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Un anno di Fiducia Supplicans. Confusione, divisione nella Chiesa, rottura con Copti e Ortodossi

Grazie a Marco Tosatti per questa traduzione. QUI i post di MiL sulle benedizioni alle coppie omosessuali. " ACI Prensa – Matthew McD...

sabato 7 settembre 2024

Don Camillo und Peppone. Guareschi evergreen

Il nostro amato don Camillo di Giovannino Guareschi ora anche in Germania.
QUI i post di MiL  sul Nostro.
Luigi C.

Fabio Trevisan, Osservatorio Van Thuan, Set 2, 2024

Si è appena conclusa a Oetigheim, nel Baden-Wurttemberg, la stagione teatral-musicale all’aperto 2024 che quest’anno ha messo in scena ben 12 rappresentazioni di “Don Camillo und Peppone” con grande successo di pubblico, proveniente da più parti della stessa Germania. Nel più grande teatro all’aperto tedesco con quasi 4.000 posti coperti a sedere, si è potuto godere di una commedia in tre atti di Gerold Theobalt, ispirata ai 346 racconti di Mondo piccolo dell’intramontabile Giovannino Guareschi (1908-1968) e, in particolare, dei film su Don Camillo e Peppone, che hanno avuto nel Paese teutonico un favorevole consenso, al punto da ripresentarlo in questa rassegna in forma di musical (della durata di circa 2 ore e mezza). L’allestimento ha goduto di un vasto palcoscenico, in parte naturale e in parte scenografico dove, alla centralità della Chiesa cattolica di Don Camillo si è contrapposta la Casa del popolo di Peppone e compagni. Gli attori e le numerose comparse schierate sui due fronti hanno saputo interagire con il folto ed entusiasta pubblico, basti pensare alla preghiera iniziale pronunciata da Don Camillo, che ha fatto solennemente alzare in piedi la vasta platea o la diffusione dei volantini di propaganda comunista tra le prime fila degli astanti e, ancora, la fuga tra gli innamorati delle due parti contendenti, Mariolino della Bruciata e Gina Filotti, comparsi nella loro precipitosa avventura amorosa tra lo stupore e gli applausi di un pubblico sempre più coinvolto, che ha partecipato attraverso un battito di mani incessante in segno di evidente coinvolgimento alle simpatiche e drammatiche vicende ideate da quel grande genio di Guareschi. Ciò che ha reso in modo ancor più realistico e sorprendente l’impatto con il pubblico è stata la scelta non solo di presentare l’attaccamento di Don Camillo al Crocifisso ma di portare in scena e renderlo così ancor più incarnato la stessa figura di Nostro Signore Gesù Cristo, personificata da un attore che si muoveva fisicamente tra le alterne vicende della saga guareschiana, a testimoniare e contrassegnare la regalità sociale di Cristo. L’organizzazione di questi spettacoli è consigliata a quanti vorrebbero riprodurre altri allestimenti all’aperto per sperimentarne l’efficacia e la popolarità entusiasmante che producono. Non solo, come si è detto, dai posti tutti numerati e coperti disposti semicircolarmente a gradoni per poter godere dell’ampio anfiteatro fin nei più minuziosi dettagli scenografici, ma anche dalla disposizione del parcheggio custodito e dai numerosi chioschi e servizi posti all’esterno della grande struttura. In sostanza una rassegna pensata a favore di una fruizione godibile sotto tutti i punti di vista, con un pubblico eterogeneo formato da famiglie con bambini, coppie di fidanzati, anziani e disabili; a questi ultimi erano riservate corsie preferenziali di accesso con accompagnamento ai posti a loro considerati. Una kermesse popolare per gustare pienamente il lascito del grande Giovannino, osannato e applaudito dal vasto pubblico presente.

L’opera del fondatore

In questo paesino di circa 4.000 anime, posto tra le città di Karlsruhe e Rastatt, è stato possibile allestire e concepire un tale ampio scenario per l’idea cristiana del suo fondatore, a cui è riservata una statua in suo onore all’ingresso. Si tratta del sacerdote cattolico Josef Saier (1874-1955), che volle promuovere, con l’apporto della comunità locale, un teatro artistico amatoriale, l’Oetigheim Volksschauspiele, nel ragguardevole intento, alla stregua di Don Camillo, della salvezza delle anime che si stavano perdendo nelle locande perditempo o in passatempi perniciosi per la stessa salute. Diventato parroco della cittadina, Don Josef Saier, da amante delle arti, concepì il teatro come un lungo pulpito a cui attrarre le pecorelle smarrite o che si stavano smarrendo e, con l’aiuto della comunità cristiana locale, nella zona appena fuori del villaggio, in una ex cava di ghiaia, fece costruire il più grande teatro all’aperto tedesco. Queste le parole del sacerdote: “Il palco è un lungo pulpito, non è un teatro, è una funzione religiosa”. Si possono arguire quindi come gli standard artistici e l’orientamento cristiano di Don Josef siano stati prioritari fin dall’inizio di questa poderosa avventura teatrale, che ha visto persino un Sacra rappresentazione della Passione scritta e celebrata da Saier nel 1948 e rappresentata ancora ed esportata in altri teatri. Un’altra frase, a mio modo di vedere, condensa lo spirito cristiano dell’avventura in campo artistico di Don Josef Saier ed è quella ispirata dal Guglielmo Tell di Friedrich Schiller: “L’uomo buono pensa a se stesso per ultimo”, a contrassegnare e sottolineare il valore della salvezza secondo i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa e in senso anti-individualistico e autoreferenziale. Non a caso il Guglielmo Tell è stata, fin dal 1910, l’opera più rappresentata, al punto da venir chiamato il vasto palcoscenico di Oetigheim Tellplatz. Dopo la sua morte, a conservarne la memoria e gli intenti artistico-cristiani, è sorta una Fondazione a lui intitolata, che mira a promuovere e continuare la sua opera popolare (ben 400 persone della cittadina tedesca sono coinvolte) e cristiana. Dal 1923 Don Josef Saier è divenuto cittadino onorario di Oetigheim e dal 1948, data della sua Sacra Rappresentazione, senatore onorario dell’Università di Friburgo. Desiderio ardente della salvezza in Cristo attraverso l’arte e lo spettacolo teatrale stanno alle radici di questa grande opera che ha coinvolto e coinvolge da più di un secolo questa parte della Germania e che ha potuto concepire un ponte ideale con l’avventura umana e cristiana di Giovannino Guareschi.

FABIO TREVISAN