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martedì 30 dicembre 2014

In difesa di Mons. Bentivoglio, Penitenziere della Diocesi di Ferrara

In un nostro post precedente, forse con troppa vis polemica - di cui ci scusiamo con Monsignore - avevamo stigmatizzato il non uso del piattino durante le sue celebrazioni nel Duomo dell'Arcidiocesi di Ferrara alle 8:00, nonostante le raccomandazioni del Vescovo e le norme della Chiesa. 
Per correttezza, e con l'intento di far ammenda per i nostri toni, e per "compensare" la tirata d'orecchie per la prassi di non usare il piattino, pubblichiamo una testimonianza di un fedele emiliano che rimarca con amore filiale ma deciso, le virtù pie e caritatevoli del Penitenziere Mons. Bentivoglio, fulgido esempio di  padre confessore e di devoto sacerdote.
Auspichiamo però che il servizio ministranti, l'arciprete,  il Canonico Cerimoniere del Duomo,
aut similia, provvedano affinchè lo zelante celebrante alla Messa quotidiana delle 8 sia assistito da un ministrante o da un chierico, con particolare attenzione soprattutto mediante l'uso prudente, raccomandato e significativo del piattino.
Roberto
 
Spett.le Redazione di MiL,
ho letto circa una settimana fa o poco più sul vostro
amato blog un articolo di critica al Penitenziere Generale dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio. Non entro nella polemica, non è cosa adatta a me, povero lebbroso.


Ma in piena fede posso testimoniare – e mi pare davvero che non sia una qualità da sottovalutarsi con i tempi ecclesiali che corrono – l’assoluta fedeltà al Confessionale dello zelantissimo Mons. Antonio Bentivoglio.
Chi entra nella Cattedrale della città Emiliana (*) può vedere che praticamente a qualsiasi ora di qualsiasi giorno Mons. Antonio Bentivoglio è là, nel suo confessionale, e spesso con una coda di parecchie persone che attendono i suoi consigli saggi e meditati e la sua assoluzione. Solo il Buon Dio sa quante ore passi quel sacerdote in quella sua piccola prigione d’amore.
Rendiamogliene il merito.

Sempre in talare, come Chiesa comanda!
Il che costituisce, soprattutto d’estate, un grande monito visibile e semplice da capire per tutti quei/quelle turiste che assolutamente incuranti del Santissimo che abita nella Chiesa Madre dell’Arcidiocesi Estense, altrimenti entrerebbero con vertiginose minigonne, scollature indecenti e braccia e spalle completamente scoperte. Basta la talare di Mons. Bentivoglio per scongiurare questo pericolo. Alla vista della compostezza e dell’ordine dell’abito sacerdotale, gli scostumati forestieri fuggono oppure si coprono. E di questo sono testimone oculare.
Io ritengo che ciò non sia un merito da poco, e francamente ritengo anche che andrebbe segnalato come esempio per molte altre Cattedrali anche non lontane, dove le cose funzionano ahimè in modo molto diverso, per esperienza diretta.
Vi chiederei, come atto di giustizia, in tempi in cui la confessione, anche grazie alle farneticazioni di un certo comico toscano, è considerata assai poco, di pubblicare questa testimonianza di fedeltà al Sacramento che ci consente di accogliere Gesù Eucaristia!
Grazie anticipatamente.
Sint Pax et Veritas in diebus meis!

Un Ferrarese (emiliano, e non romagnolo!)

(*) Nel vostro articolo c’era scritto romagnola: non so se noi ferraresi, campanilisti come tutti gli emiliani, e che siamo in verità per 3/4 emiliani e per 1/4 veneti, proprio per ragioni storico-geografiche: la rotta del Po che nel 1200 circa ha trasferito Ferrara dal pieno Veneto in cui si trovava felicemente (come continua a testimoniare il suo duro dialetto padano) a Nord del fiume, alla piena Emilia a Sud di esso, potremo mai perdonare questo lapsus... Con tutto il rispetto e la simpatia per i nostri cugini di Romagna, che pur stimiamo ed amiamo, ma noi NON siamo romagnoli! Provate a chiamare brianzolo un milanese ...

10 commenti:

  1. Dopo essermi confrontato con alcuni amici ferraresi, vorrei spendere qualche parola per confermare quanto afferma l'autore della lettera: mons. Penitenziere è un esempio - ahimè poco seguito dai suoi Confratelli - di sacerdote dedito alla Confessione e che non si vergogna di indossare la livrea dei Leviti.

    Credo che sia ormai l'unico, o quantomeno uno dei pochissimi, che veste l'abito talare abitualmente. Il caro mons. Rossi, che non rinunziò alla "sottana" nemmeno in piena temperie postconciliare, fu definitivamente dissuaso dal Vescovo Rabitti e da allora capita di vederlo indossare il tristissimo clergyman, mentre il 99% del clero locale usa a malapena il collarino.

    Quanto all'uso del piattino per la Comunione, esso è certamente richiesto, ma se qualche temerario osasse chieder di essere comunicato fuori dalla Messa - come è permesso e previsto anche dalla liturgia riformata - si sentirebbe comunque negare questo diritto, o al massimo gli verrebbe accordato spicciativamente e.. da una suora. Sì: da una suora, anche se il Duomo ha ancora qualche prete sempre presente.

    Se lo zelo liturgico stesse a cuore al Vescovo diocesano tanto quanto la difesa della dottrina, certamente ne trarrebbero vantaggio la gloria di Dio e l'edificazione di molti fedeli.

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  2. Un bel post !
    Complimenti al Fedele ferrarese e alla Redazione.

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  3. Ci uniamo tutti con affetto a mons. Bentivoglio che è un ottimo sacerdote e magari fossero tutti come lui!
    La redazione ha giustamente chiesto scusa per una polemica senza senso.

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    1. NO, qui sono in disaccordo: iL PIATTINO VA USATO SECONDO LA LEGGE DELL CHIESA . Quidi forse i toni erano eccessivi, ma la sostanza era giusta. Non è mai troppa la riverenza, non è mai troppo il rispetto per Gesù Eucaristia. Chi non lo capisce ci rifletta sopra, perché senza il dovuto rispetto all'Eucaristia si distrugge la Chiesa, visto che Ecclesia de Eucaristia. E il piattino era, è, e resterà obbligatorio: chi non è i ngrado di capirlo non capisce la natura dell'Eucaristia.
      Poi, tanti complimenti a Mons. Bentivoglio per la sua fedeltà al Sacramento della Confessione. Un esempio da seguire.

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    2. Benissimo le precisazioni sulle virtù del reverendissimo monsignore, che già erano state messe in luce da qualche commentatore. Però la virtù principale resta il rispetto di Nostro Signore Sacramentato.

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  4. Dalle mie parti l' uso del piattino è sparito da tanto tempo. Non sapevo che fosse ancora obbligatorio. Dove posso trovare le disposizioni? Vorrei tanto che ritornasse una cosa regolare, almeno nella mia parrocchia, ed evitare così che che Nostro Signore Sacramento possa cadere a terra, cosa che è capitata.

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    1. Per esempio il documento Redemptionis sacramentum. Istruzione su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucarestia. Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Per il piattino n°93. Ma tanto a preti e Vescovi je frega niente.

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  5. Il piattino è SEMPRE obbligatorio! La sua soppressione è un abuso bello e buono!!

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  6. In pratica, ormai, qualunque cosa prevedano le norme, è in disuso in tutta Italia. Giorgio

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  7. A fra Bergoglio je frega nulla, l'incenso je serve solo pè osannà Scalfari Pannella e Benigni

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La Redazione