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martedì 1 aprile 2025

E «Il Tempo» aiutò l’elezione di Wojtyła

Per i vent'anni dalla morte del S. Padre Giovanni Paolo II.
QUI X Nico Spuntoni.
Luigi C.

E «Il Tempo» aiutò l’elezione di Wojtyła

Nico Spuntoni, Il Tempo,  31-3-2025

Il 1978 è passato alla storia come l’anno dei tre Papi e quindi dei due conclavi. A raccontarli per «Il Tempo» fu il vaticanista Gian Franco Svidercoschi, fresco autore del libro «Karol. Il Papa che ha cambiato la storia» edito da Il Pozzo di Giacobbe. Abbiamo visto come grazie a lui il nostro giornale era riuscito a creare un canale privilegiato con l’episcopato polacco. Un canale destinato a rafforzarsi in occasione del conclave dell’agosto 1978. Morto Paolo VI, l’allora direttore Gianni Letta si mostrò interessato all’elezione quasi ex inspiratione, una forma ora non più ammessa e che poteva verificarsi se i cardinali elettori avessero acclamato concordemente un eletto. Chi poteva essere così meritevole da essere scelto per acclamazione? Questa la domanda che frullava nella testa di Letta e a cui Svidercoschi azzardò una risposta: il cardinale perseguitato Stefan Wyszyński. Quando, dopo appena un giorno e soli quattro scrutini, si alzò la fumata bianca dalla Sistina, il direttore si convinse dell’elezione dell’arcivescovo di Varsavia. Nella tipografia de «Il Tempo», dove erano già pronte una ventina di bozze di prime pagine diverse con altrettanti papabili, venne così dato ordine di stampare quella che annunciava «Wyszyński Papa». Questione di attimi, poi il cardinale Pericle Felici proclamò l’«Habemus papam» facendo il nome di Albino Luciani. Sul patriarca di Venezia avevano trovato in fretta un accordo i due grandi competitor, l’arcivescovo di Genova Giuseppe Siri e il sostituto Giovanni Benelli.Ecco il motivo di un conclave così breve. Le rotative si affrettarono a stampare la prima pagina col nome di Luciani, una delle venti già preparate. L’edizione straordinaria de «Il Tempo» ebbe l’onore di essere la prima ad essere venduta in piazza San Pietro grazie al ritardo de «L’Osservatore Romano» che fu obbligato alla ribattuta per un errore nel titolo latino. Qualche giorno dopo Svidercoschi regalò ad un divertito Wyszyński la copia con cui il nostro giornale avrebbe dovuto annunciare la sua elezione. L’arcivescovo di Varsavia commentò: «ma perché non potrebbe essere un polacco?».

Il primate, già malato di cancro, non pensava a sé stesso ma a Karol Wojtyła. E così fu meno di due mesi più tardi. Nel secondo conclave del 1978 «Il Tempo» giocò involontariamente un ruolo decisivo. La morte improvvisa di Luciani aveva impedito ai due schieramenti di trovare una nuova intesa. Il conclave si annunciava, pertanto, un regolamento di conti tra Benelli e Siri con quest’ultimo favorito. Nel giorno precedente all’inizio della clausura in Sistina, l’arcivescovo di Genova aveva ricevuto nell’istituto religioso in cui soggiornava a Roma l’allora direttore del Tg1 Emilio Rossi. Siri lo accompagnò all’uscita e qui incontrò Gianni Licheri de «La Gazzetta del popolo» che gli chiese insistentemente un’intervista. Il cardinale accettò a patto che la pubblicazione fosse avvenuta a conclave iniziato. Licheri però non mantenne la parola e già nel pomeriggio, sapendo che il suo giornale torinese non avrebbe fatto in tempo ad andare in stampa con quello scoop, cominciò a diffondere alcune anticipazioni all’Ansa. Ne usciva il ritratto di un Siri anticonciliare che ridimensionava la figura di Luciani e criticava Sinodo e collegialità. A fine turno Svidercoschi notò quei lanci di agenzia e sollecitò il direttore Letta a darne menzione. Pur non potendo rifare il giornale ormai chiuso, le anticipazioni dell’intervista vennero messe nel catenaccio e così «Il Tempo» fu il primo a pubblicarle in anticipo sull’apertura del conclave. La mattina dopo alcuni appartenenti alla sezione francese della Segreteria di Stato fotocopiarono la pagina de «Il Tempo» e fecero in modo che le dichiarazioni di Siri venissero lette da tutti i cardinali in Sistina. L’effetto delle anticipazioni frenò la candidatura dell’arcivescovo di Genova e spalancò le porte all’elezione di Karol Wojtyła. Due anni dopo un inviato del nostro giornale si recò a Genova e chiese un’intervista alla segreteria di Siri, ma gli fu rifiutata in memoria di quanto accaduto nell’ottobre del 1978.

Nico Spuntoni