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martedì 16 agosto 2011

Il Graal a Valencia


Da La Bussola

di Rino Cammilleri
10-08-2011
«San Lorenzo, perché tanto di stelle per l’aere turchino arde e cade?». Così inizia la poesia del Pascoli X agosto, e io, scolaro elementare, mentre, costretto, la imparavo a memoria, mi chiedevo che cosa significasse quella «x». Solo alle medie avrei saputo che non era una lettera ma il numero romano che sta per 10.
Il poeta aveva i suoi motivi (l’omicidio del padre) per collegare le festa di San Lorenzo al «pianto di stelle», ma il martire del III secolo non c’entrava con le meteore che si incendiano brevemente entrando nell’atmosfera. Io le ricordo, bisognava guardare in direzione delle Pleiadi, di notte e in campagna, attorno, appunto, al 10 agosto. Ma tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, quando l’inquinamento, anche quello luminoso, rendeva i cieli notturni del Sud letteralmente tempestati di stelle.
No, non è per il povero Lorenzo che il cielo estivo piange. Se proprio si vuol cercare il meraviglioso nella vicenda di San Lorenzo, tanto vale puntare più in alto, a quella «leggenda delle leggende» che è il Graal. Sì, perché Lorenzo vi ha a che fare. E non è detto che sia una leggenda. Ma procediamo con ordine.
Lorenzo era uno dei diaconi di papa Sisto II al tempo delle persecuzioni. A Lorenzo era affidata anche la cassa della diocesi di Roma; in particolare, spettava a Lorenzo occuparsi dell’assistenza. Gli Apostoli avevano creato i primi sette diaconi appunto per questo, per sgravare se stessi dall’incombenza di dover provvedere alle vedove, agli orfani e ai bisognosi con i fondi che i primissimi cristiani mettevano in comune. Sisto II subì il martirio, poi toccò a Lorenzo.
A quest’ultimo fu riservato il supplizio della graticola perché rivelasse dove aveva messo le «ricchezze» della Chiesa. Lui indicò i poveri, per cui quelle «ricchezze» erano state spese. Poi gridò al carnefice che poteva anche rigirarlo, visto che da un lato era già «cotto», e rese l’anima a Dio. Lorenzo era ispanico, per questo il cattolicissimo imperatore Filippo II diede alla sua reggia la forma di un «escorial», una graticola.
Ebbene, nell’anno 258, poiché le cose si stavano mettendo male, Sisto II aveva affidato a Lorenzo alcuni preziosi oggetti da mettere al sicuro. Preziosi per la fede, s’intende. Lorenzo li aveva portati nel suo paese, a Huesca. Tra questi oggetti c’era anche una coppa di agata pregiata, quella con cui il papa diceva messa. Perché era speciale, quella coppa? Perché con essa usava celebrare San Pietro, che l’aveva portata a Roma da Antiochia, e ad Antiochia l’aveva portata da Gerusalemme. Con quella coppa i suoi ventidue successori celebrarono fino al tempo di Sisto II. Era la coppa che Gesù aveva usato nell’Ultima Cena. In essa il vino era stato trasformato nel suo Sangue. Infatti, la frase con cui nella messa si procedeva alla consacrazione era da considerarsi letterale: «…prese questo glorioso calice…». Ma la coppa che contenne il Sangue di Cristo è il Graal.
Che fine fece il Graal di Huesca? Attraversò il secoli passando per varie mani, sempre portato al sicuro per sottrarlo prima ai Vandali, ariani, e poi ai musulmani. Nel 1399 il re d’Aragona, Martín I, lo fece porre nella cattedrale di Saragozza e impreziosire con aggiunte in oro. Nel 1424 il re Alfonso il Magnanimo lo donò alla città di Valencia, che dal 1437 lo custodisce nella sua cattedrale. Con esso i papi Giovanni Paolo II e l’attuale Benedetto XVI, in visita, hanno celebrato la messa. Nel XX secolo è stato sottoposto a esami da parte di un pool di studiosi, i quali hanno concordemente convenuto che si tratta effettivamente di un oggetto in uso nella Palestina del I secolo.
Perché nel Medioevo il Graal si considerava «perduto» e, dunque, leggendario? Per il semplice fatto che la Spagna era dominata dagli islamici. E chi sapeva dov’era il Graal si guardava bene dall’aprire bocca.

17 commenti:

  1. Alessandro (sandalo)16 agosto 2011 alle ore 19:48

    <span>Poi gridò al carnefice che poteva anche rigirarlo, visto che da un lato era già «cotto», e rese l’anima a Dio. </span>
    Bellissimo tutto il testo. Faccio notare però, che, secondo la Tradizione, San Lorenzo pur già arrostito, rimase miracolosamente vivo, e, infatti, lo si dovette decapitare per ucciderlo.

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  2. Una tradizione di cui ho notizia solo ora! (tradizione con la iniziale minuscola: riservo la maiuscola alla Sacra Tradizione cattolica che è altra cosa)
    Azzardo un'ipotesi: che si tratti di una sintesi tra le due tradizioni sul martirio di Lorenzo, la prima che lo vuole morto sulla graticola e la seconda che sostiene non potersi accettare la morte di un civis romanus se non per decapitazione?
    Sono parroco di una parrocchia il cui titolare è san Lorenzo e, per quanto sta a me, continuerò a citare la tradizione riportata da papa Damaso secondo cui il santo diacono rese l'anima sulla graticola e a ciò sembrerebbe alludere la stessa liturgia del Santo

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  3. Alessandro (sandalo)16 agosto 2011 alle ore 21:00

    Della decapitazione (avvenuta sulla graticola, o a pochi passi da essa) parla anche il sito santi & beati.

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/21350

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  4. <p> 
    </p><p>San Sebastiano fu trafitto da tante frecce da sembrare un riccio. Ma non morì. Abbandonato come morto sul luogo del supplizio, miracolosamente sopravvisse, e fu curato da pii soccorritori. Tornò a proclamare la sua fede, e nuovamente fu martirizzato: questa volta definitivamente.
    </p><p>Santa Caterina d'Alessandria fu sottoposta al supplizio della ruota dentata. Ma gli angeli la salvarono. Alla fine dovettero decapitarla.
    </p><p>A Sant'Agata strapparono le mammelle, poi la misero su un letto di carboni ardenti. Anche lei sopravvisse, e morì in carcere solo dopo qualche tempo.
    </p><p>Santa Margherita di Pisidia ne patì d'ogni sorta: tra le  più grosse, fu divorata da un drago, poi i carnefici le bruciacchiarono tutto il corpo (una bella  immagine nel santuario di Crea:
    </p><p>http://it.wikipedia.org/wiki/File:Margherita_Crea_1.jpg )
    </p><p>Anche lei, alla fine, dovette essere decapitata.
    </p><p>Direi che il doppio (o multiplo) martirio, con una prima fase cruenta e spettacolare, ma inefficace, una seconda fase più sbrigativa e definitiva, sia un topos molto diffuso.

    </p>

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  5. Suggestiva l'ipotesi di Cammilleri. Ci sono altri possibili argomenti a sostegno, che voi sappiate?

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  6. chiarisco: ipotesi riportata dal Cammilleri.... Ultimamente non brilla per affidabilità storica.

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  7. "Santa Margherita di Pisidia ne patì d'ogni sorta: tra le  più grosse, <span>fu divorata da un drago.</span>..."

    Che tipo di drago? A fiamma corta o a fiamma lunga?

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  8. <span>"Decretali Pseudo-isidoriane" su un mito che resta affascinante finché rimane tale, per quanto mi riguarda.
    </span>

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  9. :)  Filippo, Filippo: scherza con i fanti e non con i santi!

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  10. Filippo ( draco-scettico)17 agosto 2011 alle ore 16:51

    Più che coi santi, scherzo coi draghi! Non mi dirai che credi alla loro esistenza?

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  11. Non banalizziamo pero'.

    Secondo la trandizione paleocristiana il "drago" e' la manifestazione del demonio. Quello che il mito dice e; che il Demonio si presento' a Margherita sotto forma di drago ed Ella, munita della croce, se squarcio' il ventre ed usci' vittoriosa. E' chiara l'allegoria al fatto che Margherita fu personalmente tentata dal demonio nelle carceri, verosimilmente ad abiurare la Fede, ma riusci', con l'aiuto di Dio, a respingere tale tentazione. Nel momento in cui ella confesso' definitivamente la fede e si avvio' ad esser decapitata, la colomba che le si poso' in fronte e' chiaramente l'emanazione della Spirito Santo Consolatore e la corona che le poso' in fronte rappresenta la corona del martirio.
    Non e' quindi necessario prender alla lettera i racconti ma non v'e' per questo motivo di non credere alla loro veridicita'.

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  12. E come mai, da ormai molto tempo, il Demonio non appare più sotto forma di drago? Io lo vorrei vedere un bel dragone fumante. Sono stanco di questi santi borghesi, suore missionarie e quant'altro. Io voglio vedere un drago che tenta di mangiare una santa o un santo. Non capisco perché nel Medioevo,  quando si aveva ancora più fede di oggi, questi eventi spettacolari erano quasi all'ordine del giorno, mentre oggi, in un' epoca pervasa dal positivismo  e dall'indifferentismo, non ci possano essere manifestazioni del soprannaturale così eclatanti e per nulla scontate come, in un certo senso, potevano esserlo nei tempi antichi.

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  13. @ Filippo,

    questi eventi non sono molto tipici del medioevo ma dell'epoca paleocristiana, cioe' dell'Impero Romano per intenderci.
    Il demonio puo' manifestarsi in molteplici modi, in antichita' lo si dipingeva come un drago.
    In realta' il racconto ci narra, alla maniera antica, che la Santa subi' atroci tentazioni ma le sconfisse con l'aiuto della fede (rappresentata dalla croce), e nel confessare la fede in pubblico fu assistita dallo Spirito Santo Consolatore che le le permise di sopportare miracolosamente i tormenti ed ottenere la corona del martirio.

    I santi sono tentati dal demonio in tutte le epoche. Si pensi di recente a S. Pio da Pietrelcina che lottava fisicamente col demonio e portava segni fisici della passione, oppure a S. Teresa di Calcutta le cui tentazioni spirituli furono prolungatissime

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  14. Alessandro (sandalo)19 agosto 2011 alle ore 18:38

    <span>a S. Teresa di Calcutta le cui tentazioni spirituli furono prolungatissime.</span>
    Ed a Cui, DIO non voglia, ohimè, sembra proprio che avesse ceduto.

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  15. <span>mi interesserebbe sapere, se può precisare:  in quale circostanza biografica e in quale tentazione avrebbe ceduto la beata (non Santa, per ora) Madre Teresa di Calcutta ?</span>

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  16. Articolo molto importante, ben fatto, è utilissimo leggerlo, grazie

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