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lunedì 12 maggio 2014

Preti "aggiornati" che non sanno più cosa sia il sacerdozio e laici che vorrebbero clericalizzarsi ... in nome della "democrazia"


"La mano del Papa è la mano di Cristo.
Se il Signore la tende a me, perché non dovrebbe tenderla a don Ciotti?
Però, nell'attesa dei frutti, è bene che alcuni non confondano il Papa con don Ciotti.
Né don Ciotti con tanti preti che cercano di vivere la carità nell'esercizio discreto e cattolico del ministero.
Non possiamo giudicare, si dice. Infatti nessun genitore che abbia un minimo di senno si permette di giudicare un professore che a scuola stravolge le regole della geometria...
E nessuno giudica un ingegnere solo perché un ponte crolla...
Ci mancherebbe!
E infatti nessuno si permette di giudicare un prete che canta "Bella ciao" durante la liturgia.
Volete mettere un ponte con la messa?
Qui non muore nessuno ..."
(un Teologo)

Il Papa  ha incontrato nei giorni scorsi “i membri dell’Associazione “Corallo”, che rappresenta imprese radiofoniche e televisive locali, analogiche e digitali, satellitari, via internet, nonché agenzie di informazione radiotelevisiva e concessionarie pubblicitarie radiotelevisive.
Papa Francesco, parlando a braccio, ha ringraziato per il lavoro svolto dall’associazione. 
Occorre “cercare la verità con i media, ma non solo la verità” – ha detto – “verità, bontà e bellezza, tutte e tre insieme. 
Il vostro lavoro deve svolgersi su queste tre strade: la strada della verità, la strada della bontà e la strada della bellezza”.
( QUI l’articolo di Radio Vaticana ) .
Poi ha parlato del clericalismo: “è uno dei mali della Chiesa, ma è un male complice, perché ai preti piace la tentazione di clericalizzare i laici; ma tanti laici in ginocchio chiedono di essere clericalizzati, perché è più comodo! 
È più comodo! 
E questo è un peccato a due mani. 
Dobbiamo vincere questa tentazione: il laico deve essere laico, battezzato; ha la forza che viene dal suo Battesimo: servitore, ma con la sua vocazione laicale” e questa “non si negozia” perché conta l’identità. 
“Tante volte – ha proseguito - ho sentito questo nella mia terra: ‘Ma, io, nella mia parrocchia, sa?, ho un laico bravissimo: quest’uomo sa organizzare … Eminenza, perché non lo facciamo diacono?’. 
E’ la proposta del prete, subito: clericalizzare”. “Perché è più importante il diacono, il prete, del laico? 
No! E’ questo lo sbaglio! Ah, è un buon laico? 
Che continui così e che cresca così. 
Perché è l’identità dell’appartenenza cristiana, lì. Per me – ha sottolineato - il clericalismo impedisce la crescita del laico”. 
Fino a un anno il Papa fa se ne stava in Argentina, probabilmente egli pensa che il giusto controcanto ai curiali assetati di potere e onori siano certi preti "impegnati" che lo prendono per mano. 
Che però sono ben diversi dai loro confratelli pionieri dell'America latina, preti che magari vengono pure ammazzati, che si accontentano di poco, che non cercano sponde politiche o finanziamenti milionari. 
In Italia si sono formate delle vere e proprie imprese proprio virtù di un certo “clericarismo” ( spesso mischiato con la politica  ) imperante di matrice progressista : per diversi chierici – alla moda - il modo di essere prete è la negazione del prete
E' solo una consistente patina retorico-politica usata per accrescere il loro carisma, per ottenere sempre più fondi, finanziamenti, proprietà. 
Fare impresa è perfettamente legittimo ed anzi ammirevole ma quando essa viene spacciata per “azione pastorale” vengono adulterate ambedue le nature. 
Sulle questioni economiche vige il “tradizionale” – fondatissimo- dubbio  che i laici siano migliori dei chierici nelle gestioni. 
Semplicemente ci sono molti laici travestiti da chierici che gestiscono i beni della Chiesa che, giova ricordarlo, dovrebbero essere amministrati nell'interesse dell'istituzione. 
Il problema è che il clero "aggiornato" imita o scimmiotta il laicato (abbiamo mai visto, ad esempio, don Ciotti in talare?) sembra smarrito da tempo il senso del ruolo. 
E con l'ansia di superare ogni barriera abbiamo preti che non sanno più che senso ha il loro ministero e laici che vorrebbero clericalizzarsi e sostituire preti e gerarchia tutta... in nome della "democrazia". “Il Papa ha poi ripreso il discorso della strada della bontà, della verità e della bellezza
“Ma anche – ha detto - ci sono i peccati dei media! 
Mi permetto di parlare un po’ di questo. 
Per me, i peccati dei media, i più grossi, sono quelli che vanno sulla strada della bugia, della menzogna, e sono tre: la disinformazione, la calunnia e la diffamazione. 
Queste due ultime sono gravi! Ma non tanto pericolose come la prima”. 
Infatti, ha detto, “la calunnia è peccato mortale, ma si può chiarire e arrivare a conoscere che quella è una calunnia. 
La diffamazione è peccato mortale, ma si può arrivare a dire:Ma, questa è un’ingiustizia perché questa persona ha fatto quello in quel tempo, poi si è pentita, ha cambiato vita’. 
Ma la disinformazione è dire la metà delle cose, quelle che sono per me più convenienti, e non dire l’altra metà. 
E così, quello che vede la tv o quello che sente la radio non può farsi un giudizio perfetto perché non ha gli elementi e non glieli danno. 
Da questi tre peccati, per favore, fuggite. 
Disinformazione, calunnia e diffamazione”. 
Quelle parole di Papa Francesco sembra essere rivolte  a Padre Stefano Manelli e ai poveri ed obbedienti frati Francescani dell’Immacolata .
Essi non sono forse  vittime sacrificali di  disinformazione, calunnia e diffamazione ?


Foto : (©Ansa) Papa Francesco

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