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venerdì 28 giugno 2024

Zuffa a Santa Marta, il card. Parolin manipola un Francesco alla fine del suo regno

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 1059 pubblicata da Paix Liturgique il 27 giugno, in cui si prosegue l’analisi della posizione del card. Pietro Parolin in seno alla Curia Romana, anche in prospettiva rispetto al futuro Conclave.

L.V.


Le indiscrezioni riportate dal blog Rorate Cæli, dopo essere state fugate da una virtuale smentita del prof. Andrea Grillo (secondo lui non ci sarà alcun documento nei prossimi mesi) [QUI su MiL: N.d.T.], sono state riprese dalla vaticanista americana Diane Montagna sul quindicinale The Remnant [QUI; QUI su MiL: N.d.T.].

La vaticanista Diane Montagna sostiene e chiarisce quanto abbiamo detto nella nostra Lettre 1055 pubblicata il 18 giugno 2024 [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]: «Il card. Parolin chiede la morte della liturgia tradizionale?».

In questo modo fornisce diversi elementi di analisi:
  1. queste voci, che siano totalmente o parzialmente vere, o che siano frutto di un’intossicazione, nascondono allo stesso tempo il gioco del card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, la cui campagna elettorale per il prossimo conclave è già iniziata;
  2. i paroliniani sono in stretto contatto con il Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti del card. Arthur Roche, Prefetto, e con l’attivissimo ideologo che ne è mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M., Segretario, e possono contare sull’aiuto del card. Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede;
  3. nel campo altamente simbolico della liturgia tradizionale, è molto attivo mons. Celestino Migliore, Nunzio apostolico in Francia, che sarebbe responsabile della Segreteria di Stato in caso di pontificato di Papa Giovanni XXIV (il card. Pietro Parolin);
  4. infine, la vaticanista Diane Montagna rivela che sarebbe coinvolto anche il card. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, con la difficoltà di non essere un alleato molto affidabile, perché è un concorrente papale del card. Pietro Parolin.

Il nocciolo della questione è che, sapendo quanto poco interesse papa Francesco mostri in realtà per queste questioni, alla Domus Sanctae Marthae si sta svolgendo un gioco di manipolazione molto sottile, in cui il card. Pietro Parolin potrebbe sperare di vincere ogni volta: o papa Francesco si lascia convincere a riaprire una guerra liturgica dura, aprendo la strada a un futuro Pontificato molto progressista; oppure – in una partita di biliardo a tre cerchi – il noto fastidio di papa Francesco per il suo Segretario di Stato viene ulteriormente esacerbato da questa manipolazione e si trasforma in una crisi aperta tra lui e il Papa, che favorisce anche la candidatura del card. Pietro Parolin, che diventa quella di tutti coloro, a destra ma soprattutto a sinistra, che vogliono voltare pagina rispetto al «dispotismo» di papa Francesco che li sta soffocando.

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