Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo del vaticanista Edward Pentin, pubblicato sul sito National Catholic Register il 27 ottobre, in cui si commenta la 14ª Peregrinatio ad Petri Sedem e, in particolare, la Santa Messa pontificale celebrata dal card. Burke nella Basilica di San Pietro in Vaticano, alla quale si stima abbiano partecipato dai tremila ai cinquemila pellegrini, molti dei quali giovani famiglie.
Lorenzo V.
Migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo hanno partecipato sabato alla Santa Messa pontificale celebrata dal card. Raymond Leo Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, culmine di un pellegrinaggio tradizionale a Roma che ha registrato la più alta affluenza di sempre (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.].
Parte dell’annuale Peregrinatio ad Petri sedem, iniziata nel 2012, la Santa Messa pontificale è stata sospesa nel 2022 a seguito della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II di papa Francesco dell’anno precedente, che aveva portato a restrizioni radicali del Rito Romano tradizionale (QUI).
Ma in quella che è stata definita una risposta pastorale «rivoluzionaria», Papa Leone XIV ha dato il permesso di celebrare la Santa Messa pontificale quest’anno, un gesto ampiamente considerato come un momento cruciale nell’approccio del Vaticano, che riflette la crescita della partecipazione alle liturgie tradizionali del Rito Romano in tutto il mondo e una forte reazione contro le restrizioni (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.].
Ciò ha fatto seguito a una lettera inviata a Papa Leone XIV dopo la sua elezione, firmata da circa settanta gruppi cattolici tradizionali che chiedevano, tra le altre cose, il permesso di celebrare la Santa Messa tradizionale nell’ambito del pellegrinaggio annuale a Roma (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.].
Si stima che alla Santa Messa pontificale abbiano partecipato dai tremila ai cinquemila pellegrini, molti dei quali giovani famiglie, un numero così elevato da cogliere di sorpresa gli organizzatori e il Vaticano, impedendo ad alcuni fedeli di entrare nella Basilica di San Pietro in Vaticano e di partecipare alla Santa Messa, anche se i funzionari della Basilica «hanno fatto del loro meglio per accoglierli», ha detto un organizzatore del pellegrinaggio. La maggior parte dei pellegrini è entrata unendosi alla consueta processione lunga un miglio che è partita proprio dall’altra parte del Tevere, di fronte a Castel Sant’Angelo, e si è diretta verso il Vaticano, lungo la Via della Conciliazione.
Sottolineando nella sua omelia l’«amore instancabile e incommensurabile» del Signore e l’amore incessante del Cuore Immacolato di Maria, il card. Raymond Leo Burke ha richiamato l’attenzione «sulla ribellione contro l’ordine e la pace» del Signore. Il rimedio, ha aggiunto, può essere trovato nell’attuazione delle istruzioni di Nostra Signora di Fatima, come la devozione dei primi sabati, e attraverso un culto sano in «comunione con Cristo Re» (nel calendario romano tradizionale, la festa di nostro Signore Gesù Cristo Re si celebra l’ultima domenica di ottobre).
Affrontando il tema del Rito Romano tradizionale, il card. Raymond Leo Burke ha osservato che sono passati diciotto anni da quando Papa Benedetto XVI ha promulgato la sua lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum sull’uso straordinario della forma antica del Rito Romano, che «ha reso possibile la celebrazione regolare della Messa secondo questa forma, in uso sin dai tempi di San Gregorio Magno».
Papa Francesco ha abrogato il decreto di Papa Benedetto XVI del 2007 nella lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes con la motivazione che non era riuscito a promuovere l’unità nella Chiesa – un’affermazione controversa, soprattutto dopo che è emerso che Traditionis custodes si basava su dati travisati sulle opinioni dei Vescovi (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.].
Il privilegio di partecipare
«Nel privilegio di partecipare oggi al Santo Sacrificio della Messa,» ha detto il card. Raymond Leo Burke «non possiamo non pensare ai fedeli che, nel corso dei secoli cristiani, hanno incontrato il Signore e hanno approfondito la loro vita in Lui attraverso questa venerabile forma del Rito Romano. Molti furono ispirati a praticare l’eroismo della santità, fino al martirio» [QUI; QUI su MiL: N.d.T.].
Il card. Raymond Leo Burke ha sottolineato che il vecchio rito, chiamato anche usus antiquior, ha ispirato i fedeli «a mantenere lo sguardo fisso su Gesù, specialmente nel rispondere alla nostra vocazione nella vita», e ha ringraziato Dio «per il modo in cui questa venerabile forma del Rito Romano ha condotto molti alla fede e ha approfondito la vita di fede di coloro che, per la prima volta, ne hanno scoperto l’incomparabile bellezza».
«Ora, contemplando la grande bellezza del Rito della Messa, lasciamoci ispirare e fortificare per riflettere quella stessa bellezza nella bontà della nostra vita quotidiana, sotto la materna protezione della Madonna», ha detto.
Durante la Santa Messa, il card. Raymond Leo Burke ha voluto recitare una preghiera speciale per Papa Leone XIV nella Colletta, in segno di gratitudine per la sua concessione di permettere lo svolgimento della Santa Messa pontificale.
Al termine della Santa Messa, il card. Ernest Simoni, 97 anni (QUI), è salito sul leggio di sua iniziativa e ha eseguito un esorcismo, recitando a memoria e in latino l’intero Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos di Papa Leone XIII a San Michele Arcangelo. Il sacro atto di liberazione è avvenuto sulla scia dello scandalo della Pachamama (QUI), dell’ammissione di attivisti LGBT nella Basilica di san Pietro in Vaticano nell’ambito delle celebrazioni giubilari (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.] e di due recenti profanazioni degli altari della Basilica (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.].
Molti hanno ritenuto opportuno che il card. Ernest Simoni celebrasse l’esorcismo. Il Cardinale albanese, elevato al Cardinalato da papa Francesco nel 2016, è stato perseguitato per molti anni sotto il comunismo, subendo la prigionia, la tortura e condizioni di vita difficili, durante le quali celebrava diversi esorcismi al giorno (QUI).
Le reazioni alla Santa Messa sono state molto positive. John Egan, di New York, ha detto al sito National Catholic Register che è stato «davvero speciale» che la Santa Messa pontificale sia stata celebrata di nuovo «alla Cattedra di San Pietro e così vicino alle ossa di Pietro». La Basilica di San Pietro in Vaticano era così affollata che non riusciva a vedere la Santa Messa, «ma potevo sentire tutto, e sapevo di essere esattamente dove dovevo essere per quella Messa – è stata una grande benedizione; sono davvero felice».
Don Matthieu Raffray IBP ha affermato di ritenere che questo evento abbia segnato una «svolta» per il futuro della Chiesa in Occidente, aggiungendo che «quando qualcosa funziona nella Chiesa, e quando è veramente cattolico, non bisogna combatterlo, ma sostenerlo e magari dargli una direzione».
Il giorno prima, il card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo metropolita di Bologna, ha celebrato i Vespri pontificali nella tradizionale festa di San Raffaele Arcangelo nella Basilica di San Lorenzo in Lucina di Roma. Anche quella era gremita, con i fedeli che riempivano la navata e il portico esterno [QUI su MiL: N.d.T.].
Nella sua omelia, il card. Matteo Maria Zuppi ha sottolineato l’importanza di vedere la Comunione come un dono dello Spirito Santo, che favorisce l’unità e non ci rende «uguali, né uniformi, ma uniti e obbedienti al Signore». Ha messo in guardia dal considerare la Comunione con «le nostre condizioni» o «solo se soddisfa le mie aspettative», perché allora «non sarebbe Comunione, ma convenienza, opportunismo».
Un potente segno di unità
Il card. Matteo Maria Zuppi, che è anche presidente della Conferenza episcopale italiana, è considerato un forte sostenitore del precedente Pontificato e quindi la sua partecipazione è stata vista come un potente segno di unità. Don Matthieu Raffray, che ha assistito ai Vespri nella Basilica di San Lorenzo in Lucina, ha osservato che il card. Zuppi si è avvicinato spontaneamente per salutare calorosamente il card. Raymond Leo Burke, anch’egli presente ai Vespri, alla fine della liturgia. Il card. Raymond Leo Burke è noto per aver spesso criticato con rispetto il pontificato di papa Francesco.
«Non era in programma, ma si capiva che erano molto felici di stare insieme e che si trattava di uno scambio sincero e autentico», ha detto don Matthieu Raffray. «Era come se dicessero: “Siamo tutti nella stessa Chiesa, adoriamo lo stesso Gesù Cristo e siamo qui per il futuro della civiltà occidentale”. Penso che sia stato qualcosa di fantastico».
All’inizio della giornata, il pellegrinaggio ha tenuto la sua conferenza annuale presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, vicino a Piazza San Pietro. Anche questa ha visto una buona partecipazione e ha incluso interventi di Korantin Denis su un nuovo pellegrinaggio tradizionale di grande successo che ha contribuito a fondare in Bretagna, in Francia, e che in otto anni è passato da soli 120 pellegrini a 2.200, e una testimonianza di Pietra Bertolazzi, una giovane madre brasiliana che si è convertita – nonostante l’opposizione della sua famiglia e dei suoi amici – dalle credenze New Age alla Santa Messa tradizionale.
Alla conferenza è intervenuto anche Eduardo McGregor, un giovane spagnolo convertito alla fede, che ha parlato della sua conversione. «Qualsiasi vero restauro della Chiesa e della cultura cristiana, qualsiasi vero restauro di ciò che l’Occidente un tempo voleva essere ed era, passa inevitabilmente attraverso la porta stretta della vecchia e venerabile tradizione, la liturgia tradizionale», ha detto.
Gli eventi, e in particolare la Santa Messa pontificale, hanno ricevuto ampia copertura anche dalla stampa laica, tra cui l’Associated Press (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.], il New York Times (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.] e molti media italiani (QUI). Anche il TG1, il principale telegiornale italiano in prima serata, ha riportato la notizia [QUI dal minuto 26:45; QUI su MiL: N.d.T.].
Parlando al sito National Catholic Register al termine degli eventi del fine settimana, l’italiano avv. Marco Sgroi, membro del comitato organizzatore dell’evento, ha affermato di ritenere che il successo dell’evento, dopo quattro anni di restrizioni, fosse «una chiara dimostrazione del fallimento della lettera apostolica Traditionis custodes e del fatto che la persecuzione ingiusta produce sempre l’effetto opposto».
Ritorno al realismo
Don Nicola Bux, sacerdote della Diocesi di Bari ed ex consultore dell’allora Congregazione per la dottrina della fede, ha dichiarato al sito National Catholic Register che, a suo avviso, il pellegrinaggio «sembra segnare un ritorno al realismo da parte della Santa Sede, nel senso che riconosce la continuazione della celebrazione dell’antico Rito Romano in molte Diocesi della Chiesa cattolica».
Ha aggiunto: «Papa Leone XIV sembra disposto, il prima possibile, ad affrontare la questione già presa in considerazione e in una certa misura avviata verso una risoluzione da Papa Benedetto XVI con la lettera apostolica Summorum Pontificum».
Don Nicola Bux ritiene che l’approccio di Papa Leone XIV «potrebbe essere quello dell’ascolto e del dialogo, con l’obiettivo di favorire una più chiara accettazione della coesistenza delle due forme del singolo Rito Romano, una volta assicurato che ciò non metta in pericolo, ma piuttosto arricchisca l’unità cattolica».
Christian Marquant, presidente dell’associazione Oremus - Paix Liturgique e principale organizzatore della Peregrinatio ad Petri Sedem, ha dichiarato: «Siamo molto grati al Santo Padre per aver permesso la Santa Messa pontificale. Credo che questo segni una svolta e sia un segno paterno che il Rito Romano tradizionale possa godere della libertà e della pace necessarie per prosperare e portare i suoi frutti spirituali in futuro».






Bello pensare che il Signore Gesù é presente anche nei carnevali e nelle feste in costume.
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EliminaNon sarei così tranchant verso il Novus Ordo….
EliminaCerto, questo pensiero ci consola quando dobbiamo asistere alle messe nel 90% delle chiese oggi.
EliminaNo, ma si parlava di quello nella foto. Lo so che per voi l’altra non è neanche una messa cattolica.
EliminaCosa pensi dei riti orientali?
EliminaChe commento infelice da persona piena di livore.
RispondiEliminaDon Nicola Bux non è monsignore.
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