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giovedì 26 novembre 2009

Il Papa, i Vescovi e lo strabismo


Abbiamo già riferito (v. qui) della recente nomina di mons. Giovanni d'Ercole (nella foto) a vescovo ausiliare dell'Aquila.

Il presule è attualmente a capo della Sezione italiana della Segreteria di Stato ed è volto noto in televisione. La sua nomina a vescovo è stata fatta oggetto di un virulento attacco dell'Unità (vedilo qui), che l'ha definita 'prova di franchismo'. Il perché di queste critiche feroci quanto spropositate non è nemmeno esplicitato, se non con l'accenno al fatto che la sua nomina sarebbe stata caldeggiata dal governo. Un vizio di origine che rende irrilevante la personalità, le qualità o le attitudini del designato (sulle quali, infatti, l'Unità nulla ha da dire), ma autorizza per ciò solo a commiserare la situazione "delle diocesi italiane nel sopportare qualunque ingiuria, compresa quella di essere ciclicamente considerate cassonetti dove depositare gli scarti dell’amministrazione vaticana e della diplomazia pontificia".

Del nuovo vescovo a noi interessa la già riferita presa di posizione in difesa del motu proprio, allorché fu emanato (e due anni fa, era ancor più difficile di oggi porsi così apertamente contro gli idola fori che gareggiavano a stracciarsi le vesti per il crimine di leso Concilio). E soprattutto ci piace questa bella esortazione che ha dato agli studenti della Pontificia Università della S. Croce, lo scorso 15 novembre, e di cui riportiamo i concetti:
Bisogna guardare la Chiesa con entrambi gli occhi, come mi è capitato di dire sui teleschermi. Un occhio sul Papa, l'altro sul vescovo e sul parroco. Se il vescovo e il parroco dicono la stessa cosa del Papa, è l'unità. La mancanza di unità fa molto male alla Chiesa. Se il vescovo non dice la stessa cosa del Papa, mi viene lo strabismo, e allora io guardo solo il Papa!

26 commenti:

  1. Ma il pezzo forte di questi signori non era che la Chiesa comanda a bacchetta il governo? Adesso invece apprendiamo che il governo spadroneggia sulla Chiesa e decide anche le nomine dei vescovi! Al solito, tutto e il contrario di tutto pur di dir male.

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  2. Se il vescovo non dice la stessa cosa del Papa, mi viene lo strabismo, e allora io guardo solo il Papa!
    ---------

    Viva mons. Giovanni d'Ercole !
    10, 100, 1000 come lui per riportare nella Santa Chiesa la vera armonia e comunione ecclesiale!
    Magari parlassero ed agissero come lui tutti i Vescovi, si aprirebbe davvero un'epoca nuova...
    e stupisce vedere con quale semplicità e schiettezza di cuore fa quella dichiarazione: possa essere un ottimo esempio in questo generalizzato defilarsi dalle direttive papali!
    Allora noi piccoli fedeli ci sentiamo rincuorati e rassicurati nel guardare essenzialmente al Papa, in attesa che si torni a rispettare nei fatti la sua Autorità suprema...
    (deponendo le delusioni e mortificazioni che fioccano da tanti parroci e vescovi sprezzanti e ostili al Vicario e al Gregge che lo vuol seguire)

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  3. Auguri a mons. d'Ercole. Per quanto scrive l'unità è comprensibile: in assenza di argomenti seri su cui far riflettere, il quotidiano deve offrire ai suoi lettori la sensazione di stare sotto l'assedio di un regime che parte dalla politica e finisce alla chiesa. se ai lettori dell'unità basta questo vuol dire che si accontentano di poco perdendendosi il meglio.

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  4. Evviva mons. d'Ercole. Speriamo che il periodo di ausiliariato duri poco e presto gli venda affidata una importante archidiocesi. Oltre alla fedeltà al Papa, che almeno nei Vescovi dovrebbe essere scontata, è garanzia della sua qualità l'attacco scomposto da parte dell'Unità. Far infuriare quella gentaglia è indizio sicuro di grandezza.

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  5. siamo tutti un po'...strabici...

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  6. Io da un occhio ormai sono "cecato"! E non è quello del Papa!
    Matteo Dellanoce
    PS Lodi...giusto per non fare nomi!

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  7. Ah, Mons quella 'sognata' unità ... allora lei mi capisce benissimo perchè guardo SOLO al PAPA!

    Auguri e buon lavoro!

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  8. Proprio l'Unità! Da quale pulpito viene la predica. Sepolcri imbiancati e farisei dei tempio moderni! Sono e rimarranno comunisti fino alla fine del mondo, per loro il muro di berlino è ancora in piedi. Proprio loro, dell'Unità, che nulla ebbero da dire due anni fa sulla nomina del nuovo vescovo di Pechino che è si riconosciuto dal Vaticano ma è tanto gradito ai loro cugini comunisti cinesi perchè è un loro servo a part time. Ancora l'Unità nulla ebbe da dire nel 1971 sulla nomina ad arcivescovo di Budapest di mons. Laszlo Lekai, poi cardinale, servo dei comunisti e al quale il fondatore di Aiuto alla Chiesa che soffre consigliò, se voleva salvarsi l'anima, di dimettersi, di dire il motivo per il quale era ricattato dai comunisti e di ritirarsi in un convento. Nulla ebbe da dire l'Unità il 5 marzo 1973 quando mons. Casaroli in Cecoslovacchia ordinò vescovi due note spie e collaborazionisti del regime: Vrana e Feranec. Al giornalista de l'Unità che ha scritto l'articolo su mons. D'Ercole suggerisco di bere per un mese un litro di sciroppo acutil fosforo: serve a rinforzare la memoria. Alessandro

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  9. E se il "papa" non dice le stesse cose del Magistero di sempre, come la mettiamo? Se invece di tramandare il "depositum fidei", stravolge la dottrina in senso modernista? Ci si rivolge direttamente a Dio e alla Santa e immutabile Tradizione o ognuno si crea la "sua" dottrina?

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  10. Posso testimoniare con serenità d'animo che mons Giovanni D'Ercole è un uomo di Dio, ama e rispetta la Tradizione della Chiesa, lui stesso si sente profondamente figlio della Chiesa.
    La sua nomina rappresenta la piena fiducia e la stima della Curia romana e del Santo Padre per lui e per quanto potrà concretamente, pastoralmente e spiritualmente fare a L'Aquila.
    E' vero che frequenta Medjugorie, ma lo fa sempre con la prudenza e la cautela dimostrata dalla Chiesa. E' un uomo del e per il dialogo, ma non ha mai avuto peli sulla lingua e al momento opportuno dice con robustezza la dottrina della Chiesa.

    E poi..., si fa capire sempre dai suoi interlocutori e in molti, grazie a lui e a Dio, hanno ritrovato la fede.

    Sosteniamolo con la nostra preghiera e la nostra simpatia: vi assicuro che ama la Messa di sempre e questo, a me, basta.

    Molinari forse lascerà per ragioni di salute...,auguro a mons D'Ercole ogni bene.

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  11. un ins.di Religione cattolica27 novembre 2009 alle ore 10:46

    chissa'...forse quelli dell'Unita'volevano provocare un nuovo " caso Wagner" anche qui in Italia!...poveracci..Auguri a mons.d'Ercole! ce ne fossero tanti come lui!!

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  12. L'Unità è veramente una chiavica, una cloaca schifosa.
    Si sente il lezzo della cattiveria, della denigrazione ingiusta, ma funzionale a una polemica politica che schiaccia come un panzer lla dignità delle persone.
    Non è cambiato nulla dagli anni cinquanta: i soliti rozzi, malvagi e trinariciuti, ma almeno allora si finanziavano con le vendite domenicali porta a porta e oggi invece campano di denaro pubblico.

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  13. purtroppo presidente della conferenza episcopale di abruzzo e molise è un certo Ghidelli il quale è dichiarato nemico del motu proprio. Spero che Mons. D'Ercole difenda il primato del Sommo Pontefice e guardi solo a lui magari con delle bele messe di sempre anche in terra d'abruzzo dove sono VIETATE.
    Segnalo che io per andare alla messa di sempre devo farlo all'interno di una saletta messa a disposizione da un Hotel! Vegogna Vergogna Vergogna. Ovviamente mi riferisco non all'Hotel che mi permette di beneficiare dell'unica messa che io riconosco come tale, ma mi riferisco al cosiì detto vescovo di pescara sempre in prima linea quanto al diritto degli infedeli anticristici e diabolici maomettiani

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  14. Ghidelli ha da poco superato i 75 anni, per cui ... addio, Ghidelli. Alessandro

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  15. Caro abruzzese delle 12:00, compagno di sventura (pescarese?), che ne diresti allora della diocesi adiacente teatina dove è perfino vietato nominare la Messa antica, e dove i parroci dicono di non saperne niente? potresti, per Grazia di Dio, indicarmi quell'Hotel caritatevole, affinchè possa giovarmi anch'io, con miei parenti e amici del tesoro della S. Messa di sempre, graniticamente osteggiata anche nella mia Arcidiocesi? (Spero non avrai da temere qualche castigo se ne indichi qui il nome e la località vero?)
    Potremo una buona volta aiutarci, all'interno di questa recinzione "sovietica"?
    Grazie.
    Aprutiensis teatinus adflictus

    PS penso che anche gli stimati redattori saranno felici di questo eventuale scambio di informazioni, secondo l'intento di questo blog,
    ad Maiorem Dei Gloriam!

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  16. Capisco, anonimo delle 12:00: silenzio eloquente. Meglio lasciar perdere. Dato il regime vigente...posso immaginare che il gestore dell'Hotel preferisca non pubblicizzare la sua disponibilità.
    Ma che tempi ci tocca vivere....fedeli cattolici costretti a vivere la loro Fede a mo' di cospiratori!
    Una vera desolazione per la Chiesa.
    Aprutiensis

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  17. MATTEO CASTAGNA ha detto...
    E se il "papa" non dice le stesse cose del Magistero di sempre, come la mettiamo? Se invece di tramandare il "depositum fidei", stravolge la dottrina in senso modernista? Ci si rivolge direttamente a Dio e alla Santa e immutabile Tradizione o ognuno si crea la "sua" dottrina?


    beh, ci resterebbe sempre MATTEO CASTAGNA, che da Scrittura è garantita voce del vero Magistero, non come quelle mezze calzette moderniste dei successori di Pietro!

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  18. in risposta alla richiesta del teatino, lo informo che la messa che da sola è in grado di convertire (ovvero la messa di sempre) si celebra a pescara presso l'hotel alba ogni terza domenica del mese alle 18,00. Viene un sacerdote della fraternità San Pio X appositamente da albano, se ci si vuol confessare, come è sempre bene fare, si deve arrivare una mezz'ora prima. enzo diocesi sub ghidelli

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  19. non ho risposto prima solo perchè non sto davanti al pc h24

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  20. x enzo: grazie mille.
    Fedeli teatini in attesa da due anni di Messa VO prendano nota e dicano: rendiamo grazie a Dio! (questa per ora è l'unica disponibile, nelle parrocchie arci-vietata....)

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  21. Per Castagna...sarebbe apostasia e ci sarebbe la fine del mondo! Quindi si la Vergine apparirà e schiaccerà la castagna al demonio ( che come ricorda Solov'èv è un animalista convinto ecc ecc ecc).
    Matteo Dellanoce

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  22. Certo che voi avete un concetto tutto vostro di unità... e non mi riferisco al fatto che possiate prediligere o meno la messa in latino, perchè credo che la questione sia personale, ma alla polemica a dir poco sterile che ne state facendo nascere. Quanto pensate che possa giovare all'unità della Chiesa tutta questa polemica? Distinguere tra una Messa che converte (quella in latino) da una che non converte, distinguere tra obbedienza al papa piuttosto che ad un vescovo... ma siamo fuori? Vi ascoltate in quello che dite? Non è che le parole di D'Ercole le avete un po' strumentalizzate per caso? Tra l'altro, non credo proprio che l'intenzione di Benedetto XVI, mentre firmava il motu proprio, fosse quella di mettere il popolo di Dio contro i suoi pastori a suo favore, non trovate? Poi scusate, fatemi capire, quindi i papi che hanno firmato i documenti del Concilio Vaticano II non avevano autorità? Ora secondo la vostra logica serve un'altro occhio per distinguere il papa attuale da quelli morti? A mio modesto parere l'unità sta nel fatto che il tuo parroco te lo ha mandato il tuo vescovo, che te lo ha mandato il papa, il quale è stato mandato da Cristo. E se non sei in comunione con il tuo parroco o con il tuo vescovo, non lo sei con il papa e quindi con Cristo. Dato che il motu proprio liberalizza la messa in latino, di fatto lasciando anche libertà di giudizio pastorale ai vescovi, non mi sembra che un vescovo vada contro il papa esprimendo parere contrario. Troppo facile parlare di unità quando le cose si fanno a modo nostro... In ultimo, se ricordate, qualcuno ha detto che in Cristo non è la circoncisione o la non circoncisione che conta, ma l'amore di Dio. Chi ha orecchie per intendere intenda...

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  23. Redazione di Messainlatino.it6 febbraio 2010 alle ore 19:33

    Il discorso filerebbe se il parroco obbedisse al vescovo (e questo, in genere, avviene, per paura) e il vescovo al Papa. Quest'ultimo passaggio, invece, è più aleatorio. Non lo diciamo noi: l'ha detto (visto che per te conta solo quel che dice un episcopo) il vescovo D'Ercole, e pure il vescovo emerito di Lancaster: "Non obbedite ai vescovi che vanno contro il Magistero" (vedi qui: http://blog.messainlatino.it/2009/03/un-vescovo-inglese-parla-chiaro-sfidate.html).

    Come alla fine del sistema feudale, quando il popolo e il re erano alleati contro lo strapotere dei feudatari: così avviene oggi, dove feudatari felloni sono molti vescovi.

    Poi, se tu preferisci obbedire perinde ac cadaver al sacrestano perché ce l'ha messo il parroco che ce l'ha messo il vescovo ecc., fai pure

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  24. Sono sempre l'ospite del post precedente.

    Alcuni brevi punti perchè, ripeto, non voglio alimentare una polmica a mio avviso molto sterile.

    1) La frase della redazione "visto che per te conta solo quel che dice un episcopo" denota come in queste discussioni a farla da padrone non è nè l'amore per Cristo, nè quello per il Magistero, nè quello per la Chiesa tutta, nè quello per la Liturgia, ma semplicemente molto pregiudizio.
    2) Nel rispondermi avete eluso molte delle osservazioni che ho posto, il che conferma come voi vogliate guardare la questione sempre e solo dal vostro punto di vista.
    3) Vi sembra così ridicola l'obbedienza al sacrestano? Dipende da che punto di vista la guardate. Da un punto di vista umano anche Cristo aveva fatto una scelta perdente nell'obbedire al Padre fino alla morte in croce...
    4) Attenzione al fatto che il Magistero possiamo anche interpretarlo a nostro piacimento giustificando capricci personali. Ciò che ci da conferma è il confronto continuo con la nostra comunità. Ma si tratta di avere il coraggio di rimettersi in discussione, altrimenti facciamo come gli ebrei nella sinagoga di Nazareth che rifiutano un Dio che esce dai loro preconcetti. Questo poi non toglie che il vescovo possa sbagliare, del resto è un uomo. Come anche il papa.

    Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma sarebbe meglio viverle di persona. Nel seno che vi inviterei a lasciarvi alle spalle questo modo di concepire la Chiesa come un: io ordino, tu obbedisci, tu no allora metti in discussione il mio magistero, tu obbedisci invece solo per paura... io non ho conosciuto questo tipo di Chiesa. Io ho conosciuto una Chiesa dove ciò che mi salva è il comandamento dell'amore (cfr. giovane ricco). Ed è fantastico.

    Grazie per il confronto.

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