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sabato 31 maggio 2025

L’obiettivo di mons. François Durand, Vescovo di Valence, è quello di trasformare la sua Diocesi in un deserto?

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1215 pubblicata da Paix Liturgique il 30 maggio, in cui si continua ad analizzare la figura di mons. François Durand, Vescovo di Valence, che – con un colpo di mano – ha deciso di allontanare dalla sua Diocesi la Fraternità sacerdotale di San Pietro, che tanto bene stava facendo tra i fedeli, limitando quindi fortemente la celebrazione della Santa Messa tradizionale (ne abbiamo scritto di recente QUI e QUI su MiL).
Ne emerge un Vescovo senza esperienza pastorale ed in aperto conflitto con i fedeli, in una Diocesi che – in solitudine – sta trasformando in un deserto.

L.V.


Da diversi anni i candidati alla carica di Vescovo scarseggiano – o sono stati fatti scarseggiare, dato che si evita accuratamente di nominare buoni pastori che non siano in linea con il «partito» della Chiesa sinodale. Quindi si nomina chi si trova, e così il livello di incompetenza viene regolarmente abbassato; dopo i Nunzi Apostolici si trovano costretti a sacrificare le Diocesi per mettere da parte i più disastrosi e limitare i danni. È il caso di mons. Pascal Jean Marcel Wintzer, trasferito dall’Arcidiocesi di Poitiers all’Arcidiocesi Sens dove fa l’iconoclasta. Povera Arcidiocesi di Sens…

Detto questo, per quanto riguarda la successione di mons. Pierre-Yves Michel nella Diocesi di Valence, ci si chiede cosa abbia preso mons. Celestino Migliore, Nunzio Apostolico in Francia. Nato a Le Puy-en-Velay e dottore in teologia all’Université catholique di Lione nel 2011, mons. François Durand è certamente una persona colta, con una laurea in ingegneria dei materiali e studi nei seminari di Avignone e Lione. Ha anche insegnato teologia pastorale all’Université catholique di Lione dal 2012 al 2014 e formato candidati al diaconato permanente.

Ma ha fatto bene? Per quanto riguarda l’esperienza pastorale, colui che è stato ordinato nel 2002 a Mende è stato vicario della Parrocchia di Mende, prima che la Diocesi ne avesse più di cinque e coprisse tutto il centro della Lozère. Mende, con i suoi 12.300 abitanti, è uno dei cinque capoluoghi più piccoli della Francia metropolitana.

Poi è stato Parroco della nuova Parrocchia di Saint-Chély-d’Apcher – tutto il nord-ovest della Lozère, Vicario episcopale per la formazione permanente e il coordinamento dei servizi diocesani e referente per la pastorale giovanile, Vicario generale di Mende nel 2013 e, dal 2017, Parroco della nuova Parrocchia di Mende.

L’intera Lozère conta 76.000 abitanti, quindici sacerdoti sotto i settantacinque anni e un seminarista nel 2024. E una Santa Messa tradizionale al mese per tutta la Lozère, nonostante le richieste avanzate da tempo in altre zone del dipartimento, sistematicamente ignorate come nella vicina Ardèche.

Forse era un po’ troppo per dirigere la Diocesi di Valence, con i suoi 514.000 abitanti, di cui solo la sede vescovile ne conta 64.000, quasi quanti tutta la Lozère, e il suo agglomerato fino a Romans, più di 200.000. La Diocesi di Valence conta anche sei seminaristi nell’autunno 2024, di cui due, un religioso e un diocesano, saranno ordinati il prossimo giugno, 42 comunità religiose, 65 sacerdoti in attività e 37 diaconi.

Insomma, mons. François Durand ha cambiato dimensione, ma se ne è reso conto? O sta cercando, un po’ spaesato, di tornare in un ambiente che conosce trasformando la Drôme in Lozère? Per farlo non ci vuole molto, dato che la Diocesi è già ampiamente scristianizzata: basta perseguitare i fedeli della Santa Messa tradizionale togliendo loro i sacerdoti, trasferire nei angoli più remoti della Diocesi i Parroci di maggior successo, scoraggiare i seminaristi e, naturalmente, trovare un modo per far fuggire 400.000 abitanti del dipartimento.

I primi due punti del piano sono in corso e, dato che mons. François Durand manca un po’ di esperienza, lo sta attuando dal suo ufficio, accarezzandosi le spalline da generale da operetta, con grandi gesti del mento e della penna.

È così che si appresta a trasferire un Parroco di Valence dalla sensibilità più carismatica, don Benoît Pouzin, originario di Valence e fratello dei fondatori del gruppo di lode Glorious, che da alcuni anni sta cercando di trasformare la poco graziosa ma funzionale Église Sainte-Catherine di Valence, a sud della stazione, in una replica in miniatura della Église Sainte-Blandine di Lione, ed è una delle poche chiese della città ad essere piena, come la Église Notre-Dame di Valence, mentre alla Messa della domenica la Cathédrale Saint-Apollinaire di Valence stessa è semivuota.

A quanto pare, anche a lui viene rimproverato di avere successo e di fare concorrenza agli Evangelici locali. Una petizione dei suoi fedeli ci informa che è stato trasferito a Crest, nella parte orientale poco popolata – e storicamente protestante – della Diocesi. E anche in questo caso, mons. François Durand non ha tenuto conto del suo apostolato, del suo carisma o delle richieste dei fedeli.

Lo si può constatare in una petizione che hanno scritto (QUI):

Abbiamo appreso che don Benoît Pouzin dovrà lasciare Valence e la Parrocchia di Saint Emilien. La Diocesi gli ha imposto di cambiare Parrocchia, senza chiedergli il suo parere. Tra pochi mesi noi parrocchiani, noi genitori che abbiamo i nostri figli nell’istruzione cattolica, noi comunità educativa delle scuole cattoliche di Valence, ci ritroveremo senza don Benoit Pouzin. Che perdita!
Questa decisione suscita preoccupazione e malcontento tra tutti noi. Essa comporta una rottura ingiusta con una figura ecclesiastica a noi molto cara. In qualità di parrocchiani devoti e membri attivi della Chiesa, semplici partecipanti occasionali alla sua messa o genitori di alunni delle scuole che lui accompagna, riteniamo che sia nostro dovere alzare la voce per contestare questa decisione. Crediamo che sia essenziale tenere conto dell’impatto emotivo e spirituale di questa decisione su tutti noi.

Ovviamente mons. François Durand non ha risposto. Forse perché i fedeli hanno concluso ponendo una domanda davvero pertinente:

Un tempo un sacerdote trascorreva la sua carriera nello stesso villaggio o nella stessa chiesa e tutto andava molto bene. Perché rompere un forte dinamismo quando la Chiesa non va bene altrove e soffre?

Probabilmente perché prima mons. François Durand non avrebbe avuto alcuna possibilità di diventare Vescovo, nella Drôme o altrove, senza che gli fosse imposta un po’ più di esperienza pastorale, in città o territori più vivaci e diversificati, prima di affidargli un’intera Diocesi.

Zero concertazione, zero ascolto, mons. François Durand ha visto tutto, previsto tutto, è lui che sa. È lui il Vescovo, e chi non è contento deve sottomettersi o lasciare la propria terra, il proprio rito, la propria comunità. Mons. Durand ama i numeri, le matricole, e può distruggere tutto in qualsiasi momento. Come si dice nei Paesi dell’Est, «distruggere è molto più facile che costruire». A differenza del Prefetto o di un alto ufficiale, mons. Durand non rende conto a nessuno e colpirà l’iceberg in una magnifica solitudine. E con lui la Diocesi di Valence.

3 commenti:

  1. Il padre e la madre sono di norma elementi di stabilità e sicurezza per le famiglie.Quando i genitori sono pessimi la loro malvagità influenza anche i figli che crescono in un ambiente negativo.Se poi i figli sono problematici già per conto loro la mancanza di una guida saggia e lungimirante produce degli effetti devastanti.Per anni la Chiesa francese è stata tenuta a freno ,non sempre con risultati entusiasmanti ,dai Papi che si sono succeduti.Poi con Francesco si sono rotti tutti gli argini e tanti mascalzoni si sono sentiti liberi di fare e disfare secondo le proprie voglie.I risultati sono stati rovinosi ma a volte anche esilaranti.Speriamo che Leone abbia pietà della Chiesa francese .... ed anche di quella tedesca.

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  2. Mamma mia, quante macerie!

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  3. Andare in massa dal vescovo

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