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lunedì 22 dicembre 2014

Anche a Bose è arrivato il visitatore...

... ma lo ha voluto e scelto Enzo Bianchi, onnipotente fondatore e priore del monastero, nonché pupillo di papa Francesco. Per rafforzarsi contro gli oppositori

di Sandro Magister, da Chiesa Espresso on line, del 22.12.2014


ROMA, 22 dicembre 2014 – La visita apostolica alle suore degli Stati Uniti è stata pacificamente archiviata la scorsa settimana, con la pubblicazione del rapporto finale e con l'unico lamento che tra i 341 istituti religiosi indagati "alcuni hanno deciso di non collaborare del tutto": Final Report on the Apostolic Visitation
Resta però aperta, sempre negli Stati Uniti, l'indagine della congregazione per la dottrina della fede sulla "Leadership Conference of Women Religious", sospettata di violazioni ben più gravi della disciplina e della dottrina: Diario Vaticano / Il Sant'Uffizio mette in castigo le suore americane (30.4.2012)
Per le comunità religiose maschili e femminili l'attuale stagione non è delle più fiorenti. Il segretario della congregazione vaticana per i religiosi, l'arcivescovo José Rodríguez Carballo, ha recentemente quantificato in "parecchie decine" le visite apostoliche in corso, in 39 gli istituti che sono stati commissariati e in 3000 il numero medio annuo dei religiosi e delle religiose che lasciano i voti.
Ma non ci sono soltanto le ispezioni comandate dalle competenti congregazioni vaticane. Perché anche le diocesi possono sottoporre ad indagine gli istituti che ricadono sotto la loro giurisdizione. E anche ogni singolo istituto può ottenere di sua iniziativa l'arrivo di un visitatore.
È il caso, quest'ultimo, della comunità di Bose, di cui il celebre ecumenista Enzo Bianchi (nella foto) è il fondatore e il priore:Monastero di Bose
*

Sotto il profilo canonico la comunità di Bose è niente più che una "associazione privata di fedeli", approvata come tale nel 2001 dalla piccola diocesi di Biella, alla quale geograficamente appartiene.
A far da ostacolo a una sua approvazione da Roma come nuovo ordine monastico ci sono infatti almeno due elementi.
Il primo è che si presenta come una comunità mista, maschile e femminile, con momenti di vita comune, novità senza precedenti nel monachesimo.
Il secondo elemento è che è interconfessionale. Il pastore luterano svizzero Daniel Attinger vi fa parte dagli inizi e a lui si sono poi aggiunti altri protestanti, uomini e donne. Il metropolita ortodosso Emilianos Timiadis vi ha trascorso i suoi ultimi anni di vita e oggi fa parte della comunità di Bose, convertita all'ortodossia, la ex greco-cattolica Sophia Senyk, ucraina, già docente al Pontificio Istituto Orientale di Roma.
Dopo un'iniziale pratica dell'intercomunione, cioè dell'eucaristia celebrata e presa insieme da cattolici e non cattolici, vietatissima sia da Roma che dalle Chiese ortodosse, a Bose le liturgie sono celebrate separatamente, anche se i protestanti prendono abitualmente l'eucaristia consacrata dai cattolici.
Tuttavia, l'interconfessionalità di Bose non appare oggi preoccupare più di tanto le autorità vaticane. Tant'è vero che la scorsa estate Bianchi è stato nominato da papa Francesco, che lo ha in grande stima, consultore del pontificio consiglio per l'unità dei cristiani.
I problemi di Bose sembrano essere d'altro tipo e riguardano piuttosto i rapporti interni alla comunità.
Lo stesso Bianchi li ha adombrati già tre anni fa in un passaggio sibillino di un'intervista a "Jesus":
"Negli ultimi anni ho avuto l’esperienza della falsità, qui al nostro interno, non verso di me in particolare, ma verso tutta la comunità. Non pensavo di poter vivere, passati i sessant'anni, una tale destabilizzazione interiore da restare in alcuni momenti profondamente confuso. Non avevo mai provato questa esperienza: la cattiveria sì, la si può capire, ma la falsità non è nel mio orizzonte. È stata la prova più dura che ho sofferto nella mia vita nella Chiesa e nella vita monastica".
In un'altra intervista, in un libro sulla storia di Bose, Bianchi ha inoltre indicato nella convivenza tra uomini e donne nella stessa comunità un nodo "molto faticoso", non tanto per la naturale attrazione tra i sessi quanto piuttosto per quella invincibile "istanza di inimicizia" che a suo dire intercorre tra l'uomo e la donna fin dalle origini del mondo.
Anche il ricambio, a Bose, tra i nuovi ingressi e i non pochi abbandoni ha registrato negli ultimi tempi dei momenti di burrasca, in particolare con la fuoriuscita di due fratelli e di una sorella di primo piano, in forte polemica col priore.
Per non dire dei modi con cui Bianchi esercita la sua leadership, avvertita come troppo autoritaria da diversi membri dei due rami maschile e femminile della comunità.
Per evitare che la situazione degenerasse e sfuggisse al suo controllo, Bianchi ha quindi deciso di agire d'anticipo. Chiamando lui una visita canonica a Bose e scegliendo lui i visitatori: padre Michel Van Parys, già abate del monastero ecumenico belga di Chevetogne e ora egumeno del monastero di rito bizantino di Grottaferrata, e madre Anne-Emmanuelle Devêche, badessa della trappa di Blauvac, in Francia.
L'uno e l'altra sono amici d'antica data di Bianchi, specie l'abate Van Parys, assiduo frequentatore della comunità e relatore principale del convegno internazionale di spiritualità ortodossa tenuto lo scorso settembre a Bose: Conclusioni del comitato scientifico
I due visitatori hanno svolto la loro ispezione dal gennaio al maggio di quest'anno, consegnando infine le loro valutazioni a una "Charta visitationis" da loro firmata, di cui Bianchi ha consegnato copia alle autorità vaticane competenti e ai vescovi di Biella e delle altre diocesi in cui si trovano le quattro filiali della comunità: quelle di Ostuni (diocesi di Brindisi), di San Masseo (diocesi di Assisi), di Cellole (diocesi di Volterra) e di Civitella San Paolo (diocesi di Civita Castellana).
Nell'annuale lettera agli amici diffusa da Bose in occasione dell'Avvento, Bianchi ha aggiunto di aver anche fatto "esaminare la situazione economica della comunità da due professionisti revisori dei conti, per valutarne la correttezza e l’adeguatezza".
E ha precisato di aver ordinato la visita "affinché la comunità non viva mai un autocompiacimento, un ripiegarsi su di sé, una auto-referenzialità o, peggio ancora, una deriva narcisistica e settaria".
Nella "Charta visitationis", i visitatori hanno scritto di apprezzare nella comunità di Bose "la qualità di laboratorio di comunione tra le Chiese oggi separate".
Ma hanno anche formulato la richiesta che "l’esercizio delle diverse autorità in comunità non sia autoritario ma trasparente e sinodale".
Evidentemente, la sinodalità così cara a Bianchi nel predicare la riforma della Chiesa e del papato, a Bose è ancora di là da venire, se c'è voluta una visita canonica per rammentarla al suo autoritario priore.

20 commenti:

  1. Vuol far chiarezza di modo che a Febbraio la porpora non abbia alcuna macchia che possa essere notata dal vescovo Francesco mentre impone sull'augusto capo del priore la berretta.

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    1. Un passo la volta.
      Dopo il papa nero avremo il papa bianchi.

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    2. Non può ricevere la berretta perché non é sacerdote

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    4. Per anonimo @ 11.39: se il Papa nella sua universale e illimitata autorità lo vuole, può fare Vescovo un laico...e che cos'è un Cardinale se non un vescovo con prerogative differenti?
      Vedi cmq http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/dimissioni-ratzinger-papa-puo-essere-laico-1476287/ per esser precisi..

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    5. Pastorelli ti sbagli. Canone 351 c.j.c. "Qui cardinales promoveantur, libere a Romano Pontifice seliguntur viri, saltem in ordine presbyteratus constituti...."

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    6. è vero, Ma siccome ora il cardinalato viene dato solo ai vescovi (per non crear problemi coi patriarchi orientali che si lamentavano della precedenza dei cardinali nelle processioni ecc.) si possono ordinar vescovi provenienti dal diaconato saltando il presbiterato, perché l'episcopato lo comprende, in quanto nell'episcopato c'è la pienezza del sacerdozio.
      Un laico se nominato cardinale, viene ordinato diacono e vescovo insieme.
      Di questo a suo tempo parlai con un esperto canonista, il p. Paolo Andreini, cappuccino, professore "ortodosso" della facoltà pontificia dell'Italia centrale.

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    7. Un laico può anche essere eletto Papa. E' pienamente possibile.

      E forse sarebbe un bene...

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    8. A proposito dei cardinali, ho sbagliato il nome del canonista (bravissimo) con cui ne parlai. Non era il p.Andreini, che per 20 anni celebrò la messa a S . Francesco Poverino, ma, defunto anche lui, mons. Mario Fazzi, per anni ed anni presidente del Tribunale ecclesiastico Etrusco. Ma aspetto la risposta di un canonista e giudice romano.

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    9. Ecco la risposta dell'amico canonista, laico ma versatissimo in materia:
      "Caro Dante, lieto di leggerTi.
      In attesa della santa Notte, qualche dettaglio di storia del diritto.
      Per il cardinalato, per secoli basto' addirittura la tonsura.
      Le restrizioni vigenti sono di puro diritto canonico positivo e siccome promanano dal Papa, che le può modificare ad casum, valgono assai poco.
      De Lubac ottenne la dispensa dalla consacrazione episcopale, e resto' prete.
      Lo stesso voleva v. Balthasar, ma mori prima del concistoro.
      Più delicato e' il discorso della consacrazione da diacono a vescovo.
      Il Signore dette l'episcopato a dei laici, perché il diaconato e' di diritto apostolico.
      Quindi, ontologicamente, basterebbe una sola consacrazione.
      In effetti, e' piuttosto il presbiterato ad essere un episcopato diminuito che l'episcopato ad essere un presbiterato ampliato.
      Millenni di interstitia temporis hanno pero' abituato alla gradualità e farebbe scandalo un uso diverso.
      Di suo, pero', si può procedere alla successione delle ordinazioni anche in pochi giorni.
      Prospero Lambertini da suddiacono era segretario della s. Congregazione concistoriale. Quando divenne vescovo, fu ordinato la mattina presto diacono e a mezzodì prete.
      Ma, in verità, il galero e' una pura dignità ecclesiastica, e nessun problema di validità sorge dalla condizione canonica dell'eletto, purché conosciuta dal Pontefice.
      Concludo osservando che da alcuni decenni, dopo il cv2, ha preso vigore una dottrina errata che lega il potere di governo nella chiesa al potere di ordine. E' falsa, illogica, smentita dalla storia, ma e' tale.
      Da li viene questa imposizione del carattere episcopale al cardinale.
      E con questo frusciare di porpore, un caro saluto, ed ancora auguri!"
      Infine ricordo che il mons Fazzi, sopra ricordato, accettava ovviamente ma non condivideva il principio dell'episcopato come pienezza del sacerdozio. Un altro canonista, ancor vivente e parroco in una chiesa importante di Firenze, che però non vedo da anni, una sera a cena da amici, affermò che, s'è invalso l'uso di ordinar un laico diacono, sacerdote e vescovo prima di elevarlo al cardinalato, è sufficiente il diaconato come primo ordine oggi riconosciuto dalla Chiesa per esser consacrato vescovo, proprio perché l'episcopato include il presbiterato.
      Tot capita tot sententiae.
      In ogni caso il Papa, come sostiene l'eccellente amico romano, può derogar dal CIC ad casum.
      Faccian loro.

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  2. Se c'è una cosa che nel tempo ho imparato a fare non è "discutere di" religione ma invece "testimoniare la" religione. Argomenti (teologici) pro o contro un certo modus operandi se ne trovano sempre a bizzeffe. Certo che se la Chiesa cattolica e apostolica, come ha riaperto col Summorum Pontificum e con la Anglicanorum Coetibus a determinate esigenze, si rilancia verso gli ortodossi o i riformati (lei che è sorella maggiore, se non proprio madre, e quindi ha dei doveri ben precisi) non mi pare(entro certi limiti) una cosa sconveniente. Ma che Bianchi venga fatto Cardinale e che quindi gli si dica(più o meno apertamente):"questo è il tuo feudo, gestiscitelo tu e scegliti il successore" mi pare una cosa assolutamente e totalmente inappropriata. Che beneficio nel frastagliare così la Chiesa?

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    1. Non è sorella ma Madre di tutte le Chiese: credo Unan, Sanctam Catholicam et Apostolicam Eccclesiam.
      Su questa "maternità" per noi cattolici non posson esserci dubbi di sorta. Le cosiddette Chiese sorelle in tanto hanno di ecclesialità e verità, in quanto lo hanno assorbito dal latte della Chiesa una ed unica.

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    2. C'è una sola Chiesa, che è quella Cattolica, che è Madre dei suoi figli. Non ci sono altre Chiese sue figlie, ma ci sono sette da Lei separate, i cui membri la Chiesa cattolica guarda con misericordia e amore, considerandoli suoi figli amatissimi perché traviati e nell'errore (molti senza loro personale colpa), e quindi da riportare alla piena Comunione dei Santi possibilmente già in questa vita, e se no, secondo gli imperscrutabili disegni di Dio, nella Vita eterna.

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    3. Le Chiese Orientali posson esser definite tali perché possiedono importanti elementi ecclesificanti e amministrano sacramenti validi e celebrano una S. Messa valida.
      Sette sono le mille diramazioni del protestantesimo.

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  4. Bianchi è in buona compagnia. Un altro eretico che si compiace di essere tale è Kiko Arguello. Anche lui con un ruolo in Vaticano, ma forse mira a diventare Papa. Soprattutto mira a distruggere la Chiesa, dopo aver distrutto tantissime persone e soprattutto tantissime anime con il suo cammino neocatecumenale.

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  5. No, dai non mi fate fare brutti sogni per Natale.....Kiko o Bianchi Cardinali o addirittura Papi....mammamia!!!
    Grazie e Pastorelli per il contributo dell'amico canonista. Impariamo sempre qualcosa di nuovo!

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