Piccole buone notizie.
S. Comunione in bocca e in ginocchio.
Luigi C.
di Edwin Benson, TFP, 30-10-24
L'Eucaristia è il fulcro del culto cattolico poiché è il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. Ciò dovrebbe essere un credo essenziale per i cattolici. Tuttavia, i cattolici, in generale, spesso ignorano il pieno significato dell'Eucaristia.
Un sondaggio del Pew Research Center del 2019 ha rilevato che il 69% dei cattolici negli Stati Uniti crede che il pane e il vino utilizzati nella Comunione siano solo simboli del Corpo e del Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo.
Questo sondaggio includeva anche cattolici non praticanti o solo nominali. Tra i cattolici osservanti, invece, i risultati sono molto più incoraggianti. Durante l'estate del 2024, un'organizzazione denominata Coalizione per la Presenza Reale (RPC, Real Presence Coalition) ha cercato d’indagare il vero sentire dei cattolici praticanti nei confronti del sacramento.
La RPC si descrive come "un gruppo informale di cattolici influenti che lavorano per ripristinare la fede nella Presenza Reale di Gesù Cristo nella Santa Eucaristia". Nel luglio scorso, la RPC ha condotto il sopraddetto sondaggio e ha pubblicato i risultati a settembre.
Cattolici praticanti
Il sondaggio della RPC ha voluto misurare le preoccupazioni e gli atteggiamenti di coloro che prendono sul serio i loro obblighi religiosi. Questa serietà si riflette nel fatto che il 96% degli intervistati partecipa alla Santa Messa almeno settimanalmente, e la metà di questo gruppo va (a Messa) ogni giorno o più volte la settimana". Poco più del 40% partecipa all'adorazione eucaristica almeno settimanalmente. La stragrande maggioranza (84%) è cattolica fin dall'infanzia e un ulteriore 11% si è convertito oltre dieci anni fa. In netto contrasto con il sondaggio del Pew Research del 2019, il 97% degli intervistati ha manifestato la sua completa fede nella Presenza Reale.
Gli intervistati hanno espresso una vera e propria diversità di opinioni riguardo alla Messa tradizionale in latino (TLM) rispetto alla liturgia del Novus Ordo (NOM). Il 21% si è identificato come "esclusivamente TLM", il 36% partecipa solo al NOM, mentre il gruppo più numeroso, 43%, si identifica come "principalmente NOM e occasionalmente TLM". Quindi, quasi l'80% non è del settore tradizionalista “esclusivamente TLM”.
Gli intervistati hanno fornito molte ragioni per cui ritengono che l'Eucaristia non sia conosciuta e rispettata. Alla luce dell'enfasi posta dalla RPC sull'Eucaristia, la maggior parte dei partecipanti si è detta preoccupata per la ricezione del Sacramento.
Più della metà ha espresso apprensione per la pratica comune di ricevere con la mano e in piedi, indicando che questa pratica porta a una perdita di riverenza e "aumenta il rischio di profanare l'Eucaristia". La maggioranza preferisce la ricezione sulla lingua, mentre molti intervistati hanno espresso anche una preferenza per l'inginocchiamento durante la ricezione.
Particolarmente sorprendente è stata la diffusa preoccupazione per l'uso dei "Ministri straordinari della Santa Eucaristia". Redemptionis Sacramentum del 2004, afferma chiaramente che “il nome di «ministro dell’Eucaristia» spetta propriamente al solo Sacerdote. Anche a motivo della sacra Ordinazione, i ministri ordinari della santa Comunione sono i Vescovi, i Sacerdoti e i Diaconi”. E continua: " Se inoltre ragioni di autentica necessità lo richiedano, il Vescovo diocesano può delegare, a norma del diritto, allo scopo anche un altro fedele laico come ministro straordinario, ad actum o ad tempus, servendosi nella circostanza della appropriata formula di benedizione
Il sottointeso è chiaro. I ministri straordinari devono essere proprio così: straordinari.
Tuttavia, in molte Messe la presenza di questi ministri non è affatto straordinaria. Anzi, in quasi tutte è presente almeno uno, e spesso più di uno. L'idea alla base di questa innovazione era quella di facilitare una distribuzione più rapida, partendo dal presupposto che risparmiare cinque minuti alla Messa sia in qualche modo importante.
Tuttavia, la stragrande maggioranza degli intervistati ha espresso apprensione con questa pratica così generalizzata. Infatti, il 65% degli intervistati ha dichiarato di fare il possibile per ricevere l’Eucaristia direttamente da un sacerdote.
Escludere chi è in peccato grave
Un'altra preoccupazione legata ai laici impegnati è la violazione del numero 915 del Codice di Diritto Canonico. Esso recita: "Coloro che sono stati scomunicati o interdetti... e gli altri che perseverano ostinatamente in un peccato grave e manifesto non possono essere ammessi alla santa comunione". Il laicato vede giustamente come uno scandalo continuo l'indulgenza riservata a personaggi pubblici che sostengono e attuano politiche in diretta opposizione all'insegnamento cattolico.
Purtroppo, però, ogni protesta viene accolta da alcuni membri dell’autorità ecclesiastica come se fossi una colpa della persona che si scandalizza. La conseguenza di queste reazioni è che molti, con coscienze poco formate o che stanno valutando la possibilità di convertirsi, vedono la Chiesa come incoerente, debole, ipocrita e disposta a favoritismi verso i potenti. Il risultato inevitabile è che la leadership della Chiesa perde la fiducia dei laici impegnati, di coloro i cui legami con la Chiesa sono deboli e dei neofiti.
Obiezioni contro un'atmosfera irriverente
Un numero sorprendentemente alto di persone ha anche espresso disappunto per la "mancanza di umiltà e riverenza in presenza dell'Eucaristia" da parte di altri partecipanti e persino dei sacerdoti. Troppe parrocchie cercano di promuovere un'atmosfera "rilassata" nell'errata convinzione che la maggior parte dei fedeli rifugga dalla sacralità. Questo atteggiamento assume molte forme.
Troppo spesso le chiacchiere leggere e senza importanza caratterizzano il periodo che precede e segue la Messa e persino la parte della Messa nota come "scambio del segno di pace" dopo la consacrazione ma prima della distribuzione della Santa Comunione. Tali chiacchiere spesso non mostrano rispetto verso la Presenza Reale di Nostro Signore né nel Tabernacolo né sull'Altare.
Questi atteggiamenti infelici si riflettono anche negli standard di abbigliamento con cui si va a Messa. Purtroppo, nessun altro aspetto è più probabile che venga trascurato, persino dai sacerdoti che cercano di promuovere riverenza durante la celebrazione della Messa.
Preferenza per il tradizionale
Spesso i laici di mentalità tradizionale avvertono queste preoccupazioni, ma le tengono per sé. Temono di essere etichettati come "escludenti", "giudicanti" o uno dei tanti termini che i modernisti usano per descrivere i loro oppositori.
Troppo spesso si ha anche la sensazione che coloro che si preoccupano veramente di mantenere la riverenza durante la Santa Messa siano soli, che nessun altro condivida le loro apprensioni. Se non altro, il sondaggio della RPC dovrebbe essere di conforto per questi fedeli che non sono per niente soli.
Fonte: Tfp.org, 30 Ottobre 2024. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
By Vicent Nàcher Vendrell - Arxiu Fotogràfic Familiar Nàcher - Arxiu Familiar Ricardo Miralles Tarín, CC BY-SA 3.0, Wikimedia