Nel 2015, il Fondo Pensionistico del
Vaticano aveva un disavanzo di 1,5 miliardi di euro. "Nel frattempo, il
Fondo è continuato in rosso, in linea con l’ampia crisi finanziaria della Santa
Sede, sollevando seri dubbi sulla capacità del Vaticano di pagare le pensioni
dei dipendenti laici e clericali", secondo quanto scrive The Pillar che approfondisce la questione
ricordando in particolare che Papa Francesco nel novembre scorso annunciò una
vasta revisione del fondo per raggiungere il “deficit zero”. Intanto, le
informazioni ufficiali necessarie per sapere la verità delle cose non sono
reperibili in nessun modo. La Segreteria per l'Economia che in precedenza
pubblicava il bilancio annuale non lo fa dal 2022.
Il disavanzo e la Lettera del Papa
Secondo
l'inchiesta di The Pillar, nonostante siano passati 10 anni da quando fu
lanciato il primo "warning" (1,4 miliardi di euro di disavanzo), non
sono state fatte le riforme o le correzioni necessarie e urgenti. I documenti
vaticani visti e analizzati dal sito americano "mostrano che le autorità
finanziarie vaticane hanno proposto misure per affrontare il problema delle
pensioni nel 2015", ma in sostanza tali misure furono disattese e, quindi,
nel decennio trascorso non si è fatto “praticamente nulla”. The Pillar
sottolinea: "Nel frattempo, il fondo è continuato in rosso, in linea con
l’ampia crisi finanziaria della Santa Sede, sollevando seri dubbi sulla
capacità del Vaticano di pagare le pensioni dei lavoratori laici e
clericali".
Se le cose stanno così, vuol dire che la Lettera del Papa del 19 novembre 2024, indirizzata al "Collegio Cardinalizio e ai
Prefetti e Responsabili delle Istituzioni Curiali, degli Uffici della Curia
Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede", sarebbe sino ad
oggi l'unico richiamo pubblico del Pontefice su una situazione delicatissima. E
allora ci si domanda, cosa è stato fatto da quando un decennio fa fu lanciato
l'allarme? Oppure come le famose "riforme economiche" di Papa
Bergoglio hanno inciso nella situazione complessiva al punto di evitare la
crisi odierna del sistema pensionistico?
La COSEA
aveva già detto …
Nella sua Lettera, il Papa nulla dice su
quanto è stato fatto per evitare di arrivare a un così “grave squilibrio
prospettico”. In concreto, Papa Francesco non parla delle tante proposte fatte
nel 2015 per correggere gli errori, insufficienze, sprechi e inadeguatezze del
sistema pensionistico; proposte che portavano la firma del cardinale
australiano George Pell, allora Segretario della Segreteria per l'Economia
(2013). Nel suo Memorandum, Pell e i suoi collaboratori usavano informazioni
fornite dalla COSEA creata da Francesco nel 2013 (Pontificia commissione
referente di studio e di indirizzo sull'organizzazione della struttura
economico-amministrativa), l’Organizzazione della Struttura
Economico-Amministrativa della Santa Sede.
The Pillar ricorda che la COSEA aveva già
riferito che era stato individuato un “divario di finanziamento di almeno
700-800 milioni di euro (sulla base dei tassi di interesse del 2013)” nel Fondo
pensionistico e anche nel Fondo sanitario della Santa Sede, sul quale si
osserva inoltre che “si prevede l'aumento a un livello non sostenibile; le
spese pro capite sono più di oltre il 50% rispetto a fondi sanitari italiani
comparabili”.
Negli ultimi anni, dopo un lungo silenzio
del Papa su queste materie delicate e essenziali per la Santa Sede, precisa:
(a) Per primo la citazione di una precedente Lettera (16
settembre 2024) indirizzata solo ai cardinali in cui il Pontefice esortava a
lavorare per raggiungere "deficit zero" e far sì che" non sia
solo un obiettivo teorico, ma una meta effettivamente realizzabile.
(b) Con questa lettera intendo oggi porre la vostra
attenzione su un’altra questione … Mi
riferisco alla gestione del nostro Fondo Pensioni, già considerato tra i temi
centrali della riforma economica.
(c) Occorre assicurare un equo modello previdenziale a
favore della comunità al servizio della Santa Sede e dello Stato e di assolvere
alla responsabilità morale di erogare prestazioni dignitose a quanti ne hanno
diritto, compatibilmente alle risorse economiche a disposizione.
(d) A questo scopo sono stati realizzati differenti studi
dai quali si è derivato che l’attuale gestione pensionistica, tenuto conto del
patrimonio disponibile, genera un importante disavanzo.
(e) Il grave squilibrio prospettico del Fondo, la cui
dimensione tende ad ampliarsi nel tempo in assenza di interventi: in termini
concreti, ciò significa che l’attuale sistema non è in grado di garantire nel
medio termine l’assolvimento dell’obbligo pensionistico per le generazioni
future.
(f) Siamo ora tutti pienamente consapevoli che occorrono
provvedimenti strutturali urgenti, non più rinviabili, per conseguire la
sostenibilità del Fondo Pensioni, … in una prospettiva di giustizia ed equità
tra le diverse generazioni.
La grande
nomina: il cardinale Farrell, super-commissario
A conclusione di questa sua Lettera,
riassunto con le 6 citazioni precedenti, alla fine comunica il “grande colpo”:
un Commissario. ''Alla luce di ciò e tutto ben considerato - conclude il Papa
in questo documento - desidero, quindi, comunicarvi la decisione, da me assunta
in data odierna, di nominare Sua Eminenza, Kevin Card. Farrell, Amministratore
Unico per il Fondo Pensioni, ritenendo che questa scelta rappresenti, in questo
momento, un passo essenziale per rispondere alle sfide che il nostro sistema previdenziale
deve affrontare in futuro. Pur avendo apprezzato il contributo fornito con
ponderazione da coloro che in questi anni si sono occupati di questa delicata
materia, ritengo ora che sia indispensabile percorrere questa nuova fase,
fondamentale per la stabilità e il benessere della nostra comunità, con
prontezza e unità di visione affinché gli interventi dovuti siano con
sollecitudine realizzati''.
Allora, dove
stanno andando le riforme economiche?
Quali sono i benefici
riformisti se in 10 anni i “buchi” crescono
A questo punto si rinnova l'unica domanda
pertinente: perché le riforme economiche del Papa, tanto elogiate e
amplificate, poco conosciute e poco spiegate, non hanno fatto fronte in questo
decennio al "buco" della sanità e in particolare delle pensioni (1,4
miliardi di euro)? Aggiornare questo dato, secondo quanto ha detto una fonte
della Segreteria per l'Economia a The Pillar, "sarebbe scioccante".
Il sito, in conformità con le fonti
vaticane interrogate nel quadro della sua inchiesta, conferma che nel caso del
Fondo pensionistico, in questi anni (2013 - 2025) non sono stati forniti i
finanziamenti necessari e non sono stati fatti gli investimenti urgenti per
coprire in modo sistematico e ordinato, con una adeguata governance, le
passività. “Il Santo Padre ha parlato dell’assenza di interventi nel tempo e di
ciò che questo ha significato per lo stato del [Fondo pensione], ma questa non
è purtroppo una nuova scoperta. Tutto ciò era noto anni fa ed è così anche
oggi", ha detto un alto funzionario vaticano vicino al dossier che segue
queste questioni. La domanda che si dovrebbe porre è: “Perché non ci sono stati
interventi per un decennio?” La situazione ora è solo peggiorata”.
Quando,
per fare un esempio, si pone agli esperti in affari vaticani una domanda sulle
principali riforme del pontificato, nell'elenco delle risposte raramente
appaiono le "riforme economiche", e quando vengono ricordate, la
domanda successiva - quali sono nello specifico? - non c'è risposta. Insomma,
queste riforme sono famose, se ne parla, fanno parte dei successi del
pontificato, ecc. ma quasi nessuno è in grado di argomentare. Tutto è segreto, difficile
da capire, impossibile da spiegare. Allora si prova facendo un'altra strada:
individuando il calibro, la natura e il successo di queste riforme, deducendolo
da possibili buone conseguenze in altri settori: pensioni e sanità per esempio.
La risposta ha provato a trovarla il sito
citato ma la loro inchiesta non è riuscita a trovare una risposta coerente con
i fatti accaduti e vera rispetto a quanto si è detto sulle riforme.
Rapporto ASIF - Annuale
dell’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria - Migliorato il
processo di segnalazione di attività sospette.
(Vatican
News) L’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria (ASIF) continua
le sue attività contribuendo al consolidamento del sistema della Santa Sede e
dello Stato della Città del Vaticano per la prevenzione e il contrasto del
riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e della proliferazione delle
armi di distruzione di massa (CR/FT), come documentato dal Rapporto Annuale
pubblicato oggi in riferimento all’anno 2024.
Segnalazione di attività sospette
Nel corso del 2024, l’ASIF ha ricevuto 79
segnalazioni di attività sospette (123 nel 2023), delle quali 73 da parte
dell’ente vigilato (118 nel 2023). In questo ambito, però, una riduzione
numerica è una notizia da accogliere positivamente in quanto rappresenta un
incremento della qualità e non una riduzione dell’attenzione da parte dei
soggetti segnalanti. Come l’ASIF illustra nel suo Rapporto, è il risultato del
progressivo affinamento del processo di selezione delle fattispecie da
segnalare, come dimostrano indicatori quali l’incremento della collaborazione
interna ed internazionale (rispettivamente 65 comunicazioni, rispetto alle 54
del 2023, e 44 scambi, rispetto ai 32 del 2023), la stabilità del numero dei
Rapporti trasmessi all’Ufficio del Promotore di Giustizia (11, come nel 2023) e
l’incremento delle misure preventive adottate (2 sospensioni di transazioni e
operazioni e 2 blocchi di conti, fondi e altre risorse economiche; rispetto a
una sospensione nel 2023).
Il Rapporto Annuale 2024 introduce una
separazione tra le segnalazioni di attività sospette che presentano veri e
propri indicatori di anomalia (quest’anno, tra l’altro, sono pubblicati per la
prima volta gli indicatori di anomalia che risultano con maggiore frequenza) e
le segnalazioni che sono determinate esclusivamente da connessioni dirette o
indirette con giurisdizioni ad alto rischio e giurisdizioni soggette a
monitoraggio rafforzato (36 sulle 79 totali).
Anche in questo caso, però, l’ASIF
conferma l’assenza di criticità a riguardo: nessuna di queste segnalazioni ha
determinato l’invio di un Rapporto all’Ufficio del Promotore di Giustizia.
Lo IOR si conferma un ente solido
e ben organizzato
Nel corso del 2024, l’ASIF ha svolto una
costante e sistematica attività di verifica dei profili rilevanti ai fini della
sana, prudente e sostenibile gestione dell’Istituto per le Opere di Religione
(IOR).
Il Rapporto Annuale 2024 ricorda, inoltre,
l’esito positivo del follow-up da parte del Comitato Moneyval del Consiglio
d’Europa sulla conformità tecnica – cioè sulla conformità del quadro normativo
della giurisdizione rispetto agli standard del Gruppo d’Azione Finanziaria
Internazionale - della giurisdizione. In particolare, nel corso del processo
del 5° round di valutazione reciproca, la Santa Sede (incluso lo Stato della
Città del Vaticano) è stata sottoposta ad un accertamento sui progressi
compiuti a seguito del Rapporto di Valutazione Reciproca dell’aprile 2021.
La “Lettera del Presidente”
“La lettura del presente Rapporto annuale
– scrive il Presidente dell'AIF, Carmelo Barbagallo introducendo il Rapporto -
rassicura, con la forza dei numeri e la concretezza degli argomenti, sul fatto
che l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria sia riuscita a
mantenere, nel corso del 2024, uno standard elevato nella propria azione di
prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e
nell’attività di Vigilanza sullo IOR. Ne sono testimonianza la qualità delle
relazioni e delle varie forme di cooperazione con le Autorità, interne e
internazionali, nonché i buoni risultati conseguiti dallo IOR”.
▅ Annual Report - AIF - 2024 - english
▅ Rapporto annuale - AIF - 2024 - AIF - italiano