Grazie a Franca Giansoldati per le notizie sulla battaglia in corso sulla liturgia tradizionale.
Sul Pellegrinaggio di Covadonga QUI i molti post di MiL, QUI il post sul divieta per la Messa del Pellegrinaggio 2024.
Luigi C.
Franca Giansoldati, Il Messaggero, 9-7-24
Il Vaticano ha vietato espressamente, con tanto di lettera ad un vescovo, l'ennesima celebrazione in latino che avrebbe dovuto concludere uno storico pellegrinaggio. La campagna vaticana per fermare l'uso del messale del 1962, utilizzato con passione da una esigua minoranza di fedeli nel mondo, continua ad essere al centro di una lacerante campagna di posizione, senza esclusione di colpi. L'ultimo capitolo è stata la lettera contentente la proibizione ad organizzare un rito in latino, inviata al vescovo spagnolo di Oviedo da parte del Dicastero per il Culto Divino, ovvero il centro da dove partono tutte le direttive papali in materia. La celebrazione sarebbe stata celebrata a conclusione del tradizionale pellegrinaggio aveva già raccolto una grande quantità di iscrizioni e si sarebbe dovuto svolgere a Cavadonga, una nota località spagnola nelle Asturie.
La decisione vaticana comunicata al vescovo locale ha causato l'immediata reazione da parte del mondo conservatore che da tempo è sotto schiaffo. Sui social, sui blog, nelle newsletter e sui principali siti a vicini ai cattolici tradizionalisti sono usciti commenti sconcertati e pieni di dolore. Nessuno sembra capacitarsi di questo accanimento tanto in Francia come in Spagna, negli Stati Uniti, come in Italia o in Germania. «Che male può fare una liturgia in latino?» Pochi azzardano risposte sebbene a molti vengano in mente contraddizioni o casi incomprensibili, facendo affiorare esempi di celebrazioni di messe definite discutibili. Tra i casi più citati ultimamente c'è la messa celebrata poche settimane fa a New York dal gesuita James Martin, paladino della causa Lgbt+ e di idee assai liberal, il quale ha esposto vicino all'altare la bandiera arcobaleno Lgbt+ e una Madonna vestita con lo stesso vessillo, naturalmente sollevando un putiferio tra i conservatori. Segno che la Chiesa non è mai stata tanto lacerata e polarizzata come in questo momento.
Un noto attore messicano e produttore cinematografico Eduardo Verástegui, attivista politico, sul suo profilo X ha addirittura invocato la scomunica per padre Martin. «È a questo promotore dell'ideologia di genere e della pedofilia che dovrebbero scomunicare. Per questo motivo e per molti altri, non si dovrebbero permettere agli omosessuali di entrare nei seminari cattolici. Basta. Cattolici, dobbiamo agire subito. (...) Fuori gli eretici della Chiesa. Fuori i pedofili della Chiesa. Fuori i corrotti della Chiesa». In Italia si è fatto sentire il parlamentare leghista Simone Pillon che ha avuto parole simili. La stessa reazione è stata un filo rosso per altri paesi, attraverso personalità del mondo culturale e politico.
Ma perchè Papa Francesco ha deciso di sbarrare la porta alla messa in latino e cancellare tutto il cammino che era stato fatto da Papa Ratzinger per riavvicinare quella parte di mondo cattolico firmando Traditionis custodes, il documento del 2021 con il quale ha drasticamente ridotto la possibilità di celebrare la messa in latino?
Francesco ha in passato spiegato di avere agito in questo modo dopo una ampia consultazione. Ecco la risposta: «Le risposte pervenute hanno rivelato una situazione che mi addolora e mi preoccupa, confermandomi nella necessità di intervenire. Purtroppo l’intento pastorale dei miei predecessori, i quali avevano inteso ‘fare tutti gli sforzi, affinché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell’unità, sia reso possibile di restare in quest’unità o di ritrovarla nuovamente’, è stato spesso gravemente disatteso. Una possibilità offerta da san Giovanni Paolo II e con magnanimità ancora maggiore da Benedetto XVI al fine di ricomporre l’unità del corpo ecclesiale nel rispetto delle varie sensibilità liturgiche è stata usata per aumentare le distanze, indurire le differenze, costruire contrapposizioni che feriscono la Chiesa e ne frenano il cammino, esponendola al rischio di divisioni. Mi addolorano allo stesso modo gli abusi di una parte e dell’altra nella celebrazione della liturgia. Al pari di Benedetto XVI, anch’io stigmatizzo che ‘in molti luoghi non si celebri in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura venga inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale porta spesso a deformazioni al limite del sopportabile’. Ma non di meno mi rattrista un uso strumentale del Missale Romanum del 1962, sempre di più caratterizzato da un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del Concilio Vaticano II, con l’affermazione infondata e insostenibile che abbia tradito la tradizione e la ‘vera Chiesa’».
Il tempo è galantuomo....
RispondiEliminaMa il cv2 aveva vietato la messa in latino?
RispondiEliminaAssolutamente no. Si legga la Sacrosanctum Concilium
EliminaNo, anzi aveva scritto di mantenere il latino
EliminaMa infatti il latino è stato mantenuto. Il messale romano viene prodotto in latino. Sono poi le conferenze episcopali a disporre delle traduzioni, ma l’edizione latina può essere liberamente usata e in molti luoghi viene usata.
EliminaAnonimi, facciamo chiarezza:
Elimina- il CVII non aveva detto di stravlgere l'ordinario della Messa (come poi è stato fatto);
- il CVII aveva solo auspicato e autorizzato la traduzioni, in taluni casi e secondo il bisogno pastorale, di taluni parti della Messa nelle lingue vernacolo MA RACCOMANDANDO che nelle cattedrali e nelle chiese più importanti si conservasse il latino, lingua per eccellenza della Chiesa
- Il CVII aveva comunque in mente il Messale del 1962
- Non confondiamo poi la lingua latina (anche la Messa di Paolo VI può essere giustamente celebrata in latino) dal rito tradizionale (che viene spesso chiamata "messa in latino" ma che oltre al latino prevede anche un altro Messale).
Quando il gioco si fa duro…i commenti spariscono!
RispondiEliminaUn caro consiglio, si faccia cortesemente il suo blog e potrà aprire tutti i commenti che vuole. In unione di preghiera
EliminaE se lui o lei avesse già il suo blog?
EliminaMeglio ancora, scriva sopra di esso e non su MiL
EliminaBeh, ma vedo che non ha problemi a censurare i commenti, quindi è legittimo scrivere.
EliminaAnonimo 17 luglio ore 12:46
EliminaE' anche doveroso però scrivere cose sensate e non provocatorie, nel rispetto del blog su cui si scrive.
Altrimenti il padrone di casa potrebbe decidere di non pubblicare più i commenti inutili e che non portano nessun contributo costruttivo al confronto tra opinioni diverse...
Tra le cose sensate e non provocatorie, chiedo sommessamente, rientrano anche i vari "che schifo" e "che orrore" e "andranno tutti all'inferno" che si leggono ad ogni pie' sospinto e senza la doppia postilla correttrice sua e di Luigi?
EliminaCaro Anonimo, se non è d'accordo in nulla in quello che scriviamo, perchè ci legge e non va da altre parti? Scrivere "orrore" a certe cose non ci sembra inadeguato, talvolta. La ringraziamo
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