Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1126 pubblicata da Paix Liturgique il 13 novembre, in cui si replica alle accuse di irriverenza nei confronti di Vescovi che danno pubblico scandalo ai fedeli.
L’elenco che viene proposto è assai lungo e variegato e lasciamo ai nostri più attenti lettori riconoscere i soggetti a cui si riferiscono le varie descrizioni (noi ci siamo limitati ad aggiungere e specificare solo i nomi dei casi dei quali ci siamo maggiormente occupati).
A questi tristi Vescovi – ma soprattutto liquidatori e becchini della Chiesa francese – viene rivolto l’accorato e filiale appello: «Lasciateci in pace!».
L.V.
Alcuni sostengono che i Vescovi debbano essere rispettati e fidati nel loro insieme e che sia controproducente, persino offensivo, rendere pubbliche le loro mancanze e metterli pubblicamente in discussione. Queste persone dimenticano che solo ciò che è rispettabile viene rispettato.
In questi giorni apprendiamo dalla Conférence des évêques de France, attraverso il messaggio inviato da mons. Éric Marie de Moulins d’Amieu de Beaufort, Arcivescovo metropolita di Reims e Presidente della Conférence des évêques de France, a papa Francesco, che oltre alle relazioni tra le Chiese di Francia e d’Africa – da cui il tema degli innumerevoli sacerdoti fidei donum messi a disposizione dalle Diocesi africane per colmare i buchi della geografia delle Parrocchie francesi e l’abisso della scristianizzazione – i Vescovi guarderanno alla missione della Chiesa in questo momento [QUI: N.d.T.].
I temi saranno molteplici:
un momento di riflessione sul Sinodo dei Vescovi con i sei partecipanti francesi e il card. Fridolin Ambongo Besungu O.F.M.Cap. [Arcivescovo metropolita di Kinshasa e Presidente del Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar: N.d.T.]; una presentazione dei leader delle comunità ortodosse, armene e protestanti; un incontro con i tre movimenti scout cattolici in Francia (Scouts et Guides de France, Association des guides et scouts d’Europe, Scouts unitaires de France); una sessione di lavoro sull’educazione cattolica; uno scambio sulla situazione dei seminari; la conclusione degli Etats généraux du patrimoine religieux guidati dalla nostra Conferenza.
Una miriade di argomenti pieni per riempire un vuoto enorme. Appena scalfita la superficie di argomenti che nascondono l’essenziale: prima di parlare di «missione», cosa rappresentano gli interlocutori? Su quali basi approvano la persecuzione romana di alcuni dei loro stessi popoli, o addirittura vi partecipano?
Si meravigliano del vertiginoso calo di presenze in Francia, al punto che alcune Diocesi contano poche migliaia di fedeli su una popolazione di diverse centinaia di migliaia, e che un Vescovo che ha abbandonato la sua Diocesi, molto rurale e scristianizzata, abbia oggi più fedeli in ogni Parrocchia della sua città natale che in tutta la sua Diocesi quando era Vescovo? E questo non gli ha impedito di mettere fine alla Santa Messa tradizionale senza pensarci due volte e di cacciare qualche altra decina di fedeli dalla sua chiesa diocesana, i cui ranghi sono così sottili e grigi?
Probabilmente no.
Dovrebbero cambiare idea e rendersi conto che di fronte ai mediocri, ai leader e a coloro che vivono una vita opposta a quella che predicano, i Francesi – la stragrande maggioranza dei Francesi – votano con i piedi.
Devono capire che andare in giro per le loro Diocesi, riorganizzare continuamente i laici negli uffici ben riscaldati della casa diocesana, alimentare a forza i Sinodi diocesani o scrivere ogni anno lettere pastorali di venti pagine – poveri alberi! – non è sufficiente.
E soprattutto, per annunciare la missione bisogna essere rispettabili.
Cosa che avviene con alcuni Vescovi, ma non con tutti.
Come si può rispettare un Vescovo che inizia mettendo a disposizione la sua Cattedrale per un’opera che prevede un richiamo alla preghiera islamica, poi partecipa, ma non si assume la responsabilità a tal punto da vietare al pubblico di filmare e registrare il momento stesso del richiamo alla preghiera islamica sotto le volte gotiche? [mons. Grégoire Cador: N.d.T.]
Come possiamo rispettare un Vescovo che lascia la sua Diocesi in fretta e furia, presumibilmente per esaurimento, ma in realtà perché sul suo computer sono state trovate centinaia di foto altamente suggestive e il suo clero non le vuole più?
Come possiamo rispettare un Vescovo che pianta letteralmente in asso la sua Diocesi per trasferirsi 500 chilometri più a sud, dopo aver esaurito il suo clero, aver accumulato un deficit di un milione di euro all’anno e aver firmato prima di partire un preventivo per ristrutturare il coro della Cattedrale per il quale la Diocesi non aveva il primo centesimo?
Come possiamo rispettare un Vescovo che si aggira per la Conférence des évêques de France, davanti alla gente e ai pellegrini di Lourdes, indossando pantaloni molto stretti?
Come possiamo rispettare questi Vescovi – almeno tre, di cui uno emerito – che, a diverse centinaia di chilometri di distanza dai loro Vescovadi, vanno a fare i bassifondi in una sauna gay nel centro di Parigi, dove persone di cinquant’anni e più proclamano negli avvisi di questo baluardo della sottocultura «orso» [nella terminologia omosessualista, uomini dalla corporatura robusta, spesso pelosi, oppure semplicemente sovrappeso, in genere dall’aspetto mascolino: N.d.T.] il piacere delle relazioni sessuali con giovani belli e ben dotati, «qualunque sia la loro età»?
Come possiamo rispettare un Vescovo che, pur gestendo un seminario, sa benissimo di avere un candidato che non può assolutamente essere ordinato, e lo nasconde mandandolo ad essere ordinato 600 chilometri più a nord-est? Oggi è un diacono in perenne «inserimento pastorale» che diversi Vescovi hanno fatto passare come una patata bollente: come possiamo rispettare anche loro?
Come possiamo rispettare questi Vescovi, tra cui un Arcivescovo e un emerito, che sono oggetto di un procedimento per cattiva condotta sessuale davanti al Tribunal pénal canonique national?
Come possiamo rispettare il Tribunal pénal canonique national, che ha una forte tendenza ad addormentarsi sui casi che gli vengono affidati, e persino a rifiutarsi di prendere in considerazione le denunce se i Vescovi delle Diocesi interessate rifiutano qualsiasi indagine – a meno che il denunciante non provenga da una famiglia ricca o influente o che l’intervistato possa essere trattenuto, o addirittura spezzato, se si oppone alle autorità romane?
Come possiamo rispettare il fatto che tre anni dopo il rapporto della Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Église, la Francia ha meno giustizia ecclesiastica di prima, con l’ufficialità diocesana o interdiocesana, e che quel poco che rimane è stato sostituito da un organismo che copre i colpevoli e spezza gli innocenti, un organismo che nega qualsiasi riconoscimento alle vittime spezzate dei deputati o delle beatitudini?
Come possiamo rispettare Vescovi che perseguitano i loro sacerdoti stranieri, o i sacerdoti di comunità diverse, o i sacerdoti di rito diverso, che perseguitano la Santa Messa tradizionale, per ignorare il collasso delle loro Diocesi, le loro malefatte o la sottrazione di fondi ai fedeli?
Come possiamo rispettare questi due Vescovi che, in qualità di Vicari generali nella stessa Diocesi, sono stati avvertiti anni fa della pedofilia di un sacerdote, ma hanno taciuto e hanno lasciato che entrasse in contatto con i giovani, al fine di fare carriera – ed entrambi i Vescovi hanno continuato a coprire i colpevoli e a distruggere gli innocenti perché erano informatori?
Come possiamo rispettare un Vescovo che accusa un altro di qualcosa che non ha fatto nella speranza di salire ai vertici, non ci riesce e lascia la sua Diocesi per quella di origine con pretesti lodevoli e lontani dalla verità?
Come possiamo rispettare un altro Vescovo che, con la promessa di un’ordinazione a lungo rifiutata, fa firmare ai seminaristi l’impegno a non celebrare mai in un certo rito – un consenso forzato ritenuto nullo, ma non nel suo mondo dove si crede Vescovo, e quindi autorizzato a pretendere la sua carta anche da Gesù tornato sulla terra? [mons. François Touvet: N.d.T.]
Come rispettare questi futuri Vescovi, oggi responsabili di seminari, comunità religiose, vicari generali, cancellieri, rettori di santuari, amministratori diocesani, decani, che hanno coperto gli autori di abusi o li hanno spostati invece di punirli, che conducono una doppia vita – e a volte sono arrivati a far abortire i loro partner, che sono stati riconosciuti negli hammam gay, che sono membri di organizzazioni incompatibili con la fede cattolica, e che tuttavia predicano una fedeltà totale al Papa e alla morale cristiana?
Non c’è da stupirsi se la stragrande maggioranza dei Francesi ha votato con i piedi e ha evitato questi tristi Vescovi o pretendenti alla mitra, mentre loro si sono messi a liquidare ciò che resta e a vendere il tutto.
Come possiamo rispettare coloro che parlano di «annunciare la missione» quando sono dei becchini?
Almeno lasciate che questi pastori ci lascino in pace!
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