Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 981 pubblicata da Paix Liturgique il 1º dicembre 2023, in cui si esamina la figura di mons. Franz-Josef Overbeck, Vescovo di spicco del cosiddetto «cammino sinodale» tedesco e campione della propaganda omosessualista.
E soprattutto a capo di una Diocesi – quella di Essen – che, dal suo arrivo nel 2009, è in pieno declino.
L.V.
Durante la 37ª Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, mons. Franz-Josef Overbeck, Vescovo di Essen in Germania, si è «distinto» posando con una bandiera LGBT «Progress pride» che include, a sinistra, il simbolo delle persone transgender, in una chiesa di Lisbona, e ha condiviso questa foto. Non sorprende quindi vederlo il 21 ottobre 2023 in un debrief dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi proporre di «mettere da parte la Tradizione apostolica» per proporre idee contrarie al Magistero e alla Tradizione della Chiesa.
Dal Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea alla sinodalità sulle orme del card. Jean-Claude Hollerich S.I.
Mons. Franz-Josef Overbeck nacque a Marl da una famiglia di agricoltori. Suo padre, Hans-Josef Overbeck, era anche il fondatore della distilleria Overbeck di Marl. Dopo essersi diplomato al ginnasio di Marl nel 1983, Franz-Josef ha trascorso due semestri a studiare filosofia e teologia cattolica. Nel 1984 ha proseguito gli studi presso il Pontificium Collegium Germanicum et Hungaricum de Urbe, laureandosi in filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1990
Il 10 ottobre 1989, nella Chiesa di Sant’Ignazio Loyola a Roma, è stato ordinato sacerdote per la Diocesi di Münster dal card. Joseph Aloisius Ratzinger. Dal 1990 al 1994, don Franz-Josef Overbeck ha lavorato come cappellano mentre continuava gli studi. Nel 1994 è stato nominato vicario e rettore della residenza studentesca tedesca di Münster. In seguito è stato esonerato da mons. Reinhard Lettmann per poter proseguire gli studi universitari. Nel 2000, presso l’Università di Münster, ha conseguito il dottorato con una tesi su «Dio nell’antropologia e nella teologia trinitaria», diventando poi direttore dell’Istituto per il Diaconato e la Pastorale della Diocesi di Münster e Commissario episcopale per il Diaconato permanente. Nel 2002 è stato nominato assistente ecclesiastico dell’associazione Communauté de Vie Chrétienne.
Il 18 luglio 2007, Papa Benedetto XVI lo ha nominato Vescovo titolare di Mathara e Vescovo ausiliare di Münster. È stato consacrato vescovo il 1º settembre 2007 da mons. Reinhard Lettmann; i suoi co-consacranti erano mons. Heinrich Mussinghoff e mons. Friedrich Ostermann. Il 29 marzo 2008, in seguito alle dimissioni di mons. Reinhard Lettmann, il Capitolo della Cattedrale di Münster ha eletto mons. Franz-Josef Overbeck Amministratore diocesano. Ha ricoperto questo incarico fino alla nomina di mons. Felix Genn, avvenuta il 29 marzo 2009.
Il 28 ottobre 2009, dopo la sua elezione da parte del Capitolo della Cattedrale di Essen, mons. Franz-Josef Overbeck è stato nominato Vescovo della Diocesi di Essen da Papa Benedetto XVI. L’insediamento solenne ha avuto luogo la quarta domenica di Avvento, il 20 dicembre 2009, nella Cattedrale di Essen. Il 24 febbraio 2011, Papa Benedetto XVI lo ha nominato anche Vescovo militare della Bundeswehr [le forze armate della Repubblica federale di Germania: N.d.T.]. L’insediamento è avvenuto il 6 maggio 2011.
Dal 2014 è anche membro del Pontificio Consiglio della Cultura e della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice. Nel marzo 2018 è stato eletto Vicepresidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea, il cui Presidente è stato il card. Jean-Claude Hollerich S.I., dal 2018 al 2023, prima di diventare relatore – e infine grande ordinatore – della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Non sorprende quindi che il mons. Franz-Josef Overbeck sia uno dei tre rappresentanti tedeschi all’Assemblea del Sinodo sulla sinodalità.
Un araldo del cammino sinodale e dello «scisma tedesco»
Nell’ottobre 2023, mons. Franz-Josef Overbeck si è lanciato in un appello a favore del cammino sinodale tedesco, le cui proposte fortemente eterodosse hanno spesso portato a definirlo «scisma tedesco».
All’inizio della conferenza stampa di sabato 21, il Vescovo di Essen si è schierato a favore del cammino sinodale tedesco, affermando che si tratta di un «cammino di rinnovamento», un processo in corso da più di quattro anni e seguito con attenzione dall’opinione pubblica.
«Il motivo per cui abbiamo iniziato questo processo è dovuto principalmente ai molti casi di abuso nel nostro Paese», ha sostenuto. È anche il direttore di Acción Episcopal Adveniat, l’agenzia tedesca che finanzia molti progetti di aiuto in America Latina. Ha inoltre affermato che il processo tedesco è «un cammino di penitenza e di rinnovamento», il cui scopo è quello di chiedersi «quali cambiamenti sono urgentemente necessari per rinnovare la vita della Chiesa».
In seguito, ha affermato che «se la teologia, il Magistero o la Tradizione, e i segni dei tempi persistono in contraddizione» e sono «inconciliabili, non convinceranno nessuno e non saranno nemmeno in grado di dare ai Cattolici un orientamento». Alla domanda su cosa intendesse per «Tradizione», il vescovo ha spiegato che si trattava innanzitutto della «Tradizione apostolica».
Durante la conferenza, gli è stato anche chiesto se pensava che la questione del diaconato femminile stesse avanzando all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi. Il Vescovo tedesco ha sottolineato che «queste grandi questioni del cammino sinodale, su come integrare maggiormente le donne nella vita della Chiesa», nascono «perché siamo in questo mondo, e non dimentichiamo che siamo un Paese con il 30 per cento di Protestanti, la metà dei cui pastori sono donne, non uomini».
Nelle riunioni a cui partecipa, ha detto, «hanno suggerito che forse è arrivato il momento che la donna sia una “diaconessa” permanente. Non so, per me l’importante è che sia una vocazione e non solo una chiamata “giusta”, perché ora le donne devono entrare nell’ambito del ministero sacramentale della Chiesa».
Nella sua Diocesi, ha proceduto a nominare diciassette donne e un uomo per amministrare i battesimi (questo avviene in Svizzera e nella Diocesi austriaca di Linz) con la motivazione che i sacerdoti anziani non sono più in grado di farlo e che c’è una mancanza di vocazioni sacerdotali.
Inoltre, al Vescovo di Essen è stato chiesto se, nelle tre settimane trascorse dall’inizio dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi, siano state avanzate proposte per aprire il sacerdozio agli uomini sposati. Egli ha riconosciuto che in Germania si vive in una situazione «molto difficile» e si rammarica di non avere più seminaristi. Ha sottolineato che è stato Vescovo di Essen per quattordici anni e che in questo periodo «sono morti quasi trecento sacerdoti e ne ho ordinati quindici».
«Questa è la nostra realtà. È anche una questione spirituale, teologica e di come non solo salvare la vita sacramentale della Chiesa, ma anche come viverla. E viverla significa anche avere sacerdoti, diaconi e altri rappresentanti della vita ecclesiale e spirituale. Siamo veramente di fronte alle domande di una nuova tappa del terzo millennio. Le risposte per me sono molto chiare, sono diverse da quelle del secondo millennio». «Siamo con tutte le Chiese orientali e ortodosse qui al Sinodo, e vediamo che il sacerdozio dei preti sposati è normale».
Un Vescovo impegnato a favore delle persone LGBTQ+
Da diversi anni mons. Franz-Josef Overbeck è un campione della propaganda LGBTQ+ e ha colto numerose occasioni per imporla al Magistero cattolico in generale e alla sua Diocesi in particolare, senza che una volta sia stato richiamato all’ordine da altri Vescovi tedeschi o da Roma.
Nel 2019 si è detto favorevole ad accettare gli omosessuali nei seminari, a condizione che fossero celibi, come riportato dalla lobby cattolica americana pro-LGBT New Ways Ministry.
«Apparentemente in barba al divieto di accesso al sacerdozio imposto dal Vaticano agli omosessuali, le Diocesi tedesche hanno annunciato che accetteranno candidati di orientamento omosessuale a patto che accettino la promessa di essere celibi. Mons. Franz-Josef Overbeck, Vescovo di Essen, ha offerto il suo sostegno ai sacerdoti omosessuali in un articolo per la rivista Herder Correspondence, in cui invita la Chiesa a ripensare il suo approccio all’omosessualità. Ha respinto categoricamente le accuse secondo cui i sacerdoti omosessuali sarebbero dietro lo scandalo degli abusi sessuali del clero e ha affermato che non c’è alcuna giustificazione per negare il sacerdozio agli uomini omosessuali».
Ha aggiunto, secondo la lobby pro-LGBT, che «l’esclusione di gruppi emarginati è difficile da sopportare per coloro che sono a rischio e in ultima analisi contribuisce alla loro discriminazione e persino alla criminalizzazione». L’omosessualità doveva essere «depatologizzata» nella Chiesa cattolica, perché tutti sono in grado di avere «relazioni interpersonali estremamente rispettose e amorevoli».
Nel marzo 2020, Bene, la rivista della Diocesi di Essen, ha propagandato l’omosessualità e ha dato la parola a un omosessuale sposato che lavora come tesoriere della Cattedrale di Essen, come ha sottolineato con piacere la lobby LGBT New Ways Ministry.
La rivista Bene ha pubblicato l’articolo nel numero di marzo/aprile 2020. Una nota alla fine dell’articolo dice che la Diocesi sta esaminando molti aspetti della Chiesa, tra cui una discussione aperta sulla sessualità e sulle relazioni con l’obiettivo di sviluppare «una comprensione della sessualità che renda giustizia ai diversi modelli di vita».
Il primo punto di vista è stato quello di Rainer Teuber, un cattolico «sposato» con un partner dello stesso sesso, che è anche un dipendente della Chiesa e lavora nella tesoreria della Cattedrale della Diocesi dal 1994. Quando Rainer Teuber ha contratto un’unione civile legale con suo marito nel 2004, la coppia non è riuscita a trovare un sacerdote cattolico disposto a benedire la loro unione. Alla fine hanno avuto una benedizione in un ristorante con l’aiuto di un altro pastore cristiano. Ma l’amaro ricordo permane in Rainer Teuber che, lungi dal pentirsi, afferma:
«Il fatto che non ci sia modo per me e mio marito di partecipare a una benedizione degna della Chiesa mi fa sentire un Cristiano di seconda classe. Mi aspetto che la Chiesa cattolica segua il principio fondamentale del Cristianesimo e riconosca che tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, sono volute e amate da Dio. La morale sessuale della Chiesa non solo è superata e fuori moda, ma esclude anche molte persone! Spero vivamente che Karl-Heinz e io potremo invitarvi alla nostra benedizione parrocchiale nel prossimo futuro. Una benedizione che sia visibile a tutti, che sia celebrata ufficialmente durante una funzione e che non si svolga dietro una porta chiusa o semichiusa».
La stessa rivista diocesana ha dato la parola anche a padre Ansgar Wucherpfennig S.I., teologo e rettore della Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen [università privata gestita dalla Compagnia di Gesù a Francoforte sul Meno: N.d.T.] – nel 2018 Roma ha cercato di opporsi alla sua rielezione a capo dell’ateneo cattolico in seguito alle sue posizioni eterodosse, prima di ritirarsi pietosamente. Ha dichiarato alla rivista Bene: «Posso ben capire che lesbiche e gay soffrano del fatto che le benedizioni possano avvenire solo in segreto o dietro le quinte. Per queste benedizioni è necessario un riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa, che potrebbe essere autorizzato da diversi Vescovi per le loro Diocesi. Questo sarebbe possibile con l’attuale insegnamento della Chiesa, poiché ci sono molte benedizioni in queste relazioni, come la fedeltà, la considerazione della libertà reciproca, l’uguaglianza, la reciprocità e l’impegno».
L’11 giugno 2021, dopo un ricevimento della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea in Vaticano, ha dichiarato alla stampa di essere aperto alla benedizione degli omosessuali, con il pretesto della mancanza di vocazioni e di fedeli nella Chiesa:
«Siamo una Chiesa pastorale per tutti i suoi membri, compresi gli omosessuali. Se chiedono qualche benedizione, perché no?» «Papa Francesco è un Papa pastorale, e ci ha detto che dobbiamo fare ciò che serve alle persone, quindi lo facciamo», dice il prelato tedesco, per il quale la Chiesa deve attuare cambiamenti nella sua dottrina sul celibato e sul matrimonio.
È una questione urgente, a suo avviso, perché «le vocazioni al sacerdozio si sono ridotte a zero, non solo in Germania ma in tutta la cultura occidentale». Nella sua Diocesi di Essen, negli ultimi dodici anni sono stati ordinati solo uno o due sacerdoti all’anno, a fronte di 20-30 decessi. «Ci sono forse alcuni uomini ben istruiti, anche sposati, che potrebbero svolgere questo servizio sacerdotale. È il caso delle Chiese ortodosse, che hanno sacerdoti sposati».
Sempre nel 2021, insieme a mons. Heinrich Timmerevers, Vescovo di Dresda-Meißen, ha partecipato a un’opera collettiva intitolata Catholique et Queer, che chiedeva alla Chiesa di cambiare il suo insegnamento sulle persone LGBT, come testimonia ancora una volta la lobby New Ways Ministry.
Secondo il sito National Catholic Reporter, mons. Franz-Josef Overbeck ha scritto nel suo contributo: «[Rifiuto] l’adesione a una morale sessuale che, ad esempio, nega virtualmente alle persone che amano qualcuno dello stesso sesso la possibilità di una relazione di successo e appagante. Le esperienze di vita e i sentimenti profondi delle persone omosessuali o transessuali mi hanno toccato profondamente. L’insegnamento della Chiesa deve incorporare queste testimonianze concrete di vita».
Infine, mons. Franz-Josef Overbeck ritiene che papa Francesco, con la sua dichiarazione a favore del diritto delle coppie omosessuali alla tutela giuridica, abbia aperto «una nuova forma di apprezzamento che può essere il punto di partenza per una rivalutazione (della Chiesa locale) dell’omosessualità».
Visti i suoi precedenti commenti e impegni, non sorprende vederlo posare in una chiesa portoghese con una bandiera LGBT e queer alla 37ª Giornata mondiale della gioventù a Lisbona. Ancora una volta, non è stato richiamato all’ordine da Roma, così come non è stato richiamato all’ordine per ciascuna delle sue dichiarazioni e pubblicazioni pubbliche contrarie all’insegnamento e alla morale sessuale della Chiesa.
Una Diocesi in grave declino… forse «in caduta libera»?
Creata nel 1958 per coprire gran parte dell’area della Ruhr, la Diocesi di Essen è l’equivalente tedesco della Diocesi di Le Havre, anche in termini di dinamiche religiose. È chiamata «Diocesi della Ruhr» ed è una scissione della grande Diocesi di Münster.
La figura di riferimento della Diocesi, il card. Franz Hengsbach, che la fondò nel 1957 e la guidò fino al 1991, è stato accusato di abusi sessuali e la sua statua davanti alla Cattedrale è stata rimossa. Il sito The Pillar descrive la Diocesi come «in caduta libera». Mons. Franz-Josef Overbeck ha nascosto questo (e altri) problemi sotto il tappeto per anni prima di cedere alle pressioni.
Ciononostante, alla fine del 2019 ha donato una chiesa alla Fraternità sacerdotale San Pietro (la Fraternità sacerdotale San Pio X era presente nella Diocesi dal 1981 dopo aver acquistato una chiesa protestante in disuso).
In termini statistici, la Diocesi di Essen è in declino almeno dal 1970. In quell’anno, serviva 1.335.303 Cattolici, pari al 44,1 per cento della popolazione totale, in 232 parrocchie con 991 sacerdoti. Nel 2002, i Cattolici erano solo 988.433, pari al 37,2 per cento della popolazione, in 321 parrocchie, con 647 sacerdoti. Quando mons. Franz-Josef Overbeck è arrivato nel 2009, le parrocchie erano state appena accorpate dal suo predecessore ed erano scese da 259 a 43, ma c’erano ancora 910.000 Cattolici su una popolazione di 2,6 milioni. Nel 2022, la Diocesi aveva 679.495 Cattolici, pari al 26,6 pe centro della popolazione, distribuiti in 40 parrocchie, con 407 sacerdoti.
In media, 29.610 persone, pari al 4,36 per cento dei Cattolici battezzati, hanno partecipato regolarmente alla Messa lo scorso anno. Poco più di 14.000 persone hanno lasciato ufficialmente la Chiesa nella Diocesi di Essen nel 2022, la cifra annuale più alta mai registrata. I funerali religiosi sono stati 7.928, superando di gran lunga i 4.542 battesimi.
Nel 2022, quindi, il numero di Cattolici nella Diocesi di Essen è dimezzato rispetto al 1970, con un calo di un terzo tra l’arrivo di mons. Franz-Josef Overbeck nel 2009 e oggi. Quando arrivò, si trasferì in un appartamento di 220 metri quadrati al primo piano di un ex presbiterio e aveva come auto di servizio una Volkswagen Phaeton, considerata all’epoca piuttosto lussuosa dalla stampa.
Numeri drammatici e non c'è da stare allegri per l'avvenire.La domanda da farsi sarebbe:i protestanti come sono messi? Perchè ,se come penso, son combinati peggio di noi cercare di fare come loro a cosa serve?
RispondiEliminaDomanda: questo Vescovo si può ritenere ancora cattolico?
RispondiEliminaIn Germania mi sembrano folgorati sulla via di Lutero, cosa che pare non dispiaccia alle alte sfere.
Gz
Mi preoccupa molto il suo aver lasciato le porte aperte al presbiterato a uomini con tendenze omosessuali dichiarate, con la sola clausola dell'impegno nel celibato. "Tra Santo e Santa: muro di calce" E tra giovani seminaristi e preti gay?
RispondiEliminaCome fanno dei giovani a vivere fianco fianco per anni, con questa tendenza e prepararsi ad essere "vir", uomini di Dio e di Chiesa, alter Christus?
Che ambiente vuol creare nei seminari e nelle parrocchie? Che clero ed episcopato vuole coltivare?
Il seminario e la fraternità sacerdotale rischiano di diventare luogo di passioni disordinate.
Giustificare l'ordinazione femminile con il fatto che in Germania ci sono pastori donna protestanti... va nella stessa linea del volere il matrimonio dei preti perchè questo avviene tra i pastori protestanti... e tra non molto ci troveremo a volere il matrimonio tra un prete o un vescovo con un uomo, già perchè questo avviene tra gli anglicani...
RispondiEliminaMa questa non è nè la volontà di Dio, nè la Tradizione Apostolica.
E intanto gli anglicani africani vogliono staccarsi o farsi cattolici perchè hanno in orrore una Chiesa così...