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giovedì 11 giugno 2009

Don Gagliardi: Il carattere 'cosmico' della liturgia secondo Benedetto XVI

Riportiamo di seguito un estratto dalla rubrica liturgica di Mons. Gagliardi, Consultore dell'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del S. Pontefice, su Zenit.org (che in questi giorni ha lanciato la sua campagna di sottoscrizioni e donazioni, per avere i mezzi per proseguire il suo grande compito plurilingue di informazione religiosa ). Potete leggere l'intero articolo al link appena indicato oppure sul Papa Ratzinger blog. Sottol. nostre

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Nel Libro della Genesi, la creazione ed il culto sono intimamente connessi: Dio ha creato il mondo in sei giorni e nel settimo si riposò (cf. Gen 2,2-3), orientando in questo modo la creazione verso il giorno del riposo, il quale è anche il segno dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Commentando il prologo del Vangelo secondo Giovanni: «In principio era il Verbo», un’espressione che si rifà all’inizio del Libro della Genesi (cf. Gv 1,1 con Gen 1,1), Benedetto XVI afferma: «All’inizio il cielo parlò. E così la realtà nasce dalla Parola, è “creatura Verbi”. Tutto è creato dalla Parola e tutto è chiamato a servire la Parola. Questo vuol dire che tutta la creazione, alla fine, è pensata per creare il luogo dell’incontro tra Dio e la sua creatura, un luogo dove l’amore della creatura risponda all’amore divino, un luogo in cui si sviluppi la storia dell’amore tra Dio e la sua creatura» [Benedetto XVI, Meditazione nel corso della prima congregazione generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 6 ottobre 2008]. Il nostro incontro privilegiato con Dio è la sacra liturgia, nella quale noi siamo immersi nella comunione con il Signore, che ci benedice con il dono della sua presenza sacramentale.
Non sarebbe esagerato affermare che la teologia di Joseph Ratzinger è animata dalla profonda consapevolezza della bontà e bellezza della creazione di Dio.
Nel contesto della dimensione cosmica della liturgia, il Papa si è rivolto ancora una volta al tema della direzione presa dal sacerdote celebrante e dai fedeli durante la liturgia eucaristica. Sin dai tempi più remoti, si è sempre considerata cosa ovvia per i cristiani il pregare insieme, sacerdote e fedeli, nella direzione del sole che sorge, simbolo di Cristo risorto, che tornerà nella gloria per giudicare il mondo e per raccogliere i suoi fedeli nella nuova, celeste Gerusalemme [Cf. Benedetto XVI, Omelia della Veglia pasquale, 22 marzo 2008]. L’intera assemblea è unita nel «volgersi al Signore», come ci si esprime nelle preghiere spesso usate da sant’Agostino dopo i suoi sermoni, che cominciano con le parole Conversi ad Dominum… La direzione comune della preghiera liturgica divenne poi decisiva per la liturgia cristiana nonché per l’architettura sacra…
Nella sua presentazione al libro Teologia della liturgia, Benedetto XVI considera importante che questo simbolismo cosmico sia stato incorporato all’interno della celebrazione comunitaria: «Questo era ciò che si intendeva volgendosi ad est per la preghiera: che il Redentore che noi preghiamo è anche il Creatore, e per questo rimane sempre nella liturgia l’amore per la creazione e la responsabilità verso di essa».
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Da ultimo, un bell’esempio della comprensione propria al Santo Padre del carattere cosmico della liturgia è la raccolta di meditazioni «Il significato del Corpus Domini» [Cf. J. Ratzinger, La festa della fede. Saggi di teologia liturgica, Jaca Book, Milano 1990, pp. 101-109], in cui egli richiama lo splendore della processione del Corpus Domini nella sua terra natale, la Baviera. Nel portare il Signore stesso, il Creatore, attraverso città e villaggi, su prati e su laghi, diviene tangibile che nella liturgia «si stratta di ciò che il cielo e la terra racchiudono, dell’umanità e di tutta la creazione»

3 commenti:

  1. Voce importante, questa sul simbolismo cosmico. Strano (ma non poi tanto) che non raccolga commenti...

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  2. Tutta la storia, tutto il tempo, tutte le dimensioni dello spazio sono racchiuse nella liturgia, e l'architettura sacra era un "microcosmo" che lo rendeva esplicito. Credo solo la liturgia bizantina (e la sua tipica architettura) riesca ancora a comunicare il senso di pienezza cosmica del rito cristiano.

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  3. Sarebbe un tema da approfondire molto di più. Oltre all'orientamento della preghiera gli aspetti da trattare sono praticamente infiniti rispetto all'appiattimento e alla banalizzazione di questi ultimi decenni. E' proprio questa banalizzazione che oggi fa rifulgere la liturgia bizantina, alla quale in realtà quella latina (VO ovviamente) non ha nulla da invidiare.

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