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lunedì 24 settembre 2012

Pellegrinaggio straordinario: i cattolici "Summorum Pontificum" sono di serie B?

E' passato qualche giorno.
Il week end ha un po' fatto sbollire gli animi e le molti notti trascorse hanno portato consiglio. Speriamo quello giusto.
Quando abbiamo appreso la notizia del cambiamento dell'orario (non più alle 10:00 ma alle 15:00) della S. Messa del 3 novembre molti sono stati i sentimenti e le emozioni (e, lo ammettiamo, anche gli improperi verso i prelati e porporati di Curia) che hanno affollato il nostro cuore e... la nostra mente.
"Ecco ci risiamo", "Mannaggia a loro...", "Lo sapevo...", "Non sanno più cosa inventarci per sabotarci", "Se le inventano tutte", "Ma che mala organizzazione", "Ah ma se pensano di fermarci con questi mezzucci si sbagliano di grosso", "Ah ma noi non ci facciamo intimorire", "Certo che però, essere trattati così...", "Possibile che nessuno in Curia abbia [il coraggio] per difenderci", "Allora non vado più", "Ma lì mort...", e altri che qui non è il caso di riferire.
Subito avremmo voluto preparare un post infuocato. Ma come si diceva all'inizio si è preferito aspettare che il sangue smettesse per ribollire nelle vene.
Della strana concomitanza di una Cappella Papale per le anime dei Cardinali (e alcune ne avrebbero bisogno, di S. Messe di suffragio!!) nello stesso sabato mattina del nostro pellegrinaggio  è stato già detto  (si vedano qui le statistiche).
Ma la statistica, si sa, non è una scienza.
Ora i casi sono due: o si è trattato di cattiva disorganizzazione del Card. Arciprete che, nel controllare l'agenda al 3 novembre e nel dare l'iniziale disponibilità della Basilica ai pellegrini del Summorum Pontificum, non si era accorto che al mattino ci fosse già la Messa del Papa, o c'è lo zampino diabolico degli astuti nemici della Tradizione che, d'accordo con l'Ufficio Liturgico per le Cerimonie pontifice, hanno fissato in fretta e furia un Pontificale  al mattino dello stesso sabato, per poi, "con rammarico e per disguido", fare slittare la nostra messa al pomeriggio... alle 15:00.
Non so come mai, ma la seconda ipotesi sembra quella più verosimilie. Voi che dite? 
Gli organizzatori ovviamente, di fronte ad una celebrazione del Santo Padre fissata (in Vaticano dicono, già da tempo) per la medesima mattinata del  pellegrinaggio, non potevano far altro che cedere riverentemente il passo e accettare la seconda offerta: l'orario delle 15:00.
E anche se nel CISP hanno avuto la stessa nostra impressione (quella di essere stati "silurati" da un orario più consono per una celebrazione in San Pietro) non hanno certamente voluto e potuto esprimere la loro contrarietà per il disguido nè lamentarsi per il trattamento.
Chapeau!
Ma noi possiamo dirlo apertamente: ci sembra che i fedeli legati al Summorum Pontificum siano stati trattati come cattolici di serie B.
Ma non è una novità.
Una cosa ci consola: i monsignori vaticani non sono riusciti a impedire la celebrazione in San Pietro, nè a far rinviare il Pellegrinaggio, nè a far anticipare la S. Messa alle 8:00 (orario di gran lunga più penalizzante, come già successe 4 anni). Hanno ottenuto solo un misero slittamento di orario, nel primo pomeriggio di un sabato nel ponte di Ognissanti (che detta così suona anche meglio).
A ben vedere infatti potrebbe non essere un male. Anzi!
A detta di molti la Divina Provvidenza ha voluto mettere un parziale rimedio: il cambiamento d'orario risulterebbe più comodo per molti, che, soprattutto dall'estero, non sarebbero riusciti ad arrivare a San Pietro in tempo per le 10:00, (nemmeno partendo di mattina presto, non potendo partire il venerdì, per vari motivi).  Saputo lo spostamento d'ora, hanno quindi subito prenotato e riusciranno ad essere con noi in Basilica alle 15:00. E questi sono molti!
C'è però anche l'altro lato della medaglia: forse per i sacerdoti sarebbe stato meglio al mattino: alcuni infatti così ci hanno fatto sapere; con la Messa al pomeriggio, non potranno essere presenti perchè non riuscirebbero poi a far ritorno nelle rispettive parrocchie per le Messe vespertine prefestive. Ce ne dispiace (e li capiamo conoscendo la carenza di sacerdoti e la difficoltà per coprire le assenze, ma soprattutto sappiamo che molti preti giovani che sarebbero venuti sono vicari parrocchiali e non possono contare sull'appoggio dei loro parroci o di altri confratelli che mai li sostituirebbero per permetter loro di andare ad un "simile pellegrinaggio").
Una cosa è certa: nonostante tutto dobbiamo andare a Roma. Vogliamo andare a Roma il 3 novembre. Alle ore 15:00. 
Noi andiamo avanti, "cum Papa nostro"!
Roberto