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martedì 8 ottobre 2024

Nico Spuntoni. "Nuovi cardinali, il Papa punta su fedelissimi e America Latina

Grazie a Nico Spuntoni per l'analisi sulle nuove nomine cardinalizie.
Mala tempora currunt: un vaticanista mi ha scritto "è finita"; non è finita. Gesù si sveglierà dalla barca in tempesta e metterà a posto questo disastro.
QUI il Vescovo Strickland (ritwittato): "Padre Tim Radcliffe è un eretico dichiarato e Francesco lo sta elevando a cardinale. Questo è orribile!".
QUI  e QUI Michael Haynes: "Entro la fine del 2025, avrà eletto 111 dei 140 aventi diritto al voto. La nomina di padre Timothy Radcliffe a cardinale significa che il domenicano sostenitore dei diritti LGBT sarà elettore fino all'agosto 2025".
New Ways Ministry – Robert Shine: "Il nuovo concistoro avrà diversi nuovi cardinali “LGBT-positive”".
QUI Aci Stampa.
Nico Spuntoni: "L’Africa punita, niente nuovi cardinali. La vendetta per l’opposizione a Fiducia Supplicans:  Così come appare evidente la "punizione" inflitta alla Chiesa più viva e florida, quella africana che esprimerà un solo cardinale nel concistoro di dicembre: monsignor Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan e quarto ivoriano della storia ad entrare nel Sacro Collegio. Un'ulteriore "sberla" all'episcopato africano che si è ribellato alle benedizioni arcobaleno è la scelta di premiare un vescovo francese in Algeria, monsignor Jean-Paul Vesco, espressione della piccolissima minoranza di vescovi del Nord Africa (ma non africani) che hanno "endorsato" Fiducia Supplicans e che in questi giorni, tramite il già cardinale Cristóbal López Romero si sono pure lamentati dei loro confratelli guidati dal Fridolin Ambongo…. Ma il nome che fa più discutere è senz'altro quello del domenicano britannico padre Timothy Peter Joseph Radcliffe, uno dei teologi pro-lgbt più conosciuti nella Chiesa e di cui la Bussola si era già occupata in occasione dell'apertura del Sinodo. Il suo ingresso nel Sacro Collegio a 79 anni è un messaggio inequivocabile e fa spegnere la speranza che al termine di questo pontificato possa esserci un'inversione di tendenza…. Un dato rilevante dell'elenco annunciato ieri, inoltre, è quello anagrafico: molti nuovi cardinali sono giovanissimi. Una caratteristica non casuale ma che indica la volontà di Francesco a dare un'impronta precisa alla Chiesa nelle prossime generazioni e non solo, come si scrive spesso, al prossimo conclave.(…)”.
Monday Vatican – Andrea Gagliarducci: Concistoro, Il golpe di Francesco: “…Con questo concistoro, ci troviamo in un rovesciamento di prospettive, un “colpo di stato” che ha completato il suo lavoro. Finora i Papi hanno sempre delineato il loro governo e costruito il Collegio cardinalizio guardando alla situazione generale e bilanciando le visioni. La loro preoccupazione principale era la comunione all'interno della Chiesa, che ha portato i Papi a fare alcune scelte piuttosto che altre. D'altra parte, Papa Francesco ha assunto la prospettiva di una minoranza della Chiesa, anche se rumorosa e sostenuta dai media. (…)L'Australia sarà rappresentata da un eparca greco-cattolico, l'eparca di Melbourne Mykola Bycock, con una scelta che sembra essere uno schiaffo all'arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk. Alla fine Shevchuk, che è in prima linea nella guerra, sarà percepito come fuori dall'ombra del Papa, il che potrebbe comportare un indebolimento del suo peso diplomatico e personale in patria.(…).  La decisione di Papa Francesco di premiare alcune correnti a scapito di altre dimostra che il Papa continuerà le sue riforme, a prescindere da tutto. I dibattiti del Sinodo, compresi quelli dei dieci gruppi di lavoro, hanno dimostrato che la maggior parte dei vescovi ha un approccio tradizionale alle questioni. Non c'è alcun desiderio di rivoluzioni. (…) Col prossimo concistoro, Papa Francesco rende permanenti i suoi cambiamenti…”
Luigi C.

Nuovi cardinali, il Papa punta su fedelissimi e America Latina

Nico Spuntoni, Il Tempo, 7-10-24

Da tempo in Vaticano si dava per imminente l’annuncio di un nuovo Concistoro con l’inizio del Sinodo. Le previsioni si sono avverate: ieri, nel primo Angelus dopo l’apertura della sessione sinodale, il Papa ha annunciato la creazione di 21 nuovi cardinali il prossimo 8 dicembre. Le new entries del Collegio confermano la tendenza di Francesco a privilegiare le periferie ecclesiali e a “pescare” a Roma nel nugolo di fedelissimi. In quest’ultima categoria rientra il lituano Rolandas Makrickas, prima commissario e poi arciprete coadiutore della basilica di Santa Maria Maggiore. Insieme a lui diventa cardinale anche Baldassare Reina, finora potente vicegerente della diocesi di Roma che andrà anche a prendere il posto di vicario lasciato vuoto da Angelo De Donatis. In Curia salta tutte le tappe lo scalabriniano Fabio Baggio, attuale sottosegretario del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che si ritrova nella lista dei cardinali eletti prima dell’ordinazione episcopale. Il religioso si è fatto apprezzare dal Papa per i corsi di formazione rivolti ai migranti e promossi dal Centro Borgo Laudato si’ di cui è direttore generale. Un altro non vescovo della lista è il domenicano britannico Timothy Radcliffe, teologo liberal ed autore delle meditazioni del Sinodo. La riuscita della recente tappa in Asia e Oceania potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nella decisione di creare cardinale il monsignore indiano George Jacob Koovakad, l’uomo che si occupa di organizzare i viaggi papali. Un altro diplomatico ad ottenere la berretta rossa ma di quasi mezzo secolo più anziano rispetto a Koovakad è monsignor Angelo Acerbi, già nunzio sopravvissuto ad un rapimento in Colombia e da qualche anno “vicino di casa” del Papa a Santa Marta. Coi suoi 99 anni, Acerbi è l’unico non elettore della lista. Lontano da Roma, la preferenza di Francesco va alla Chiesa che conosce meglio: la latino-americana. Diventano cardinali, infatti, gli arcivescovi di Santiago, Porto Alegre, Guayaquil, Lima e il primate d’Argentina. Spazio anche all’Asia con la scelta dell’arcivescovo di Tokyo, Tarcisio Isao Kikuchi, dell’indonesiano Paskalis Bruno Syukur e del filippino Pablo Virgilio Siongco David. Nell’”infornata” di nuovi cardinali esce senz’altro indebolita la Chiesa africana, reduce dallo scontro con il dicastero per la dottrina della fede su “Fiducia supplicans”: ce la fa solamente l’arcivescovo ivoriano Ignace Bessi Dogbo. Francesco ha preferito creare cardinale il francese Jean-Paul Vesco, arcivescovo in Algeria dove i cattolici sono meno dello 0,01%. Una scelta analoga è quella del francescano conventuale belga Dominique Mathieu, arcivescovo di Teheran-Isfahan che per mesi aveva dovuto attendere l’autorizzazione del regime iraniano prima di entrare nel Paese. In Europa si tinge di rosso solo l’arcidiocesi di Belgrado, mentre in America del Nord è l’arcivescovo Frank Leo, Toronto, l’unico ad entrare nel club più esclusivo del mondo. Francesco non dimentica la “martoriata Ucraina” e crea cardinale il vescovo greco-cattolico ucraino di Melbourne Mykola Bychok, preferendolo all'arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Shevchuk. L’elenco conferma che per il Papa non esistono sedi cardinalizie e così restano di nuova a bocca asciutta Milano, Venezia, Genova e Napoli, mentre Torino festeggia la creazione di Roberto Repole. Intanto il Sacro Collegio assume sempre più le sembianze dell’attuale Pontefice, riducendo le possibilità di un successore in discontinuità.

Nico Spuntoni