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lunedì 10 gennaio 2011

L'arte così moderna, così diabolica


di Hans Sedlmayr (da Totus tuus)[Il testo è un intervento inedito letto da Hans Sedlmayr al II Congresso internazionale di studi umanistici "Cristianesimo e ragion di Stato. L'umanesimo e il demoniaco nell'arte" tenutosi a Roma nel 1952..

Hans Sedlmayr, considerato tra i maggiori storici dell'arte del secolo XX e all'origine della critica strutturale, nasce il 18 gennaio 1896 a Hornstein, al confine orientale dell'Austria. Nel 1921 si laurea con lo storico dell'arte austriaco Julius von Schlosser (1866-1938), di cui sarà assistente e, dal 1936, successore all'Università di Vienna. Dal 1951 al 1964 insegna all'università di Monaco di Baviera e dal 1964 al 1969 è professore onorario all'università di Salisburgo, città dove muore il 9 luglio 1984. Oltre alla sua opera principale, Perdita del centro. Le arti figurative del diciannovesimo e ventesimo secolo come sintomo e simbolo di un'epoca, del 1948, in italiano sono usciti L'architettura di Borromini. La figura e l'opera con un'appendice storico-stilistica (1939), Arte e Verità. Per una teoria e un metodo della storia dell'arte (1958), La morte della luce. L'arte nell'epoca della secolarizzazione (1964), Johann Bernhard Fischer von Erlach architetto (1976), La luce nelle sue manifestazioni artistiche (1979). L'anno scorso la casa editrice Cantagalli ha ripubblicato dopo molti anni dalla prima uscita in italiano La rivoluzione dell'arte moderna, accompagnato da un inedito Memorandum sull'arte ecclesiastica cattolica in riferimento ai Punti 23 e 41 delle raccomandazioni per il Concilio, inviato dall'autore nel 1962 al Concilio Vaticano II. Come fa notare nella premessa monsignor Mauro Piacenza, già presidente della Pontificia commissione per i Beni Culturali, significativa è la sostanziale convergenza del pensiero del grande storico dell'arte con le celebri frasi rivolte da Paolo VI agli artisti nella Cappella Sistina, il 7 maggio 1964.

In quali condizioni un'opera d'arte o l'arte di un artista o di un' epoca può essere chiamata demoniaca (che significa, come avevamo convenuto, 'cacodemoniaca', ossia derivante dallo spirito maligno), diabolica o infernale.Sul piano di una storia dell'arte che abbia pretese di autonomia, e dunque di estetismo puro, è impossibile stabilire utilmente un concetto di arte demoniaca. Di più: su tale piano non si riesce neppure a percepire quale sia il senso esatto del termine 'arte demoniaca'; termine peraltro indispensabile a penetrare realmente i fenomeni artistici e a discernere efficacemente i diversi spiriti che si manifestano nelle arti. Per giungere a tale discernimento è indispensabile fare quello che l'estetismo non fa: prendere sul serio le opere d'arte. A tale scopo è necessario considerarle come enunciazioni, enunciazioni plastiche riguardanti stati di cose reali e ontologici, enunciazioni che possono essere vere o false (o insensate) al pari delle enunciazioni verbali.Procedendo così, difenderemo la seguente tesi: un'opera d' arte è demoniaca, diabolica, quando conferma con l'immagine un'enunciazione ontologicamente falsa su Dio, gli angeli, l'uomo, il mondo, la natura ecc.; ossia quando esprime tale enunciazione sotto una forma artistica che impegni lo spettatore ad approvare e accettare la falsa asserzione. Tale opera d'arte è un 'rovesciamento', divenuto forma, non solo dell'ordine dei valori, ma anche dell'ordine ontologico, e ciò corrisponde peraltro al senso primo del termine 'diabolus', diabolico. Dal punto di vista oggettivo, in rapporto all'essere e a ciò che è, si tratta di una menzogna, proprio come il 'diabolus' è il 'padre della menzogna'. E dal punto di vista soggettivo, in rapporto allo spettatore, si tratta di 'seduzione', proprio come Satana è il 'seduttore delle origini'.

* * *
Ecco alcuni esempi per illustrare la tesi.Un pannello murale della biblioteca del college di Dartmour negli Stati Uniti dovrebbe raffigurare un 'Cristo', opera del messicano Orozco, pittore espressionista della seconda scuola. Il personaggio si solleva in aria, i fianchi cinti da un lenzuolo, e sopra il grembiule di cuoio da operaio, con le stigmate che indicano in lui il Cristo. Ha le gambe divaricate, il pugno sinistro teso in avanti, nella mano destra stringe una grande ascia. Il volto, dallo sguardo di una fissità demoniaca, ricorda la fisionomia nota come quella di Lenin. Sullo sfondo, ai piedi di un'immensa piramide formata da armi belliche, fucili, cannoni, carri armati ecc., giacciono gli idoli rovesciati: la Colonna greca e l'immagine di Buddha. Ma giace a terra anche la Croce, rozzamente intaccata. Il Cristo-Operaio l'ha distrutta con l'ascia.Il quadro costituisce indubbiamente la rappresentazione plastica più radicale del mito del proletario, vero uomo-Dio, che non partecipa del peccato originale dello sfruttamento, che scaccia le potenze delle tenebre, abbatte gli idoli, porta la Salvezza con l'azione e annuncia l'era nuova. L'opera è nata dallo spirito dei manifesti di propaganda dei senza-Dio russi, evocati anche dal carattere pubblicitario dello 'stile', che spesso addirittura la superano quanto a veemenza blasfema. Infatti, dal punto di vista cristiano, il quadro di Orozco è blasfemo. Ontologicamente parlando, non si tratta solo di una falsa enunciazione: poiché un Cristo che fa a pezzi la sua croce con l'ascia non potrebbe in alcun modo essere il Cristo; è il Ribelle, diabolicamente travestito, con la maschera del Cristo. Ci troviamo qui in presenza del 'rovesciamento' insensato di tutte le immagini concepibili del Cristo. Un rovesciamento, evidenziato appassionatamente dallo stile dell'autore, che ci invita con sguaiataggine a dichiarare la nostra appassionata adesione. Il diabolico dell'opera prendendo le parole alla lettera: la confusione volontaria dell' immagine del Cristo con quella del Ribelle si manifesta apertamente e senza veli. Quanto scompiglio degli spiriti anche nel nostro tempo! Basti pensare al fatto che il quadro è stato dipinto per la biblioteca universitaria di un Paese in fin dei conti cristiano. Un'incisione di James Ensor porta il titolo Diavoli che bastonano angeli e arcangeli. Se la tela di Orozco è il rovesciamento di una raffigurazione del Cristo, questo disegno è il rovesciamento del vecchio tema occidentale della caduta degli angeli ribelli e del loro capo Lucifero. La plasticità dell'incisione, non priva di grande fascino grafico, porta tutti i tratti del caos incarnato. Nel disegno angeli e arcangeli sono provvisti degli stessi elementi di deformazione, bruttezza, perversione e oscenità dei diavoli vittoriosi. Ecco un esempio eclatante d'immaginazione demoniaca.

9 commenti:

  1. Robe da matti!!!! e poi alcuni si definiscono artisti ..... ovviamente poi, son coloro che sono pubblicizzati a destra e a manca come il codice da vinci di un tale Dan Brown .......

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  2. Chi volesse vedere il "capolavoro" in questione:

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  3. Consiglio qualche lettura del grande storico dell'arte. Forse si trova ancora il suo capolavoro: La perdita del centro (una volta era dell' Ed. Borla).
    http://www.ibs.it/ser/serpge.asp

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  4. <span> accanto alla sacrosanta Parola di Dio quest'arte orribile, satanica, che ci umilia come sacerdoti, come italiani, come cristiani.</span>

    ....da quando si proclamò da tante cattedre vietato vietare!, anche la Chiesa docente accettò questo criterio:
    In nome dell'arte tutto è permesso.
    E così abbiamo assistito ai  mille e uno scempi architettonici ed artistici quali le chiese-incubo, il tempio satanico dedicato a S. Pio da Pietrelcina, e tutto il brutto e mostruoso che l'inferno può ispirare alle  menti umane, traviate a tal punto da credere, affermare e praticare che NON c'è più differenza tra Bello e brutto, tra Sacro e profano, tra Bene e male, anzi:
    il male viene chiamato bene, approvato e acclamato, come nuovo bene, (nella nuova-chiesa-cheavanza....): nulla di strano, poichè la Verità è stata rovesciata dal suo Trono nelle coscienze degli uomini, e al suo posto siede,
    incontrastata, trionfante, la MENZOGNA.

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  5. <span><span>accanto alla sacrosanta Parola di Dio quest'arte orribile, satanica, che ci umilia come sacerdoti, come italiani, come cristiani.</span>  
     
    ....da quando si proclamò da tante cattedre vietato vietare!, anche la Chiesa docente accettò questo criterio:  In nome dell'arte tutto è permesso.  
    E così abbiamo assistito ai  mille e uno scempi architettonici ed artistici quali le chiese-incubo, il tempio satanico-massonico dedicato a S. Pio da Pietrelcina, e tutto il brutto e mostruoso che l'inferno può ispirare alle  menti umane, traviate a tal punto da credere, affermare e praticare che NON c'è più differenza tra Bello e brutto, tra Sacro e profano, tra Bene e male, anzi:  
    il male viene chiamato bene, approvato e acclamato, come nuovo bene, (nella nuova-chiesa-cheavanza....): nulla di strano, poichè la Verità è stata rovesciata dal suo Trono nelle coscienze degli uomini, e al suo posto siede,  
    incontrastata, trionfante, la MENZOGNA.</span>

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  6. C'è chi non solo le strappa, ma le infila in una busta e le rispedisce indietro alla Cei con un biglietto che dice "grazie, ma queste ve le potete riprendere".

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  7. e che dire delle stupende composizione sacre dei grandi compositori italiani. Palestrina, Monteverdi, Vivaldi, Pergolesi..... allora si che c'era fede e desiderio di diffonderla

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  8. e che dire delle stupende composizione sacre dei grandi compositori italiani. Palestrina, Monteverdi, Vivaldi, Pergolesi..... allora si che c'era fede e desiderio di diffonderla

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  9. e che dire delle stupende composizione sacre dei grandi compositori italiani. Palestrina, Monteverdi, Vivaldi, Pergolesi..... allora si che c'era fede e desiderio di diffonderla

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La Redazione