Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C
129ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
Il cattolicesimo sta scomparendo dallo spazio pubblico in Occidente. E ciò che resta non è più molto cattolico, ed è dir poco, come dimostrano le successive Lettere di Paix Liturgique su questo o quel vescovo, come è il caso di certo vescovi tipici in Germania, Austria, Svizzera o Belgio. La tendenza alla scomparsa del cattolicesimo ha subito una notevole accelerazione a partire dagli anni del Covid, peggio della Grande Peste, come tutti sanno, il che forse è anche vero per la pratica domenicale.
In venticinque anni, in Inghilterra e Galles, il numero delle ordinazioni sacerdotali è passato da 110 all'anno nel 1996-1997 (come in Francia e anche un poco di più, allorché il cattolicesimo è in minoranza oltre Manica) a 18 nel 2023, un calo dell'83% (Ordinations en Angleterre et Pays de Galles. Riposte catholique).
In meno di vent’anni, in Germania, dove il cattolicesimo è stato così vigoroso dopo l’ultima guerra e fino al Concilio, la segreteria della Conferenza episcopale ha appena rivelato che dal 2005 al 2024, 650 chiese cattoliche in tutto il Paese hanno cessato di essere utilizzate per il culto. In media, 28 chiese vengono chiuse ogni anno in Germania dal 2019. Gli edifici ecclesiastici vengono demoliti per far posto a case di riposo, o trasformati in gallerie, pub o… pompe funebri.
In cinque anni, in Belgio, dal 2017 al 2022, il numero dei sacerdoti diocesani è passato da 2.774 a 1.859, cioè una diminuzione del 33%. E nello stesso periodo , i fedeli con pratica domenicale sono scesi da 286.393 a 172.968, con un calo del 40%. In soli cinque anni!
Ecc., ecc.
Fermiamoci, se volete, sul fenomeno della chiusura delle chiese in Germania. In Francia non siamo a questo punto, perché, dopo la separazione tra Chiesa e Stato, l'80% delle chiese parrocchiali sono di proprietà dei comuni, solo le altre, costruite dopo il 1905, sono di proprietà della Chiesa attraverso associazioni diocesane (la maggior parte delle cattedrali sono di proprietà dello Stato, e un numero minore dei comuni). Tali chiese sono giuridicamente destinate al culto cattolico (l’ “assegnatario” è il clero e i fedeli), cioè al culto celebrato dal sacerdote “assegnatario” nominato dal vescovo. Le procedure di disattivazione amministrativa, in caso di mancato utilizzo per sei mesi consecutivi, sono rare. Quando capitano, sono generalmente il risultato di un accordo tra il vescovo e la comunità territoriale di diritto pubblico interessata.
Tuttavia, ormai, innumerevoli chiese in Francia, anche nelle grandi città, hanno cessato di essere utilizzate, ad eccezione delle esequie, celebrate per la maggior parte da laici. È un vero fenomeno che tocca la civiltà di grande tristezza quello a cui stiamo assistito: le campane della messa (che, quando ero bambino, suonavano tre volte prima della messa solenne della domenica) hanno smesso di suonare.
Vi è però una svista in queste statistiche così buie che elencano il calo del numero dei sacerdoti in Francia, delle vocazioni, del numero dei seminaristi, delle ordinazioni, nonché dei parrocchiani domenicali: manca la menzione del calo del numero di masse. In quante parrocchie di Francia, ogni anno, ogni mese, tali messe, in tali villaggi o città, hanno smesso di essere celebrate per mancanza di sacerdoti? Non credo di esagerare se dico che ogni domenica che passa, una decina di chiese in Francia cessano di avere una messa settimanale.
E nel frattempo... E nel frattempo, i vescovi di Francia insistono in restringere il culto tradizionale, lo stesso che continua a riempire le chiese, seppur confinato a pochi luoghi specifici, concessi con parsimonia, e oggi più ridotti ancora, se possibile, a partire di Traditionis Custodes. E intanto, nelle case delle comunità ex-Ecclesia Dei, ci sono troppi giovani sacerdoti ordinati perché i vescovi si rifiutano di permettere l'apertura di nuovi apostolati o si adoperano per sopprimere non appena possibile quelli già esistenti.
A Parigi, Parigi, principale oggetto del mio risentimento, l'arcivescovo di ieri seguito dall'arcivescovo di oggi, ha cancellato dalla mappa sei luoghi di culto tradizionali! Parigi, dove il declino dei sacerdoti comincia a manifestarsi attraverso la riduzione del numero dei vicari parrocchiali, dove diminuisce il numero degli studenti che entrano in seminario, il che ha portato alla soppressione di una casa di accoglienza per i seminaristi, che dovranno presto essere si raggrupparono con i seminaristi di Issy-les-Moulineaux, da dove il cardinale Lustiger li aveva già allontanati violentemente, o con i seminaristi carmelitani presso l'Istituto Cattolico di Parigi (e in entrambi i casi verranno allontanati dall'insegnamento della Scuola della Cattedrale Lustigeriana).
Ecco perché la pia protesta delle nostre "veglie" - insieme ad alcune altre proteste, come quelle provocate dalla venuta del cardinale Roche, e che potrebbero moltiplicarsi - continua con i nostri rosari davanti agli uffici dell’arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13:30, a Saint-Georges de La Villette, mercoledì alle 17, e davanti a Notre-Dame du Travail, domenica alle 18.