La III domenica di Avvento è consuetudine benedire, al termine della Santa Messa, le statuine del presepe raffiguranti il Bambino Gesù: una tradizione recente che coinvolge ogni anno migliaia di bambini, ragazzi e famiglie in tutto il mondo, ideata dal Centro Oratori Romani e che prese avvio con San Paolo VI il 21 dicembre 1969.
In quell’occasione, durante l’Angelus, il Papa pronunciò il suo discorso interamente dedicato proprio al presepio, al termine del quale impartì per la prima volta la benedizione alle statuine dei Bambinelli che i ragazzi di Roma avevano portato con loro in piazza San Pietro.
A distanza di più di cinquant’anni, questa tradizione si è diffusa dalla Diocesi di Roma in tutte le Parrocchie italiane ed all’estero: un momento di grande e gioiosa partecipazione che, proprio nella domenica Gaudete, ci avvicina ancor più alla nascita del Salvatore, per il quale, nella forma straordinaria, si può usare la formula del Rituale Romanum:
Solemnis benedictio imaginis Jesu Christi Domini nostri
℣ Adjutórium nostrum in nómine Dómini.
℟ Qui fecit cælum et terram.
℣ Dóminus vobíscum.
℟ Et cum spíritu tuo.
Oratio
Orémus.
Omnípotens sempitérne Deus, qui Sanctórum tuórum effígies sculpi, aut pingi non réprobas, ut quóties illas óculis córporis intuémur, tóties eórum actus et sanctitátem ad imitándum memóriæ óculis meditémur: hanc, qǽsumus, sculptúram in honórem et memóriam unigéniti Fílii tui Dómini nostri Jesu Christi adaptátam bene†dícere, et sancti†ficáre dignéris: et præsta; ut quicúmque coram illa unigénitum Fílium tuum supplíciter cólere et honoráre studúerit, illíus méritis et obténtu a te grátiam in præsénti, et ætérnam glóriam obtíneat in futúrum. Per eúmdem Christum Dóminum nostrum.
℟ Amen.
Et aspergatur aqua benedicta.
L.V.
PAOLO VI
Domenica, 21 dicembre 1969
Eccoci ormai a Natale.
Fra i tanti preparativi, guardiamo con compiacenza a quelli che compongono i Presepi: nelle Cappelle, nelle sedi delle istituzioni, dove è onorato il nome cristiano, e specialmente nelle famiglie buone e liete della presenza di bambini e di ragazzi.
Perché il presepio ravviva la memoria del grande avvenimento, la nascita di Gesù, il Salvatore, il Figlio di Dio fatto uomo; e poi perché il presepio rappresenta con candida e ingenua semplicità il quadro di Betlemme; e diventa una scena evangelica, diventa una lezione di spirito cristiano, un messaggio di costume. Il presepio ci dice come Gesù ha voluto entrare nel mondo: povero, piccolo, respinto dai cultori dei così detti valori della terra; è venuto in modo che i Poveri, i Piccoli, i reietti lo potessero avvicinare per primi; è venuto per farsi uno dei nostri, togliendo ogni distanza, ogni ostacolo, ogni timore; e dandoci subito un soffio celeste di incomparabile bellezza e di sovrana letizia: gloria a Dio, pace agli uomini. In questi umili segni, così familiari e così sublimi, vi è già un preludio della vita nuova, un preludio così elementare, che anche i bambini lo capiscono: ciò che vale è la bontà, è la semplicità, è l’apprezzamento di ogni cosa come dono che viene da Dio, e che a Dio possiamo offrire; è il sentirci liberi dai pesi della vita complicata e mondana, il sentirci innocenti, il sentirci tutti amici e fratelli. Ci si riscalda al presepio, come ad un focolare di amore buono e puro, e ci si sente un po’ illuminati su tutti i problemi di questa nostra misteriosa avventura, che è la nostra vita nel tempo, sulla terra.
È una bella cosa il presepio, non è vero, figliuoli? Non è vero, voi uomini, che ci rappresentate il mondo del lavoro? Sì, è una bella cosa; e per questo benediremo subito, dalla nostra finestra, le vostre statuette del Bambino Gesù, e poi verremo, giù nella Piazza, a benedire il Presepio che costi è stato preparato dai Poligrafici dello Stato.
LA PREGHIERA PRESSO LA CULLA DI GESÙ BAMBINO
O Dio,
Padre Santo,
che tanto hai amato gli uomini,
che hai loro inviato il tuo Figlio unigenito,
nato da te prima di tutti i secoli:
Degnati di benedire questi presepi,
che faranno la gioia delle famiglie cristiane.
Queste immagini del mistero dell’Incarnazione,
sostengano la fede dei genitori e degli adulti,
ravvivino la speranza dei fanciulli,
aumentino in tutti la carità.
Te lo chiediamo
per Gesù, tuo Figlio amatissimo,
che ci ha salvati con la sua morte e la sua risurrezione,
e che incessantemente intercede per noi presso di te.
Amen.
E chi non ha la forma straordinaria a portata di mano, si può fare la benedizione da sola con la formula pubblicata.
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