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venerdì 23 maggio 2014

E se il Sinodo fosse un diversivo per far cadere il celibato dei sacerdoti?

Non vogliamo essere surreali o fare fantapolitica ecclesiastica, ma alcuni elementi, alcune antiche mosse "politiche", alcune spinte di Curia solo assopite (qui), e alcune pressioni di vescovi (qui quello di cremona, qui uno australiano, qui, qui, qui, qui e qui quelli austriaci) ci confermano che da più parti si sta spingendo in questa diversione. E che soprattutto si alzino voci conconrdi nel dire "finalmente, con questo Papa è arrivato il momento... E visto che il celibato è una legge ecclesiastica (e non divina come il divieto della Comunione ai divorziati)... vuoi vedere che davvero si rischia anche questo? 

Riproponiamo "un po' di chiarezza sul celibato ecclesiastico nella storia" di S. Magister (2009)

e una bella risposta dell'epoca di Rodari sul celibato "L'agena dei controriformisti" (2010)
Roberto

Una mossa diversiva?di Fabrizio Cannonem




L’intervista di mons. Nunzio Galantino pubblicata il 12 maggio su vari quotidiani, rivela la vera natura dell’attuale dibattito sulla comunione sacramentale ai divorziati risposati: una mossa diversiva, o almeno il tentativo di nascondere un problema, mettendone in campo un altro.

In questa prospettiva, la posta in gioco non sta nel dare la comunione ai divorziati rispostati, ma nell’ammettere al sacerdozio uomini coniugati. L’impossibilità di far accedere i risposati alla comunione è di diritto divino e nemmeno il Papa ha il potere di cambiarlo. Lo dovrebbero sapere anche i seminaristi. La regola del celibato sacerdotale è di diritto ecclesiastico, e il Papa, in astratto, avrebbe il potere di cambiarla. Tale problema sta a cuore a migliaia di preti e di teologi progressisti i quali, vivendo more uxorio, si trovano in piena contraddizione con le loro promesse di vita celibe e continente, e quindi in uno stato di peccato mortale (cf. CJC, 277 § 1). E il peccato mortale, se non espiato, anche dopo il Vaticano II conduce all’inferno (cf. CCC, 1861). Ci hanno già provato in vari modi sotto Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ora sentono che è arrivato il momento propizio. Adesso o mai più. Perciò vogliono agire con astuzia, per non perdere l’occasione storica.

Come nel calcio: fai la finta a destra, per fuggire a sinistra. O nella strategia militare: si simula un attacco a sud, per aggredire il nemico a nord. Bisogna indebolire il nemico, attirandolo più possibile lontano dal luogo dell’attacco. Così, nell’attenzione universale per il problema (insolubile) dei divorziati risposati, in mezzo ai clamori della rissa teologica, non ci si accorgerà quasi dell’apertura verso il sacerdozio uxorato.

La delusione universale per la mancata comunione sacramentale ai divorziati rispostati (questo accadrà al Sinodo), sarà subito compensata da una benevola concessione: il sacerdozio uxorato. E così sarà giunta al suo epilogo la dottrina conciliare, secondo cui:

«La perfetta e perpetua continenza per il regno dei cieli, raccomandata da Cristo Signore (cfr. Mt 19,12) […] non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente se si pensa alla prassi della Chiesa primitiva (cfr. 1 Tm 3,2-5; Tt 1,6) e alla tradizione delle Chiese orientali, nelle quali, oltre a coloro che assieme a tutti i Vescovi scelgono con l’aiuto della grazia il celibato, vi sono anche degli eccellenti Presbiteri coniugati» (Decreto Presbyterorum Ordinis, 16).

Se la realtà fosse così semplice, perché privare la Chiesa latina degli “eccellenti Presbiteri coniugati”?

Ma le cose non stanno così. Il celibato virtuoso se non è l’essenza del sacerdozio, ne è la sua eccellenza, il suo decoro e la sua integrità.

È vero che nella Chiesa primitiva molti sacerdoti erano scelti tra uomini sposati, ma è anche vero che una volta ordinati, vivevano nella perfetta continenza (cfr. Christian Cochini sj, Origini apostoliche del celibato sacerdotale, Nova Millennium Romae, Roma, 2011 [1981], pp. 506). È vero che la Chiesa orientale ha permesso, purtroppo, il sacerdozio uxorato, ma è anche vero che lo ha fatto alla fine del VII secolo e non prima, e per una situazione di necessità e di emergenza, non di normalità. È vero che vari sacerdoti celibi sono caduti nel peccato di pedofilia, ma è anche vero che in percentuale i pedofili sposati sono di più. È vero che in Occidente molti preti vivono more uxorio, ma è anche vero che in Oriente molti preti sposati non sono fedeli alla propria moglie.

È vero infine che nella Chiesa orientale ci sono anche eccellenti sacerdoti sposati, ma è pure vero che ce ne sono di mediocri e anche di pessimi: cattivi mariti, peggiori padri, pessimi sacerdoti.

Cosa si vorrebbe risolvere con il sacerdozio uxorato? In ogni caso il rimedio farebbe un danno peggiore della malattia che si pretende di guarire. Proprio al contrario, san Giovanni Paolo II in occasione del Giovedì Santo del 1979 disse ai sacerdoti: “La Chiesa latina [ma si potrebbe anche dire romana, dunque universale] riferendosi all’esempio di Cristo Signore, all’insegnamento degli Apostoli e a tutta la tradizione che gli è propria, ha voluto, e continuerà a volere, che tutti coloro i quali ricevono il sacramento dell’Ordine assumano questa rinuncia in vista del Regno dei cieli” (corsivo mio).

39 commenti:

  1. Nella comunità scismatica ortodossa i sacerdoti si possono sposare tranne quelli che diventeranno vescovi.
    Se vogliamo San Paolo(I Timoteo 3/1 e ss) ha detto pure che anche Vescovi si possono sposare.
    Il problema è che gli scismatici ortodossi vogliono salvare capra e cavoli.
    Nel senso che la possibilità di sposarsi dei sacerdoti porta come conseguenza diretta il completo scomparire delle comunità religiose come già avvenuto da secoli nei posti dove purtroppo si è diffusa la fetida eresia luterana.
    Se i sacerdoti si possono sposare ,perché allora non si possono sposare pure frati e suore?
    Perché una suora o una monaca deve rinunciare al suo ganzo oppure un frate alla sua squinzia allorquando essi non devono nemmeno consacrare il Corpus Domini?


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    1. San Paolo non ha detto questo, idiota!

      Ha detto solo che gli uomini che diventassino vescovi dovevano essere "marito di una sola donna". Lui non ha detto "sposato con solo una donna", ma "marito di una donna sola". Ciò significa un vedovo che ha sposato solo una volta nella sua vita.

      Sacerdoti e vescovi erano celibi come gli apostoli. Ciò che accade oggi nella chiesa scismatica dell'oriente è il risultato dell'introduzione di ulteriori abusi.

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    2. Fare appello ai vedovi era la soluzione pastorale necessaria in quel momento. Non c'erano seminaristi essendo preparati al sacerdozio in quel momento. E non si poteva nominare all'episcopato gli uomini che hanno sposato più di una volta, in quanto ciò potrebbe rivelarsi eccessivo attaccamento al mondo.

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    3. Ehm Signore delle 15.51 che Lei sappia la moglie di Pietro Simone ben Giona era deceduta al momento della consegna delle chiavi?

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    4. Che fosse o no, non è importante! Se sua moglie era viva, loro non vivevano di più come marito e moglie. Pietro era celibe come tutti gli apostoli. Quando Gesù dice che dovevano abbandonare tutto, compresa la moglie, per seguirLo, è San Pietro che risponde che loro avevano già abbandonato tutto.

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    5. Scusi Signor Anonimo delle 21.18 ma Gesù ha anche detto che nessuno separi ciò che Dio ha unito in matrimonio.
      Se Pietro era sposato come poteva abbandonare la moglie?

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    6. Se Pietro era sposato, rimase sposato. Ma un uomo può essere dispensato dei voti matrimoniali dalla sua moglie per diventare sacerdote. Questo non significa un divorzio. Il legame rimane. "Abbandonare la moglie" qui significa abbandonare solamente la vita matrimoniale. Ovviamente questo è fatto in accordo con la donna, che deve dispensare il marito dei loro voti. Ma è l'unico caso in cui questo è possibile, perché la vita sacerdotale è superiore alla vita matrimoniale.

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    7. "Lasciare" può significare pure che non usavano carnalmente il matrimonio, e la moglie seguiva anch'essa Gesù. Anche oggi son previste delle dispense per uomini sposati che vogliano percorrere una vita religiosa.
      Pietro, dopo la pesca miracolosa, lasciò tutto con il fratello Andrea. L'opinione più comune, poiché non si parla mai della moglie di Pietro ma solo di Pietro che era sposato, è che Pietro fosse vedovo.

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  2. Gli orientali ordinano uomini sposati, ma i sacerdoti non si possono sposare.
    M

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    1. Giustissimo! Nelle Chiese Ortodosse non esistono "preti che si sposano" perché il tutto dipende dal momento della vocazione. Se un giovane ha la vocazione e viene ordinato allora dovrà restare celibe. Vengono ordinati anche degli uomini sposati ma dal momento dell'ordinazione, in teoria, dovrebbero vivere in continenza con la propria moglie e nel caso in cui restassero vedovi è loro assolutamente vietato accedere a seconde nozze. Vescovi e patriarchi, infine, sono presi dai religiosi perché il clero uxorato non può avere la pienezza del sacerdozio.

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    2. Caro Paleologo...ma cosa dici?? nell'Ortodossia un sacerdote dispone la pienezza del sacerdozio, non come nella Chiesa Romana che ce l'ha solo il vescovo.
      Inoltre, nella Chiesa Ortodossa, il sacerdozio è composto da diversi servizi (il c.d. "servizio sacerdotale" si compone di diaconi per il serviziodella Parola e delle mense, i presbiteri per il servizio all'altare, i vescovi successori degli Apostoli che confermano nella Fede ), ma diacono presbiteri e vescovi NON si differenziano per la Grazia, appunto la Grazia del Sacerdozio, ma per il servizio, tutti condividono la stessa Grazia sacerdotale.
      Inoltre quella della continenza tra persone sposate perché il marito è diventato sacerdote è una BAGGIANATA utile solo per sminuire il Sacramento del Matrimonio: un uomo e una donna si sposano per rimanere continenti??? ma fammi il piacere!
      La gente come te pretende la continenza dagli sposi (non importa se sposi di primo o secondo matrimonio, devono stare come "fratello e sorella"), la castità dagli omosessuali....
      Se te e quelli come te non riuscite a trovarvi una ragazza perché vi siete persi a Trento, non vuol dire che chi si sposa deve rimanere continente...e ovviamente essere rimasto vergine fino al matrimonio e dopo il matrimonio una vita di continenza.
      Stai continente tu....evita di dire fesserie!

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    3. Anche tu a fesserie stai messo bene...
      M

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    4. Dunque vedo che la continenza è impossibile. Dio ha dunque chiesto agli uomini una cosa al di sopra delle loro possibilità. Che sciocchezza. La castità è richiesta a tutti, maschi e femmine, giovani e anziani, sposati e celibi/nubili, etero e omosex. Tutti sono chiamati alla santità. Questo non significa esser fermi a Trento - che già è una delle tappe fondamentali della Fede cattolica, ma esser semplicemente cattolici.

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  3. Premetto, doverosamente, che comunque il celibato dei sacerdoti è una legge di diritto ecclesiastico e non divino, quindi il Papa potrebbe anche cambiarla. Non sempre e non dappertutto i preti sono celibi, lo stesso San Pietro Apostolo avendo una suocera avrà pur avuto una moglie, anche oggi i sacerdoti di rito bizantino CATTOLICO ed alcuni sacerdoti già anglicani convertiti al cristianesimo possono legittimamente essere sposati.

    Ciò premesso però, visto che proprio in questi giorni Papa Francesco ha fulminato bolla di scomunica nei confronti dei fondatori di "Noi siamo Chiesa", dimostrandosi quindi più duro di Benedetto XVI che non lo aveva fatto, non mi pare proprio che stiamo andando nel senso che qualcuno invece teme.

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  4. Vorrei fare una considerazione di ordine logico: i "progressisti" affermano che la crisi delle vocazioni è dovuta al fatto che i preti non si possono sposare. Ora: i diaconi si possono sposare. Se fosse vera la tesi dei catto-comunisti allora dovremmo avere un gran numero di diaconi in più rispetto ai sacerdoti...come mai invece ciò non avviene? La ragione è semplice, il celibato ecclesiastico non ha niente a che vedere con la crisi delle vocazioni.

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    1. La crisi delle vocazioni deriva dalla crisi del sacro nella Chiesa. Se la Chiesa non offre più il sacro i giovani non sono attratti o spesso son attratti dal falso sacro delle sette. I seminari, specie tradizionali, dove ancora vige e vien coltivato il senso del sacro sono fiorenti di vocazioni.

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    2. Crisi dovuta al celibato? Sciocchezze. Crisi del sacro? Sciocchezze. Crisi di senso e significato invece. Per essere provocatorio, la Chiesa non ha più nulla da dire specie alla fascia 40 - 50 anni con istruzione medio alta.

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  5. Vide S. Th., Supl., q. 53, art. 3, corpus.

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  6. La frontliner di WSK è stata scomunicata in quanto si celebravano 'messe' con sacerdotesse e sacerdoti ed il sacerdozio femminile non è ammesso (finora) nella CC, poi per quanto riguarda celibato sì o no, mi pare ci si stia avviando ad una completa protestantizzazione dell' ex- chiesa cattolica iniziata pazientemente da Bugnini e che sarà resa attuale a breve giro di posta, siamo tutti ecumenici, fin troppo direi e.....guai a chi dice il contrario, ci sono in giro un sacco di volpi pronte ad azzannare qualche pecorella nostalgica......ad ottobre se ne vedranno delle belle....

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  7. Si comporta come si comportò Lefebvre.

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    1. Giusto perché una frecciatina gratuita non si nega mai eh!

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    2. PER IL NUOVO:
      hai centrato il problema...
      bravo e grazie! (non è sarcasmo)

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    3. Tal Nuovo, che sa di stantìo, poverino non riesce a fare una distinzione molto semplice: mons. Lefebvre celebrava secondo un rito risalente all'età apostolica e a S. Gregorio Magno, mai abrogato dalla Chiesa come è stato dimostrato e più d'una volta. La scomunica che gli fu inflitta, ritenuta peraltro invalida da tanti cardinali, fu un provvedimento disciplinare per la sua disobbedienza, in quanto le consacrazioni episcopali - valide - erano avvenute senza mandato romano. Era maschio e sacerdote regolarmente ordinato, quindi alter Christus. La pretessa è donna e pertanto non è stata ordinata dalla Chiesa perché nella sua essenza totalmente impossibilitata ad esser alter Christus. Dunque ha simulato un sacramento, il sacramento per eccellenza, ingannando i fedeli ed oltraggiando Cristo, come tal Nuovo oltraggia la ragione.

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  8. Impossibile. Il celibato non puo' essere messo in discussione.

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    1. Se hanno messo in discussione l'orientamento dell'altare.......

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  9. Se il celibato sacerdotale cattolico che è pietra fondante la Chiesa, verrà scardinato, io non seguirò questa falsa chiesa eretica e proto-protestante.

    Se gli ortodossi che poi sono scismatici o i luterani eretici, o gli scismatici
    anglicani, si sposano, chissene..... io sono cattolico e resterò cattolico.

    Davanti a preti con moglie e figli io non mi confesso né mi inginocchio né assisto alla Messa, perché non sono uomini di Dio ma falsi pastori.

    Dal quarto secolo vige nella Chiesa cattolica l'obbligo di celibato per
    i sacerdoti ribadito pena l'anatema dal Concilio di Trento e dalla Enciclica Pascendi, una tradizione millenaria che non può essere disponibile a nessuna strumentalizzazione o moda o secolarismo da quattro soldi.

    Il celibato è un dovere di fedeltà per i sacerdoti così come la fedeltà
    coniugale lo è per i laici uxorati e la castità lo è per i laici non uxorati.

    Modificare questo significa distruggere i sacramenti dell'ordine e del matrimonio e violare il sesto e nono comandamento.

    Persino San Pietro quando seguì Cristo abbandonò la moglie e non parliamo di Sant'Agostino o di altri esempi di santità.

    Chi vuole aprire a queste sconcezze vuole distruggere la Chiesa Cattolica
    fondata da Cristo e non può essere seguito perché è un anticristo.

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    1. Esatto, concordo pienamente. Come dice S. Paolo "..perciò, fratelli, state saldi, e mantenete le tradizioni come vi sono state trasmesse". Fratelli, manteniamo le tradizioni, le porte degli inferi non prevarranno!

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    2. C'è una cosa che non capisco, e non è sarcasmo, è la seguente.
      Se te dici che una Messa di un prete sposato è un falso pastore, allora quegli ex pastori anglicani che si sono convertiti PRIMA dell'Anglicanorum Coetibus e pertanto sono di rito romano, conversioni avvenute negli anni 80 e 90....allora loro sono falsi pastori?
      e per favore, non rifugiarti dietro lo slogan "hanno la dispensa", che è una risposta poco intelligente che fa ridere! o si può fare perchè è coerente con la Fede oppure no e allora sono falsi pastori.
      E, ti ripeto, sono di rito ROMANO sotto la giurisdizione del Vescovo diocesano e appartengono al clero secolare, non all'Ordinariato dell'Angli. Coetibus.
      Allora ...sono falsi pastori?
      grazie

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    3. L'ANONIMO DI SOPRA HA SCRITTO:Esatto, concordo pienamente. Come dice S. Paolo "..perciò, fratelli, state saldi, e mantenete le tradizioni come vi sono state trasmesse"

      Quello sopra ancora che si scagliava contro il sacerdozio uxorato ha ricordato esisteva in origine.

      CONCLUSIONE: San Paolo quando scriveva di mantenere la Tradizioe aveva sacerdoti con mogli e figli, e questa TRADIZIONE è rimasta nella Chiesa Ortodossa. Roma ha preferito riformare e perdere la Tradizione.

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    4. Quando San Paolo scriveva aveva a che fare con soggetti che ,nel migliore dei casi, erano sposati secondo il rito ebraico e di conseguenza ,per la Legge nuova, erano solo dei puri concubini.
      Non serve inventarsi che i Vescovi erano vedovi o che San Pietro ha abbandonato la moglie per seguire Cristo.
      Semplicemente il loro matrimonio(sempre che di matrimonio si trattava)era inesistente per la vecchia legge.
      Come poteva San Pietro disubbidire a Cristo che in tema di matrimonio (con la nuova Legge) diceve di non osar di dividere ciò che Lui stesso aveva unito?
      Se Gesù non ha unito in matrimonio Pietro e la sua concubina ebraica oppure i vescovi delle origini risultava essere legale ma anzi obbligatorio mollare queste scabrose situazioni.

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    5. Per l'anonimo delle 20.30: caro fratello, il celibato sacerdotale è basato su una tradizione apostolica. Il noto biblista Ignace de la Potterie afferma infatti che benché tale norma sia diventata legge canonica nel IV secolo, gli stessi legislatori del IV o V sec. dicono che tale disposizione era basata su una tradizione apostolica. É stata infatti confermata nel concilio di Cartagine, nel Sinodo di Elvira (can. 27 e 33) e da papa Siricio (385). Inoltre S.Paolo parla per gli apostoli che già avevano moglie quando si erano convertiti. Non c'è nessuna prova scritturale che si potesse prendere moglie DOPO l'ordinazione. E infatti la Chiesa ha mantenuto tale consuetudine, per i sacerdoti cattolici di rito greco e per gli ex anglicani (vedi costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus).

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    6. E' il vecchio VIZIO cattolico: scegliere la linea secondo le proprie inclinazioni e poi legittimarla a posteriori procurandole una giustificazione a priori fittizia. Così la storia della Chiesa viene ricostruita a piacere: ci si stappa la veste davanti all'ipotesi di consacrare uomini uxorati, ma si glissa senza il minimo cenno di considerazione sulla riduzione dell'Eucaristia alla sola specie del pane. Tutta l'apologetica cattolica - come a suo tempo quella marxista - funziona così. E quindi NON funziona.

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    7. Prendiamo atto che la Chiesa cattolica ha questo brutto vizio stigmatizzato da un prete anonimo. Non solo le donne, ma anche certi preti in ecclesiis (e nei blogs) dovrebbero tacere.

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    8. Quindi i cattolici di rito bizantino sono falsi pastori?

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  10. il titolo del post è: "E se il Sinodo fosse un diversivo per far cadere il celibato dei sacerdoti?"

    E se questo atteggiamento e questa mentalità si chiamassero dietrologia????

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  11. il titolo del post è: "E se il Sinodo fosse un diversivo per far cadere il celibato dei sacerdoti?"

    le risposta è: "Il celibato dei sacerdoti cadrebbe".

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  12. Non ho letto il libro di Cochini, però quello di Bonivento sì. Una prima importante distinzione è quella tra celibato e continenza: il ministero ordinato implicherebbe la seconda (uso il condizionale perché la prassi è diversa dalla teologia) non l'assenza del vincolo matrimoniale. La ragione per cui l'ordinazione diaconale richiede l'assenso dell'eventuale coniuge pare proprio questa: si chiede una implicita rinuncia all'uso del matrimono.
    Io sarei anche favorevole all'ordinazione sacerdotale di uomini sposati, purché di una certa età ed esperienza, ma non comprendo come si possa giustificare il matrimonio di un uomo ordinato.

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  13. Tutta questa faccenda grida scandalo.. ma dico, chissà com'è che i colpevoli invece di fare ammenda, chiedono che sia cambiata la legge..? A me sembra che Gesù avesse detto che veniva a liberarci dalla schiavitù, non a diventare suoi ministri succubi della carne.. ma quel San Paolo che tanto spesso sento nominare da molti lo leggono o strappano di qua e di là, per strumentalizzare anche lui? Hanno scordato il passo in cui addirittura 'sconsiglia il matrimonio'? Chiaramente oggi più che allora il poveretto si vedrebbe affibbiato l'eticchetta di 'pazzo'. Onestamente non capisco come un prete sposato (e con figli) possa svolgere al meglio le sue mansioni, dal momento che almeno in teoria non dovrebbero limitarsi alla 'mera' amministrazione dei sacramenti, ma la sua vita TUTTA dobrebbe essere di Dio; e il matrimonio non è tutto rose e fiori, quindi avrebbe preoccupazioni anche da quello. Se mi è permesso di dire qualcosa di un pò più duro, troverei un cedimento al clima libertino che si respira in giro e credo che quando (non mi ricordo in quele concilio, ma uno tra i primi) obbligavano a spretarsi colui che fosse trovato in una situazione di concubinato o simili, ritendolo non idoneo al compito, avessero pienemte ragione. E forse qualcuno farebbe meglio a ricordarsi che anche in quel concilio ha agito lo Spirito Santo.

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    1. Concordo. Tutto il Magistero esalta lo stato verginale sul matrimonio. Certo, il matrimonio è un grande sacramento, e quindi non è un male, ma lo stato verginale rende conformi a Cristo che fu vergine.

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