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mercoledì 12 giugno 2024

Veglia di preghiera pro-LGBTQIAecc. in una chiesa a Bergamo: l’appello al Vescovo dei fedeli cattolici

La Diocesi di Bergamo – al pari di molte altre in Italia ed in Europa, purtroppo – ci è cascata anche quest’anno, è cioè tra i promotori della cosiddetta «Veglia di preghiera per il superamento dell’omotransfobia».
Già lo scorso anno ci eravamo ampiamente occupati di questo evento (QUIQUI e QUI su MiL).
Sì tratta di una serie di manifestazioni collegate tra loro, organizzate dal 2007 dalle lobby omosessualiste in Italia, Francia, Malta, Spagna e Polonia, in cui «tanti cristiani di diverse confessioni (Valdesi, cattolici, metodisti, battisti, ecc.) […] in occasione della giornata internazionale contro l’omotransfobia vegliano in preghiera con i gruppi di credenti LGBT+ per ricordare le vittime dell’omofobia e della transfobia ed infrangere il muro di silenzio che c’è nella società e nelle chiese su questo tema» (QUI).
In Italia varie chiese cattoliche – tra i mesi di maggio e giugno – con il coinvolgimento diretto delle rispettive Arcidiocesi e Diocesi hanno ospitato o ospiteranno questo evento di propaganda dell’ideologia LGBTQIAecc. (abbiamo perso il conto delle lettere a cui si è arrivati): Milano, Bari, Ragusa, Cosenza, Torino, Vicenza, Genova (in espressa collaborazione con valdesi, battisti ed ebrei), Santa Marinella, Treviso, Lucca (in espressa collaborazione con i valdesi), Modena, Montesilvano, Novara, Padova, Parma, Roma (in espressa collaborazione con evangelici, valdesi, metodisti, battisti, avventisti e luterani), Firenze, Chiavari, Mestre, Bologna, Reggio Emilia, Latina, Napoli (in espressa collaborazione con metodisti e valdesi), San Casciano Val di Pesa e – infine appunto – Bergamo.
Nella Diocesi orobica gli scorsi anni questa «veglia di preghiera» veniva organizzata in chiese sussidiarie (Chiesa di San Fermo e Rustico) e poi parrocchiali (Chiesa di San Tommaso apostolo).
Quest’anno la veglia sarà invece ospitata, venerdì 14 giugno, nella Chiesa dei Frati Minori Cappuccini (QUI): nostre fonti ci confermano, però, che la scelta è stata fatta, più che altro, per una apparente «divisione di responsabilità», dopo le vivissime proteste che lo scorso anno erano esplose da parte di molti fedeli cattolici (QUI su MiL) ed il «cuore» dell’organizzazione territoriale rimane l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia e degli Anziani (sic!) della Curia di Bergamo, diretto da don Giorgio Antonioli, attraverso il Servizio di primo ascolto per persone LGBTQ+ (!!!) (QUI).
E sempre le nostre fonti ci informano che molti Frati Minori Cappuccini della comunità di Bergamo hanno manifestato contrarietà alla scelta, pur dovendo poi accondiscendere alla richiesta di mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo.
Non si è fatta quindi attendere la reazione da parte dei fedeli, che – anche quest’anno – hanno deciso di manifestare – con rispetto filiale, ma con chiarezza e fermezza – il proprio disagio e disappunto ad una manifestazione di propaganda dell’ideologia LGBTQIAecc., incompatibile con la dottrina cattolica ma ospitata in una chiesa cattolica (dei Frati Minori Cappuccini per giunta) ed organizzata dalla Diocesi.
Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera che sarà inviata a mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, ed a fr. Angelo Borghino O.F.M.Cap., Ministro Provinciale Frati Cappuccini della Lombardia.
I promotori ci informano che, nel giro di poche ore ed unicamente attraverso il passaparola tra amici, hanno già raccolto centinaia di firme tra residenti di 35 diversi Comuni.
I fedeli della Diocesi di Bergamo possono sottoscrivere la lettera inviando una e-mail all’indirizzo gruppofedelibergamaschi@gmail.com, specificando il proprio prenome, cognome e Comune di residenza.

L.V.

Alla cortese attenzione di:
fr. Angelo Borghino O.F.M.Cap., Ministro Provinciale Frati Cappuccini della Lombardia
mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo

Lettera di segnalazione e protesta

MENTRE IL TURBO-GENDERISMO VEGLIA, I CATTOLICI DORMONO (ma non troppo)

Siamo un gruppo di fedeli della diocesi di Bergamo e vorremmo porre in evidenza questa iniziativa, nella locandina sopra riportata, che si svolgerà venerdì 14 giugno presso la Chiesa dei Frati Minori Cappuccini di Bergamo. Negli stessi ambienti esterni ed interni della struttura religiosa sino a prima del Covid si organizzavano conferenze, feste e celebrazioni in supporto di tematiche pro-life, con commovente partecipazione popolare. Da allora però si è riscontrato un atteggiamento di progressiva chiusura (anche se, va precisato, non totale), spesso pretestuosa, che ha reso sempre più difficile ad alcune associazioni riproporre gli stessi eventi. Tra i quali in particolare, secondo alcune segnalazioni, l’offerta di primule in occasione della Giornata Nazionale per la Vita (che, negli ultimi tre anni, è stata ostacolata o vanificata) e la raccolta di firme per l’iniziativa ‘Un cuore che batte’.

È sotto gli occhi di tutti una realtà in cui il vittimismo di gruppi omosessualisti diventa pretesto per emarginare e spesso bullizzare chi non è d’accordo sulla loro agenda ideologica. Se c’è oggi un’emergenza di intolleranza, per la quale occorrerebbe non solo pregare ma anche sollecitare tutele sociali, essa è ravvisabile nei metodi dispotici con cui certe ideologie bollano come “omofobo” chi crede nella saldezza delle famiglie naturali, nella purezza e nella castità.

Il vittimismo granitico, esclusivo e che non può essere messo in discussione è una delle strategie adottate per promuovere condotte che la dottrina cattolica definisce come “intrinsecamente disordinate”.

E qui sorge per i pastori della Chiesa una domanda: è giusto organizzare una veglia con chi da anni porta avanti la bandiera dell’omofobia come scusa per spingere la Chiesa a cambiare il suo insegnamento in materia di sessualità? Un’altra domanda: spesso i gruppi LGBT, come si considerano gli organizzatori della veglia, definiscono come “omofobo” chiunque si opponga al “matrimonio omosessuale”, alle adozioni per coppie dello stesso sesso, all’utero in affitto, all’insegnamento della teoria gender nelle scuole e persino chi afferma ciò che è scritto nella Bibbia e insegnato dalla Tradizione immutabile della Chiesa. È per contrastare questo, dunque, che si pregherà nel convento dei cappuccini? Per chiedere che siano zittiti coloro che non concordano con l’agenda omosessualista?

Se proprio si vogliono mettere al centro situazioni di vittimismo e abusi nel mondo LGBT, allora ci sarebbe da segnalare un fenomeno tanto inquietante quanto sottovalutato: il pericolo delle transizioni di genere. Infatti, la “T” in LGBT indica proprio chi si definisce come “transessuale,” ovvero coloro che non accettano il proprio sesso e si identificano in quello opposto. Il mondo LGBT e la mentalità dominante spingono queste persone a pericolosi percorsi di transizione spesso già in età adolescenziale o preadolescenziale che comportano una pesante terapia con bombardamento di sostanze chimiche destabilizzanti, bloccanti della pubertà e, alla fine, mutilazioni irreversibili.

Su questo punto dovremmo fare un’opportuna riflessione: come mai lo stesso orrore che proviamo giustamente per la barbara usanza dell’infibulazione alle bambine africane (peraltro con effetti reversibili) non scatta per quelle mastectomie ed evirazioni a cui vengono sottoposti bambini ed adulti che chiedono il cambio di sesso, senza sapere pienamente le conseguenze psico-fisiche a cui vanno incontro?

Chissà se nella veglia del 14 giugno ci sarà spazio per pregare perché si aprano gli occhi alla pericolosità ed invasività di queste pratiche che mettono a repentaglio la salute fisica, psicologica e spirituale di tante persone.

Viene poi in mente la recente polemica suscitata da un’espressione infelice (che non riportiamo, perché non ci piace quel tipo di linguaggio) di Papa Francesco. Parliamo di un epiteto che è stato ritenuto scandaloso e irripetibile, a differenza delle numerosissime bestemmie quotidiane che, pur offendendo molto più gravemente non solo Dio ma anche i cristiani, sono considerate normali e non suscitano un millesimo dello stesso sdegno.

Purtroppo, tutti si sono fermati alla ineleganza di un termine senza però approfondire il tema che il Papa voleva richiamare. È un po’ come quando indichi qualcosa ad un gatto e questo si concentra sul dito perché non ce la fa ad andare più in là.

Detto in altri termini, tirando in ballo persone anziché animali: se un bagnante al mare indica una persona che sta per affogare, il bagnino ha il dovere di guardare nella direzione indicata e di intervenire. Se si mette a prestare tutta l’attenzione sul dito e a lamentarsi che è troppo sporco o che ha l’unghia lunga, brutta e trascurata vuol dire o che è uno sprovveduto (per usare un eufemismo) o che cerca pretesti per non guardare la realtà. Ovvero per non rendersi conto di un’emergenza che gli imporrebbe di agire e di fare qualcosa, come sarebbe suo dovere.

Tornando alla veglia (che è una delle tantissime organizzate in questo mese nel nostro Paese) e alle dichiarazioni del Papa (alle quali alludiamo, presupponendo che siano ormai ben conosciute da tutti) c’è un filo rosso che lega i due fatti: ed è una progressiva occupazione, neanche tanto subdola, di ogni spazio civile e religioso dalla quale ultima Papa Francesco ci ha messo in guardia.

Dunque, eleviamo un accorato appello filiale al vescovo di Bergamo e al superiore provinciale dei Frati Cappuccini Minori di Bergamo: qual è e dov’è la voce del popolo e dei pastori cattolici su questa iniziativa così inopportuna e divisiva? L’inclusione nella Chiesa, sempre tanto sbandierata, riguarda le persone o i peccati? Se la misericordia abbraccia tutti perché coloro che difendono la famiglia naturale e la morale sessuale cattolica vengono spesso esclusi e bollati con epiteti e stigmi infamanti? Forse che non appartengono alla categoria ‘tutti’? Eh sì: sembrerebbe che per qualcuno mica tutti possono essere tutti…

Alla luce di quanto sopra, molti fedeli di questa diocesi si aspettano dalla Curia o da un responsabile della Provincia Lombarda dei Cappuccini, una risposta a questa segnalazione, non solo in parole ma anche nei fatti.

Bergamo, 10 giugno 2024

Gruppo di fedeli Bergamaschi
(le adesioni sono riportate in documento allegato)



12 commenti:

  1. Risposte
    1. Per lei omofobia è indicare, come fa il CCC, che l'omosessualità è una grave depravazione e una tendenza disordinata?

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  2. Bravi! Il coraggio di dire cose scomode coerentemente al (vero) Vangelo.

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  3. È la riprova che – citando il Romano Pontefice – «nella Chiesa c’è troppa aria di frociaggine»

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  4. C'è pericolo di una guerra e loro vegliano per l'aria fritta

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  5. chi si definisce come “transessuale,” ovvero coloro che non accettano il proprio sesso e si identificano in quello opposto

    Un po' poco caritatevole tutto questo, perché coloro che sul serio hanno la disforia di genere (e non i vari confusi o la gente convinta di essere transgender da TikTok) soffrono terribilmente per il fatto di sentirsi in un corpo che non riconoscono. È gente che cercava la transizione chirurgico anche in epoche in cui questa era incredibilmente rischiosa, pur di trovare una sorta di pace interiore
    Meritano carità, non generalizzazioni

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    1. Persino il Demonio è schifato dal peccato impuro (ci pare S. Caterina). Carità pure, ma chiarezza nella verità

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    2. Una frase di una santa è diventata un editto dogmatico. Eppure il CCC dice chiaramente di accogliere gli omosessuali con amore e comprensione e MAI discriminarli.
      Curiosa questa memoria selettiva.

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  6. La diocesi di Bergamo era una diocesi molto tradizionale, ricca, fedele, generosa ed ortodossa... quasi bigotta... ricca di vocazioni diocesane, religiose, missionarie... grandi ed intrepidi missionari... e chi più ne ha più ne metta... e poi??? I bergamaschi sono diventati ricchi... hanno abbellito le loro chiese... e poi?

    L'alto clero bergamasco nel 1944 non ha accolto le apparizioni della Vergine Maria a Ghiaie di Bonate ad Adelaide Roncalli, che parlavano proprio sulla famiglia...

    e ora che fa??? accoglie le veglie arcobaleno, che seminano solo ideologia e confusione dentro la Sposa di Cristo... e il clero bergamasco è in parte scivolato nel progressismo... gli antenati si rivoltano nella tomba.

    meno male che qualche cattolico bergamasco non molla!!!! Fatevi sentire!!!

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    1. Certamente, stia tranquillo che continueremo a farci sentire. Aiutateci anche voi però

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  7. Luigi sono d’accordo. Non devono ostentare ‘orgoglio’ 😩

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