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mercoledì 12 giugno 2024

Card. Sarah agli africani: «Non fatevi contaminare dall’Occidente che non crede alla verità»

Grandi parole del benemerito card. Robert Sarah.
Grazie a Il Timone per questa bella testimonianza.
Luigi C.

Il Timone,  5 Giugno 2024 

Riportiamo di seguito alcuni stralci del discorso che il cardinale Robert Sarah ha pronunciato nell’aprile 2024 – messo online nella sua versione ufficiale integrale il 3 giugno sul sito La Nef – agli studenti sacerdoti, religiosi, religiose e laici dell’École Théologique Saint-Cyprien della diocesi di Obala (Camerun), sul seguente tema: “La vocazione di un’università cattolica alla luce dell’insegnamento di Benedetto XVI”.

«Benedetto XVI lo ha sottolineato più volte: “La vocazione originale dell’università è la ricerca della verità, di tutta la verità del nostro essere”», ha iniziato il Cardinale, «“e con la sua obbedienza alla verità e alle esigenze della sua conoscenza, l’università diventa una scuola di umanità in cui si coltiva una conoscenza vitale, si forgiano alte personalità e si trasmettono conoscenze e competenze di valore”».
Citando ancora Benedetto XVI ha aggiunto: «“Senza essere orientata alla verità, senza un atteggiamento di umile e coraggiosa ricerca della verità, ogni cultura si disintegra, cade nel relativismo e si perde nell’effimero”». In quest’ottica, «tutto diventa liquido» e «senza verità, non c’è più unità possibile tra gli uomini. Sono condannati a strapparsi incessantemente. Perché la verità è l’unico bene che possiedono in comune e da cui possono andare d’accordo».

«Benedetto XVI lo sapeva bene, lui che aveva visto in gioventù il suo Paese sprofondare nell’ideologia nazista. […] Perché? Perché l’amore per la verità era stato sostituito dal dubbio. E dopo il dubbio è venuto il regno della violenza e della volontà di potere». Da qui, Sarah fa un appello direttamente all’Africa: «C’è una sfida capitale per l’Africa di domani. Vorrei invitarvi non solo a cercare la verità ma ad amarla appassionatamente!».

Più volte Sarah ha ribadito come il ruolo dell’Africa si sta dimostrando fondamentale nel conservare e preservare la fede cattolica – e noi abbiamo ripreso l’argomento in uno speciale nel Timone di aprile (per abbonarsi qui) -, per questo ha pensato di incitare il mondo accademico africano a «non lasciarsi contaminare dalle malattie della mente che l’Occidente vorrebbe imporgli». È l’Occidente, prosegue il Cardinale, ad avere paura della ricerca della verità: «Per molti occidentali la verità è diventata un termine impronunciabile. Se parli di verità, sei accusato di dogmatismo, di oppressione. Ma infatti dietro questi discorsi ingannevoli si nasconde la violenza della dittatura del relativismo che a sua volta è spesso la maschera degli interessi finanziari e materiali non confessati».

Nel suo discorso, ha poi presentato papa Benedetto XVI come «umile servo della verità», trovatosi spesso di fronte a un mondo ostile, come al «gigante Golia del dogmatismo relativista e del consumismo onnipotente». Questo «David dei tempi moderni» aveva affermato: «“Il desiderio della verità appartiene alla natura stessa dell’uomo e tutta la creazione è un immenso invito a cercare le risposte che aprono la ragione umana alla grande risposta che cerca e aspetta da sempre: la verità della rivelazione cristiana che si trova in Gesù di Nazareth permette a ciascuno di ricevere il mistero della vita. Come Verità Suprema, pur rispettando l’autonomia della creatura e della sua libertà, si impegna ad aprirsi alla Trascendenza”».

Ecco allora che un’università cattolica ha il dovere di affermare che «non solo la verità esiste, ma è riconoscibile». Già Benedetto XVI aveva sottolineato che «la cultura europea era nata dalla ricerca di Dio. I monaci cercando Dio hanno sviluppato l’architettura delle cattedrali come anche le migliori opere musicali o poetiche». Tuttavia, oggi, «gli accademici europei l’hanno dimenticato. E la loro amnesia volontaria sterilizza la loro cultura che ora si compiace nella bruttezza di una certa arte contemporanea, o nella messa in discussione dei fondamenti più solidi da parte del wokismo». Sarah invita poi a non aver paura, a cercare la «Verità fatta uomo in Gesù Cristo» per dar vita a una «nuova cultura africana» che fecondi l’arte, le lettere, la filosofia e l’architettura. Mirando anche a un «nuovo modo di affrontare l’economia e la scienza, rimettendole al servizio dell’uomo e della verità». Liberando la società «dall’ossessione capitalista della redditività a tutti i costi, anche a costo della vita umana».

Solo «studiando sotto lo sguardo di Dio» sarà possibile rimettere «la medicina al servizio del vero uomo liberandola dagli apprendisti maghi che vogliono combattere la fertilità delle famiglie africane. […] al servizio della vita liberandola dalla cultura della morte che fa morire i bambini nel seno della madre e i vecchi inutili alla redditività economica. […]», facendo risaltare «i fondamenti di ogni civiltà autentica: la differenza tra uomo e donna, il rispetto degli antichi. Ti libererai della dittatura delle teorie mortali del gender e della lobby LGBT che, con il pretesto della liberazione, cercano di imporci il loro delirio».

Riprendendo anche le parole di san Giovanni Paolo II ha ribadito: «Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare il suo potere! Aiutate il Papa e tutti coloro che vogliono servire Cristo e, con la potenza di Cristo, servire l’uomo e l’intera umanità! Non abbiate paura! Aprite, spalancate le porte a Cristo! Al suo potere salvifico apri i confini degli Stati, i sistemi economici e politici, gli immensi campi della cultura, della civiltà, dello sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa c’è nell’uomo”! E solo Lui lo sa!».

Stando certi che «il meglio della cultura africana è rivelato e purificato dalla verità che Gesù Cristo ci porta» a gran voce il cardinale Sarah afferma: «Più siamo cristiani, più siamo africani. Non lasciamoci rinchiudere in un falso imperativo di inculturazione del pensiero». E prosegue: «Gli africani non devono avere un complesso di fronte ad alcuni teologi occidentali che si mettono al seguito delle ideologie alla moda. Non abbiate paura di essere cattolici! Semplicemente! Non abbiate paura di attenere alla verità rivelata da Dio nella Scrittura e nella Tradizione».

Conclude con queste parole: «Cari giovani accademici, siete la dimostrazione vivente del fatto che solo la verità libera! Tenete fede alla vostra vocazione che, secondo Benedetto XVI, consiste nel “mostrare che la fede cristiana è un fermento di cultura e di luce per l’intelligenza, un incoraggiamento a sviluppare tutte le sue potenzialità positive per l’autentico bene dell’uomo. Ciò che la ragione scopre, la fede lo illumina e lo manifesta. La contemplazione dell’opera di Dio rivela alla conoscenza la necessità di una ricerca razionale, sistematica e critica; la ricerca di Dio rafforza l’amore per la letteratura e le scienze profane: ‘Fides ratione adiuvatur et ratio fide perficitur’ [la fede è sostenuta dalla ragione e la ragione è perfezionata dalla fede], afferma Hugues de Saint-Victor (De sacramentis, I, III, 30: PL 176, 232”)».