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mercoledì 18 novembre 2009

Come orientarsi nel mondo anglicano

In un post che abbiamo scritto un mese fa ("Anglocattolici, evangelici e latitudinari") abbiamo delineato le principali correnti dell'anglicanesimo. Riportiamo qui la tripartizione di cui allora si diceva:

1) Gli anglo-cattolici, legati alla tradizione, appunto, cattolica, cui sono relativamente vicini in campo dottrinale e molto in campo liturgico (cosiddetta high church, chiesa 'alta'). Essi conobbero grande sviluppo nell'Ottocento, sotto l'influsso del movimento di Oxford guidato dal futuro card. Newman. Ma la conversione di quest'ultimo (e del futuro card. Manning, e di molti altri) indebolì la posizione del movimento all'interno dell'anglicanesimo, così come avvenne con la proclamazione del dogma dell'infallibilità pontificia e con il documento Apostolicae curae di Leone XIII, che definiva invalide le ordinazioni anglicane.

2) Gli evangelici: sono i più prossimi al protestantesimo, al sola scriptura, e quel che è peggio di forte impronta calvinista, con quel che ne consegue: moralismo bigotto e minimalismo liturgico (donde il nome di low church, chiesa 'bassa'). Da questo ceppo sono fuoriuscite moltissime nuove eresie (presbiteriani, quaccheri, metodisti, battisti, e i puritani che nel '600 vinsero la guerra civile; per dirvi i tipi: sotto il loro governo, decapitato il re, erano reati gravi festeggiare il Natale, fare teatro, o mettere una croce sugli altari-mense).

3) I latitudinaristi (broad church). L'ossatura principale dell'anglicanesimo, un magma dai contorni dottrinali e dogmatici indefiniti. Una religione 'inclusiva', come si dice oggi, dove non è strettamente necessario condividere la stessa fede. Questa è sempre stata la corrente più numerosa ed importante ed è all'origine della galoppante secolarizzazione degli ultimi decenni che ha portato, ad esempio, ad ammettere la contraccezione, il sacerdozio femminile, le unioni omosessuali e l'ordinazione di omosessuali conviventi, ecc.

Dicevamo poi che l'anglocattolicesimo è relativamente forte in Inghilterra e Australia; nel terzo mondo, prevale l'impronta evangelica con tinte carismatiche; negli Stati Uniti la chiesa episcopaliana (come si definisce colà l'anglicanesimo) è fortissimamente ipotecata al più dissennato modernismo - ha nominato, ad esempio, il primo vescovo gay 'praticante' in New Hampshire e benedice unioni omosessuali - tanto che alcune parrocchie nordamericane più moralmente conservatrici hanno fatto secessione dalla loro Provincia e sono diventate parte della Provincia nigeriana (non stiamo scherzando....). All'ultima Lambeth conference lo scorso anno, nonostante l'accorgimento di non invitare il controverso vescovo del New Hampshire, si è praticamente consumato uno scisma tra l'anglicanesimo latitudinario-progressista e le evangeliche e moralmente conservatrici province africane, tanto che quattro primati di queste, con i relativi vescovi, non si presentarono e tennero un incontro alternativo a Gerusalemme (Global Anglican Future Conference: GAFCON).

La GAFCON, che sostiene di raggruppare circa 35 milioni di anglicani, ossia poco meno della metà dell'intera Comunione, per bocca del suo leader, l'Arcivescovo nigeriano Peter Akinola, ha appena declinato cortesemente l'offerta di Roma per l'Ordinariato. Nessuna sorpresa: poiché se è vero che c'è convergenza in tema di teologia morale col cattolicesimo, sul piano dottrinale gli evangelici (di cui la GAFCON è espressione) sono assai vicini al calvinismo e al più puro protestantesimo low church, né hanno obiezioni contro l'ordinazione femminile (anche perché, da buoni protestanti, poco credono nel sacerdozio ministeriale).

L'appello romano, inoltre, non è certo destinato ad essere accolto dalla broad church, che a differenza degli evangelici è distante da Roma soprattutto sui temi morali (contraccezione, omosessualità, divorzio, ecc.) oltre che naturalmente per l'ordinazione femminile.

Restano quindi gli anglocattolici. Ma anche tra questi, distinguere è d'obbligo:

A) Gli 'anglo-papisti'. I probabili futuri membri dell'Ordinariato cattolico. In Inghilterra essi sono riuniti nell'Associazione Forward in Faith. La Traditional Anglican Communion, benché da alcuni anni in stato di scisma rispetto a Canterbury e quindi non considerata tecnicamente anglicana, condivide questa ispirazione e insieme a Forward in Faith entrerà, con ogni probabilità, a far parte dell'Ordinariato. Anche altre "Continuing Churches" (ossia denominazioni che si sono via via staccate dalla Comunione Anglicana in reazione a riforme introdotte nella Chiesa madre) potrebbero seguire l'esempio; quelle, cioè, di analogo sentimento filoromano (giacché esistono varie continuing churches di tipo evangelico, o classical anglican e antiromane, ecc.)

B) I progressisti smells and bells. Raccolti in particolare nella associazione Affirming catholicism (il nome non inganni!), cui appare vicino anche l'Arcivescovo di Canterbury Williams. Progressisti (con tutto quel che ne consegue in campo morale e dottrinale), ma esteti, e quindi appassionati di celebrazioni sontuose, classiche, similcattoliche, spesso tridentineggianti. Smell and bells, in due parole: profumi di incenso e campanelli. Noi diremmo: pizzi e merletti. E per il resto, basti questa foto: celebrante, diacono, suddiacono, rivolti versus Deum, con pianete, manipolo e sei candelabri. Le solennità che apprezziamo... ma per la benedizione dell'unione omosessuale di due 'preti' anglicani...


Celebrazione delle 'nozze' di due 'sacerdoti' anglocattolici gay, St. Barthelemew the Great, Londra, giugno 2008

5 commenti:

  1. «La distinzione fra “intra-” ed “extra-” sistemico si riferisce a due diverse costruzioni di alterità. L’“altro” intrasistemico è in genere un abitante di un paese straniero, un membro di una civiltà, di una comunità linguistica o un seguace di una religione, con il quale la comunicazione è possibile nelle condizioni di una generica traducibilità; l’“altro” extrasistemico, invece, appartiene a un sistema in rapporto al quale tali condizioni di traducibilità non esistono o non sono possibili. È facile, o perlomeno non impossibile, in linea di principio, tradurre gli dèi egizi in quelli assiri, ma è impossibile una traducibilità fra religioni monoteistiche e “pagane”. La traducibilità non preclude tuttavia il conflitto e la violenza: gli assiri hanno reagito in modo violento contro altri popoli sulla base di una traducibilità di principio. Il “nemico” è un altro intrasistemico che potrebbe, tuttavia, essere integrato nel sistema politico senza doversi necessariamente convertire a una diversa visione della realtà. L’“idolatra” e il “pagano”, invece, sono altri extrasistemici, che possono essere integrati solo per mezzo della conversione».

    (J. Assmann, Dio e gli dèi. Egitto, Israele e la nascita del monoteismo, trad. it. Il Mulino, Bologna 2009, pp. 46-47)

    Matteo Dellanoce

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  2. Credo utilissima di questi tempi la lettura di un testo:
    "Il movimento di Oxford" di Carlo Lovera di Castiglione, Morcelliana, io l'ho trovato in una edizione del 1935, non so se è stato rieditato. Se lo trovate è utilissimo, per capire cosa è successo nel mondo anglicano e quale grande possibilità di conversione al Cattolicesimo c'è in parte di esso. La questione della Tradizione e del Magistero ordinario e straordinario fu affrontata da Newmann e dai suoi: sono ancora le questioni vere da affrontare per fare chiarezza nella Chiesa.
    Altro testo utilissimo quello di Davies "La riforma liturgica anglicana" l'ultima edizione in francese è della Clovis: una riforma AMBIGUA portò l'Inghilterra all'eresia. Testo eccezionale per comprendere cosa è successo in questi anni anche da noi.
    un povero prete

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  3. Sarei curioso di sapere come hanno adattato le formule del matrimonio per poter "sposare" due maschietti. Anche le letture suppongo siano state cambiate, quelle tradizionali creerebbero qualche imbarazzo.

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  4. Per i loro giovani aspiranti preti varrà la regola del celibato come in tutta la Chiesa latina, fatta salva, eccezionalmente, la facoltà di "presentare al Santo Padre la richiesta di ammissione di uomini sposati all’ordinazione presbiterale nell’ordinariato", secondo "criteri oggettivi" che comunque necessiteranno dell'approvazione della Santa Sede". Questa eccezione è ammessa "in considerazione della tradizione ed esperienza ecclesiale anglicana", come dice l'articolo 6 delle norme complementari della "Anglicanorum cœtibus". E per quanto "meramente ipotetica" (così il cardinale Levada, in un comunicato del 31 ottobre) introduce uno strappo nella disciplina celibataria del sacerdozio della Chiesa latina, alla quale gli ex anglicani s'incorporano.
    COME VOLEVASI DIMOSTRARE
    Pippo

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  5. Il "Latitudinarismo" e l'"Inclusivismo", sono fenomeni largamente presenti anche nel Cattolicesimo. Nella Chiesa Cattolica postconciliare, convivono : la corrente Mistico-carismatica( Neocatecumenali e Carismatici), quella Liberal-ecumenista( la più diffusa), quella Conservatrice ( Opus Dei,Legionari etc.) e quella Tradizionalistico-estetizzante ( i Lefebvriani non rientrano in quest'ultima). Ovviamente non sono sempre in coflitto le une con le altre,e sovente vi sono punti di contatto e trasversalità.
    Ovviamente l'Anglicanesino presenta un'impronta protestante maggiore rispetto a quella presente nel Cattolicesimo post-conciliare, pertanto la "chiesa bassa" cattolica, pur tendendo al fondamentalismo biblico, è allo stesso tempo legata al Catechismo e sovente alla pratica del culto mariano.I "Mistico-carismatici" potrebbero quindi essere il corrispettivo cattolico degli "evangelici" anglicani. La Chiesa Cattolica è meno soggetta al fenomeno di secolarizzazione che devasta l'Anglicanesimo, ma non è esente. Il fenomeno dell'Inclusivismo, potrebbe essere solo l'inzio di una differenziazione Teologica e Liturgica che potrebbe, un giorno, condurre il Cattolicesimo ad una esasperazione delle conflittualità interne. Per questo i "Lefebvriani" , che sono dei puristi esclusivisti , hanno serie difficoltà ad integrarsi nel nuovo ordinamento ecclesiale.

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