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giovedì 30 gennaio 2025

Il protestante Trump più cattolico di Biden: fine delle élite mondialiste? #300denari

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha finalmente detto ad alta voce ciò che molti nella Chiesa pensano ma non osano dichiarare: Biden ha tradito i cattolici, mentre Donald Trump, protestante, è oggi più cattolico e in sintonia con i valori della Tradizione della Chiesa. In un’intervista al Corriere della Sera, Müller ha di fatto indirettamente attaccato frontalmente la linea progressista del Vaticano, denunciando la deriva globalista di Biden (appoggiata durante la sua presidenza da Francesco) e il suo allineamento con le élite mondialiste. Il peso geopolitico di questa rottura è immenso: il «partito trumpiano» è entrato ufficialmente nelle stanze vaticane. Non più un’opposizione sotterranea, ma una realtà che ora sfida apertamente l’establishment progressista della Chiesa. Si sta realizzando quanto anticipato da 300 Denari qui e qui. Ma andiamo per gradi.

Il fatto di cronaca. «Meglio un buon protestante che un cattivo cattolico», ha dichiarato lapidario il cardinale tedesco, sancendo di fatto la nascita di un nuovo asse conservatore tra la Chiesa americana e l’Amministrazione Trump. Un’alleanza che si oppone apertamente al cattolicesimo “sociale” di Papa Francesco, alla sua connivenza con i poteri forti, alla sua politica di accoglienza indiscriminata e al suo silenzio di fronte all’islamizzazione dell’Occidente. Müller non è solo: «Molti cardinali e vescovi la pensano come me, anche se hanno paura di dirlo. Negli Stati Uniti la percentuale è perfino superiore». (Corriere della Sera, 29 gennaio 2025).

Il Vaticano in crisi, gli USA al contrattacco. Lo scontro tra Roma e Washington era già nell’aria, ma con Trump rieletto e con la nomina di Brian Burch come ambasciatore presso la Santa Sede, la frattura è ormai insanabile. Avevamo già fatto una riflessione qui. Burch, leader di CatholicVote, è un cattolico militante che non ha mai nascosto la sua ostilità verso il pontificato di Francesco, accusandolo di aver abbracciato un’agenda progressista e anticattolica. Come riportato dal National Catholic Reporter, Burch ha denunciato apertamente il ruolo del Vaticano nel finanziamento dell’immigrazione clandestina: «I cattolici americani meritano di conoscere la piena portata del ruolo del governo degli Stati Uniti nel coordinamento con le agenzie affiliate alla Chiesa cattolica alla frontiera». (National Catholic Reporter).

Il presidente Trump non ha lasciato nulla al caso. Dopo aver ottenuto il 56% del voto cattolico – un ribaltamento storico rispetto a quattro anni fa – ha deciso di premiare l’uomo che ha portato milioni di fedeli dalla sua parte. La sua dichiarazione su Truth Social è stata inequivocabile: «Burch è un devoto cattolico, un uomo che difende la nostra fede e le nostre tradizioni». La tensione diplomatica tra USA e Vaticano sta assumendo i contorni di un conflitto senza precedenti. Secondo Steven Millies, teologo e docente di scienze politiche alla Loyola University di Chicago, «si prospetta un periodo difficile nelle relazioni tra Stati Uniti e Santa Sede». (Trump nomina l’Anti Francesco Burch).

Lo scontro era stato previsto: la Tradizione si riprende la Chiesa. Questa spaccatura non è una sorpresa. Su 300 Denari, era già stato anticipato come il Vaticano, sotto la guida di Francesco, fosse destinato a perdere influenza a favore di un ritorno alla Tradizione. Nel nostro primo articolo (United States vs Santa Sede), si denunciava la complicità della Chiesa cattolica con i flussi migratori illegali e il suo abbraccio incondizionato a politiche mondialiste. Oggi questa previsione è realtà: che il Papa sarà costretto a rivedere la sua retorica, per non perdere completamente il controllo della Chiesa? Nel nostro secondo articolo (Distopie 2025: Francesco vs Milei), si era ipotizzato che il prossimo Conclave avrebbe dovuto fare i conti con la crescente influenza delle correnti tradizionaliste. Ora, con Müller a guidare la rivolta e Trump a fare da scudo, questa ipotesi è sempre più concreta.

Il messaggio è chiaro: il tempo della Chiesa globalista, dell’utopia perseguita da Papa Francesco, della commistione tra cattolicesimo e socialismo è finito. L’alleanza tra Müller (Vaticano) e Burch-Trump (Stati Uniti) segna una inversione di marcia, il ritorno alla Tradizione. E questa volta, il Papa dovrà scegliere: restare il leader di una Chiesa sempre più divisa o rassegnarsi a essere superato dalla Storia.

Le figure-chiave. Il cardinale Gerhard Ludwig Müller è una figura chiave nel fronte conservatore che sfida l’attuale direzione della Chiesa cattolica sotto Papa Francesco. Ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Müller mantiene stretti contatti con l’ala tradizionalista della Chiesa, in particolare con influenti vescovi e cardinali americani. Tra i nomi più rilevanti si distingue Brian Burch, leader di CatholicVote e ora ambasciatore di Trump presso la Santa Sede, figura centrale nell’opposizione a Bergoglio su temi come immigrazione, bioetica e globalismo. Altro attore chiave è James David Vance, vicepresidente di Trump e cattolico conservatore, vicino ai network mediatici come EWTN (Eternal Word Television Network), che promuovono una visione cattolica identitaria e intransigente. Il più moderato Timothy Paul Andrew Broglio, presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti. Broglio è noto per le sue posizioni tradizionaliste, opponendosi, ad esempio, all’abrogazione della politica “Don’t Ask, Don’t Tell” riguardante il servizio del personale LGBT nelle forze armate statunitensi e sostenendo il divieto per le persone transgender di servire nell’esercito. Per dirla in una frase, Müller gode del sostegno sotterraneo di numerosi cardinali e vescovi, soprattutto statunitensi, che potrebbero incidere nelle future dinamiche del Conclave, favorendo un ritorno alla Tradizione dopo anni di orientamento progressista.


Roberto
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3 commenti:

  1. Prima delle elezioni presidenziali USA, avevo avuto un dubbio su chi ... virtualmente .... sostenere, in quanto anche il Trump si presentava male per certi aspetti (es. la sua arroganza), ma il ragionamento semplice che mi ha fatto propendere per l'attuale presidente è stato: dei due, Trump è contrario all'aborto, e basta questo per preferirlo.
    Un plauso al Card. Muller, che non per prima volta evidenzia le incongruenze (al limite dell'eresia) del Papa, ma come sempre, mi chiedo: perché tutti costoro che giustamente non approvano l'azione pastorale di Francesco e vorrebbero un vero Vicario di Cristo come leader della Chiesa Cattolica (e non una figura tipo Onlus), mi chiedo, quindi, perchè queste persone non scrivono direttamente, personalmente al Santo Padre, come ho fatto io con una lettera pubblicata da MIL? [per leggerla digita "professore del policlinico gemelli scrive ...].
    Il Vangelo indica espressamente questo intervento dei fedeli nei confronti dei loro parenti nella fede, e la chiama correzione fraterna ("Se tuo fratello sbaglia, riprendilo, e se non ascolta te, dillo alla Chiesa"): e quale migliore parente se non il padre comune, il Papa regnante? Chissà che, sommerso da centinaia di messaggi che lo rimproverano, e lo incitano a essere migliore, Francesco non si vergogni di quello che sta facendo, e poi si converta "e viva".
    Un pensiero a Casalini e a Roberto, grandi editors di questo blog.
    Angelo Di Marzo

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  2. Il problema non è tanto tra il fronte tradizionalista e quello progressista, ma tra quest'ultimo e la sua ortodossia cattolica. Il versante "progressista" è, in realtà, composto di Modernisti (o Neomodernisti che dir si voglia) e io sto con quanto attestato da san Pio X circa il Modernismo.
    Per essere ancora più chiari: la Chiesa cattolica non è una democrazia con fronti "politici" alternativi che si contrappongono. Il "progressismo" è un modernismo mascherato, con tutte le devianze che gli sono connaturate e non bisognerebbe attendere che l'orientamento del mondo cambi affinchè cambi l'orientamento della Chiesa e torni alla ortodossia dovuta.

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  3. ma andate a dormire che è meglio. Scordatevi il conclave: potrebbe uscire Francesco II!

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