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venerdì 23 maggio 2025

A Valence i fedeli sono indignati dal clericalismo episcopale che decide del loro destino prima ancora di incontrarli

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1211 pubblicata da Paix Liturgique il 22 maggio, in cui si racconta la decisione assunta il 15 maggio da mons. François Durand, Vescovo di Valence, di allontanare dalla Diocesi la Fraternità sacerdotale di San Pietro e sostituirla (per i sacramenti, il catechismo e le attività pastorali) con un sacerdote diocesano che sta ora imparando a celebrare la Santa Messa tradizionale «al fine di lavorare per l’unità della parrocchia»: una decisione portata a conoscenza dei tantissimi fedeli attraverso la pagina Facebook della Diocesi, abolendo di fatto la Santa Messa tradizionale quotidiana e gli altri sacramenti.
In una società come quella francese in cui solo il 2 per cento della popolazione è cattolico praticante regolare ed in cui vi è una enorme carenza di sacerdoti, il Vescovo di Valence non trova di meglio da fare che dedicarsi alla guerra clericale contro i fedeli della fiorente comunità cattolica tradizionale.
In attesa che, anche dai Vescovi, siano recepiti gli appelli alla pace di Papa Leone XIV

L.V.


Infatti, come a Quimper o a Grenoble, a Valence i laici non esistono per i pastori clericali dell’Ancien Régime

I grandi discorsi del pontificato precedente sulla sinodalità e l’abbandono del clericalismo sono rimasti evidentemente solo parole al vento. Del defunto papa Francesco alcuni Vescovi hanno conservato solo la diffidenza, se non l’odio, per la Santa Messa tradizionale.

Nel caso di Valence e Montélimar, il popolo di Dio non è stato né consultato né ascoltato: il Vescovo ha fatto i suoi annunci, riguardanti la sostituzione della Fraternità sacerdotale di San Pietro con sacerdoti diocesani per garantire la Santa Messa tradizionale domenicale, e solo lui, così come la soppressione delle Sante Messe tradizionali feriali, delle attività pastorali delle due Parrocchie, del catechismo e dei sacramenti, una settimana prima di un incontro con i fedeli per discutere proprio di questo argomento – come indicato nel loro comunicato, pubblicato il 18 maggio 2025 [QUI: N.d.T.]:

Ci è stato assicurato che il Vescovo desiderava organizzare un incontro per discutere del futuro di questo apostolato nel dipartimento della Drôme.
Gli annunci ufficiali ci sono quindi pervenuti pubblicamente prima ancora che potessimo onorare un appuntamento preso in precedenza per discutere del futuro delle nostre comunità.

E dopo che mons. François Durand, Vescovo di Valence, ha ricevuto la Fraternità sacerdotale di San Pietro da sola, la decisione è stata presa tra ecclesiastici, senza alcuna considerazione per i fedeli interessati, ignorati, traditi e considerati come ben poca cosa. Siamo ben lontani dalle ambizioni sinodali di ascoltare «il popolo di Dio» o la base dei fedeli.

Ma poiché siamo nel 2025 e l’etto del principe, come l’arbitrarietà, faticano a passare, i fedeli reagiscono sulla pagina Facebook della Diocesi di Valence, sotto il post che annuncia le decisioni del Vescovo [QUI, ora i commenti risultano disattivati e cancellati: N.d.T.]: «Scioccata e soprattutto molto triste per questa decisione. La nostra famiglia era molto affezionata a don Bruno Stemler [l’attuale sacerdote della FSSP: N.d.R.] e ci tenevamo sinceramente che il battesimo del nostro bambino a settembre fosse celebrato da lui. Sono atterrita e sconvolta da questa decisione», scrive una madre di famiglia.

Un’altra fedele constata che, evidentemente, per il Vescovo di Valence – e per coloro che lo hanno consigliato? – il cambio di Pontificato e di clima non è stato recepito: «Perché tanto odio e tanta violenza all’interno della Chiesa? Che immensa tristezza e che spreco. E che immagine di divisione dà, dov’è la pace richiesta da Papa Leone XIV?».

Del resto, quale credibilità può avere un’istituzione, per una popolazione non praticante al 90 per cento, che non solo è quotidianamente messa in discussione per gli abusi del passato – e non è ancora in grado di garantire la trasparenza su questo tema – ma si abbandona pubblicamente e regolarmente alla persecuzione dei propri fedeli… un po’ diversi, e ai quali si rimprovera, in fin dei conti, di essere numerosi e giovani? Il tutto predicando, ovviamente, tolleranza, apertura e «accoglienza incondizionata».

Ancora una volta, «l’unità» viene stravolta

Un’altra fedele constata che «l’unità» voluta dal nuovo Vescovo di Valence è «un pretesto vago per escludere una comunità che è cattolica come le altre, stabile e fedele alla Chiesa. La patina di unità, consultazione e gratitudine di questo annuncio fatica a nascondere l’autoritarismo pastorale che si cela dietro. Vogliamo trasmettere al signor sacerdote così congedato un sincero e profondo ringraziamento per i frutti del suo ministero a Valence, per la sua fedeltà e obbedienza. Quanto deve essere difficile portare la propria croce all’interno della Chiesa».

Un altro fedele sottolinea il carattere problematico della giustificazione dell’«unità della Parrocchia»: «I fedeli dell’Église Notre-Dame di Valence non ne fanno quindi pienamente parte? L’apostolato dei sacerdoti della Fraternità sacerdotale di San Pietro ha tuttavia portato frutti così belli. Ricordo che dodici anni fa, all’inizio, c’erano quindici-venti persone alla Santa Messa tradizionale domenicale. Oggi l’Église Notre-Dame è piena di persone provenienti da ogni dove e nel corso del tempo si è sviluppata una vera vita fraterna. Una comunità devota che unisce, che cresce…».

E continua: «I sentimenti che prevalgono sono da un lato una profonda tristezza e dall’altro l’incomprensione, perché noi, fedeli dell’Église Notre-Dame come i fedeli di tutte le chiese della Parrocchia di Saint-Émilien [Parrocchia della Cattedrale di Valence: N.d.R.], amiamo Gesù Cristo, la Chiesa e i suoi pastori. Incomprensione perché “noi” ci aspettiamo che essi siano uniti a noi e ci sostengano nella fede come noi li sosteniamo nel loro ministero, in un mondo così diviso e ostile a Dio e ai suoi sacerdoti. Non siamo forse tutti uniti, pastori e laici, in questa impresa divina, che è quella di Cristo, nonostante i nostri carismi e le nostre sensibilità? Non è piuttosto questa unità nella fede che Cristo esige da noi?».

Fedeli trattati come persone di poco conto, quasi licenziati con un SMS?

Si stupisce anche della brutalità con cui il Vescovado ha gestito i fedeli tradizionali: «Penso a tutte le persone che senza eccezioni si sono dedicate con abnegazione, si sono impegnate da anni nella vita di questa comunità per amore di Dio (e nient’altro): servizio all’altare, manutenzione della chiesa, coro […]. È una decisione che, umanamente, è molto dolorosa da vivere, perché percepita come brutale e profondamente immeritata. Questo tipo di notizie è inoltre annunciato in modo piuttosto negligente attraverso i social network e internet».

La prossima volta maltratteremo i fedeli e il loro sacerdote con un SMS? Come osserva un altro fedele, «sembra che i fedeli della Fraternità sacerdotale di San Pietro abbiano appreso queste disposizioni tramite Facebook. La sensibilità sociale del Vescovo non mancherà certamente di commuoversi se verrà a sapere che un datore di lavoro annuncia il licenziamento dei propri dipendenti tramite SMS. Che si ricordi allora che non ha fatto di meglio». Grazie capo, versione del Ducato di Valentinois [il riferimento è al card. Cesare Borgia, Duca Valentino: N.d.T.]

Come lamenta giustamente una fedele, «è così triste apprendere ciò che ci aspetta tramite Facebook». Ma probabilmente è il livello dei pastori di oggi, che preferiscono smarrire il gregge – o mandarlo alla Fraternità sacerdotale di San Pio X, che ha una cappella a Chantemerle-les-Blés, a una ventina di chilometri da Valence. Lontano dagli occhi e dal cuore… e nella speranza che coloro che si rifiuteranno di trasferirsi o di andarsene torneranno a rimpinguare le fila della Parrocchia cattedrale, costretti e obbligati. E continueranno, sconfitti ma contenti, a dare il loro obolo per il culto – «l’unità della Parrocchia» si realizzerà ovviamente sulle loro spalle.

Un fedele nota anche il titolo un po’ ipocrita del comunicato della Diocesi: «Evoluzione della collaborazione della Diocesi di Valence con la Fraternità sacerdotale di San Pietro [QUI e QUI: N.d.T.] mentre si annuncia la sua espulsione: è cinismo?».

Troppi sacerdoti a Valence?

Pur non trovandosi nella situazione di altre Diocesi vicine, dove il rilievo e la mancanza di vocazioni complicano ancora di più la gestione parrocchiale, anche la Diocesi di Valence manca di sacerdoti. Ma evidentemente non per sostituire i fedeli tradizionali, come constata una fedele: «Grazie a mons. François Durand che sembra avere così tanti sacerdoti da non sapere cosa farne, per non averci indicato un sostituto di don Bruno Stemler per accompagnare il nostro gruppo di preghiera/formazione per coppie Domus Christiani. Evidentemente ci sono troppi sacerdoti nella Diocesi, non dovrebbe essere complicato. Don Stemler è certamente un catechista molto rigoroso e una chiesa dinamica. Ma si è anche sempre dedicato a diverse persone spesso sole, e questo, mons. Durand, non ho visto una soluzione sostitutiva».

Ma probabilmente né Domus Christiani né le persone bisognose contano nella logica clericale, e verrà loro consigliato – sempre tramite SMS – di andare a farsi vedere alla Fraternità sacerdotale di San Pio X a venti chilometri di distanza o… di andare a farsi vedere. Pur predicando «l’unità», l’accoglienza incondizionata, la lettera enciclica Fratelli tutti ecc. «Todos, todos, todos», come diceva papa Francesco, ma non le periferie della Chiesa che sono le persone isolate, i gruppi di preghiera, i fedeli della Santa Messa tradizionale – che vadano o meno alle Messe della Parrocchia in Novis Ordo ecc.? «Todos, todos, todos», tutti quelli che sono diversi, cacciati senza tanti complimenti dalla loro Parrocchia e perseguitati?

Come osserva un altro fedele, «al di là del rito, era un prete che si prendeva cura dei suoi parrocchiani. Le confessioni a breve termine, le visite, le Sante Messe. Visitava regolarmente uno zio malato e isolato a Montéleger. Faceva catechismo ai bambini della chiesa. E anche altrove. La domenica, questa chiesa è un cuore pulsante di persone di ogni provenienza. Potete fare a meno di un tale sostegno? Potete mettere un prete in ogni chiesa? Ancora una volta, al di là del rito! Come si può fare unità separandosi da fratelli sacerdoti che rispettavano un’obbedienza assoluta?».

«La voce dei fedeli semplicemente non viene presa in considerazione»: ancora un grande momento di clericalismo

In un altro commento sulla stessa pagina Facebook della Diocesi [QUIora i commenti risultano cancellati e disattivati: N.d.T.], una fedele deplora la decisione del Vescovo: «Per ora era proprio quello che trovavo fantastico a Valence, il fatto che i fedeli cattolici convivessero in armonia, ognuno trovando il proprio posto nella Parrocchia secondo la propria sensibilità e potendo così vivere la propria fede con gioia grazie alla diversità delle proposte offerte. L’Église Notre-Dame è per noi una piccola famiglia accogliente e rigenerante nella vita quotidiana […] Sono molto delusa e scioccata che ancora una volta la voce dei fedeli non sia stata semplicemente presa in considerazione, a favore del parere di presunti consigli superiori nebulosi. Spero che questa decisione unilaterale venga modificata, perché è la divisione che otterrete e non l’unità».

L’ignoranza dei fedeli sconvolge persino una fedele della Parrocchia di San Giovanni Battista di Perpignan (Parrocchia della Cattedrale) – quindi del nuovo rito, i cui nipoti vivono a Valence: «Ogni volta che abbiamo assistito alla Santa Messa tradizionale nella Église Notre-Dame, siamo rimasti colpiti dal raccoglimento di tutti i fedeli e dalla profondità delle omelie del sacerdote […] i bambini sono felici di andare al catechismo dove ricevono una buona formazione, a differenza della mia generazione che non ha avuto alcuna formazione. E allo stesso tempo si insegna loro anche a pregare e ad avere una vita unitaria. Avete pensato a tutti questi bambini, questi giovani e queste famiglie prima di prendere una decisione del genere?».

Una madre di famiglia scrive: «Stasera mio figlio di dieci anni piange perché ha saputo che non potrà più andare all’Église Notre-Dame per servire la Santa Messa durante la settimana, perché il Vescovo ha deciso che è meglio così. In una Francia dove siamo solo il 2 per cento di Cattolici praticanti regolari e dove mancano crudelmente i sacerdoti, non vedete alcun inconveniente nel chiedere la partenza di don Bruno Stemler e quindi della Fraternità sacerdotale di San Pietro. Mettete fine a una collaborazione che vi disturba perché questi sacerdoti portano anime a Dio, grazie al loro apostolato quotidiano? Non dovrebbe rallegrarsene come Vescovo? “Amare e servire”, credo siano le sue parole, Monsignore?».

E constatare che il Vescovo, invece di essere il buon pastore di tutti i suoi fedeli, indipendentemente dalla loro origine, sensibilità e rito, ha preferito una lotta d’altri tempi: «Questa lotta contro i fedeli legati alla forma straordinaria è una lotta di una generazione passata che rifiuta di vedere oggi che la nuova generazione va tanto in pellegrinaggio a Chartres quanto alle sessioni della Communauté de l’Emmanuel a Paray-le-Monial. Abbiamo tutti sensibilità diverse, ed è questo che fa la ricchezza della Chiesa».

Un padre di famiglia scrive con tono deciso: «Pensate di consolarci con una pacca sulla spalla, ma sapete benissimo che espellendo la comunità [FSSP] e licenziando il sacerdote distruggete l’essenza stessa di ciò che ci forma. Complimenti, dovrò spiegare ai miei figli che non avranno più un catechismo serio […]. Ammiro il coraggio del sacerdote che nominerete dopo la vostra grave decisione. Non è solo una questione liturgica […] ma lo spirito di una comunità che avete appena distrutto: catechismo, adorazione, visita ai malati, numerose conversioni, visite alle famiglie, sostegno alle mogli (di militari) sole con i loro figli, vita sacramentale, gruppo di formazione per le coppie… […] Le vostre decisioni avranno conseguenze sulla nostra fede. E il cerotto che tentate invano di mettere sulla nostra ferita non potrà alleviare la nostra tristezza e la nostra incomprensione. Nulla può giustificare tutto questo agli occhi del Signore».

«All’alba di un nuovo Pontificato all’insegna della pace, mons. François Durand tira fuori l’ascia di guerra»

Gli appelli alla pace di Papa Leone XIV non sono sfuggiti all’autore di un’altra reazione, che riassume: «soppressione dei sacramenti, soppressione delle Sante Messe tradizionali feriali e delle altre funzioni, soppressione del catechismo perché senza sacerdoti che lo impartiscano scomparirà, soppressione dell’assistenza pastorale agli altri gruppi di fedeli ecc. Insomma, tutto per soddisfare la gelosia degli uni e mascherare il fallimento pastorale degli altri. I fedeli sono messi davanti al fatto compiuto e non sono mai stati consultati, né tantomeno presi in considerazione. All’alba di un nuovo Pontificato che si pone sotto il segno della pace, mons. François Durand non esita a tirare fuori l’ascia di guerra. Che ne assuma le conseguenze».

3 commenti:

  1. Basta prendere e disertare in massa, così il prete mandato dal vescovo si celebra la messa da solo e forse il vescovo si fa qualche domanda.

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  2. Pieno sostegno al vescovo.
    Non solo voglio la messa come pare a loro, ma devono anche decidere chi la deve celebrare.

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  3. Dans la Drôme, une vieille guerre cléricale touche à sa fin… L’abbé est ostracisé depuis bien fort longtemps et la communauté attachée à la Messe tridentine sera détruite car les Messes tridentines attirent trop de monde.... car le catéchisme accueille trop d’enfants venus de tout le bassin valentinois.... car trop de personnes de tous horizons viennent chercher consolation auprès de l’abbé. L’évêque, quant à lui, communique par Facebook, égrenant un nouveau argument sans fond sans que les fidèles puissent répondre. L'évêque publie, l'évêque "like" ses propres communiqués, et pendant ce temps, les fidèles et la FSSP subissent et souffrent : c'est l'abbé qui est LE "problème", c'est nous qui sommes LE "problème" qu'il faut éradiquer, rien de plus. FSSP écarté, communauté détruite, la vie au diocèse sera paisible dès le septembre prochain et l'église Notre Dame vide... Rigidité, cléricalisme sont une « nouvelle miséricorde » au diocèse de Valence, une nouvelle "évangélisation" mise au service des âmes et de l’Église de Dieu. Priez pour nous !

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