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mercoledì 15 novembre 2023

Il sacramentale della Medaglia di San Benedetto

Portiamo sempre al collo la Medaglia di S. Benedetto!
E vediamo, in questo articolo, il perchè.
Luigi

3 Novembre 2023, Korazym, Vik van Brantegem

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.11.2023 – Vik van Brantegem] – San Benedetto (Norcia, ca. 480 – Montecassino, 21 marzo 543/560) è il patriarca del monachesimo occidentale. Dopo un periodo di solitudine presso il Sacro Speco di Subiaco, passò alla forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. La sua Regola, che riassume la tradizione monastica orientale adattandola con saggezza e discrezione al mondo latino, apre una via nuova alla civiltà europea dopo il declino di quella romana. In questa scuola di servizio del Signore hanno un ruolo determinante la lettura meditata della parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un clima intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Nel solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e nelle isole centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Due secoli dopo la sua morte, saranno più di mille i monasteri guidati dalla sua Regola. San Paolo VI lo proclamò patrono d’Europa il 24 ottobre 1964.

La Medaglia di San Benedetto è uno degli oggetti religiosi più famosi al mondo, assieme alla Medaglia miracolosa (consegnata dalla Madonna a Santa Caterina Labouré, nel 1830 in rue du Bac a Parigi).

Sulla Medaglia di San Benedetto sono incise una sequenza di lettere che rappresentano una preghiera – un vero e proprio esorcismo – composta da distici in rima, in forma di acronimo:

C. S. P. B.: Crux Sancti Patris Benedecti (Croce del Santo Padre Benedetto)
C. S. S. M. L.: Crux Sacra Sit Mihi Lux (La Santa Croce sia la mia Luce)
N. D. S. M. D.: Non Draco Sit Mihi dux (Che il demonio non sia mio condottiere)
V. R. S.: Vadre Retro, Satana! (Allontanati, Satana!)
N. S. M. V.: Non Suade Mihi Vana (Non mi attirai alle vanità)
S. M. Q. L.: Sunt Mala Quae Libas (Le tue bevande sono cattive)
I. V. B.: Ipsa Venena Bibas (Bevi tu stesso i tuoi veleni)

La Medaglia di San Benedetto è un sacramentale riconosciuto dalla Chiesa Cattolica. I sacramentali sono importanti segni nel cammino cristiano. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice che “sono segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita” (CCC 1667).

L’iconografia della medaglia ci presenta da un lato della medaglia (il fronte, secondo alcune interpretazioni) la raffigurazione di San Benedetto da Norcia in abiti monastici, reggente nella mano destra la Croce (simbolo cristiano e di Salvezza per eccellenza) e nella mano sinistra un libro aperto, a rappresentare la Regola. Ai lati di San Benedetto sono ricordati due episodi significativi della vita del santo, simboleggiati da una coppa e da un corvo, riconducibili a due singolari tentativi di avvelenamento operati ai suoi danni. Singolari non fosse altro che perché messi in atto, in entrambi i casi, da altri membri del clero. Sopra la coppa e il corvo sono poste le parole Crux S[ancti] Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto”). Tutt’intorno alla medaglia corre la scritta Eius in obitu n[ost]ro praesentia muniamur (Ci difenda nella nostra morte con la sua presenza), che rimanda al ruolo riconosciuto a San Benedetto nella buona morte. Ai piedi del santo è posta la scritta ex S M Casino MDCCCLXXX (dal Santo Monte Cassino 1880), che commemora, nell’anno del Giubileo 1880, il 1400esimo anniversario della nascita di san Benedetto (480). Va comunque precisato che oltre alla versione giubilare, certamente la più diffusa, esistono altre versioni della medaglia o croce di san Benedetto, con alcune differenze grafiche, in special modo nell’iconografia del fronte.

L’altra faccia della medaglia (probabilmente la più nota) presenta la raffigurazione di una croce greca, frequentemente lobata, sormontata dalla scritta Pax (Pace), motto della congregazione cassinese e poi dell’intero ordine benedettino. Nei quadranti attorno alla croce troviamo la dichiarazione preliminare (CSPB) sulla natura di questo oggetto di devozione. La scansione segue poi l’asse verticale della croce (CSSML), quello orizzontale (NDSMD) e infine le lettere poste lungo il bordo della medaglia (VRS, NSMV, SMQL e IVB). Le lettere costituiscono una guida per la composizione di una fra le più note preghiere di esorcismo. Il comando “Vade retro, satana!”, vero e proprio compendio di ogni esorcismo condotto da un sacerdote, è riconducibile ai Vangeli (cfr. Mt 16,23 e Mc 8,33), mentre il resto della preghiera offre un parallelismo fra gli episodi di tentato avvelenamento ai danni di san Benedetto e i veleni spirituali che il Maligno tenta incessantemente di somministrare alle anime degli uomini.

+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Croce del Santo Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non sia mai il dragone mio duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose vane. Sono mali le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo +. Amen.

I miracoli ottenuti invocando l’intercessione di San Benedetto presso Dio sono innumerevoli. Si attribuisce alla medaglia che porta il suo nome effetti prodigiosi contro le insidie del demonio, di aiuto nei pericoli e contro le malattie degli animali domestici, ovviamente se debitamente benedetta da un sacerdote, sia che si appende nelle stanze della casa, sia che si tenga addosso, sia che si applichi sulle parti malate, sia che si beva l’acqua nella quale sia stata immersa.

La fama della Medaglia di San Benedetto si diffuse in seguito a un processo per stregoneria in Baviera nel 1647. Nella località di Natternberg, alcune donne furono giudicate come streghe e nel processo dichiararono che non avevano potuto danneggiare l’abbazia benedettina di Metten, perché era protetta dal segno della Santa Croce. Si cercò allora nel monastero e si trovarono dipinte rappresentazioni della croce, con l’iscrizione che accompagna sempre anche la medaglia.

Grazie a questo particolare evento la Medaglia venne diffusa sempre più in diverse taglie e forme. Ma quelle iniziali misteriose non potevano essere interpretate, fino a che, in un manoscritto della biblioteca del monastero di Metten nel 1414 e conservato oggi nella Biblioteca Statale di München (Clm 8201), si notò un’immagine di San Benedetto, con quelle parole. Un manoscritto anteriore, del secolo XIV e proveniente dall’Austria e che si trova nella biblioteca di Wolfenbüttel (Helmst 2̊, 35j), sembra essere stato l’origine dell’immagine e del testo.

Nel secolo XVII J. B. Thiers, erudito francese, la giudicò superstiziosa, per gli enigmatici caratteri che l’accompagnano, ma Papa Benedetto XIV l’approvò nel 1742 e la formula della sua benedizione si incorporò al Rituale Romano.

Nel secolo XIX si verificò un rinnovato fervore per la Croce-Medaglia, sviluppato in Francia grazie allo zelo di Léon-Papin Dupont (1797-1876), chiamato il “santo uomo di Tours”. Uomo molto fervoroso, con molte relazioni negli ambienti ecclesiastici e dotato di gran generosità e carità, diffuse la devozione per il Sacro Volto, e propagò anche l’uso della medaglia di San Benedetto.

Nell’opera di Dom Guéranger si riferiscono grazie e miracoli attribuiti all’invocazione del Santo ed alla medaglia. La prima edizione dello scritto dell’abate di Solesmes risale a 1862, ma è anteriore, del 1849, un’opera dell’abate di San Paolo fuori le Mura, D. Francesco Leopoldo Zelli Iacobuzzi (1818-1895), la quale, fu pubblicata in francese per l’iniziativa di Dupont e che Dom Guéranger usò nel suo proprio lavoro. In quest’opera, l’autore, che fu tra i sostenitori degli sforzi di riforma monastica nella sua patria, fa la storia della medaglia ricorrendo ad autori di fama, e questo testo ebbe influenza su coloro che scrissero sulla questione in Francia.

Però questa medaglia doveva subire ancora un ultima modifica operata nel 1880, per ordine e sotto la supervisione del Priore di Montecassino Bonifacio Krug OSB. Così come oggi la si conosce, la medaglia fu disegnata dal monaco di Beuron, Desiderio Lenz, e fatta coniare per il Giubileo benedettino del 1880. Quell’anno si celebrava il XIV centenario della nascita di San Benedetto da Norcia e gli abati di tutto il mondo si riunirono a Montecassino, da dove la medaglia si disseminò per tutto il mondo ovunque. Nel celebrare il XIV centenario della nascita di San Benedetto si decise di “ridisegnare” la medaglia, stabilendo che da quel momento quella sarebbe stata considerata la “Medaglia di San Benedetto”.



1 commento:

  1. La maggioranza dei cristiani porta quelle medaglie in modo non dissimile dai cornetti portafortuna.
    Il miscuglio di fede e superstizione è lampante in questi contesti. Come se Dio non bastasse!

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