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giovedì 14 novembre 2024

Perché il clericalismo è “figlio” della laicità e non della Regalità sociale di Cristo?

Laici che vogliono fare i preti, mentre ecclesiastici  entrano nelle materie dei laici.
Dio ce ne scampi e liberi.
Luigi C.


Il clericalismo non è effetto della Regalità sociale di Cristo, bensì della laicità. Facciamo un esempio per spiegarci meglio. Prendiamo in considerazione i secoli del basso-medioevo. Ebbene, quelli furono secoli non solo molto cattolici ma tutti orientanti alla realizzazione della Regalità sociale di Cristo, eppure furono secoli tutt’altro che “clericali”. Anzi, possiamo dire che tale salvaguardia della Regalità sociale di Cristo scaturiva proprio dal fatto che il clericalismo ancora non si era affacciato. Il laico medievale, infatti, sentiva di dover vivere la sua religiosità integralmente e quindi di dover santificare le realtà temporali in cui era chiamato a vivere. Con il tramonto del medioevo e quindi con l’inizio della modernità, seppur gradatamente, il laico cristiano ha iniziato a delegare sempre più al sacerdote e al religioso la testimonianza cristiana e il vivere integralmente la Fede. Pertanto, la società, nel corso della modernità, non solo si è sempre più laicizzata, ma –proprio a causa di ciò- anche il vivere il Cristianesimo si è sempre più clericalizzato.
Fino ad arrivare al paradosso dei nostri giorni per cui si rifiuta che la Chiesa possa “presidiare” la politica, indicando alla politica stessa gli orientamenti fondamentali per operare, ma poi finisce con l’immischiarsi nelle specifiche faccende politiche. 
Da parte di un certo progressismo cattolico si critica la Chiesa che interviene –per esempio- affermando che non si debba votare un politico che si dichiara favorevole all’aborto o ai matrimoni gay; ma poi si legittima (anzi: si pretende) che la Chiesa dica la sua su questioni tecniche tipo la salvaguardia dell’ambiente o altro. E’ paradossale che per un certo progressismo cattolico, che ha sempre parlato di pneumaticità della Chiesa, il modello del sacerdote non sia più il pastore che debba soprattutto donare la Grazia di Dio e che quindi indicare all’uomo la méta del Cielo, bensì il “tribuno” pronto ad essere in prima fila in qualsiasi manifestazione sociale.

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