e la pazienza di leggere attentamente questo volume [La forza del silenzio, nda]: che Dio li aiuti a dimenticare la volgarità e la bassezza usate da alcune persone quando si riferiscono alla "Prefazione" e al suo autore, Papa Benedetto XVI. L'arroganza, la violenza del linguaggio, la mancanza di rispetto e il disprezzo inumano per Benedetto XVI sono diabolici e coprono la Chiesa con un manto di tristezza e di vergogna. Queste persone demoliscono la Chiesa e la Sua profonda natura. Il Cristiano non combatte contro nessuno. Il Cristiano non ha nemici da sconfiggere».

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"«Oggi vorrei espressamente proporre di riflettere e promuovere la bellezza, appropriatezza e il valore pastorale di una pratica sviluppata durante la lunga vita e tradizione della Chiesa, cioè l’atto di ricevere la Santa Comunione sulla lingua mentre inginocchiati. Se San Paolo ci insegna che, “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Fili 2:10), quanto più dobbiamo piegare le nostre ginocchia quando riceviamo il Signore nel sublime e intimo atto della Santa Comunione!».

Per riflettere su questo delicatissimo tema il cardinale ha proposto ai presenti l'esempio di due santi: Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. «L’Intera vita di Karol Wojtyla è stata segnata da un profondo rispetto per la Santa Eucarestia. (…) Oggi vi chiedo semplicemente di ripensare agli ultimi anni del suo ministero, un uomo segnato nel corpo dalla malattia, ma Giovanni Paolo II non si è mai seduto al cospetto dell’Eucarestia. Si è sempre imposto di inginocchiarsi. Aveva bisogno dell’aiuto di altri per piegare le ginocchia e poi alzarsi. Fino ai suoi ultimi giorni ha voluto darci una grande testimonianza di riverenza al Santissimo Sacramento».

Madre Teresa «sicuramente toccava quotidianamente il “corpo” di Cristo presente nei corpi rovinati dei più poveri. Tuttavia, con stupore e rispettosa venerazione, decise di non toccare il Corpo di Cristo transustanziato. Invece, lo adorava. Lo contemplava silenziosamente. Si inginocchiava e si prostrava di fronte a Gesù nell’Eucaristia. E la riceveva come un piccolo bambino umilmente nutrito dal suo Dio. Vedere Cristiani che ricevevano la Santa Comunione nelle loro mani la riempivano di tristezza e dolore. Ella stessa disse: “Quando entro nel mondo, la cosa che mi rattristisce di più è vedere la gente ricevere la Comunione nelle loro mani.”».

Sarah si è detto consapevole del fatto che «l'attuale legislazione contiene l'indulto di ricevere l'eucaristia in piedi e in mano, ma quella di riceverla in ginocchio e sulla lingua è la norma dei cattolici di rito latino»."


Con il discorso inaugurale tenuto ieri alle 17,30 dal cardinale Robert Sarah hanno preso avvio i lavori del convegno internazionale Sacra Liturgia, quattro giorni che vedono impegnati relatori da tutto il mondo. Quest'anno l'incontro si svolge a Milano e il discorso tenuto ieri nell'Aula magna dell'Università Cattolica dall'attuale prefetto della Congregazione per il Culto Divino era particolarmente atteso.
L'indirizzo di saluto di monsignor Dominique Rey, vescovo di Toulon, ha ricordato la postfazione che il papa emerito Benedetto XVI ha scritto all’edizione tedesca del libro di Sarah, La Forza del Silenzio. Come sappiamo questo breve testo di Joseph Ratzinger ha fatto perdere la bussola a qualche personaggio interessato al tema, che si è spinto in apprezzamenti pesanti nei confronti della persona di Benedetto XVI e del prefetto (vedi QUI).
«Prego devotamente», ha detto Sarah nell'avvio del suo discorso, «per coloro che hanno il tempo e la pazienza di leggere attentamente questo volume [La forza del silenzio, nda]: che Dio li aiuti a dimenticare la volgarità e la bassezza usate da alcune persone quando si riferiscono alla "Prefazione" e al suo autore, Papa Benedetto XVI. L'arroganza, la violenza del linguaggio, la mancanza di rispetto e il disprezzo inumano per Benedetto XVI sono diabolici e coprono la Chiesa con un manto di tristezza e di vergogna. Queste persone demoliscono la Chiesa e la Sua profonda natura. Il Cristiano non combatte contro nessuno. Il Cristiano non ha nemici da sconfiggere».
Poi l'intervento del cardinale si è sviluppato cercando di focalizzare il tema più volte espresso da Joseph Ratzinger sul fatto che la Chiesa si regge e cade sulla liturgia. Per comprendere questo ha richiamato l'attenzione su tre domande: Chi è Gesù Cristo?; Come conoscere Gesù Cristo?; Che cos'è un Cristiano?
NON SEPARARE IL CRISTO DELLA STORIA DAL CRISTO DELLA FEDE
Nella liturgia «non stiamo celebrando il "Gesù della storia", e nemmeno "il Cristo della fede". Riconosciamo umilmente il Cristo risorto come Dio, nostro Signore. Non viene demitizzato e allontanato da tutto ciò che riguarda la nostra fede: nonostante il valore accademico di questa separazione, non può essere considerata un’impresa legittima nel culto della Chiesa. Quando celebriamo la Sacra Liturgia, partecipiamo nell’adorazione del Cristo diventato uomo per la nostra salvezza, pienamente umano e pienamente divino». Perciò, ha sottolineato Sarah, «la liturgia non può diventare semplice celebrazione della fratellanza, ma deve diventare culto di Dio».
CRISTO SI INCONTRA NELLA CHIESA
Come Persona vivente il Cristo si incontra nella Chiesa. «Il nostro rapporto con Cristo parte dall’unica vera Chiesa che egli ha fondato per questo scopo. Come disse Papa Benedetto XVI: “Cristo lo scopriamo, lo conosciamo come Persona vivente, nella Chiesa. Essa è il ‘suo Corpo”». Oggi, ha aggiunto, «questa realtà è negata, perchè si accoglie Gesù, ma non la Chiesa. L'incontro personale è un seme che non riesce a maturare e a produrre frutto da solo perchè ha bisogno di nutrirsi della vita della Chiesa». Quindi il cardinale ha fatto riferimento all'appello che Giovanni Paolo II fece a Sidney nel 1996, rivolgendosi ai battezzati: “Tornate a casa”. E' vero, infatti, che tanti battezzati si assentano dalla liturgia e questo viene considerato da Sarah come «un continuo e grave scandalo presente nella Chiesa che mette in pericolo la loro vita eterna. Se diciamo alla gente di tornare occorre essere sicuri che la Sacra liturgia sia fatta come vuole la Chiesa».
In riferimento alla cosiddetta “riforma della riforma”, il cardinale ha detto che «occorre considerare questa questione con urgenza. In alcuni ambienti c'è separazione tra “vecchio” e “nuovo” [rito, nda], questa opposizione non può continuare. La liturgia non può essere modificata ad ogni sviluppo ecclesiologico. La Chiesa prima e dopo il concilio non ha due identità separate».
ESSERE RIVOLTI A CRISTO
Il cardinale ha quindi richiamato alcune parole di Sant'Ambrogio rivolte al battezzato: “Ricorda le domande che ti sono state poste, ripensa alle risposte: tu ti volti verso oriente, perchè chi rinuncia a Satana guarda Cristo faccia a faccia” (De Mysterii). «Attraverso l’uso di una postura fisica comune di profondo significato accanto ai suoi fratelli, il neofita prende il suo posto come Cristiano nel culto della ecclesia. Ho parlato diverse volte sull’importanza di recuperare questo orientamento, di essere rivolti a Est durante la celebrazione della liturgia di oggi, e continuo a sostenere ciò che ho detto. Vorrei semplicemente notare che in queste parole di Sant’Ambrogio possiamo apprezzare il vero potere, la bellezza, e anche il significato quando guardiamo a est. Così siamo uniti nella Chiesa che si rivolge al Signore per adorarlo, per guardare Cristo “faccia a faccia”».
In definitiva, «un Cristiano è una persona che prende il suo giusto posto nell'assemblea liturgica della ecclesia, che prende da questa fonte la grazia e l'istruzione necessaria per la vita Cristiana. Queste persone iniziano a penetrare e quindi vivere sempre di più i profondi misteri trasmessi dalla Sacra Liturgia. Per ciò, partecipare nella Sacra Liturgia rimane essenziale per il Cristiano».
LA COMUNIONE IN BOCCA E IN GINOCCHIO
«Oggi vorrei espressamente proporre di riflettere e promuovere la bellezza, appropriatezza e il valore pastorale di una pratica sviluppata durante la lunga vita e tradizione della Chiesa, cioè l’atto di ricevere la Santa Comunione sulla lingua mentre inginocchiati. Se San Paolo ci insegna che, “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Fili 2:10), quanto più dobbiamo piegare le nostre ginocchia quando riceviamo il Signore nel sublime e intimo atto della Santa Comunione!».
Per riflettere su questo delicatissimo tema il cardinale ha proposto ai presenti l'esempio di due santi: Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. «L’Intera vita di Karol Wojtyla è stata segnata da un profondo rispetto per la Santa Eucarestia. (…) Oggi vi chiedo semplicemente di ripensare agli ultimi anni del suo ministero, un uomo segnato nel corpo dalla malattia, ma Giovanni Paolo II non si è mai seduto al cospetto dell’Eucarestia. Si è sempre imposto di inginocchiarsi. Aveva bisogno dell’aiuto di altri per piegare le ginocchia e poi alzarsi. Fino ai suoi ultimi giorni ha voluto darci una grande testimonianza di riverenza al Santissimo Sacramento».
Madre Teresa «sicuramente toccava quotidianamente il “corpo” di Cristo presente nei corpi rovinati dei più poveri. Tuttavia, con stupore e rispettosa venerazione, decise di non toccare il Corpo di Cristo transustanziato. Invece, lo adorava. Lo contemplava silenziosamente. Si inginocchiava e si prostrava di fronte a Gesù nell’Eucaristia. E la riceveva come un piccolo bambino umilmente nutrito dal suo Dio. Vedere Cristiani che ricevevano la Santa Comunione nelle loro mani la riempivano di tristezza e dolore. Ella stessa disse: “Quando entro nel mondo, la cosa che mi rattristisce di più è vedere la gente ricevere la Comunione nelle loro mani.”».
Sarah si è detto consapevole del fatto che «l'attuale legislazione contiene l'indulto di ricevere l'eucaristia in piedi e in mano, ma quella di riceverla in ginocchio e sulla lingua è la norma dei cattolici di rito latino».

9 commenti:

  1. Opportuna denuncia dell'aggressione subita dal grande papa Benedetto da vasti settori ecclesiali apostati ( i lupi!), guidati da esegeti negatori alla Martini e da nuovi 'teologi' alla Kasper, invidiosi della sua alta dottrina difficilmente contestabile con seri argomenti che non siano gli insulti, associandosi a quelli massonico-marksisti. Lo stesso Ratzinger nei suoi libri,omelie e lazioni magistrali lo ha segnalato più volte dimostrando la grave crisi di fede, speranza e carità ( quella di S. Paolo, non quella socio-politica ed ecumenica) della Chiesa. Ovviamente l'aggressione, guidata da Bergoglio, che nasconde la mano, cercando di vendicarsi della condanna delle ideologie di cui è portatore, continua ma ricadrà sulle loro teste.

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  2. Il Cardinal Sarah sarebbe un degno successore di Papa Benedetto XVI.
    AVE MARIA.

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  3. E poi l'altro ieri ha parlato di ipocrisia!

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  4. Ricordiamo, a onor del vero, che con Decreto del 19 luglio 1989, e regnante Giovanni Paolo II, la CEI, a firma del cardinal vicario Ugo Poletti e del cardinal Camillo Ruini segretario generale per la città di Roma e distretto, ha emesso il decreto con cui si stabilisce «l’introduzione nelle diocesi d’Italia dell’uso di distribuire la comunione nelle mani dei fedeli». Cosa si deve pensare? Che la CEI ha avuto un potere superiore a quello del Sommo Pontefice? Giovanni Paolo II avrebbe potuto mettere il veto alla promulgazione di tale decreto? Se sì, perché non l’ha fatto? Se no, ancora peggio, poiché vuol dire che la collegialità dei vescovi ha esautorato in senso democratico il potere monarchico del Papa. Sta di fatto che per tutto il pontificato di papa Woitila la comunione sulla mano ha dilagato ed è diventata prassi normale, e ciò vorrà pur dire qualcosa.
    La faccenda non è andata meglio con Benedetto XVI. In "Luce del mondo" del 2010 papa Ratzinger afferma: «non sono contrario alla comunione in mano per principio, io stesso l'ho amministrata così ed in quel modo l'ho anche ricevuta». Poi continua: «Facendo sì che la comunione si riceva in ginocchio e che la si amministri in bocca, ho voluto dare un segno di profondo rispetto e mettere un punto esclamativo circa la presenza reale. Non da ultimo perché proprio nelle celebrazioni di massa, come quelle nella basilica di San Pietro o sulla piazza, il pericolo dell'appiattimento è grande. Ho sentito di persone che si mettono la comunione in borsa, portandosela via quasi fosse un souvenir qualsiasi. In un contesto simile, nel quale si pensa che è ovvio ricevere la comunione – della serie: tutti vanno avanti, allora lo faccio anch'io – volevo dare un segnale forte. Deve essere chiaro questo: è qualcosa di particolare! Qui c'è Lui, è di fronte a Lui che cadiamo in ginocchio. Fate attenzione! Non si tratta di un rito sociale al quale si può partecipare o meno». Ma anche qui siamo alle solite: il Papa da l’esempio a livello personale ma non promulga un documento ufficiale per il ritorno alla comunione in ginocchio e in bocca mentre vescovi, preti e fedeli se ne infischiano, e anche questo vorrà pur dire qualcosa.

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  5. Non credo che sia Papa... ma e un grande e coraggioso cardinale!

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  6. La domanda sorge spontanea : " Un Papa avrebbe potuto e dovuto dire "adesso basta " ed obbligare all'inversione di tendenza " ? Oppure così facendo avrebbe sconfessato l'operato del predecessore e diviso ulteriormente la Chiesa ?
    Ma continuando così non continuiamo ad oltraggiare Dio , il Padrone della vita ?
    Un'altra domanda : "nelle grandi adunate ( leggi S.Pietro ecc.) e' proprio indispensabile dare la Comunione a tutti e in quel modo ? Io non la darei .
    Un fatto e' certo , la Comunione in piedi e' talmente piaciuta che l'hanno adottata tutti , esattamente come l'adozione dei ministri dell'Eucaristia . Nella mia Parrocchia di periferia , costruita ad arte ( dico io ) perche' somigliasse quanto piu' possibile a un'aula protestante (dedicata per converso ad un grande mistico ), il giovane Parroco dall'Altare urla : " si facciano avanti i ministri dell'Eucaristia " , batte le mani a ritmo delle musichette per coinvolgere i bambini, alcuni adulti si dimenano nei banchi seguendo il ritmo delle chitarre , tutto l'insieme e' per me come un caravanserraglio , ma forse sono un rigido , un ipocrita , un fariseo e per la mia salute spirituale vado altrove .

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  7. Avrebbe fatto la fine del SP........ignorato o contestato. o di fatto off limits.....

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  8. Non so perche' quel lungo altare nero con sei candele nere mi sa tanto di funebre , di morto , contrastante con quel Gesu' senza Croce , evidentemente Risorto.

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    1. Senza la morte e il sacrificio non ci sarebbe stata la resurrezione.

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