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In Vaticano il carnevale è finito: ora davanti al Sommo Pontefice si torna a togliersi il cappello!

Al termine dell’udienza generale svoltasi ieri mattina, mercoledì 11 giugno, in piazza San Pietro, come di consuetudine il Santo Padre Leone...

giovedì 15 maggio 2025

Papa Leone XIV una settimana dopo: «l’abito non fa il monaco», ma…

Dal pomeriggio di giovedì scorso, con l’accettazione della propria elezione canonica a Sommo Pontefice ed assunto il nome di Leone XIV, il card. Robert Francis Prevost O.S.A. è divenuto «Vescovo della Chiesa Romana, vero Papa e Capo del Collegio Episcopale» e ha acquistato «di fatto la piena e suprema potestà sulla Chiesa universale, e può esercitarla», come recita la costituzione apostolica Universi Dominici gregis circa la vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice (QUI su MiL).
È passata una sola settimana dalle ore 19:14 di quel giorno, allorquando il Cardinale Protodiacono annunciò il nome del nuovo Pontefice: un nulla, eppure sembra – SEMBRA – trascorsa una intera era storica rispetto al Pontificato immediatamente precedente.
Abbiamo subito visto il Romano Pontefice vestito con le insegne sue proprie, con fascia, stola pontificale e croce pettorale dignitosa, il Romano Pontefice che si è inginocchiato davanti al Santissimo Sacramento, che usa l’inginocchiatoio, e che, alla sua prima uscita pubblica, era circondato da sacerdoti e religiosi in talare.
Abbiamo poi sentito le prime parole del Romano Pontefice: centralità di Cristo, riferimento e preghiera alla beata Vergine Maria, benedizione apostolica all’udienza con i giornalisti; e poi il discorso in occasione del giubileo delle Chiese Orientali, con richiami all’importanza dei riti orientali antichi e particolari, alla necessità di preservarli e custodirli, all’importanza di «riscoprire, […] il senso del primato di Dio, il valore della mistagogia, dell’intercessione incessante, della penitenza, del digiuno, del pianto per i peccati propri e dell’intera umanità».
Poi, alla prima udienza, abbiamo visto il Romano Pontefice che non rifiuta di farsi baciare l’anello, come gesto di rispetto e riverenza verso  il Vicario di Cristo.
È bastata meno di una settimana e sembra – SEMBRA – sepolto lo stile del Pontificato immediatamente precedente.
Tutto bene, dunque? È davvero bastato il «minimo sindacale» – absit iniuria verbis – o fors’anche meno del minimo, giacché è quanto ci si attenderebbe da un qualsiasi sacerdote, per farci brillare occhi ed orecchie?
Tale è il desolante deserto, anzi la devastazione spirituale, dottrinale e liturgica lasciata dal precedente Pontefice, che ci basta scorgere una (apparente) brillante scintilla (e più, ad essere sinceri) di Cattolicità sul soglio di Pietro per andare in visibilio?
Sì, tale era ed è, ed è per questo che, soprattutto ora, si rende necessario mantenere la razionalità di analisi e la lucidità di giudizio, senza scadere né in una neo-papolatria pizzimerlettaia né in un aprioristico rigetto.
Da ben prima che iniziasse il Conclave conoscevamo il card. Robert Francis Prevost e non gli abbiamo risparmiato fortissime e fondate critiche (QUI su MiL lo definimmo – e confermiamo – un «pessimo candidato»): sapevamo bene che fosse uno dei candidati di bandiera dell’ala progressista e, a sentire il suo nome pronunciato dal Cardinale Protodiacono, ci ha assalito un senso di sconforto.
E sappiamo quali sono i veri problemi lasciati in terribile eredità al nuovo Sommo Pontefice e non barattabili con una benedizione apostolica in lingua latina:
  1. la dichiarazione di Abu Dhabi ed il rinnegamento della Chiesa Cattolica quale unico strumento ordinario di salvezza;
  2. il ribaltamento gerarchico, il sinodalismo a tempo indeterminato e la sua ulteriore corruzione del Cammino sinodale tedesco (con i cardinali Grech, Hollerich e Marx);
  3. l’asservimento politico al governo comunista cinese e l’accordo segreto sottoscritto e rinnovato dalla Santa Sede (con il card. Parolin);
  4. la lobby omosessualista all’interno della Curia Romana, con Amoris laetitia e Fiducia supplicans (con il card. Fernández);
  5. la guerra liturgica al rito tradizionale acuita da Traditionis custodes (con il card. Roche).
Se l’eccitazione per aver visto ed udito, dopo dodici anni, finalmente qualcosa di autenticamente Cattolico giungere dal Vaticano, non possiamo però voltare lo sguardo e far finta di non ricordare la storia del nuovo Sommo Pontefice:
  1. per molti anni ha avuto e manifestato posizioni vicine, in qualche modo, alla teologia della liberazione;
  2. è un sostenitore della sinodalità, da valutare se nella sua accezione bergogliana;
  3. da Prefetto del Dicastero per i Vescovi ha gestito – almeno formalmente – le nomine e le promozioni episcopali degli ultimi tre anni, molte delle quali fortemente criticabili – come abbiamo sottoposto ad attenta critica in questo blog – per essere, anche, filo-omosessualiste;
  4. nel suo primo saluto in occasione della benedizione apostolica «Urbi et Orbi» è scivolato in una certa ambiguità tipica del suo immediato predecessore, affermando che «Dio che ci ama tutti incondizionatamente. […] Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti», senza alcun apparente riferimento alla conversione.
Sappiamo che il Santo Padre Leone XIV è intelligente, dottrinalmente preparato e dotato di una naturale simpatia: tre doti che difettavano – e non poco – al suo immediato predecessore; tre doti che possono essere usate per ricostruire, anche con un senso di sana realpolitik, la Chiesa dopo la devastazione bergogliana; tre doti che possono anche essere usate per continuare la rivoluzione con un passo più lento, più accettabile ma altrettanto deleterio: insomma, non vorremmo – ed Iddio non voglia! – averci lasciato alle spalle il giacobinismo bergogliano per trovarci ad aver applaudito un nuovo girondinismo prevostiano: speriamo proprio di no!
Per scelta redazionale, dunque, in questa settimana e nelle prossime, continueremo a proporvi, con precisa sistematicità, tutte le dichiarazioni ufficiali del nuovo Sommo Pontefice e ad offrirvi il maggior numero possibile di autorevoli analisi e riflessioni, senza alcun pregiudizio.
È pur vero che l’abito non fa il monaco, e solo fra sei/dodici mesi si potranno dare seri giudizi sul Santo Padre Leone XIV: sui suoi atti, sui suoi documenti e sulle sue nomine.
Allora potremo forse sapere se l’apparenza ci ha ingannati e Papa Leone XIV è rimasto nel solco progressista nel quale – pur con tutte le difficoltà di inquadrare ideologicamente un prelato di Santa Romana Chiesa – è cresciuto o – come fa dire Alessandro Manzoni al Padre provinciale – la gloria dell’abito è capace di far sì «che un uomo, il quale al secolo ha potuto far dir di sé, con questo indosso diventi un altro» (cap. XIX)… la gloria dell’abito e soprattutto l’accettazione del sostegno dello Spirito Santo, che, per volontà di Dio, è posto accanto al successore di Pietro, Principe degli Apostoli, quale è il Santo Padre Leone XIV.
Speriamo che il Munus Petrinum faccia il suo dovere: è la nostra più profonda speranza ed è per questo che abbiamo pregato negli ultimi dodici anni e continueremo a pregare… pur sempre ricordando: timeo Danaos et dona ferentes.

L.V.

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28 commenti:

  1. Certo che parlare delle azioni del Santo Padre come “terribile eredità” dovrebbe far storcere più di un naso a qualunque cattolico.

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  2. Condivido in pieno. Dobbiamo attendere e.. pregare tanto!

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  3. Ma davvero credete che la Chiesa Cattolica sia l'unico strumento di salvezza?
    Gia' gli antichi romani dicevano (a sant'Ambrogio, se non erro), che "Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, per tante vie si puo 'arrivare a Dio"...(nella famosa questione dell'ara della Vittoria in Senato)

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    1. La Chiesa Cattolica è l'unico strumento ordinario di salvezza: extra Ecclesiam nulla salus est, questa è la base della dottrina cattolica

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    2. Dio stesso, nella Sua seconda Persona incarnata, ha detto di Sé "Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me". Mi fiderei più di Domine Iddio stesso che dei pagani - antichi o moderni che siano, visto che oggi va di moda il sincretismo new age - poi faccia come preferisce.

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    3. Extra Ecclesiam nulla salus non è un adagio che è stato superato, bensì ribadito dal CVII. E se non si accetta questa verità e teologia minima, non si è cattolici.

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    4. Peccato che verso il 30 dc un'altra Persona disse "solo attraverso di me vedrete il Padre"...se ci diciamo Cattolici, ci atteniamo a questa versione. Altrimenti, è tutto lecito, ma semplicemente si è di un'altra religione

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    5. È l'unico strumento ORDINARIO di salvezza. Lo dice Cristo stesso: "io sono la via, la verità e la vita". Poi, il catechismo ci insegna che chi, per ignoranza o incapacità, non conosce Cristo, e ciò non ostante segue la Sua legge, può comunque salvarsi, ma questi sono l'eccezione

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    6. Esser cristiani significa credere ciò

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  4. I don't see why he should be labeled as a liberation theologian. I have yet to find a single statement of him that can be understood in that way. In fact, I've seen some statements against Marxist theology.

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  5. Condivido il vostro invito alla prudenza, per evitare – nel bene o nel male – un giudizio affettato

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    1. Ma perché dare un giudizio a tutti i costi sul Papa? .... Bah...

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  6. siete proprio alla frutta.....

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  7. Il riferimento a fra Cristoforo è davvero azzeccato: Dio voglia che sia così!

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  8. Quel "ospedale da campo pieno di tanti feriti", come definiva di aver trovato la Chiesa il predecessore di Leone XIV, non era così nel 2013,ma oggi! È papa Leone che oggi ha ereditato la Chiesa in questo stato! La battaglia dei cattolici nel dover continuamente diffendere i valori non negoziabili, la verità di fede, la sana dottrina. .. , venivano per questo 'mal visti' e offesi, tutti feriti!
    Feriti a tal punto che non si prevedeva all'orizzonte poter sanare. Invece appena viene fatto il cambio di 'Direttore all' ospedale' l'aria cambia, i feriti prendono boccate di ossigeno in modo naturale, hanno le forze di rialzarsi, di fare timidamente i primi passi, non hanno 'difficoltà' ad incrociare tra i corridoi con il nuovo 'Direttore' che hanno visto di essere persona serena, semplice, educati e 'canta' pure! Sono queste semplice e piccole cose che fanno, per ora, poter ri-vedere almeno l'orizzonte di una lenta guarigione. Il poter essere sanati totalmente dopo la grande battaglia, e poter definitivamente 'uscire', dipenderà certo dal tipo di 'terapia che somministrera'. Intanto come 'ferita' dentro un'ospedale, mi ha ridato le forze e soprattutto la 'speranza' di poter riprendere, dopo l'incubo, nuova vita.
    Che Dio illumini Leone XIV facendo somministrare in tutto il mondo, nessuna propria, ma soltanto le Sue tradizionali medicine di guarigione.

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    1. Gli scandali Vatileaks e abusi erano pre 2013. Le grandi critiche del mondo a cui Benedetto XVI forse per età o forse per carattere non ha saputo tener testa, indebolendo l’immagine della Chiesa nel mondo, sono precedenti a Francesco e anzi quest’ultimo ha cercato, in molti casi riuscendoci, di risollevare l’immagine e la visione che la gente ha della Chiesa istituzione. Vi ricordo che attorno al conclave 2013 aleggiavano solo voci di scandali e corruzione da parte delle alte cariche ecclesiastiche, cosa che a sto giro non c’è stata quindi si Bergoglio sarà stato uno shock per molti ma era senza dubbio la cura che serviva.

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    2. Non parlavo degli scandali nella Chiesa per gli abusi, che Francesco non solo non ha da essi 'risollevato', ma aggiunti degli altri (Zanchetta, Rupnik, ecc), ma feriti per essere semplice cattolici. Bastonati in 'casa propria'!

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    3. Ognuno vede ciò che vuol vedere però certe conclusioni sono oggettivamente arbitrarie.Quelli che prima avevano criticato ad ogni occasione Benedetto sono gli stessi che poi osannavano Bergoglio in modo spesso eccessivo e strumentale .E questo non per i suoi meriti ma per i suoi demeriti .Quale immagine ha risollevato se le offerte dei fedeli si sono dimezzate.E come potrebbero fare offerte se anche le presenze alle Messe domenicali sono in caduta libera? Le cattiverie gratuite fatte ai Francescani dell'Immacolata, il viaggio fatto in Canada per chiedere scusa per abusi mai commessi dai missionari ,il caso della casa di Londra con la punizione cervellotica al card. Becciu , e la lista sarebbe lunghissima....Quel che è stato non si può cambiare e neanche c'è la certezza che non possa ripetersi. Che il Signore protegga la sua Chiesa ed noi fedeli che siamo confusi e spaventati.

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    4. Ragazzi non scherziamo, Papa Francesco ha saputo raggiungere veramente chiunque, infatti le sue esequie sono state un’immensa dimostrazione d’affetto. Benedetto XVI, che a me piaceva eh per carità, non ha minimamente empatizzato con il popolo e quindi è sembrato a torto o ragione totalmente travolto da quegli scandali al punto poi di doversi anche dimettere. Francesco è sempre apparso immediatamente non coinvolto negli scandali anzi penso che chiunque sarebbe stato pronto a giurare che lui non c’entrasse nulla.

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  9. Fratelli nella Fede! Dobbiamo pregare che questo Papa abbia il coraggio di parlare chiaro e di andare contro il mondo per salvare le anime.
    Rimaniamo saldi nella fede e fedeli alla Chiesa di Cristo, cioè la Chiesa Cattolica! Non diventiamo eccessivamente critici, supportiamo il Papa e soprattutto PREGHIAMO con fede per lui che possa avere coraggio!

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  10. Aspettiamo, diamo il tempo di svelarsi. Nel frattempo mi domando il perché dei pantaloni neri sotto la talare bianca alla “moda” di Francesco. È un cambiamento che non sopporto proprio. Per me il Papa deve splendere nel candore.

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  11. "posizioni vicine, in qualche modo, alla teologia della liberazione": credo che prima di parlare della "teologia della liberazione" bisognerebbe aver vissuto nella situazione sociale, economica e politica centroamericana che l'ha prodotta.

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    1. La teologia della liberazione è cattocomunismo, ed il comunismo non aiuta i poveri.Impoverisce i ricchi ma non per questo i poveri hanno da festeggiare.Un mio amico è andato a Cuba a marzo ed ha visto i negozi disperatamente vuoti.Le poche cose che sono sugli scaffali hanno prezzi esorbitanti.

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  12. Ma, cosa volete?!?! Trovare ombre anche negli angeli.....
    Prima di giudicare una persona, camminate nelle sue scarpe..

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  13. I discorsi e i pronunciamenti di questi primi giorni di Pontificato hanno fatto emergere stile e contenuti molto molto diversi ( in positivo) da quelli del predecessore. Personalmente, l' impressione che mi ha dato in questa prima settimana è estremamente positiva. Ricordo inoltre che questo blog nel 2012 aveva espresso pesanti riserve in merito alla nomina dell'allora vescovo Gherard Ludwig Műller a prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede.
    .. Salvo poi cambiare idea constatando l'ottimo sacerdote, vescovo e cardinale che era ed è...

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  14. Preti in talare non sono solo "estetica". Significa che cominceremo presto a vedere preti in talare anche nelle parrocchie, e questo è quanto mai educativo. I segni hanno significato.

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    1. Sono solo estetica. I sacramenti non sono certo legati ai vestiti.
      Su dai, la Fede non è mica vestire le bambole.

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  15. "extra Ecclesiam nulla salus est"?
    Ho visto che è stata citata la vicenda della rimozione (sostenuta da s. Ambrogio nel 382) di un simbolo pagano dall'aula del Senato (di allora). Trovo interessanti (e veramente ecumeniche, direi "cattoliche" nel senso di "universali") le parole con le quale Simmaco, senatore romano, cercò di evitare tale rimozione: "Ognuno ha le proprie usanze e i propri riti –scriveva Simmaco- (..) dobbiamo conservare una fede praticata per tanti secoli e seguire l’esempio dei nostri antenati . (…). E’ giusto considerare un identico e unico essere quello che tutti gli uomini venerano. Contempliamo i medesimi astri, il cielo che ci copre è lo stesso, uno solo è l’universo che ci avvolge: che importa con quale scelta ognuno di noi cerca la verità? Uno itinere non potest perveniri ad tam grande secretum, non si può giungere per un’unica via ad una segreto così grande”...
    Meditiamo...

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