Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 930 pubblicata da Paix Liturgique l’11 aprile 2023, in cui si trascrive integralmente (e per la prima volta nel contesto dell’intera clip radiofonica) l’ormai nota dichiarazione rilasciata il 19 marzo dal card. Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ed acerrimo nemico della Tradizione, ai microfoni dell’emittente BBC Radio 4 (QUI, ne abbiamo scritto QUI e QUI si MiL).
All’inizio della trasmissione, la giornalista Orla O’Brien ha fatto notare indirettamente che «il card. Arthur Roche, responsabile della supervisione delle restrizioni, dice che il problema non è il latino, ma la vecchia teologia incarnata nella vecchia Messa, con una minore partecipazione dei fedeli e un sacerdote che dà loro le spalle per la maggior parte del servizio», quindi successivamente «il cardinale ammette allegramente che le restrizioni alla Santa Messa tradizionale sono una risposta a un cambiamento nella teologia della Messa: per lui si tratta infatti di imporre un cambiamento nella lex credendi».
L.V.
Si sarebbe tentati di non dare grande importanza alle parole del card. Arthur Roche, la cui teologia è piuttosto approssimativa e la cui conoscenza dell’argomento di cui parla è azzardata. Ma il card. Arthur Roche è Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Si dice addirittura che sia papabile!
Quindi ha un tema preferito, che non è molto nuovo: la nuova Messa è molto più partecipata di quella vecchia, il che cambia tutto.
In una conferenza del 2020, che abbiamo pubblicato nella nostra Lettera 926 pubblicata il 13 marzo 2023 [QUI su MiL: N.d.T.], ha detto: «L’Ordo Missæ riformato da San Paolo VI riflette una visione della Chiesa in preghiera così ben descritta nel n. 48 della costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium: “Perciò la Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola di Dio; si nutrano alla mensa del corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti”».
E ora, in un recente programma della BBC sulla Messa tradizionale, gli viene chiesto di parlarne e lui si lascia andare con più forza: «Sapete, la teologia della Chiesa è cambiata. Mentre prima il sacerdote rappresentava, a distanza, tutto il popolo – era incanalato, per così dire, attraverso questa persona che era l’unica a celebrare la Messa – ora non è solo il sacerdote a celebrare la liturgia, ma anche coloro che sono battezzati con lui. È un’affermazione molto forte».
Questa affermazione è stata pronunciata domenica 12 marzo a «Sunday», il programma religioso della stazione radiofonica nazionale del Regno Unito, BBC Radio 4, che comprendeva un servizio di sette minuti sulla «Messa in latino». La giornalista Orla O’Brien ha intervistato diversi amanti della Santa Messa tradizionale – quella che «risale al 1962», non si può inventare – per sondare il terreno mentre Roma impone restrizioni che hanno già portato a diverse abolizioni nelle diocesi del Regno Unito. Tra le testimonianze più interessanti di persone legate alla Santa Messa tradizionale c’è quella di don Michael Hall, delegato episcopale per la «Messa in latina» nella Diocesi di Leeds (l’ex Diocesi del card. Arthur Roche).
Il punto più alto di questi interventi è quindi rappresentato dalle parole del card. Arthur Roche che abbiamo appena citato. Notiamo di passaggio che la scelta del termine «canalizzato» sembra riferirsi discretamente al campo lessicale dell’attività medianica. È una coincidenza? In ogni caso, il cardinale ammette allegramente che le restrizioni alla Santa Messa tradizionale sono una risposta a un cambiamento nella teologia della Messa: per lui si tratta infatti di imporre un cambiamento nella lex credendi.
Prima che venissero trasmessi i commenti del cardinale sulla teologia della Chiesa, così come li ha registrati, la giornalista Orla O’Brien ha fatto notare indirettamente che «il card. Arthur Roche, responsabile della supervisione delle restrizioni, dice che il problema non è il latino, ma la vecchia teologia incarnata nella vecchia Messa, con una minore partecipazione dei fedeli e un sacerdote che dà loro le spalle per la maggior parte del servizio».
Si noti la contraddizione interna, che la giornalista non sembra aver notato: da un lato sottolinea che papa Francesco ora richiede ai Vescovi «di ottenere il permesso dal Vaticano prima di poter far celebrare la Santa Messa tradizionale», dall’altro cita Austen Ivereigh, biografo del papa, che spiega che le restrizioni sono state imposte «non per sopprimere questo movimento, ma per regolarlo rimettendolo nelle mani dei Vescovi».
Trascrizione - traduzione integrale della clip della BBC sulla Santa Messa tradizionale
Orla O’Brien - La Santa Messa tradizionale è un campo di battaglia inaspettato nella guerra culturale sul futuro della Chiesa cattolica romana. Mentre il defunto Papa Benedetto XVI ha lasciato spazio ai Cattolici tradizionalisti che amano il rituale della Santa Messa precedente al Concilio ecumenico Vaticano II, papa Francesco ha cambiato le regole, richiedendo ai Vescovi di ottenere il permesso del Vaticano prima di poter permettere la celebrazione della Santa Messa tradizionale.
[Illustrazione sonora: un prefazio cantato in latino]
Qui si sente il suono di un servizio religioso profondamente controverso. La Santa Messa tradizionale risale al 1962, prima che il Concilio ecumenico Vaticano II aprisse la Chiesa cattolica al mondo moderno. I suoi critici sostengono che i suoi seguaci vogliono tornare a un mondo più tradizionale e conservatore. I suoi sostenitori insistono sul fatto che il rito antico ha un senso di maestosità che è assente nella Messa moderna.
Prima di tutto, lo trovo così silenzioso, e quel silenzio è sempre tangibile, fa parte di quel velo di mistero, ma in verità mi ha parlato. Per me è il linguaggio della riverenza, per così dire.
Maria Jones, una YouTuber cattolica, partecipa a una Santa Messa tradizionale ogni settimana. Dice che le ha cambiato la vita, aiutandola a entrare in contatto con una comunità di persone che la pensano come lei.
Maria Jones - Credo di aver trovato la nostra tribù, come quelle grandi famiglie cattoliche che vogliono solo saperne di più sulla fede.
Orla O’Brien - Come molti altri, Maria è rimasta scioccata dall’ultima mossa del Vaticano.
Maria Jones - Sono rimasta davvero sorpresa. Pensavo che quello che stava accadendo fosse così straordinario. Sentivamo sempre più spesso parlare di queste isole crescenti di persone che amano la Santa Messa e che desiderano tranquillamente partecipare a una Santa Messa tradizionale.
Orla O’Brien - Le chiese parrocchiali possono ora utilizzare il rito tradizionale solo se il loro Vescovo ha ottenuto il permesso dal Vaticano. Le chiese non parrocchiali hanno una dispensa, quindi alcuni servizi sono stati mantenuti. Ma don Michael Hall, delegato episcopale per la Santa Messa tradizionale nella Diocesi di Leeds, è ancora arrabbiato per questa mossa.
Don Michael Hall - Per dirla senza mezzi termini, vorrei vedere papa Francesco ed il card. Arthur Roche pentirsi delle azioni che hanno intrapreso ed abbandonare le restrizioni che hanno introdotto. Questo sembra un periodo di persecuzione da parte di Roma. Sono anche deluso, credo, ed è un eufemismo; papa Francesco dovrebbe essere il mio riferimento e il mio padre spirituale sulla terra, eppure sento che papa Francesco mi odia, e odia le persone come me. Papa Francesco ha chiamato le persone come me «arretrate» e ha usato ogni sorta di strani termini tecnici che dimostrano la sua scarsa considerazione per noi, e questo mi fa male. Non è che io lo odio, penso che lui odi me.
Orla O’Brien - Ma alcuni pensano che papa Francesco abbia buone ragioni per voler limitare il rito tradizionale, perché i suoi sostenitori sono diventati una quinta colonna conservatrice nella Chiesa cattolica.
Austen Ivereigh - Papa Francesco è stato molto chiaro nella sua lettera a tutti i Vescovi, quando ha introdotto questi cambiamenti, sul fatto che questo si è trasformato in un movimento che mina il Concilio ecumenico Vaticano II, e quindi ha deciso di tracciare una linea, di tracciare il confine, non per sopprimere questo movimento, ma per regolarlo rimettendolo nelle mani dei Vescovi.
Orla O’Brien - Austen Ivereigh, biografo del papa, è professore di Storia della Chiesa contemporanea alla Campion Hall dell’Università di Oxford.
Austen Ivereigh - Penso che la reazione dei tradizionalisti abbia giustificato papa Francesco. Francamente, parlano di lui con enorme mancanza di rispetto e disprezzo.
Orla O’Brien - Nella Diocesi di Bedford, Northampton, una chiesa parrocchiale continua a celebrare il rito tradizionale, con molte donne che indossano le tradizionali mantiglie di pizzo. Mentre i parrocchiani se ne andavano, ho chiesto loro cosa pensassero dell’intervento di papa Francesco.
Un parrocchiano - Sta cercando di fermare la Santa Messa tradizionale. È sbagliato. È troppo liberale. Sono andato a una di queste Sante Messe e sono stato sedotto. L’atmosfera, la presenza reale di Gesù, il Figlio di Dio! La presenza di Dio è così impressionante, è assolutamente presente.
Un parrocchiano - Ovunque ci sono sempre le stesse Messe, ma non so, preferisco la contemplazione di questa. All’inizio pensavo che fosse un po’ ridicolo che si limitasse il tipo di Messa che si poteva celebrare, e non credo che ci debbano essere restrizioni su come la Messa debba essere celebrata o detta.
Orla O’Brien - Ma il card. Arthur Roche, che è incaricato di supervisionare le restrizioni, dice che il problema non è il latino, ma la vecchia teologia che la vecchia Messa incarna, con la minore partecipazione dell’assemblea ed il sacerdote che volta le spalle per la maggior parte della funzione.
Card. Arthur Roche - Sa, la teologia della Chiesa è cambiata. Mentre prima il sacerdote rappresentava tutto il popolo da lontano – era, per così dire, incanalato attraverso questa persona che era l’unica a celebrare la messa – non è solo il sacerdote a celebrare la liturgia, ma anche coloro che sono battezzati con lui. È un’affermazione molto forte.
Orla O’Brien - Resta da vedere quanto severa sarà la repressione della Santa Messa tradizionale. Nelle due parrocchie di Liverpool in cui l’Arcivescovo consentiva la vecchia Messa, sembra ora probabile che debba essere abolita, mentre a Leeds sarà mantenuta in una chiesa non parrocchiale. Maria Jones, una YouTuber cattolica, è in attesa di sapere cosa succederà nella sua parrocchia.
Maria Jones - Se si dovesse arrivare al punto in cui… Sa, vogliamo essere obbedienti alla nostra nave madre, alla nostra Chiesa, alla nostra Chiesa cattolica ed alla Santa Sede, e quindi siamo in una situazione piuttosto delicata, ma pregherò, continuerò a sperare, e continuerò a fare la cosa giusta, passo dopo passo.
“Teologia approssimativa”, “la conoscenza dell’argomento di cui parla è azzardata”.
RispondiEliminaParole rivolte ad un cardinale di Santa Romana Chiesa. Non c’è che dire, proprio parole che vanno nella direzione di quella “pace” che dà il nome al sito da cui sono riportate.
Dov'è il problema? Se un cardinale usa ragionamenti approssimativi, quando non del tutto sbagliati, glielo si fa notare, come a qualunque altra persona.
EliminaQuanto all'accusa di essere guerrafondai, la pace non è restare imbelli di fronte a chi ti aggredisce.
Perché, un cardinale di SRC è di per sé sempre infallibile? Esprimere opinioni è fare guerra alla Chiesa?
Eliminain un servizio pubblico sulla questione, in cui su 9 interventi qui riportati solo 3 sono di persone favorevoli a TC, e gli altri di tradizionalisti. praticamente a una minoranza rumorosa è stato dato più spazio del Cardinale
EliminaBen detto. Com'è la questione della pagliuzza e della trave???? Quanta presunzione da parte da chi si erge a defensor fidei!
EliminaSì, ma anche questa cosa dell’ esprimere delle opinioni ha un po’ stancato. Le vostre “opinioni” sono sempre sul filo dell’insulto, quando non lo sono direttamente e, guarda caso, riguardano solo chi ha posizioni diverse dalle vostre, mentre i vescovi che vi piacciono, tradizionalisti o meno, vengono sistematicamente incensati acriticamente.
Elimina“Si dicono menzogne l'uno all'altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio.” Salmo 12
RispondiEliminaMi fa, in un certo qual modo, tenerezza questo Cardinale che da brava ed obbediente marionetta è costretta a ripetere a memoria quello che gli viene imposto da dire.
Attualmente il potere ha posto questo figurante, introdotto in Vaticano da Benedetto XVI, ricordiamolo sempre, alla sommità della loggia liturgica, la più potente dentro le sacre mura che neppure un papa riuscirebbe a scalfire.
Ci toccherà sopportarlo fin quando lo stesso potere, per la perversa “logica” di Crono, lo divorerà facendone perdere le tracce.
Sopportiamo adunque, ancora per qualche tempo, questa marionetta telecomandata nutrendo in cuore la cristiana speranza che il Signore libererà i suoi figli fedeli “dalle labbra di menzogna, dalla lingua ingannatrice” .
Poveri ed umili ci rivolgiamo a Dio perché non ci faccia udire le parole di coloro che “ si dicono menzogne l'uno all'altro”.
Perchè adesso le Messe sono partecipate? Il Card. Roche dove vive? Vorrebbe fare un questionario e chiedere ai tutti i fedeli che hanno partecipato "democraticamente" alla Messa di riferire cosa ricordano di quello a cui hanno appena assistito e partecipato???
RispondiEliminaIo sono pronto. Chiedi pure.
EliminaSe la teologia della Messa è cambiata, allora non esiste più la continuità della dottrina cattolica, e di conseguenza non esiste più la Chiesa, anzi non è mai esistita. Un club, una Ong, un'associazione culturale, o un'associazione a delinquere; è questo che vuole il cardinale ? e il suo Principale ?
RispondiEliminaPerò, "ragazzi", è semplicemente "uno" che, dall'altra barricata, maggioritaria, vincitrice e ormai al potere, ammette ora apertamente quello che già allora denunciavano i Card. Ottaviani e Bacci, il p. Calmel, Mgr Lefebvre e tanti altri, denuncia che ai tempi venne fatta passare per infondata ed eccessiva da quelle stesse menti che hanno portatoa Roche&Co, denuncia che ha giustificato e che giustifica la resistenza contro questa empietà prometeica.
RispondiEliminaEra chiaro già allora perché cambiassero la Messa, perché "abolissero" un rito tradizionale millenario e lo sostituissero con una "fabbricazione, alla maniera della produzione tecnica, frutto banale dell'istante" (per dirla con le parole del Card. Ratzinger).
Oggi, gente come Roche sono legione, e ammettono candidamente che la tanto declamata "continuità" non era nient'altro che la versione ecclesiasticamente corretta dei vestiti nuovi dell'imperatore che, pur creduta e professata in buona fede da tanti buoni fedeli, serviva ai novatori come "utile idiozia" leninista, momento cerniera di adattamento, sintesi dialettica hegeliana per giustificare la negazione della tesi.
Oggi semplicemente non ne hanno più bisogno..
Fuori tema, lo so...per favore, questo sfondo sotto gli articoli pubblicati disturba veramente la lettura...se potete modificare, grazie!
RispondiEliminaQuesto Roche è un figurante che ripete pedissequo quello che gli ordinano di dire, il cui dire, tra l'altro, è colmo di bestialità.
RispondiEliminaÈ necessario il permesso anche per celebrare in "vetus ordo" nelle chiese sussidiarie?
RispondiEliminaCome sempre accade, la verità sta nel mezzo. La teologia della Messa non è cambiata. La teologia della Messa è progredita; ha raggiunto una comprensione più profonda del mistero celebrato, che non nega quanto creduto precedentemente ma lo conserva e lo approfondisce, e conseguentemente riadatta la lex orandi al livello di comprensione raggiunto dalla lex credendi. Tutto il resto è politica ecclesiale, e da una parte e dall'altra.
RispondiEliminaLa teologia della Messa è talmente progredita ,ha raggiunto una comprensione tanto profonda, che ha lasciato per strada la gran parte dei fedeli.....Ottimo risultato!
RispondiEliminaÈ la fissa dei tradizionalisti, che in chiesa non vada più nessuno. Io, se arrivo al pelo, fatico a trovare da sedermi…ed è una normalissima parrocchia di periferia, con più messe ogni domenica.
EliminaSpero che sia vero,ma se è vero vuol dire che quella è una chiesa e non un ospedale da campo.
EliminaE quindi? Queste frecciate criptiche a cosa vorrebbero alludere? È una normalissima parrocchia di periferia.
EliminaQuindi è una chiesa in entrata non in uscita .....
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