A Timor
Leste il Papa parlando ai vescovi, sacerdoti, religiose e altri lancia un
monito sulla "Chiesa eticista".
A Timor Leste il Papa parlando ai vescovi,
sacerdoti, religiose e altri ha lanciato un monito sulla "Chiesa
eticista". In questa allocuzione, il 10 settembre 2024 presso la
Cattedrale dell'Immacolata Concezione (Dili), il Santo Padre, parlando
sull'inculturazione del Vangelo, ad un certo punto ha sottolineto:
"La
predicazione della fede deve inculturarsi nella vostra cultura, e la vostra
cultura dev’essere evangelizzata. E questo vale per tutti i popoli, non solo
per voi. Se una Chiesa non è capace di inculturare la fede, non è capace di
esprimere la fede nei valori propri di quella terra, sarà una Chiesa eticista e
senza fecondità. Ci sono tante cose belle nella vostra cultura, penso
specialmente alla fede nella risurrezione e nella presenza delle anime dei
defunti; però tutto questo va sempre purificato alla luce del Vangelo, alla
luce della dottrina della Chiesa. Impegnatevi, per favore, in questo, perché
«ogni cultura e ogni gruppo hanno bisogno di essere purificati e di
maturare."
"Eticista": un jolly di Papa Francesco…
Il Papa, poche settimane dopo la sua elezione,
fece riferimento esplicito all'espressione "eticista"
contestualizzandola in questo modo: «Intellettuali senza talento, eticisti
senza bontà, portatori di bellezze da museo»: sono queste le categorie di
«ipocriti che Gesù rimprovera tanto». Le ha indicate Papa Francesco nella messa
di mercoledì mattina, 19 giugno, nella cappella della Domus Sanctae Marthae,
soffermandosi sull’ipocrisia che c’è anche nella Chiesa e sul male che essa
produce. (…) Insomma — riassunse i propri pensieri il Santo Padre — «i primi
sono gli ipocriti della casistica, sono intellettuali della casistica», che
«non hanno l’intelligenza di trovare, di spiegare Dio»; restano solo nella
«casistica: fino qui si può, fino qui non si può». Sono, disse attualizzando il
discorso, «cristiani intellettuali senza talento». I secondi sono invece quelli
dei precetti, che «portano il popolo di Dio su una strada senza uscita. Sono
eticisti senza bontà. Non sanno cosa sia la bontà. Sono eticisti: si deve far
questo, questo, questo... Riempiono di precetti» ma «senza bontà». Si adornano
con «drappi, tante cose per fare finta di essere maestosi, perfetti»; e
tuttavia «non hanno senso della bellezza. Arrivano soltanto a una bellezza da
museo».
(Fonte - Sintesi della Santa Sede dell'omelia del Papa a Santa Marta
il 19 giugno 2013
Un nuovo
riferimento in un altro contesto: marzo 2014
"Quella verità… cercare la verità con i
media. Ma non solo la verità! Verità, bontà e bellezza, le tre cose insieme. Il
vostro lavoro deve svolgersi su queste tre strade: la strada della verità, la
strada della bontà e la strada della bellezza. Ma quelle verità, bontà e
bellezze che sono consistenti! che vengono da dentro, che sono umane. E, nel
cammino della verità, nelle tre strade possiamo trovare sbagli, anche trappole.
“Io penso, cerco la verità…”: stai attento a non diventare un intellettuale
senza intelligenza. “Io vado, cerco la bontà…”: stai attento a non diventare un
eticista senza bontà. “A me piace la
bellezza…”: sì, ma stai attento a non fare quello che si fa spesso, “truccare”
la bellezza, cercare i cosmetici per fare una bellezza artificiale che non
esiste. La verità, la bontà e la bellezza come vengono da Dio e sono nell’uomo.
E questo è il lavoro dei media, il vostro".
[NdR] In quest’udienza ci sono stati due discorsi: quello
pronunciato a braccio dal Papa (e poi rielaborato per la pubblicazione) e
quello preparato ma non letto e pubblicato assieme a quello improvvisato.
(Fonte - Discorso del Papa
all'Associazione "Corallo" - 22 marzo 2014).
"Eticista"
è la parola con la quale il Papa anticipò nel 2013 un'altra:
"indietrista".
Dopo quanto riportato [...] appare chiaro
il senso e il contesto con il quale Papa Francesco, tre mesi dopo della sua
elezione, sfoderò la parola “eticista”, in italiano poco usata (è assente in
molti buoni dizionari). Giorni fa, dopo undici anni, in occasione della sua
visita a Timor Leste, il Papa ha riproposto il concetto dicendo: “Se una Chiesa non è capace di inculturare la
fede, non è capace di esprimere la fede nei valori propri di quella terra, sarà
una Chiesa eticista e senza fecondità. “
Come già detto il Pontefice manipola apertamente
il concetto e lo usa per collocarlo dove serve come metafora di coloro che a
lui non piacciono. In tutto questo arco di tempo, Francesco ha aggiustato
sempre di più il tiro fino ad arrivare all’uso della parola “indietristi” nella
quale si aggregano tutte le persone che non seguono con simpatia la dinamica
del suo pontificato, del suo
Nell'incontro con modo di far il Papa, e che lui
considera fedeli che non accettano il Concilio, come quelli che contestano la “Traditionis
custodes” e si allineano con la "Summorum Pontificum" di Benedetto
XVI.i gesuiti del Portogallo nel 2022, il Papa disse: "Alcuni si chiamano
fuori, vanno all’indietro, sono quelli che io chiamo indietristi".
Parlando con un confratello Francesco precisò:
"Hai verificato che negli Stati Uniti la situazione non è facile: c’è un’attitudine reazionaria molto forte, organizzata… A queste persone voglio ricordare che l’indietrismo è inutile". Nel novembre sempre del 2022, per citare frasi, si può ricordare quanto disse ai membri della Commissione teologica internazionale: "Il tradizionalismo è la fede morta dei vivi. Oggi c’è un grande pericolo, che è andare in un’altra direzione: l’indietrismo. Andare indietro… Questa dimensione orizzontale, l’abbiamo vista, ha mosso alcuni movimenti, movimenti ecclesiali, a restare fissi in un tempo, in un indietro. Sono gli indietristi… L’indietrismo ti porta a dire che 'sempre è stato fatto così, è meglio andare avanti così', e non ti lascia crescere. Su questo punto, voi teologi pensate un po’ a come aiutare".