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sabato 25 novembre 2023

"Massoneria vaticana". Libro sconvolgente, l'inchiesta dimenticata del card. Gagnon

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

Con grande orgoglio la casa editrice Fede & Cultura - con la quale collaboro - ha pubblicato la traduzione italiana del best-seller di padre Charles T. Murr, sacerdote americano che ha seguito in prima fila l'affare Gagnon. Il libro si intitola Massoneria vaticana. Logge, denaro e poteri occulti nell'inchiesta Gagnon, ma il titolo originale in inglese suona Murder in the 33rd degree ("Omicidio del 33° grado") e il riferimento ovviamente è all'ultimo grado massonico secondo il Rito Scozzese Antico e Accettato.

Pochi in Italia conoscono - o ricordano - l'inchiesta del cardinale (all'epoca ancora vescovo) Edouard Gagnon, eppure si tratta di una pagina fondamentale della storia recente della Chiesa. Su indicazione del cardinale Giovanni Benelli, papa Paolo VI nominò mons. Gagnon in qualità di visitatore apostolico della Curia Romana. Il motivo?

Da tempo in Vaticano si vociferava su infiltrazioni massoniche nel cuore stesso della cattolicità. Il buon Gagnon ci ha impiegato ben tre anni per compilare un dossier composto da ben tre pesanti volumi, e ciò che scoprì andava ben oltre le sue aspettative.

Alcuni nomi di questi alti prelati massoni sono noti oggi quanto lo erano già allora e sconvolge scoprire che si tratta per lo più di cardinali e vescovi posti nei punti più nevralgici della Chiesa. Si tratta di uomini come il cardinale Jean-Marie Villot, Segretario di Stato dal 1969 al 1979 (sarebbe a dire il viceré del Papa!); mons. Annibale Bugnini, l'ideatore principale del novus ordo Missae; oppure il cardinale Sebastiano Baggio, Prefetto della Congregazione dei vescovi dal 1973 al 1984 (tradotto: per undici anni è stato un massone a proporre al papa le candidature dei vescovi di tutto il mondo). Ma si trattava solo della punta dell'iceberg.

Il periodo in cui si svolge la vicenda è assai delicato, non solo per la Chiesa, ma per tutta l'Italia. Sono i cosiddetti anni di piombo. Logge coperte (cosiddette "deviate") come la P2, Cosa Nostra, servizi segreti, partiti di governo, rapimenti e sparizioni irrisolte, gruppi terroristi di estrema destra ed estrema sinistra, banchieri corrotti, stragi e attentati: queste e molte altre cose si intrecciano lasciando dietro di sè una scia di morte, amarezza e confusione. Il dossier Gagnon poteva salvare la Chiesa e garantire una vera riforma dal punto di vista amministrativo, ma una serie di sfortunati eventi concorse a boicottare la buona riuscita della visita apostolica. Anzitutto, il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro, che fece sprofondare Paolo VI in una depressione cronica, tanto da farlo morire nel 1978. Mons. Gagnon aveva cercato di convincere il papa dell'urgenza di leggere il dossier e agire di conseguenza, ma il papa declinò: "sono troppo vecchio e stanco - gli disse - ci penserà il mio successore". 

Sebbene fosse molto alta la probabilità di vedere elevato al Soglio di Pietro nientemeno che il cardinal massone Baggio, la Provvidenza intervenne in favore della fazione cardinalizia opposta. A capo dello "schieramento cattolico" c'era il cardinale Benelli, ma intuendo di non poter garantire per se stesso la maggioranza dei voti del conclave, l'arcivescovo di Firenze persuase buona parte dei propri confratelli porporati a eleggere un papa "di compromesso", come si dice. La scelta cadde sul già Patriarca di Venezia, il cardinale Albino Luciani. Papa ideale per entrambi gli schieramenti: onesto per alcuni, ingenuo per altri. Forse un buon papa di transizione... La vicenda narrata da padre Murr nel libro va ben oltre l'elezione di Giovanni Paolo I e giunge all'indomani dell'attentato a Giovanni Paolo II, e non vogliamo qui rubare al lettore il piacere di immergersi in questa pagina di storia dimenticata.

Alla fine della lettura, ci si potrà porre una domanda: perché il dossier Gagnon è andato dimenticato? Qui avanzo una mia risposta, ovviamente suscettibile di revisione. Proprio nel 1978, poche ore prima della morte di Papa Luciani, un'altra lista di prelati massoni fu presentata all'attenzione del Pontefice, che ebbe poi grandissima risonanza mediatica. Si trattava della lista compilata da Mino Pecorelli, giornalista odiatissimo per la sua schiettezza. Verrà poi giustiziato non si sa da chi, in perfetto stile mafioso, sei mesi più tardi. Anni dopo si scoprì che lo stesso Pecorelli era massone, membro della loggia P2, e per questo molti hanno pensato che la lista Pecorelli sia servita a gettare confusione in Vaticano e sul dossier Gagnon. Difficile dirlo: certo è che anche in quella lista comparivano i famigerati Baggio, Villot e Bugnini. Cosa pensare?

Charles T. Murr, Massoneria vaticana, Fede & Cultura (2023), p. 224, euro 20.

Gaetano Masciullo

6 commenti:

  1. "Verrà poi giustiziato..."
    Mah, veramente fu assassinato o ucciso, giustiziato sicuramente no.

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  2. Interroghiamoci anche sul potere attuale della Massoneria in Vaticano.

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  3. Cosa pensare? Penso che PaoloVI era massone pure lui, e, inchiesta o non inchiesta sapeva che ormai aveva vinto.

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  4. Ho letto il libro, molto interessante. Aggiungo, per ragioni di spazio, due sole considerazioni: come è entrata la massoneria in Vaticano? Forse la porta si è aperta con il Concilio Vaticano II?
    Seconda considerazione: PERCHÈ dell'inchiesta Gagnon non se ne fatto più niente? È stata la stessa massoneria a bloccare tutto? E se si chi?

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  5. Ho letto il libro, molto interessante. Aggiungo, per ragioni di spazio, due sole considerazioni: come è entrata la massoneria in Vaticano? Forse la porta si è aperta con il Concilio Vaticano II?
    Seconda considerazione: PERCHÈ dell'inchiesta Gagnon non se ne fatto più niente? È stata la stessa massoneria a bloccare tutto? E se si chi?

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