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lunedì 3 aprile 2023

Orrori architettonici… e dove trovarli #133 a San Michele al Tagliamento (VE)

Chiesa di Santo Stefano del geom. Isidoro Chiarot e arch. Gianluca Fantuzzi (anno 2000).

Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli investimenti economici anche della Diocesi di Concordia-Pordenone, ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?

Lorenzo

Descrizione del progetto: È doveroso puntualizzare un richiamo. Questa costruzione si riferisce con evidenze formali e strutturali ad un modello noto: La chiesa romana del Padre Misericordioso, nota anche come Dives in Misericordia (dall’omonima enciclica di Giovanni Paolo II, 1980) (QUI su MiL la scorsa settimana: N.d.R.), viene realizzata in occasione del Giubileo del 2000 a seguito di un concorso internazionale a inviti (1995), per sei architetti noti, di nazionalità e culti diversi: Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank Gehry e Richard Meier. Il concorso bandito dal Vicariato di Roma per l’area di Tor Tre Teste, compresa tra il Raccordo Anulare, la via Prenestina Vecchia e il quartiere Alessandrino, vinto da Meier, richiedeva l’elaborazione di un progetto di chiesa parrocchiale capace sia di esprimere la spiritualità del nuovo millennio, sia di immettere valore architettonico e urbano nell’edificato convenzionale del quartiere romano. Lo spazio sacro è concepito come l’interno di un guscio protettivo, aperto al cielo (infinito) e all’intensità della luce che entra zenitalmente dalle vetrate di collegamento delle vele e da quelle alle spalle del presbiterio sopra l’altare e dal basso infondendogli una qualità dinamica.
Impianto strutturale. Lo schema compositivo della chiesa accosta due parti fortemente diverse. A sinistra l’aula ecclesiale individuata dalla figura avvolgente dei due gusci; queste potenti pareti curve è come se si infrangessero con le loro ondate energiche contro il volume (relativamente rigido anche se puntigliosamente profilato e scavato) delle murature che fanno da limite nell’angolatura tra il presbiterio e gli ambienti di servizio.
Coperture. Il montaggio dei conci, diversi per misura e curvatura, tanto che ne sono state prodotte 38 tipologie, ha richiesto per il posizionamento e l’impilaggio il progetto e la realizzazione di un traliccio speciale scorrevole, chiamato appunto la Macchina dei conci. Infatti ogni pannello doveva essere accostato ad altri, con la precisione richiesta dal rispetto della geometria della vela e, con precisione assoluta, esser movimentato per permettere l’interconnessione delle barre, tornare alla posizione ideale e rimanere immobile durante le prime fasi di realizzazione del giunto, in una porzione di spazio predeterminato. Tutto ciò senza che sulla verticale del suo baricentro potesse essere agganciato un qualsiasi mezzo di sollevamento o di sostegno.
Pavimenti e pavimentazioni. La pavimentazione non è mai stata completata. È in cemento levigato.
Navata. Lo spazio compreso tra i gusci è chiuso da una copertura vetrata, che permette quindi l’ingresso della luce dall’alto.

Descrizione e fotografie tratte dalla pagina chieseitaliane.chiesacattolica.it.

Fotografie degli esterni:





Fotografie degli interni:





















16 commenti:

  1. Simil Meier n°2, la vendetta.

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  2. Questa chiesa sta a quella di Meier più o meno come una Punto sta a una Testarossa. L'interno poi, con quelle pareti in cemento grezzo, è decisamente brutto. Grotteschi poi i tentativi di arredamento con sedie da ufficio, statue e quadretti oleografici.

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    1. Le statue ed i quadretti oleografici ci sono anche in tante cappelle lefebvriane che ho visitato, ma credo che lì vadano bene.

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  3. Dentro ricorda tanto la chiesa di Dio Padre a Roma.
    Per il resto, una semplice aula rettangolare che non ha niente di orribile.

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  4. Un'oscena colata di cemento armato

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  5. L'insieme è caotico ,sconclusionato ,quasi ridicolo.Le sedie fanno pensare ai famigerati banchi con le rotelle.Penso che ognuna di quelle orrende sedie sia costata un botto.I muri pencolanti sono l'emblema di una chiesa sbilenca e confusa.E non solo a San Michele al Tagliamento.

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    1. Ridicoli sono certi commenti che si scagliano contro il modello di sedie! E se quella foto fosse stata scattata quando c’erano le restrizioni per il covid? Sistemazioni simili le hanno adottate tantissime chiese in quel periodo. Sa, non tutti sono “avanti” come i preti tradizionalisti che se ne fregavano delle norme e davano la colpa a Speranza o Draghi.
      I muri sono su da più di vent’anni, quindi di pencolante c’è solo il suo giudizio che vuole imporre come assoluto ciò che è semplicemente il suo gusto.

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    2. Vero ,effettivamente sembrano banchi a rotelle riciclati.Però se le sedie son lì da prima del covid vuol dire che a copiare son stati Speranza e la ministra dell'istruzione.De gustibus......

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    3. Le sedie? Veramente? Colpa dell’architetto pure quelle?

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    4. 8:58, non hanno il banco e non hanno le rotelle.
      Questa è una provocazione sterile bella e buona.

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  6. "Un oscena colata di cemento armato" per via del lavoro,che svolgo, geometra, vorrei erudirvi su ciò che il cemento armato ci permette di fare...Ampie cubature senza pilastri, resistenza inimmaginabile rispetto ad elementi naturali. È fonde pietra e metallo insieme..
    È il materiale di questi ultimi cento anni...ha dato sicurezza alle Vostre case. Non disprezzatelo. Mi chiederei questi architetti cosa hanno studiato negli esamifici chiamati università?

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    1. Ho scritto io quel commento e non mi ricredo. Rimane un'oscena colata di cemento armato, uno spreco di denaro, un pugno nell'occhio. Questo non toglie niente al materiale. Qui non si parla di scienza dei materiale, qui si parla di turpitudine architettonica.

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    2. Sarebbe opportuno considerare che comunque la chiesa ricorda ciò che dice il vangelo...per paura gli apostoli dissero a Gesù facciamo tre tende. Il materiale utilizzato il cemento armato seppure non nobile ha dato la possibilità di costruire una tenda...poi se non ci sono affreschi all'interno...aspettiamo che fedeli contribuiscano con le loro offerte

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  7. L’interno è a mio parere miserabile.

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