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sabato 27 luglio 2024

Lettera all'Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo

A seguito della decisione delle Domenicane dello Spirito Santo (qui su MiL), proponiamo questa traduzione del blog Le Salon Beige 

Roberto 

 
Lo scorso 7 luglio, le Madri di Pontcallec hanno fatto annunciare al celebrante che la messa secondo il nuovo ordo sarà celebrata dal predicatore del loro ritiro annuale dal 27 luglio al 2 agosto, “su richiesta di Roma”. In risposta, un gruppo di famiglie che frequentavano regolarmente la messa celebrata tra i domenicani, alcune delle quali scelsero di stabilirsi nelle vicinanze per la liturgia tradizionale, hanno deciso di pubblicare l'appello che riproduciamo di seguito. L'Unione Lex Orandi si associa alla preoccupazione e alla tristezza espressa dalle famiglie e dai cari dell'Istituto dei Domenicani dello Spirito Santo di fronte all'abbandono del loro carisma fondazionale rappresentato dall'evoluzione attuale. Puoi anche dimostrare il tuo sostegno a questa iniziativa scrivendo a: tradizioneisexules@gmail.com

Lettera alle madri priora e sottopriora dell'Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo 20 luglio 2024


«Di fronte alla situazione odierna della Chiesa, abbiamo la sensazione che attraverso qualche fessura sia entrato nel popolo di Dio il fumo di Satana. Vediamo dubbi, incertezze, problemi, preoccupazioni, insoddisfazioni, confronti. » (SS Papa Paolo VI, 29 giugno 1972)

Reverendissime madri,

Domenica scorsa, 7 luglio, avete fatto annunciare dal celebrante all'ambone che, durante il vostro ritiro comunitario, dal 27 luglio al 2 agosto, la messa comunitaria sarà celebrata secondo il Novus Ordo Missae dal padre domenicano che predica il vostro ritiro, “a la richiesta di Roma”.

Noi, semplici fedeli che assistiamo regolarmente e da molto tempo alla messa a Pontcalleck, per amore della liturgia tradizionale, famiglie che hanno scelto di stabilirsi nelle vicinanze per beneficiare di questa stessa liturgia tradizionale, ma anche genitori, nonni di chierichetti, persone cerimoniali, sacerdoti e religiosi che hanno beneficiato o beneficiano tuttora di questa bella liturgia, l'hanno servita o la servono ancora, genitori, nonni, bisnonni degli alunni delle scuole dell'istituto, ex alunni, genitori, insegnanti delle vostre scuole, infine, fratelli o sorelle, di alcune delle vostre sorelle domenicane, non possiamo restare in silenzio, e far tacere ulteriormente il disagio e la preoccupazione in cui ci ha gettato questo annuncio.

È con la più viva consapevolezza dei benefici che la vostra Comunità ha diffuso attorno a sé fin dalla sua fondazione ad opera di Padre Berto, benefici di cui tutti abbiamo beneficiato a vario titolo e in vari modi, e che ci obbligano oggi al riconoscimento e a questa difficile carità della Verità, che a te rivolgiamo.

Infatti, con questo annuncio, e con questo provvedimento preso “su richiesta di Roma” – permetteteci qui una domanda che solo in apparenza è impertinente, perché dalla sua risposta dipende molto: chi è allora “Roma”? – state creando un precedente che quasi inevitabilmente si ripeterà. Voi legittimate così la nostra preoccupazione di vedere un giorno i Domenicani dello Spirito Santo abbandonare completamente la liturgia tradizionale, e ci offrite l’opportunità di esprimere apertamente questa preoccupazione – e la nostra vigile sollecitudine.

Prima di proseguire, ci sembra opportuno chiarire due cose.

Il primo è che siamo indefettibilmente attaccati alla liturgia tradizionale, conosciuta come quella di san Pio V. Questo punto è stabilito e non verrà qui né discusso né giustificato. Altri lo hanno fatto molto meglio di noi, non ci torneremo. Tu stesso dovresti capirlo bene, dato che possiamo ancora leggere sul tuo sito web:


«Essi [i Domenicani dello Spirito Santo] attribuiscono grande importanza alla dignità, alla pietà e alla bellezza dell'ufficio liturgico celebrato in latino secondo il rito romano, nella sua forma straordinaria. »

E ciò fa eco al decreto adottato il giorno della festa della Cattedra di Pietro, il 22 febbraio 1990, da Sua Eminenza il Cardinale Mayer, allora Prefetto della commissione Ecclesia Dei, erigendo il vostro sodalizio in Società Apostolica di diritto pontificio, e che affermava:


«Questo sodalizio si sente certamente legato ad alcune forme precedenti della liturgia e della disciplina della tradizione latina», ma non ha mai rotto il vincolo di comunione con colui al quale Cristo ha affidato il ministero dell'unità della Chiesa. »

La seconda è che siamo pienamente consapevoli che Pontcalleck non è una parrocchia. Non pretendiamo di prendere parte al processo decisionale interno dell'istituto e di interferire nella gestione dei suoi affari.

Prese queste precauzioni, dobbiamo ora esprimere con franchezza ciò che ci ispira il precedente costituito dal vostro annuncio. Abbandonare il Vetus Ordo, passare al Novus Ordo tra i Domenicani dello Spirito Santo, sarebbe:

– Tradire la volontà del padre fondatore e delle sue prime monache, che affermavano di voler mantenere la fedeltà a Roma e un incrollabile attaccamento alla liturgia tradizionale; impresa di successo, come evidenziato nel decreto di costruzione sopra menzionato; questa è una colpa oggettiva contro il 4° comandamento;

– Abusare di un potere che non appartiene agli eredi e amministratori che siete, se non distogliendo l’opera dal suo oggetto, almeno smantellando il suo più potente pilastro; sarebbe molto più onesto lasciare i Domenicani dello Spirito Santo e fondare una nuova casa;

– Ridurre la fedeltà alla liturgia cattolico-romana a una questione di gestione del patrimonio proprio dell'istituto, dimenticando che essa contribuisce al bene comune di tutta la Chiesa, come ha ricordato Benedetto XVI: «Ciò che era sacro per le generazioni precedenti, rimane grande e sacro per noi , e non può ritrovarsi improvvisamente del tutto proibito, o addirittura considerato dannoso. È bene per tutti noi preservare le ricchezze cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e dare loro il giusto posto1. »

– Date al più giovane tra noi, cresciuto nell’idea che la lealtà e la fedeltà sono tra i valori più alti, un infelice esempio di tradimento, o quantomeno di resa senza combattimento né resistenza, tradimento delle persone consacrate, quindi a priori degne della loro rispetto; misuriamo sufficientemente l’impatto sulle loro anime?

– Immergersi nell’angoscia di vecchie madri sconvolte all’idea di dover scegliere tra il loro attaccamento a questa liturgia, che hanno scelto con quello dell’istituto, e la minaccia di perdere l’ambiente di vita in cui immaginavano di poter finire le loro giornate serene, in un'età in cui è difficile ricominciare tutto da capo;

– Privare i fedeli, le famiglie della possibilità della liturgia tradizionale quotidiana che Dio fa, che hanno scelto di stabilirsi nei dintorni di Pontcalleck, in modo permanente o per le vacanze, proprio perché lì hanno trovato questa;

– Aggiungete crisi a crisi, col rischio di esaurire le vocazioni, di vedere le famiglie allontanarsi dalle vostre scuole e, in ultima analisi, di aggravare ulteriormente l’indebolimento della vostra comunità.

Giunti a questo punto, e senza pretendere di attenuare minimamente la dura espressione dei nostri timori, vogliamo assicurarvi che è davvero tristezza, compassione di fronte alle crisi che l'istituto attraversa da troppi anni, come tanto quanto la ragione, che ci spinge a scrivervi oggi.

Credete nell'assicurazione delle nostre preghiere per voi e per l'intera comunità.