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giovedì 13 giugno 2024

Il pesante giogo economico delle istanze di Laudate Deum #300denari

Nei precedenti post, avevamo notato che il 12% dell’enciclica Laudate Deum era dedicata a ripercorrere i passi dell'agenda ambientalista delle Conferenze ONU sul cambiamento climatico (COP) a cui affidava, a traino, le proposte economiche e politiche. Il disastro industriale ed economico che queste politiche stanno provocando in Europa, è sotto gli occhi di tutti. Ci aiutiamo riproponendo alcuni stralci ripresi dal blog Phastidio, dell'economista Mario Seminerio, e seguiremo due filoni: l’efficientamento energetico dell’edilizia e la transizione in ambito auto e trasformazione elettrica. Concluderemo con aggiornamenti e considerazioni nell’ambito della regolamentazione della comunicazione sulla sostenibilità delle imprese.

Case verdi e mutui in rosso - L’introduzione della direttiva case green “sarà graduale e si estenderà per oltre un decennio, ma i proprietari di immobili che dovessero attardarsi negli interventi, anche per carenza di risorse, rischiano di ritrovarsi con beni che non possono più essere venduti o affittati. […] L’Ue stima che circa l’85 per cento degli edifici nel blocco siano stati costruiti prima del 2000, e che il 75 per cento di questi presenti una “scadente prestazione energetica”. […] L’Ue si è quindi data l’obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni nel settore edilizio del 60 per cento e di raggiungere la piena decarbonizzazione per il 2050”.
Deutsche Bank, la maggiore banca commerciale tedesca, “che ha un portafoglio immobiliare residenziale del valore di 175 miliardi di euro, stima un esborso medio di 100.000 euro per l’adeguamento di ogni unità agli obiettivi della direttiva Case Green appena promulgata dalla Ue. […] Deutsche Bank considera che quello residenziale alle famiglie sia il maggior rischio di credito interno, derivante dal fatto che i costi di efficientamento energetico si sommerebbero al pagamento degli interessi su mutui, appesantendo il servizio del debito. […] Deutsche Bank segnala che solo il 4 per cento degli immobili dei propri clienti residenziali è dotato di certificato di prestazione energetica, circostanza che limita l’erogazione dei cosiddetti “mutui verdi”, quelli caratterizzati da condizioni migliori e maggiori importi per gli edifici più efficienti o per chi intende ristrutturare per accrescere l’efficienza”.
In Italia, invece, Codacons ha sottolineato: “Gli interventi di riqualificazione energetica previsti dall’Ue determinerebbero quindi un costo complessivo medio tra i 35mila e i 60mila euro considerando una abitazione di 100 mq, e potrebbero determinare nel medio termine effetti enormi sul mercato immobiliare, portando ad una svalutazione fino al 40% del valore degli immobili non oggetto di lavori di riqualificazione”.


La spiacevole matematica della transizione ambientale – Per quanto riguarda l’acquisto delle auto elettriche, “il rallentamento del tasso di adozione rinvia nel tempo il momento della profittabilità delle produzioni di veicoli elettrici, e costringe le case [automobilistiche] a chiedere ai governi sussidi per reggere i volumi di produzione. […] Questo è ciò che ha colpito indici azionari tematici che promettevano mirabilie, come quello noto come Global Clean Energy, che negli ultimi sei mesi ha subito una vera e propria disfatta”.
E' notizia di ieri che l'UE introduca dazi fino al 38,1% sull'importazione di auto elettriche cinesi: è chiaro che è se da un lato questo tutela i produttori domestici, dall'altra danneggia i consumatori limitando la scelta ai prodotti domestici più costosi. Inoltre è una scelta che isola ulteriormente il continente dal commercio internazionale (con buona pace di chi è ancora legato al vecchio paradigma: UE=libero mercato).
Un numero crescente di costruttori [in ambito rinnovabile] finisce in dissesto, dopo aver tagliato i programmi di sviluppo di eolico, solare e anche nucleare. Chi resiste, deve negoziare con i governi tariffe di fornitura di energia ben più elevate di quelle previste sino a poco prima, e che si abbatteranno sui consumatori, rendendoli infelici e meno entusiasti di fronte alla “rivoluzione ambientale”. [Infine] I grandi sussidi promossi dall’Amministrazione Biden, oltre a spingere sull’inflazione non solo settoriale, avvengono senza copertura finanziaria”.

Intanto le pubbliche amministrazioni approfittano per armarsi di nuovi strumenti per depredare ulteriormente le imprese private: queste ultime, sempre più spinte dalla legislazione a tenere bilanci di sostenibilità ambientale (che richiedono personale, risorse e tempo) sono ora minacciate di dover versare a titolo di multa ALMENO il 4% del fatturato annuo in caso di “greenwashing”. Si tratta di misure che mettono ancora più all’angolo l’industria europea nell’ambito globale, aumentano i costi (quindi, di riflesso, i prezzi per i consumatori) e creano ulteriori zone di ambiguità (che si aggiungono a quella del fisco; in attesa di iniziare sul fronte delle pari opportunità in ambito di gestione del personale) attraverso le quali le pubbliche amministrazioni possono sottrarre denaro alle imprese private.


Le soluzioni proposte in Vaticano alle nuove ondate di moria di imprese che seguono a queste politiche? Sussidi pubblici, nuovo pubblico impiego, controllo pubblico delle imprese in difficoltà, politiche pubbliche di sostegno… d’altronde, ci spiega Papa Francesco, “lo Stato, oggi più importante che mai, è chiamato a esercitare questo ruolo centrale di redistribuzione e di giustizia sociale”. Se poi, malauguratamente i conti pubblici non riuscissero a reggere l'onda d'urto della realtà, non ci resterà che pregare la Pachamama!


Gabriele
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1 commento:

  1. Marco Montanari Altini13 giugno 2024 alle ore 17:41

    Condivido in pieno l'analisi, complimenti.

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